lunedì 27 febbraio 2023

Lazio ci pensa il Mago. Le Pagelliadi

 di FRANCESCO TRONCARELLI


9 a Lupo Alberto - La Lazio ha battuto la Samp rilanciando le sue ambizioni nella classifica. Ma non è stata una partita facile, tutt'altro, con un primo tempo praticamente gettato al vento e un secondo portato avanti con molta, troppa difficoltà. C'è voluta una magia del Mago per sbloccare il match ed entusiasmare i tifosi, esasperati dal nulla a cui assistevano, tra possesso di palla sterile e assenza di cuore e grinta da parte dei Sarri boys. Onore al merito al numero 10 spagnolo che ha tirato fuori dal cilindro il colpo vincente anche se così non va. E Silvan muto.

7 e mezzo a Dio vede e Provedel - Bravo senza se e senza ma. Come Fiorello.

6 e mezzo a Benigno Zaccagnini - viva la faccia dell'arciere che come è entrato ha dato la scossa a tutti. Come Fedez a Sanremo. 

6 e mezzo a Patric del Grande fratello e Casale degli acquedotti agriturismo - Dio li fa e poi li accoppia. two is meglio che one, attenti a quei due, mamma ho perso l'areo ma no l'avversario. Grandissimi.

6 e mezzo a Pedro Pedro Pedro Pè - il meglio di Santa Fè e Trigoria non si batte. Fossero tutti come lui invece che una manica di lentoni e saremmo al posto del Napoli.

6 a Lazzari alzati e cammina - e non ti fare fuorviare dai compagni di merende della squadra. Tira dritto e crossa al centro altrimenti è la fine.

6 a Pasquale Ametrano Anderson - con quella faccia un po così quell'espressione un po così che hanno tutti i Turisti per caso come lui in vacanza perenne all'Olimpico e dintorni c'era da temere il peggio, ma alla fine dei giochi il bandolero stanco la pagnotta se l'è guadagnata anche se avrebbe potuto fare di più. Come la Ferragni al festival.

6 a Somarusic - Tanto fumo e niente arrosto. Come una Rosa Chemical qualunque.

5 al Ciro d'Italia - Troppi errori. Avete presente Enrico Letta che ha portato allo sbando il PD?

5 a Massimo Di Cataldi - 2 più 2 uguale 4, tre per tre 9, 10 diviso 2 cinque. Aò gli anni passano ma non va al di là del compitino. La licenza media gliela daranno con le 150 ore degli studenti lavoratori.

5 al Sergente - Doveva festeggiare il suo compleanno, ma la festa l'hanno fatta i doriani che non gli hanno lasciato neanche le candeline e si sono pappati la sua torta.

5 a miei cari amici Vecino e lontani - Come il programma di Gigi Marzullo, inutile. Sipario.


