sabato 31 agosto 2024

La Lazio vede il Diavolo. Le Pagelliadi

 di FRANCESCO TRONCARELLI

7 e mezzo a Castellano e Pipolo - La Lazio ha pareggiato col Milan una partita che ha avuto la possibilità di vincere. Subìto il solito gol nei primi minuti, la formazione biancoceleste è riuscita a recuperare terreno e gioco pareggiando prima e addirittuta passando in vantaggio. A quel punto i cambi dei rossoneri hanno fatto la differenza e il Diavolo ha pareggiato i conti. Certo se fossero stati assegnati i due rigori per i falli di mano dei rossoneri ora probabilmente parleremo d'altro ma tant'è e ci si deve purtroppo accontentare. Di positivo comunque la reazione della squadra che da imprecisa e imballata quale era nei primi 45 minuti è riuscita a cambiare marcia seguendo l'esempio del puntero argentino che non si è mai arreso. A lui la copertina.

7 e mezzo a l'ira di Dia - Un quasi gol nei primi minuti un grande gol nella ripresa. Dio perdona Dia no.

7 a senti che musica coi Tavares - È l'ultimo dei fratelli canterini e anche lui pur giocando a calcio jele canta volentieri agli avversari. Una spina nel fianco del Diavolo, un assatanato sulla fascia. Uno che viva Dio ce la mette tutta.

6+ a Lisasken dagli occhi blu - È entrato in campo nel secondo tempo ed è cambiata la partita. Movimento, scatti, cross. Finalmente si è visto qualcosa di importante. 

6+ a Guendo è bello esse laziali - Daje belli capelli, col casino organizzato alla Fascetti che riproponi se viaggia alla grande.

6 a Rovella per chi non si accontenta - Il guaio che il primo ad accontentarsi è proprio lui. Compitino e via.

6 a Benigno Zaccagnini - L'arciere non ha scagliato la sua freccia. Anzi lo ha fatto, ma je l ha tirata in bocca al portiere. 

5 e mezzo a Lazzari alzati e cammina - È partito in quarta è finito in folle. Come Vittorio Sgarbi.

5 e mezzo a Dio vede e Provedel - Per farfalle in occasione del gol milanista. Stava giocando a burraco coi fotografi. Dall'oroscopo di Branco la luna consiglia: pensate al vostro lavoro, le distrazioni non pagano. Chiedere a Beppe Grillo che Conte se lo sta a incartà.

5 e mezzo a Somarusic - Cambiano gli allenatori ma lui continua a trovare posto. È il quarto mistero di Fatima.

5 e mezzo a Viale dei Romagnoli, 13 Ostia - La difesa balla che è una bellezza. Cha cha cha, twist, tango ce n'è per tutti. E il maestro di danze è lui. Cambiano i compagni di merende che lo affiancano ma se balla sempre. Mandamolo da Milly Carlucci e non se ne parli più.

5 a Patric del Grande Fratello - se pure un veterano di mille battaglie perde colpi al primo assalto allora c'è da preoccuparsi. Reagisci leone. Sennò semo rovinati.

5- a Chauna bella pigna - ma pure tante difficoltà a giocare a pallone. Ma la colpa non è sua ma di chi l'ha preso. Sipario.

i Tavares


Lisa dagli occhi blu

di FRANCESCO TRONCARELLI

31 Agosto 1969, Mario Tessuto è primo in classifica dei 45 giri piu' venduti con " Lisa dagli occhi blu", ad annunciarlo è Lelio Luttazzi dai microfoni di "Hit parade", la trasmissione in onda ogni venerdì dalle ore 13 e fra le più seguite della Radio in quegli anni.

Il brano diventa subito il classico tormentone estivo gettonato in tutti i juke box della penisola e risulterà il quarto singolo più venduto di quell'anno, un successo cosi grande da trasformarlo nell'omonimo musicarello per la regia di Bruno Corbucci con un cast ricco di nomi di rilievo come Silvia Dionisio, Gino Bramieri e Nino Taranto.

Testo di Giancarlo Bigazzi e musica di Claudio Cavallaro, il pezzo si classificò al secondo posto a "Un disco per l'estate" dietro a "Pensando a te" di Al Bano con cui si divise i favori del pubblico giovanile non ancora conquistato dalla musica beat proposta dai gruppi dei "capelloni".

