E' uscito il nuovo disco di Paolo Conte, l'avvocato chansonnier astigiano conosciuto e apprezzato nel mondo, s'intitola 'Live in Caracalla-50 Years of Azzurro', due cd (e prossimamente tre vinili) per immortalare il concerto con orchestra dello scorso giugno, dedicato al celebre brano che grazie all'interpetazione del Molleggiato gli diede la notorietà come autore.
"Che fosse una canzone vincente l'avevo capito subito - ha ricordato Conte -. L'ho scritta pensando a Celentano come interprete ideale, e il successo lo devo a lui, perché aveva come ha ancora un grandissimo pubblico. Nonostante questo clamoroso successo, con Adriano però non ci vediamo quasi mai" e non c'è un motivo particolare, lo si capisce senza bisogno di spiegazioni, loro sono due tipi con una personalità molto forte, che preferiscono stare per conto proprio. Il brano tra l'altro è diventato più che una hit: "Qualcuno voleva proporla come inno nazionale, ma ho sempre detto di no" e giustamente.
La canzone incisa da Celentano uscì nel maggio del ’68, in pieno "Maggio francese" il momento storico in cui esplose la contestazione studentesca che da oltralpe si estese in tutta Europa: «Io l’avevo scritta nel ’67, un anno prima. E nel ’68 non vissi quello che vivevano i ragazzi più giovani di me. Io già lavoravo in ufficio con mio padre. E poi io non ho mai voluto dare messaggi con le canzoni, ho sempre messo in musica dei “bozzetti” di vita"ha spiegato il cantautore.
Il segreto del suo successo? «Forse la mia insistenza perché il brano mantenesse un sapore antico. Volli aggiungere sotto la voce del cantante anche tre mandolini. Tutte le mie canzoni nascono con questo spirito, scrivere una musica un po’ fuori moda, un po’ segreta, che vada a cercare in fondo a noi le risonanze della nostra identità". Quanto a una definizione del suo stile, torna a quella coniata tanti anni fa per far fronte alle domande dei critici francesi: «Confusion mentale fin de siècle».
Confusione o meno è certo che "Azzurro" è una di quelle canzoni che ha superato la generazione di riferimento diventando non solo un evergreen del nostro pop ma anche uno di quei brani italiani più conosciuti a livello internazionale. Ripercorriamo allora la storia di questo pezzo storico e dei rapporti tra il suo autore e l'interprete che l'ha lanciato.
L’esordio di Conte come autore per Celentano risale al 1966. Al Clan era arrivato grazie a Roby Matano leader del gruppo i Campioni (dove mosse i primi passi un giovanissimo Lucio Battisti) e il primo pezzo che compose insieme a Mogol e Miky Del Prete, era intitolato “Chi era lui”, pubblicato come lato B de “Il ragazzo della via Gluck”. Il pezzo che parlava di Gesù, presentava le tipiche atmosfere pianistiche che in seguito identificheranno le canzoni di Conte.
Poi l’avvocato con la passione per il jazz, firmerà le musiche dei due successi degli anni successivi del Molleggiato: il primo, insieme al concittadino Michele Virano) è “La coppia più bella del mondo” del 1967, dove il testo di Beretta e Del Prete elogia il matrimonio e la vita di coppia con gli ormai consueti toni predicatori (che si attireranno le accuse di antidivorzismo), mentre la musica si trasforma da un'introduzione lenta a un valzerone da balera.
Il secondo brano è "Azzurro" che pubblicato nel fatidico maggio del 68 come detto nell’omonimo album e poi nel 45 giri insieme a “Una carezza in un pugno”, arriva il 15 giugno subito in testa alla Hit Parade di Lelio Luttazzi restando poi per tutta l’estate nelle prime dieci posizioni e farà esplodere Paolo Conte come musicista di livello.
Qui la musica non è in linea con quelle del momento (non è un rock, non è un lento, non è una ballata, non è un liscio) ma ha i ritmi della marcetta. Si abbina a un testo che il giornalista Vito Pallavicini pare aver scritto su misura per Celentano, in quanto racchiude tutte le sue tematiche, dall'amore all'ecologia passando per la religione, unite dalla cornice del celebre ritornello dotato di grande carica ritmica e sonora grazie all'arrangiamento originale e moderno di Nando De Luca ex batterista di Luigi Tenco..
“Azzurro” è un brano che parla d’estate, ma non presenta gli ingredienti tipici delle canzoni balneari come ad esempio “Luglio” di Riccardo Del Turco e “Ho scritto t’amo sulla sabbia” di Franco IV e Franco I, lanciate contemporaneamente al disco del Clan. L’estate di Celentano e Conte non si trascorre al mare, ma in città, dove si aggira un uomo che vorrebbe evadere, e forse non solo dal suo giardino, ma è frustrato da desideri e pensieri che “vanno all’incontrario”.
« Quando uscì 'Azzurro' –ha ricordato Conte-, ci fu una levata di scudi perché andava controcorrente rispetto ai ritmi dell'epoca. Sogghignarono in molti, ma io me ne infischiavo perché avevo applicato a quella canzone degli echi poetici che fanno parte della nostra sensibilità. Fui capito dal pubblico: 'Azzurro' ebbe un grande successo. Tutte le mie canzoni nascono con questo spirito: scrivere una musica un po' fuori moda, un po' segreta, che vada a cercare in fondo a noi le risonanze della nostra identità... ».
Negli anni, “Azzurro” è entrata nell’immaginario collettivo ed è diventata, oltre che il cavallo da battaglia di Celentano, uno degli “evergreen” della nostra musica ed uno dei brani italiani più diffusi nel mondo insieme a “O sole mio”, “Nel blu dipinto di blu (Volare)” e “ Caruso”. E’ stata interpretata da moltissimi artisti, da Mina al jazzista Giorgio Gaslini, da Gianni Morandi a Tonino Carotone, da Fiorello agli Skiantos, ma il suo autore Paolo Conte ha sempre avuto una certa ritrosia nel cantarla di persona.
Solo nel 1985, con oltre dieci anni di carriera solista alle spalle, l’avvocato di Asti ha inserito il brano in un suo disco (“Concerti”, 1985), in una versione dal vivo e piuttosto abbozzata che si discosta da quella originale. Probabilmente perché, come ha sempre ricordato, ritiene che la voce ideale per cantare quel brano sia proprio quella di Celentano. Nel 1998 Conte ha inciso una versione in studio del pezzo che l’ha portato all’attenzione generale, scegliendo ancora una volta un arrangiamento pianistico ed essenziale. Adesso per il cinquantenario, in occasione del tour che è appena partito da Milano e che vedrà le prossime tappe 22 novembre a Parma, il 10 e 11 dicembre a Bologna, il 23 febbraio a Genova. la sorpresa con l’interpretazione del suo “Azzurro”.
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