Appunti di gioco

di Roberto Taglieri

Lunedi, 27 febbraio 2023

La Lazio soffre ma vince contro la Sampdoria. Nel posticipo della 24sima di Campionato all’Olimpico i biancocelesti, grazie alla rete di Luis Alberto nel finale di partita battono i blucerchiati e si assicurano tre preziosi punti. Sarri recupera tutti, rilanciando Lazzari dal primo minuto con Marusic a sinistra; a centrocampo poi ci sono Milinkovic, Cataldi e Luis Alberto; gioca anche Pedro, ma con la maschera dopo la frattura del naso. Stankovic invece è senza Djuricic e Quagliarella; il mister serbo propone Cuisance e Winks in mezzo, Gabbiadini con Lammers davanti. Colombo fischia l’inizio ma il primo tiro in porta della Lazio arriva solo al 19’ con Pedro. I biancazzurri attaccano costantemente ma per imprecisione o per sfortuna non riescono quasi mai ad andare alla conclusione. Alla mezz’ora invece Cuisance in contropiede ha la grandissima chance del vantaggio doriano davanti a Provedel, ma è fondamentale la deviazione di Marusic in corner. Al 40’ la migliore azione della Lazio: Anderson libera il sinistro, Audero respinge, poi Pedro da posizione angolatissima colpisce il palo. La Lazio però esce dal campo tra i fischi del pubblico, dopo aver disputato un primo tempo veramente sotto tono. Nella ripresa Gabbiadini ha sul sinistro la palla dello 0-1 ma Provedel gli blocca il rasoterra; il portiere laziale ferma anche il colpo di testa di Lammers al 56’ ma la Samp gioca molto megli dei padroni di casa. Zaccagni e Vecino sono le carte che si gioca Sarri al 57’ per sbloccare la partita, ma intanto Immobile nell’area piccola spedisce alle stelle l’occasione più nitida. Al 68’ Marusic col piatto destro si divora ancora il vantaggio; la Lazio adesso ci crede, attacca e schiaccia gli avversari nella loro area, ma la palla non vuole entrare. Audero para sul fendente di Anderson al 75’, ma all’80’ la Samp capitola sul tiro fortissimo dai 20 metri di Luis Alberto, che finalmente sblocca il risultato. E con questo 1-0 dopo 4’ di recupero finisce una gara tra le più complicate di questa stagione. Una partita in cui la vittoria laziale doveva essere scontata, vista la pochezza dell’avversario, ma che invece si è rivelata molto più difficile del previsto. La squadra di Sarri ha penato oltre ogni aspettativa, i calciatori oggi nonostante ci avessero provato insistentemente sembravano esausti. C’è voluto il jolly di Luis Alberto per agguantare tre punti fondamentali: la Lazio così non perde contatto con la zona Champions e si prepara al meglio per la gara difficilissima di venerdi contro il Napoli.   

LAZIO SAMPDORIA 1-0 80’ Luis Alberto

LAZIO: Provedel, Lazzari (85’ Hysaj), Patric, Casale, Romagnoli, Marusic, Milinkovic (85’ Basic), Cataldi (57’ Vecino), Luis Alberto, Anderson, Immobile, Pedro (57’ Zaccagni). All Sarri

SAMPDORIA: Audero, Zanoli, Nuytinck, Amione, Leris, Cuisance (72’Jese), Winks, Augello, Gabbiadini (72’ Illkhan), Lammers All. Stankovic

Arbitro Colombo

sabato 25 febbraio 2023

Se telefonando, scritta da Maurizio Costanzo per Mina

di FRANCESCO TRONCARELLI

Non è necessario entrare in classifica o vincere un festival perché una canzoni funzioni e duri nel tempo. Né c'è una ricetta particolare perché un brano superi la barriera della generazione di riferimento per entrare nella memoria collettiva e diventare uno dei brani più belli in assoluto della musica italiana. Se ci fosse, la userebbero tutti.

Certo è che se il testo è scritto da autori di talento e la musica da un compositore di grande livello, è probabile che una semplice canzone diventi una di quei pezzi da ricordare nel tempo, ma l'alchimia sarà perfetta e potrà funzionare però solo se il cantante riuscirà a dare il valore aggiunto con la sua interpretazione. E se il suo nome è Mina, è sicuro che sarà tutto più facile e che quel brano rimarrà nella storia del nostro pop.

Così è stato per "Se telefonando", capolavoro assoluto firmato da Maurizio Costanzo e Ghigo De Chiara su musica di Ennio Morricone per la voce della più grande cantante italiana di sempre e che è tornato d'attualità per la scomparsa del grande anchorman televisivo. 

Costanzo paroliere per Mina

Due menti insomma, nel vero senso della parola, a cui si aggiunse Morricone, tra i più bravi arrangiatori alla Rca. Il testo che avevano scritto i due era dirompente per la situazione che raccontava e per certi versi anche futuristico nelle parole ("Lo stupore della notte spalancata sul mar"), sicuramente in controtendenza alle romantiche, bugiarde certezze dei Sanremo di quel periodo («Dio come ti amo», «Io che non vivo senza te») che dominavano la scena.

Fu De Chiara che conosceva Morricone a chiamarlo. Gli fece leggere quello che avevano scritto e lui, dopo averci ragionato su, disse che nell'inciso che aveva in mente, si sarebbe ispirato alle sirene della polizia francese (po-pi, po-pi...), un'idea semplicemente straordinaria dove lo strillo bitonale meccanico delle volanti d'oltralpe si trasformava in una melodia incalzante. 