Originariamente la storia raccontata nella canzone venne scritta da un ragazzo di Bisignano, un paesino in provincia di Cosenza, Mario Guido, che in futuro sarebbe diventato professore di Lettere. Aveva scritto una poesia per una sua ex compagna della II B del Liceo di San Demetrio Corone della quale si era invaghito.

La poesia fu fatta girare nell'ambiente discografico e venne acquistata da un produttore per 150mila lire, che a sua volta la girò a Bigazzi che con gli opportuni ritocchi da autore navigato quale era, ne fece la canzone conosciuta da tutti.

Mario Tessuto con questo brano che diventerà il suo cavallo di battaglia, esplose letteralmente nella scena musicale italiana partecipando così alle varie manifestazioni dell'epoca come Canzonissima e partecipando a Sanremo in coppia con la Berti, ma non riuscì più a ripetere l'exploit di Lisa.

Il brano ha avuto anche un riscontro internazionale. Nicola di Bari infatti incise la versione in castigliano con il titolo Lisa de los ojos azules, uscito in Argentina e Cile ed inserito nella raccolta Los grandes éxitos de Nicola di Bari che ebbe un ottimo successo in tutta l'America latina.

Nel 1984 fu poi la volta del cantante d'oltralpe Pascal che la ripropose nella versione in francese, intitolata "Petite fille aux yeux bleus" che riscosse un buon successo nei paesi francofoni.

Per la cronaca, Lisa, vero nome Elisa, cresciuta e diplomatosi, ormai senza le famose trecce ma sempre con quegli occhi blu, dopo aver fatto strage di cuori a scuola si sposò felicemente con un ragazzo conosciuto in vacanza. Non si sa se ballando quel tormentone diventato un classico da mattonella.

mercoledì 28 agosto 2024

C'era una volta il calcio d'agosto

 di FRANCESCO TRONCARELLI

C'erano una volta le amichevoli di precampionato. Feste per i tifosi in un clima vacanziero con 35 gradi all'ombra della pineta. Momento atteso con trepidazione perché era l'anteprima del calcio vero.

Il campionato iniziava a fine settembre a volte anche a ottobre, agosto perciò era solo mare, vacanza, bikini sgambati per le ragazze, Port Cross col gancio per i giovanotti e 500 in fuga per le consolari alla ricerca della spiaggia migliore perche il calcio era solo chiacchiere sotto l'ombrellone.

E partite sulla sabbia col Supersantos quando caliente el sol e la gente se ne andava, fra squadre improvvisate, ovvero scapoli contro ammogliati, Belsito sud contro Belsito nord e i bagnini muti in attesa della fine. 

Anni felici, in bianco e nero ma che facevano sognare a colori anche se non c'era nulla di particolare, non  esisteva neanche il telefonino croce e delizia di questi anni frenetici ma solo il telefono a gettone per chiamare casa dal campeggio.

il telefono a gettoni

L'esatto contrario di oggi in cui c'è tutto e pure il calcio con il torneo iniziato subito dopo ferragosto, una disgrazia che costringe i tifosi a togliere i piedi a mollo e correre allo stadio, parcheggiare a chilometri di distanza e sudare poi in tribuna senza la bottiglietta d'acqua stoppata all'ingresso dagli steward.

Nella calda estate del 70 invece, a fine agosto, nello stadio della Stella Polare di Ostia, si assisteva in tranquillità alla partita perchè la Lazio incontrava i dilettanti del Fregene. Portavi l'acqua fresca che sgorgava dalla fontanella sul lungomare  e, volendo, pure qualche fiasco di vino.

Una rimpatriata in biancoceleste per grandi e piccini con la paletta e il secchiello appresso, che suscitava euforia e tanta allegria e no incavolature come succede adesso per i risultati che non arrivano e le cappellate che lorsignori combinano in campo.

il trampolino del Kursaal simbolo di Ostia

I tifosi arrivavano dagli stabilimenti vicini, Plinius, Nuova Pineta, Pinetina, Kursaal, Mediterraneo e Marechiaro, lasciavano le sdraio e i pattini (i lettini e pedalò non esistevano), le bocce, le piastrelle e le biglie di plastica con le immagini dei ciclisti per giocare sulla sabbia al Giro d'Italia e si piazzavano sulle tribune.

C'era una volta Giorgio Chinaglia non ancora grido di battaglia ma già Long John, goleador irresistibile e idolo della gente, c'erano una volta il piede sinistro di Dio Arrigo Dolso, Peppiniello Massa e il capitano senza macchia e senza paura Ferruccio Mazzola.

