9 a Lupo Alberto - Una grande Lazio ha asfaltato la Juve dei fenomeni. La dimostrazione che il cuore e la passione possono vincere sui poteri forti del calcio. E' stata una partita dalle emozioni vere, vinta in rimonta e a petto in fuori che ha evidenziato il momento magico della formazione allenata da Inzaghino, il mister più laziale di sempre. Tre gol uno più bello dell'altro, tre azioni travolgenti, tre assi calati con maestria che hanno messo a tacere Dybala e compagnia bella. E c'erano pure due rigori (Leiva, Immobile) che avrebbero ancora di più aumentato il "bottino". Artefice della settima vittoria consecutiva con i suoi giochi di prestigio e i suoi assit al bacio, el Mago, tinto vero alla Al Bano, che si è superato. Immenso. Che trionfo! Vola Lazio vola, siamo con te.
8 e mezzo al Sergente - La rete che ha segnato la dovrebbero fare vedere nelle scuole calcio. Stop al volo di destro e botta vincente di sinistro. Un uno-due con entrambi i piedi in corsa che solo chi dà del tu al pallone è capace di fare. Vedrete che il Trigorriere ci farà un DVD tipo quello "Assuncao ma come fao" entrato nella storia del ridicolo. No, impossibile, perchè questo invece è entrato nella storia del calcio e non è cosa per loro. E diciamolo pure, co' sta botta de vita l'Esorciccio da vitto e alloggio a Formello con una ricarica a settimana, è risalito di colpo a 80 milioni de cucuzze per il miglior offerente.
8 e mezzo a chiedimi se sono Felipe - Si te lo chiediamo amico, ma lo chiediamo pure a noi stessi: e siamo felipissimi! Il tuo gol ha dato fiato alle trombe per dirla alla Mike Bongiorno indicando ai 60 mila dell'Olimpico quale fosse la strada per vincere. Della serie il brutto anatroccolo si è fatto cigno: e lucean le stelle.
8 a Sylva Strakoshina - Fatece caso: l'esito della partita si è deciso nel primo tempo quando il portiere biancoceleste che esce poco dalla guardiala ma blocca tutto (Testimoni di Geova, addetti vendita Folletto, contrattisti Enel) ha sfoderato tre interventi da paura su Dybala al 9° e 11° e su Ronaldo al 43°. Poi quello che è successo dopo lì dietro non ci interessa. Contano quelle tre parate con cui il citofono dal volto umano ha detto no. Come Belen alle richieste di Biagio Izzo. E te credo...
8 ar Pantera - Che ce frega de Ronaldo noi c'avemo er Panteron...E ho detto tutto.
7+ a Lazzari alzati e cammina - E faje vedè a sti miliardari che pure se se magna pane e cicoria a pallone se po' giocà lo stesso. Per non dire di Cuadrado: l'ha fatto diventare tondo come un pallone. Gonfiato. Bravo Forrest Gump, hai corso dal primo all'ultimo minuto. Continua così che annamo forte.
7 a Innamoradu e veni, vidi, Lulic al 71° - E' importante che nella serata del trionfo ci siano stati loro, protagonisti di mille battaglie e vincitori di trofei. La vecchia signora era la nostra bestia (bianco)nera perchè dai tempi di Fiore e Corradi non si azzannava. Beh, adesso i nostri eroi possono aggiungere anche qusto tassello al loro palmares. Della serie, tutto fa Broadway.
7 a Correa l'anno 1900 - Implacabile, come Fiorello su Rai Play. Un altro rigore rimediato. E scusate se è poco.
7 a Lucas 2.0 = (Biglia chi?) - E chi lo Leiva più davanti alla difesa. E' come Mastro Titta, 'na botta e via. Sotto a chi tocca.
ride bene chi ride ultimo |
6 e mezzo al Cirod'Italia - Non c'è bisogno di scomodare De Gregori, perchè anche se non avesse cantato che "non è dai calci di rigore che si giudica un giocatore", noi l'avrenno difeso e amato a prescindere. E come disse Jenny Savastano nella mitica scena di Gomorra, c' pienz tu Cirù? La prossima volta. Perchè c'è sempre ua prossima volta. Guardate Renzi era in come e s'è ringalluzzito.
6 e mezzo ad Antonio Elia Acerbis - Questa volta qualcosa non ha funzionato. Come Salvini con la battuta sulla Nutella. E' in testa in tutti i sondaggi come il più presente e attivo sul campo, come Salvini appunto, eppure ha ballato un po' troppo lì dietro. Dal Manuale di Lorella Cuccarini "Ballate con me", pag. 15: "Se avete qualche incertezza nell'hully gully, lasciate stare, non tutti siamo Watussi, puntate su un più familiare twist. Due colpi d'anca, un gioco di gambe e via, torna la felicità". Parole sante.