L'incontro per la realizzazione del brano fra loro e la "tigre di Cremona", come veniva definita l'interprete di tanti successi come "Le mille bolle blu", "Il cielo in una stanza", "Sono come tu mi vuoi", avvenne negli studi Rai di via Teulada. Mina era arrivata con il suo produttore Luciano Gigante e dopo i convenevoli di rito, chiese subito lo spartito e in un istante, come in una magia assoluta, "Se telefonando" diventò sua. 

Mina a Studio Uno

Al momento della registrazione sia gli autori che la stessa Mina, si resero conto che un verso "Poi nel buio la tua mano d'improvviso sulla mia", poteva dare adito a doppi sensi e far muovere la censura molto rigida a quei tempi. La registrazione allora fu sospesa e Costanzo provò a limare il testo, che con un più tranquillizzante singolare al posto del plurale, divenne così "Poi nel buio le tue mani d'improvviso sulle mie".

Mina decise comunque di incidere entrambe le versioni, la seconda con la correzione fu quella pubblicata nel 45 giri e poi presentata ufficialmente a "Studio Uno" nel maggio del 66, il mitico varietà televisivo del sabato sera di Antonello Falqui condotto da lei che catalizzava l'attenzione generale del pubblico, la prima versione invece, quella del possibile doppio senso, fu messa da parte e pubblicata solo nel 1999, nella raccolta Mina "Gold 2"

La storia di un amore nato troppo velocemente e vissuto troppo in fretta, quando l'Estate ci mette lo zampino con le sue atmosfere di libertà che si vivono in quella breve ma intensa stagione raccontata in "Se telefonando" da allora iniziò a fare breccia. Quel rapporto appassionato e passionale colpì l'immaginario collettivo, forse anche perché era una lei con mossa irrituale per quegli anni, che voleva chiuderlo con una telefonata, non volendo aspettare che la passione diventasse abitudine o qualcosa di terribilmente serio.

Ed è significativo in questo senso che a interpretarlo e renderlo una vera e propria gemma della musica italiana, sia stata Mina, non solo artista di razza e dalla voce unica, ma anche donna che con le scelte che ha fatto e le vicende che ha vissuto, ha contribuito alla evoluzione del nostro costume. 

 


domenica 19 febbraio 2023

Lazio, con Ciro si vola. Le Pagelliadi

 di FRANCESCO TRONCARELLI

8 al Ciro d'Italia - La Lazio sbanca l'Arechi grazie al suo bomber principe che in 9 minuti apre e chiude la partita. Sembrava un match senza storia, bloccato, come tanti altri, dove il possesso palla si rivelava sterile non producendo niente di buono, poi però nella ripresa al primo affondo utile, la Scarpa d'oro biancoceleste ha piazzato il suo sigillo che dava un senso allo scontro con la Salernitana. Ma non era finita, perchè non pago di questa rete liberatoria Ciro ha continuato a guidare verso la vittoria i suoi compagni, con la caparbietà che lo contraddistingue procurandosi un rigore sacrosanto. Bene, bravo, bis. Con questa doppietta Immobile ha regalato al popolo biancoceleste una grande gioia (e un momentaneo quarto posto) e a se stesso un bel compleanno. Auguri bello de casa.

7 a Pedro Pedro Pedro Pè - il meglio di Santa Fè e Trigoria è il miglior testimonial di questa vittoria. Tanta grinta, tanta classe e naso rotto per la causa. La maglia bagnata di sangue e di sudore non è solo il verso di una canzone ma la realtà di un grande campione. Applausi, come cantavano i Camaleonti.

7 a Somarusic - Daje e daje l'assist lo piazza sempre. Come Biggio a Viva Rai2 a quel marpione di Fiorello.

6 e mezzo a Pasquale Ametrano Anderson - Con quella faccia un po' così, quell'espessione un po' così che hanno tutti i Turisti per caso come lui in vacana perenne e carenavale di Rio tutto l'anno c'era da temere il peggio. E invece il bandolero stanco per antonomasia il suo compitino l'ha fatto, dribbling, finte e lancioni a seguire. E' mancato il gol ma per quello c'è tempo. C'è tempo? Sperem de no.