Come prendevano palla, la gente applaudiva, come driblavano un avversario, i bambini strillavano e i nonni col cappello di carta in testa per ripararsi dal sole implacabile, esultavano felici. 

le biglie coi ciclisti

Tra entusiasmo alle stelle e abbronzature da muratore in canotta, l'incontro finì 13 a 0, segnarono un po' tutti, Chinaglia fu portato in trionfo a Wilson offrirono il cocomero a Dolso lo baciarono tutte. 

I selfie non esistevano ma qualcuno previdente e in anticipo sui tempi c'era sempre, pronto a scattare foto ricordo col beniamino di turno con la Polaroid, immagini che il tempo ha sbiadito inesorabilmente.

C'erano una volta le amichevoli precampionato, la maglia all'inglese della Umbro e le abbronzature da muratore con la canotta, c'era una volta un calcio a misura d'uomo e non di sponsor e una felicità fatta di niente. Ma non se ne rendeva conto nessuno...

Tutto esaurito allo Stella Polare

Per la cronaca e soprattutto per curiosità ecco il tabellino dell'amichevole:

FREGENE: Portoghese (26’ Rossi e 46’ Moriggi), Pagani (46’ Levroni), Zoppi (46’ Federici), Cesarini, Loreti, Ruffon, Manzia (46’ Lollini), Pizzichini, Ciolli, Cerioli (46’ Miotto), Soddu.

LAZIO: Di Vincenzo, Wilson (63’ Nanni), Facco (46’ Legnaro), Governato (66’ Andreuzza), Polentes, Marchesi (70’ Fortunato), Massa, Mazzola, Chinaglia, Manservisi (59’ Morrone), Dolso. All. Lorenzo

Marcatori: 1’ Massa, 7’ Mazzola, 8’ Chinaglia, 18’ Manservisi, 29’ Massa, 30’ Chinaglia, 44’ Mazzola, 49’ Chinaglia, 56’ Dolso, 60’ Mazzola, 61’ Massa, 80’ Dolso, 81’ Massa


sabato 24 agosto 2024

Lazio, due passi indietro. Le Pagelliadi

 di FRANCESCO TRONCARELLI

5 e mezzo a Lisasken dagli occhi blu - La Lazio ha perso a Udine una partita giocata male e cosa ancora più grave, senza reagire sia dopo il primo gol sia dopo la seconda rete dei bianconeri. Un atteggiamento rinunciatario incomprensibile dopo tutte le chiacchiere della settimana e della vigilia. Quel poco di buono visto contro il Venezia, ovvero aggressività, recuperi e pressing, che aveva dato un senso alla vittoria, è mancato clamorosamente. E questo è grave per una squadra priva di qualità e zeppa di volenterosi apprendisti. La domanda perciò sorge spontanea: quale è la Lazio targata Ricky Tognazzi Baroni, quella che ha vinto alla prima giornata o quella che ha toppato nella seconda? Ai posteri l'ardua sentenza. Copertina all'Achille Lauro biancoceleste che ha rialzato la bandiera dopo che u suoi compagni l'avevano ammainata.

5+ a Benigno Zaccagnini - Tanto fumo e un. po d'arrosto. Ma era senza sale. 

5 a Guendo è bello esse laziali - Ma lui spesso lo dimentica.

5 a Miei cari amici Vecino e lontani - Mercoledì torna su Rai 3  "Chi l'ha visto" con servizio dedicato al desaparecido giocatore laziale. Testimonianze del giardiniere di Formello che c'ha parlato per ultimo prima della sparizione.

5 a Crtl Alt Dele - Doveva essere il valore aggiunto per grinta e recupero palla in una squadra che manca di qualità. È stato il disvalore congiunto, non ne ha azzeccata una. Avete presente il ministro Sangiuliano quando parla di cultura? 

5 all'ira di Dia - Come il programma di Simona Ventura e Paola Perego, un flop.

5- a Castellano e Pipolo - Dalle stelle alle stalle. Da uomo partita col Venezia a uomo partito con L'Udinese. Partito pe' funghi.

5- a Dio vede e Provedel - È mancato il miracolo. È rimasto il torneo di burraco coi fotografi. Ha perso pure con loro.

5- a Pighin-Sanguin-Noslin (l'evoluzione della specie) - Come il rilevamento della temperatura a Santa Maria di Leuca: non pervenuto.

5- a Lazzari alzati e cammina - Un passo indietro rispetto alla prima partita. Molto indietro, praticamente è rimasto negli spogliatoi.