Appunti di gioco
di Roberto Taglieri
Sabato, 7 dicembre 2019
L’Aquila
vola alta. All’Olimpico nell’anticipo della 15 sima giornata i
biancazzurri hanno la meglio contro la portaerei juventina: sotto di un
gol siglato da Ronaldo, arriva alla fine del primo tempo il pari di Luis
Felipe; nella ripresa poi prima Milinkovic ed a tempo scaduto Caicedo
ribaltano il risultato per lo spettacolare 3-1 finale. Dopo la rotonda
vittoria contro l’Udinese Inzaghi, che continua a non avere disponibili
Patric e Marusic, affronta la Juve praticamente con la formazione
titolare. L’unico dubbio in difesa tra Bastos e Luis Felipe è sciolto
con l’impiego di quest’ultimo. La Juve arriva a Roma col dente
avvelenato dopo aver perso il primato in campionato contro il Sassuolo.
Maurizio Sarri, anche lui senza Khedira, Douglas Costa e ovviamente
Chiellini, si affida a Bentancur e Bernardeschi dal primo minuto;
davanti poi con Ronaldo c’è Dybala.
Grande cornice di pubblico al fischio iniziale, con la prima vera occasione che è sui piedi di Immobile, rimpallata al 6’ da De Light in corner; la risposta di Dybala a girare trova pronto Strakosha, che è bravo poco dopo anche a respingere l’insidioso calcio d’angolo a rientrare. Su cross di Ronaldo invece Bernardeschi al 15’ colpisce male di testa ed il pallone si perde sul fondo. La Lazio non riesce a tenere il centrocampo; è la Juve a comandare il gioco tenendo bassi i biancazzurri. Al 24’ con la difesa laziale mal schierata è un gioco da ragazzi per Ronaldo appoggiare in rete il vantaggio dei bianconeri su assist sotto porta di Bentancur. I biancazzurri cercano comunque di ripartire: Immobile al 35’ di piatto sinistro non azzecca lo specchio; poi fa altrettanto di testa al 40’. Intanto Strakosha è fantastico prima in uscita su Dybala lanciato a rete e poi sul colpo di testa di Ronaldo in tuffo. Dal possibile 0-2 la Lazio si rialza: al 45’Leiva è atterrato in area ma Fabbri incredibilmente concede solo un angolo: sullo sviluppo però Luis Alberto crossa in mezzo per la testa di Luis Felipe che incorna alla grande e rimette le squadre in parità a tempo scaduto.
Un’ottima Lazio nella ripresa prova subito a sorprendere Szczesny con Luis Alberto; i biancazzurri ora tengono meglio il campo, chiudendo con autorità i varchi alla Juventus. Ottimo soprattutto Lazzari, che si sacrifica a tutto campo per aiutare difesa ed attacco. Al 65’ un gravissimo errore di Strakosha innesca Dybala, che tira subito ma il portiere laziale si rifà dello sbaglio parandogli il tiro da distanza ravvicinata. Al 68’ Cuadrado attera Lazzari, ultimo uomo e Fabbri dopo aver visionato il var lo espelle. Ora Sarri richiama Bernardeschi e manda dentro Danilo; in inferiorità numerica la Juve subisce il vantaggio della Lazio. Al 75’ Luis Alberto mette un pallone d’oro a Milinkovic, che controlla di destro, tira di sinistro e per i biancazzurri arriva la rete del 2-1. Al 78’ poi c’è un’altra occasione d’oro per la Lazio: Szczesny atterra Correa lanciato a rete e Fabbri concede il rigore. Batte Immobile che si fa parare il tiro dal dischetto e per il popolo biancoceleste c’è ancora da soffrire. Bonucci blocca Immobile all’82 in area ma l’arbitro non se la sente di concedere un altro penalty; il finale poi è di quelli da brividi; la Juve allunga la squadra per cercare un pari disperato, la Lazio tiene bene e prova a ripartire.
A tempo scaduto, proprio in occasione di un contropiede Lazzari si ritrova davanti al portiere, calcia ma Szczesny respinge, riprende il nuovo entrato Caicedo che cala il tris e chiude definitivamente il sipario sulla gara. Una grande e meritata vittoria, di quelle che resterà nella storia biancoceleste. Un’affermazione pesantissima quella della Lazio, che riesce a sconfiggere la Juve unica squadra sinora imbattuta in Europa, portandosi a quota 33 a soli 5 punti dalla capolista Inter. Sette vittorie di fila per i biancazzurri, tuttora terzi in Classifica, che dopo la gara con il Rennes se la vedranno lunedi contro il Cagliari. Un altro esame di maturità per gli uomini di Inzaghi, che getta acqua sul fuoco e giustamente predica calma e serenità. Stasera però nessuno negherà ai tifosi biancazzurri di godersi questa meravigliosa vittoria.