6+ a Dio vede e Provedel - Il suo l'ha fatto senza se e senza ma. E pure un'uscita a farfalle da brividi. Che volete de più?

6+ a Patric del Grande Fratello e Casale degli Ulivi Agriturismo - Attenti a quei due. Two is meglio che one. Dio li fa e Patric li accoppa. La strana coppia. Ric e Gian alla riscossa. Non passa lo straniero. Olè.

6 a Massimo Di Cataldi - Mai una giocata vincente o comunque utile per lanciare un compagno o lasciare il segno. Il minimo sindacale insomma come un Pierluigi Diaco qualsiasi. Quando crescerà?

6 a Hysaj che I papaveri - Tanto fumo e un po d'arrosto. Avete presente Massimo Giletti?

6- a Miei cari amici Vecino e lontani - Un altro gol facile facile mangiato in un sol boccone come Marco Pannella dei tempi d'oro dopo un maxi digiuno. Il dubbio è legittimo: ma a Formello lo tengono a pane e acqua?

5 a Lupo Alberto - C'era una volta il Mago. Si è nascosto riabilitando pure Silvan che da parte sua è sparito da un pezzo. Se gli levano i corner sparisce definitivamente pure senza Sim Salabim. Il rigore sbagliato è la conferma della sua latitanza.

5 a Basic Instinct - Dopo una vita che appare e scompare, la domanda nasce spontanea per dirla alla Lubrano: ma sto finto prete dai modi gentili e i piedi intrappolati ce serve o nun ce serve? Perchè se ce serve dovrebbe farci capire perchè, si nun ce serve che sia trasferito d'urgenza in canonica da Don Matteo per fare il chierichetto. Ite missa est. Deo Gratias. Sipario.


Appunti di gioco

di Roberto Taglieri

Domenica, 19 febbraio 2023

Campania amica per la Lazio. All’”Arechi” nella 23sima giornata di Campionato i biancazzurri battono la Salernitana grazie ad una doppietta di Ciro Immobile, siglata nella ripresa di una gara difficile e sofferta: 0-2 il risultato finale. Paulo Sousa, al debutto sulla panca dei granata deve fare subito i conti con le defezioni di Troost Ekong, Fazio e soprattutto di Boulaye Dia. In porta gioca Sepe e non Ochoa, Crnigoj è preferito a Bohinen e davanti c’è Piatek. Sarri perde Zaccagni per squalifica e Romagnoli infortunato, quindi inserisce Patric in difesa e Pedro sulla fascia; a centrocampo poi con Cataldi e Luis Alberto dal primo minuto giocherà Vecino e Milinkovic, che è stato male questa stanotte, si accomoda in panca. L’approccio laziale all’inizio della partita è sempre molto intenso, ma oggi l’aggressività della Salernitana mette in grande difficoltà gli avversari, che sembrano un po’ troppo superficiali in difesa. Piatek e poi Candreva provano a concludere da fuori area senza esito, ma intanto Pedro si rompe il naso. Al 19’ Immobile riesce ad andare al tiro, ma Sepe respinge molto bene. Quasi alla mezz’ora Vecino in area calcia bene ma una deviazione fortuita di Daniliuc gli impedisce il gol, poi ci prova anche Anderson ed ora la Lazio comincia a spingere moltissimo. Il tiro a giro di Pedro al 34’ trova Sepe pronto, invece il suo omologo Provedel esce a vuoto al 40’ ma poi si riprende parando il tiro di Candreva. Nel finale cala l’intensità ma per la Lazio resta difficile riuscire a concludere in porta. Nel secondo tempo la Salernitana si abbassa, resta il possesso sterile della Lazio che di occasioni nitide non ne ha. Solo una giocata episodica può sbloccare la partita, e l’occasione arriva al 60’ per un buco difensivo dei padroni di casa, che innesca Marusic sulla destra. Il cross del montenegrino è perfetto per Immobile, che col sinistro appoggia in rete il vantaggio biancoceleste. Passa una manciata di minuti e Sepe travolge Immobile in area. Abisso dopo controllo Var deve assegnare il rigore; batte lo stesso Immobile, che la mette all’angoletto e imbusta la doppietta che consente alla Lazio di avere di fatto la meglio sulla Salernitana. Appena in campo Cancellieri all’86’ si procura un altro rigore; Bronn lo atterra in area e poi per proteste si fa anche espellere. Va alla battuta Luis Alberto, che si fa parare la conclusione e poi sulla respinta sbaglia la mira, divorandosi il tris. Ma la partita è ugualmente segnata: il punteggio di 0-2 alla fine premia i biancazzurri, autori di una buona prestazione in un campo molto difficile. Una vittoria che fa bene, molto bene a questa Lazio, che ha bisogno di vincere e di credere sempre più nelle sue possibilità. Sono 42 punti ora per la squadra di Sarri, che agguanta momentaneamente il quarto posto, in attesa di giocarsela lunedi prossimo contro la Samp per dare continuità a questo ottimo risultato.