5- a Patric del Grande Fratello - Partecipa attivamente al naufragio guardando il nuovo Maradona friulano andare in gol dopo una corsa di decine di metri.

5- - a Somarusic - Come il programma di Gigi Marzullo, inutile.

4 a Viale dei Romagnoli,13 Ostia e Casale degli Ulivi Agriturismo - Boldi e De Sica, Greggio e Iachetti? Ale e Franz, oggi le comiche, risate assicurate ma c'è da piangere. Un immobilismo da mummie dei due difensori ha regalato il gol a Lucca. Se giocavano pure Pisa e Pistoia co loro due là dietro sarebbe stato cappotto. Se so' fermati senza il fischio dell'arbitro, no non è così il fischio c'è stato, più d'uno: fischi per fiaschi. Sipario.



domenica 18 agosto 2024

Lazio, buona la prima

 di FRANCESCO TRONCARELLI

8 a Castellano e Pipolo - La Lazio inizia l'era Baroni con una vittoria ottenuta su un modesto Venezia ma necessaria al di là del valore degli avversari per partire col piede giusto. C'era molta attesa per vedere all'opera i nuovi acquisti voluti dalla società per ridimensionare stipendi e cercare di far scordare i pezzi pregiati che se n'erano andati. E l'attesa è stata ripagata con una prestazione in crescendo, iniziata subito male ma poi ripresa con gli interessi. Copertina d'obbligo al puntero argentino autore del gol del pareggio e procacciatore del calcio di rigore e ha preso pure un palo. Come dire da disertore della Pampa a Diego Armando Castellano è un attimo.

8 a Benigno Zaccagnini - Primo gol con la maglia numero 10 e da Capitano. Viva l'arciere!

7+ a Lazzari alzati e cammina - E non fermarti più, perchè se riesci anche a segnare siamo a cavallo e te famo il monumento come Garibaldi al Giancolo (che sta sul cavallo). Bravo Pupo Biondo.

7 a Crtl Alt Dele - Un lottatore. Un rubapalloni. Un cagnaccio. Uno tosto insomma dopo tanti fighetti. Il gladiatore nero forte del suo nickname per queste Pagelliadi, ha cancellato tutti quelli che gli sono capitati davanti proponendo all'occorrenza anche un bel gioco. Se son rose...

6+ a Guendo è bello esse laziali - Tanto fumo e un po' d'arrosto all'insegna del casino organizzato professato da Fascetti. Ma va bene così perché non fornisce al nemici punti di riferimento. Daje.

6 a Dio vede e Provedel - Incolpevole sul gol si è rifatto poi nel torneo di burraco coi fotografi. Insuperabile. Come in occasione dell'intervento al 93°

6 a Lisasken dagli occhi blu, Miei cari amici Vecino e lontani e C'ha una bella pigna - Buttati nella mischia finale per dare fiato alla truppa. Come Aldo Giovanni e Giacomo quando entrano in scena al termine dello spettacolo. 

6- a Somarusic - Molti speravano che nel repulisti dei Migliori ci fosse anche lui. Ingenui e poco intelligenti. Hanno cacciato i migliori mica i peggiori. E così ce lo dovremmo sorbire pure a sto giro. Sic.

6- a Sanguin-Pighin-Noslin (l'evoluzione della specie) - È partito in quarta è finito in folle. Come Morgan.

6- a Rovella per chi non si accontenta - Il liscio che ha regalato il gol della speranza veneziana sarebbe potuto costare caro. Poi per fortuna si è preso a schiaffi da solo per la frescaccia e si è svegliato. Ronf ronf.

6- - a Viale dei Romagnoli 13 Ostia e Casale degli Ulivi Agriturismo - Lui è peggio di me ma io so peggio di lui. Dio li fa e poi li accoppia. Quando la coppia scoppia. Vai avanti tu che a me me viè da ride. Auguriamoci che trovino i tempi e la forma quando davanti troveranno quelli forti, no ste mezzeseghe lagunari. Sipario.




Addio Alain Delon

 di FRANCESCO TRONCARELLI

C'era una volta il Re della foresta, bello, fiero, pronto a colpire le prede senza risparmiarsi. C’era una volta, ora non più, Alain Delon è morto, aveva 88 anni. 