Grande cornice di pubblico al fischio iniziale, con la prima vera occasione che è sui piedi di Immobile, rimpallata al 6’ da De Light in corner; la risposta di Dybala a girare trova pronto Strakosha, che è bravo poco dopo anche a respingere l’insidioso calcio d’angolo a rientrare. Su cross di Ronaldo invece Bernardeschi al 15’ colpisce male di testa ed il pallone si perde sul fondo. La Lazio non riesce a tenere il centrocampo; è la Juve a comandare il gioco tenendo bassi i biancazzurri. Al 24’ con la difesa laziale mal schierata è un gioco da ragazzi per Ronaldo appoggiare in rete il vantaggio dei bianconeri su assist sotto porta di Bentancur. I biancazzurri cercano comunque di ripartire: Immobile al 35’ di piatto sinistro non azzecca lo specchio; poi fa altrettanto di testa al 40’. Intanto Strakosha è fantastico prima in uscita su Dybala lanciato a rete e poi sul colpo di testa di Ronaldo in tuffo. Dal possibile 0-2 la Lazio si rialza: al 45’Leiva è atterrato in area ma Fabbri incredibilmente concede solo un angolo: sullo sviluppo però Luis Alberto crossa in mezzo per la testa di Luis Felipe che incorna alla grande e rimette le squadre in parità a tempo scaduto.
Un’ottima Lazio nella ripresa prova subito a sorprendere Szczesny con Luis Alberto; i biancazzurri ora tengono meglio il campo, chiudendo con autorità i varchi alla Juventus. Ottimo soprattutto Lazzari, che si sacrifica a tutto campo per aiutare difesa ed attacco. Al 65’ un gravissimo errore di Strakosha innesca Dybala, che tira subito ma il portiere laziale si rifà dello sbaglio parandogli il tiro da distanza ravvicinata. Al 68’ Cuadrado attera Lazzari, ultimo uomo e Fabbri dopo aver visionato il var lo espelle. Ora Sarri richiama Bernardeschi e manda dentro Danilo; in inferiorità numerica la Juve subisce il vantaggio della Lazio. Al 75’ Luis Alberto mette un pallone d’oro a Milinkovic, che controlla di destro, tira di sinistro e per i biancazzurri arriva la rete del 2-1. Al 78’ poi c’è un’altra occasione d’oro per la Lazio: Szczesny atterra Correa lanciato a rete e Fabbri concede il rigore. Batte Immobile che si fa parare il tiro dal dischetto e per il popolo biancoceleste c’è ancora da soffrire. Bonucci blocca Immobile all’82 in area ma l’arbitro non se la sente di concedere un altro penalty; il finale poi è di quelli da brividi; la Juve allunga la squadra per cercare un pari disperato, la Lazio tiene bene e prova a ripartire.
A tempo scaduto, proprio in occasione di un contropiede Lazzari si ritrova davanti al portiere, calcia ma Szczesny respinge, riprende il nuovo entrato Caicedo che cala il tris e chiude definitivamente il sipario sulla gara. Una grande e meritata vittoria, di quelle che resterà nella storia biancoceleste. Un’affermazione pesantissima quella della Lazio, che riesce a sconfiggere la Juve unica squadra sinora imbattuta in Europa, portandosi a quota 33 a soli 5 punti dalla capolista Inter. Sette vittorie di fila per i biancazzurri, tuttora terzi in Classifica, che dopo la gara con il Rennes se la vedranno lunedi contro il Cagliari. Un altro esame di maturità per gli uomini di Inzaghi, che getta acqua sul fuoco e giustamente predica calma e serenità. Stasera però nessuno negherà ai tifosi biancazzurri di godersi questa meravigliosa vittoria.
LAZIO JUVENTUS 3–1 25’ Ronaldo 45’ Luis Felipe 75’ Milinkovic 94’ Caicedo
LAZIO:
Strakosha, Luis Felipe, Acerbi, Radu, Lazzari, Leiva, Milinkovic (89’
Caicedo), Luis Alberto (75’ Parolo) , Lulic, Correa, Immobile (85’
Cataldi). All: Inzaghi
JUVENTUS:
Szczesny, Cuadrado, Bonucci, De Light, Alex Sandro, Bentancur (40’
Can), Matuidi, Pjanic, Bernardeschi (70’ Danilo), Ronaldo, Dybala (79’
Higuain). All: Sarri
Arbitro Fabbri
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