 

SALERNITANA LAZIO 0-2 60’ Immobile 69’ Immobile (r)

SALERNITANA: Sepea, Bronn, Daniliuc, Pirola (75’ Lovato), Candreva, Coulibaly, Crnigoj (75’ Sambia), Bradaric, Bonazzoli (59’ Kastanos), Vilhena (46’ Valencia), Piatek (75’ Botheim). All: Sousa

LAZIO: Provedel, Marusic, Casale, Patric, Hysaj, Cataldi, Vecino (78’ Basic), Luis Alberto, Anderson, Immobile (86’ Cancellieri), Pedro (78’ Romero). All: Sarri

Arbitro Abisso

sabato 11 febbraio 2023

Lazio che sfacelo. Le Pagelliadi

 di FRANCESCO TRONCARELLI

7+ a Dio vede e Provedel - Qualcuno credeva che la Lazio potesse fare una gran partita contro l'Atalanta. Imboniti dalle chiacchiere dello Scrivsno fiorentino che nelle conferenze stampa della vigilia dice tutto e il contrario di tutto confondendo alla grande chi ascolta, pensavano gli stolti, nella prestazione super dei biancocelesti. Poveri illusi, non conoscono i nostri polli. Che sono spesso e volenteri polli inermi. E come volevasi dimostrare i bergamaschi si sono confermati la nostra bestia nera. Avvelenati, sempre in palla, fisicamente e tatticamente superiori hanno dominato in lungo e in largo prendendoci a pallonate. L'unico a salvarsi dal naufragio il portierone Biondo che ha limitato il passivo. Tutto il resto il nulla.

6- a Benigno Zaccagnini - L'arciere non ha scagliato la sua freccia. E i giochi so finiti subito.

5 e mezzo a Lazzari alzati e cammina - Troppo tardi in campo. Come i Coma Cose a Sanremo che hanno cantato alla fine.

5 e mezzo a Pedro Pedro Pedro Pè - Diamogli il premio alla carriera come a Peppino di Capri e via. 

5 al Ciro d'Italia - Ei fu (siccome Immobile). Manzoni aveva previsto tutto.

5- a Massimo Di Cataldi - Impacciato, lento, prevedibile. Un Pierluigi Diaco in calzoncini insomma.

5- a Viale deiRomagnoli 13 Ostia Agriturismo Casale degli Ulivi e Patric del Grande Fratello - in tre non ne hanno fatto uno buono. Come Aldo Giovanni e Giavomo che ormai fanno piangere.

5- a Lupo Alberto - Come Pippo Baudo. Sparito.

5- al Sergente - doveva metterli sull'attenti è finito consegnato in caserma.

4e mezzo a Pasquale Ametrano Anderson - Con quella faccia un po così quell'espressione un po così che hanno tutti i Turisti per caso come lui in vacanza perenne all'Olimpico si sapeva già come sarebbe andata a finire. Desaparecido de brutto. 

4 a Miei cari amici Vecino e lontani - Una nullità. Avete presente Ariete? No. Ecco appunto.