Lo hanno comunicato i suoi figli:  "Alain Fabien, Anouchka e Anthony, insieme al (suo cane) Loubo - si legge nella nota indirizzata ad Afp - sono profondamente addolorati nell'annunciare la morte del loro padre. Si è spento serenamente nella sua casa di Douchy, circondato dai suoi tre figli e dalla sua famiglia. La famiglia chiede di rispettare la privacy in questo momento di lutto estremamente doloroso".

Il più bello del Cinema francese è uscito di scena in punta di piedi e senza quel clamore che ha sempre accompagnato la sua esistenza. Negli ultimi tempi era prigioniero di sé stesso e dei suoi ricordi. Con i capelli bianchi, i muscoli non più scattanti, il suo ruggito era diventato un lamento. 

Il tempo si era accanito su di lui indebolendo un fisico plastico da dio greco e quella sfrontatezza che ne faceva un supereroe del Cinema. Si era perso strada facendo dopo tante vicissitudini, storie da copertina e malattie. 

Alain viveva solo coi suoi cani nel rimpianto degli amici e amori più cari che avevano dato linfa alla sua vita. Belmondo, Mirelle Darc, Romy Shneider, assenze pesanti che gravavano sulla sua depressione
perenne assillando la sua quotidianità. 

Lui che fu "l'uomo più amato" del mondo, si guardava allo specchio e non si riconosceva perché invecchiato dentro. Attore per Visconti, protagonista di film entrati nella storia come Rocco e i suoi fratelli, Il Gattopardo, L'eclissi, La prima notte di quiete, Borsalino solo per citarne alcuni è stato un gigante dello Spettacolo del Novecento per il suo carisma e la sua recitazione intensa e mai sopra le righe.

Ha avuto tutto dalla vita, successo, onori, amori e gloria, ma non è riuscito a trasformarli in una semplice ma significativa parola, serenità. Addio Alain, magnifico e indimenticabile "faccia d'angelo"...


venerdì 9 agosto 2024

Peppino Gagliardi per sempre

 di FRANCESCO TRONCARELLI

Che vuole questa musica stasera che mi riporta un poco del passato? Sto ascoltando questo capolavoro assoluto del nostro pop conosciuto in tutto il mondo dopo che è stato inserito nella colonna sonora del film UNCLE. 

Lo ascolto perché il suo autore Peppino Gagliardi ci lasciava un anno fa e il ricordo delle sue interpretazioni si fa pressante. La sua voce così appassionata e passionale, quegli acuti vibrati alla Aznavour riempiono il cuore e ti entrano dentro. 

Manca terribilmente un artista come lui, manca per la sua signorilità, la sua saggezza, la sua capacità di rapportarsi con le migliaia di persone che lo seguivano sui social quando, giorno dopo giorno, distillava pillole di umanità e cultura con maestria e musicalità.

Si perchè quando scriveva i suoi pensieri su Facebook era come se suonasse al pianoforte di cui era un virtuoso. Quando interagiva coi suoi "amici" era come quando cantava a Sanremo o Canzonissima, solare e disponibile.

Che vuole questa musica stasera che mi riporta un poco del passato quando le canzoni erano scritte bene e interpretate meglio da artisti così immensi quanto umili per il profondo rispetto che avevano verso chi li ascoltava. 

Gagliardi l'ho incontrato una sola volta, da Carlo Conti, dietro le quinte dei "Migliori anni", era emozionato e teso come se fosse la prima volta in un programma televisivo. Ma non era debolezza la sua, ma responsabilità di un artista di razza che deve trasmettere "qualcosa" al suo pubblico.

Concentrazione insomma per dare tutto in tre minuti. O più appropriatamente professionalità, parola desueta e che non esiste più nel mondo dello Spettacolo dove l'ultimo arrivato si sente Frank Sinatra perchè glielo fanno credere gli addetti ai lavori non più critici musicali ma press agent di nullità.

Caro Peppino te ne sei andato un anno fa in punta di piedi lasciandoci più soli senza la tua cultura e la tua passione per la musica che ci rendevano migliori, restano però le tue canzoni che sono veramente oltre il tempo, immortali.

Che vuole questa musica stasera che mi riporta un poco del passato? La luna ci teneva compagnia io ti sentivo mia soltanto mia. 

Vorrei tenerti qui vicino a me adesso che fra noi non c'è più nulla, vorrei sentire ancor le tue parole, quelle parole che non sento più...

Ciao Peppino in questo pezzo che hai scritto c'è tutta la malinconia della tua assenza e la bellezza di una melodia che ci accompagnerà per sempre.