4- a Hysaj che I papaveri - Nè carne nè pesce. Nè.

4- - a Somarusic - Il gol del vantaggio ce l'ha sul groppone. Ma tanto che cambia. È nel suo ruolino di marcia. Un paio ne azzecca altrettante ne toppa. Come un Massimo Giletti qualsiasi. Sipario.


Appunti di gioco

di Roberto Taglieri

Sabato, 11 febbraio 2023

L’Atalanta sbanca l’Olimpico. Nell’anticipo della 22sima giornata contro la Lazio Zappacosta nel primo tempo e poi Hojilund nella ripresa confezionano la vittoria orobica: 0-2 il risultato finale che premia i bergamaschi, autori di una buona prestazione. Quella di stasera doveva essere una sfida al vertice tra due pretendenti alla Champions: Gasperini, senza Maehle e Muriel squalificati ed anche privo di Pasalic, schiera dal primo minuto Zappacosta a sinistra e davanti Hojilund, con Ederson e Lookman ai suoi fianchi. Sarri lascia di nuovo Lazzari in panchina, con Marusic al suo posto nella corsia di destra e Hysaj dall’altro lato. Subito dopo il minuto di raccoglimento per le vittime del terremoto in Siria ed in Turchia inizia asfissiante la pressione dell’Atalanta. Già al 6’ Preovedel c’è su un tiro di Koopmeiners, poi la conclusione di Zappacosta finisce di poco fuori. Al 17’ i biancazzurri si rammaricano, perché Immobile si divora il vantaggio spedendo alto da posizione perfetta. Ora Marusic è il protagonista negativo: un suo primo errore consente a Lookman di colpire la traversa e poco dopo al 23’ Zappacosta approfitta di un rinvio corto del difensore montenegrino per mettere all’incrocio dei pali il bel gol del vantaggio ospite. La Lazio non sembra in grado di controbattere in maniera efficace, Lookman al 36’ si mangia il raddoppio con un rasoterra a lato, poi ci si mette anche la sfortuna, perché al 36’ si fa male Romagnoli e deve entrare Patric. Verso la fine Musso fa un vero miracolo su Zaccagni, deviando in corner un gol fatto e ora la Lazio sembra svegliarsi, ma è quasi terminato il primo tempo. Nella ripresa arriva subito il tiro di Immobile, che ancora una volta fallisce il pari sparando centralmente un rigore in movimento e poco dopo Provedel salva il raddoppio ospite con un piede sula battuta a colpo sicuro di Hojilund. La Lazio prova a metterci più forza ed orgoglio, Sarri opera una tripla sostituzione al 57’ Vecino, Lazzari e Pedro ma al 65’ Hojilund approfitta di un’uscita sconsiderata di Provedel e piazza in rete un facilissimo gol che consente all’Atalanta di raddoppiare e praticamente sigillare il risultato. La Lazio con fatica prova a ricucire uno straccio di manovra ma tra falli, infortuni e perdite di tempo la gara si trascina verso la fine senza che la squadra biancazzurra riesca mai ad impensierire Musso. E così sconsolatamente finisce la partita con l’Atalanta che si prende meritatamente l’intera posta. E’ una grave sconfitta quella di oggi, che fa perdere terreno agli uomini di Sarri, fermi a quota 39 ed ormai superati anche dalla Dea. La Lazio scivola così al sesto posto ed è una classifica che fa male, se paragonata a quella di poche giornate fa, quando i biancazzurri dopo la vittoria col Milan sembrava avessero cominciato a macinare gioco. La striscia biancazzurra parla chiaro: una media da retrocessione con 9 punti su 8 gare deve far riflettere. Il gioco è diventato prevedibile, i calciatori sono sempre sopraffatti fisicamente dagli avversari e poi l’evidente mancanza di voglia di qualcuno completano un quadro tutt’altro che sereno. Diventa a questo punto indispensabile vincere a Salerno domenica prossima per continuare a tenere la scia delle altre, sperando chiaramente nel passo falso di qualcuna. 

 

 

LAZIO ATALANTA 0-2 23’ Zappacosta 65’ Hojilund

LAZIO: Provedel, Marusic, Casale, Romagnoli (37’ Patric), Hysaj (57’ Lazzari), Milinkovic, Cataldi (57’ Vecino), Luis Alberto, Anderson (57’ Pedro), Immobile, Zaccagni. All: Sarri

ATALANTA: Musso, Toloi, Djmsiti, Scalvini (57’ Palomino), Hateboer (63’ Demiral), De Roon, Koopmeiners, Zappacosta, Ederson, Hojilund (89’ Zapata), Lookman (90’ Boga). All: Gasperini

Arbitro Orsato

lunedì 6 febbraio 2023

Lazio, occasione persa. Le Pagelliadi

 di FRANCESCO TRONCARELLI

8 a Pedro Pedro Pedro Pè - Ancora una volta la Lazio ha perso la grande occasione di ritrovarsi terza in classifica e dare così un senso al suo campionato. Il pareggio con cui sì è conclusa la partita al Bentegodi è la fotografia reale e cruda di un dato di fatto: non si vince più. Soprattutto quando si dovrebbe vincere a tutti i costi. Il meraviglioso gol del meglio di Santa Fè e Trigoria aveva illuso tutti, a cominciare dai Sarri Boys che invece si sono ritrovati nel secondo tempo un Verona agguerrito pronto a vendere cara la propria pelle. La qualità dei nostri non è servita a nulla davanti la quantità dei gialloblu. E questo la dice lunga sullo stato dell'arte di questa squadra.

7 + a Dio vede e Provedel - Santo subito. E ho detto tutto.

6 a Massimo Di Cataldi - 150 partite con l'Aquila sul petto nel segno della continuità. Onesto geometra del centrocampo con ambizioni da ingegnere. Ma è un sogno. Come quello di non vedere più in tv Iva Zanicchi.

6 a Somarusic - Tanto fumo ma anche tanto arrosto. Come Cruciani.

6 a Benigno Zaccagnini - L'arciere è rimasto a secco. Solo frecce spuntate dal suo arco. Come un Diaco qualsiasi. La prossima volta però lasci perdere i tacchi e ce provi de punta, come faceva la Sora Assunta.

6 - al Ciro d'Italia - Provaci ancora bomber. Se no qui è finita anzitempo.

6 - a Viale dei Romagnoli 13 Ostia e Casale degli Ulivi Agriturismo - Hanno cosi ballato là dietro che Lorella Cuccarini e Heater Parisi insieme je spicciano casa e pure le cantine. Da gemelli della difesa a  gemelle Kessler è stato un attimo.

6-  a Pasquale Ametrano Anderson - Con quella faccia un po così quell'espressione un po così che hanno tutti iTuristi per caso come lui in vacanza perenne che ci si aspettava? Purtroppo il bandolero stanco è così, quanno je gira je gira, ma quando non je gira le fa girare agli altri.

5 e mezzo al Sergente - Doveva metterli sull'attenti è finito consegnato in caserma. 

5 e mezzo a Lupo Alberto - Il Mago c'è ma non si vede. Nè si vedono le sue magie. Figurarsi il coniglio fuori dal cilindro. Praticamente senza bacchetta magica ha resuscitato  Silvan dal letargo in cui è piombato da un pezzo. 

5 e mezzo a Hysaj che i papaveri - Nè carne nè pesce. Nè. Avete presente Riccardo Rossi?

5- a Miei cari amici Vecino e lontani- ma sto Nunzio Filogamo 2.0 che a sorpresa te lo ritrovi in campo senza arte nè parte, ce serve o nun ce serve? Che chiederlo poi dopo un girone d'andata inesistente è già una domanda inutile. Certo è che nessuno ricorda una sua giocata che abbia cambiato l'esito di una partita e che molti ricordano invece i gol solo davanti la porta che s'è magnato alla Pannella dei tempi d'oro dopo un maxi digiuno. Mala tempora corrono. Lui manco corre. Sipario.


Appunti di gioco

di Roberto Taglieri

Lunedi, 6 febbraio 2023

Nel freddo del Bentegodi tra Verona e Lazio esce fuori solo un pareggio. La squadra di Sarri nel posticipo della 21sima giornata va in vantaggio nel primo tempo con Pedro ma è raggiunta ad inizio di ripresa dalla rete di Ngonge, che fissa il risultato sull’1-1. Zaffaroni non recupera Dawidowicz, quindi inserisce Magnani, ma perde anche Faraoni ed al suo posto c’è Depaoli; torna poi anche Doig a centrocampo ed infine è confermato Ngonge. Dopo la sconfitta in Coppa Italia Sarri decide di tenere in panchina Anderson, affaticato; la sfida per la maglia titolare tra Lazzari-Hysaj invece la vince ancora quest’ultimo. Partita complicata quella contro i gialloblu, che navigano nei bassifondi della classifica con appena 13 punti ma sperano di riagganciare il quartultimo posto, dopo le ultime buone prestazioni. La Lazio parte benino: ha in mano il gioco ma è una manovra troppo sterile; al 10’ comunque Milinkovic sfiora l’incrocio dei pali su punizione. Deve recriminare invece il Verona perché prima al 19’ Doig spreca da due passi il vantaggio calciando malissimo, poi al 26’ il diagonale di Ngonge finisce fuori. La Lazio ora con Immobile prova a darsi una svegliata, ma soffre sempre troppo a centrocampo la velocità degli avversari. Provedel si supera sul tiro di Depaoli destinato all’angoletto lontano al 40’ ed alla fine del primo tempo si scatena Pedro. Prima fa le prove di gol, lanciato da Hysaj ma spara alle stelle da buona posizione; a tempo scaduto in area riceve palla spalle alla porta, poi si gira all’improvviso e mette all’incrocio dei pali la palla del vantaggio laziale. Una rete spettacolare che sblocca finalmente il risultato dopo una prima frazione troppo sofferta. Nella ripresa arriva immediato il pareggio al 51’: Ngonge, incontrastato, raccoglie di testa un traversone di Lazovic e superando abilmente Casale trova la rete dell’1-1. Passa un minuto e Lazovic colpisce il palo a portiere battuto. Tutto da rifare per i capitolini, che sono in balia della aggressività avversaria, come spesso avviene nei secondi tempi. Sul sinistro di Doig al 57’ Provedel è bravissimo a mettere in angolo e adesso per la Lazio è sofferenza pura. Con l’ingresso di Anderson e l’uscita di Immobile, ancora non al meglio, Sarri prova a dare ordine all’attacco. Il Verona ad un quarto dal termine cala la sua intensità ed i biancazzurri riescono a riprende vigore, quanto meno a non farsi più schiacciare nella propria area. Ma anche la Lazio non ne ha più, non rischia oltre e attende la fine accontentandosi dell’1-1. Quando il Verona ha iniziato a correre e giocare a tutto campo e la Lazio è sparita; è la brutta sensazione che a questa squadra mancano gli stimoli ma non ha nemmeno le gambe. Troppo prevedibili, lenti e senza soluzioni in avanti; stasera il solo Pedro aveva tenuto i biancocelesti a galla, ma con un secondo tempo da brividi i calciatori laziali si sono afflosciati rischiando anche di subire altre reti. Solo un punto quindi oggi per il cammino verso la Champions, 39 punti per la squadra capitolina, che ora si ritrova in solitudine in quarta posizione. Si prospetta perciò una sfida troppo importante ma pericolosissima quella di sabato prossimo all’Olimpico, quando i biancazzurri incontreranno l’Atalanta, altra candidata ad un posto nell’Europa che conta.

VERONA LAZIO 1-1 45’ Pedro 51’ Ngonge

VERONA: Montipò, Magnani, Hien, Coppola (80’ Albildgard), Depaoli, Tameze (86’ Sulemana), Duda, Doig, Ngonge (68’ Gaich), Lazovic (80’ Ceccherini), Lasagna. All: Zaffaroni

LAZIO: Provedel, Hysaj, Casale, Romagnoli, Marusic, Cataldi (59’ Vecino), Milinkovic, Luis Alberto, Pedro, Immobile (68’ Anderson), Zaccagni. All: Sarri

Arbitro Chiffi