venerdì 1 maggio 2020

"Amico" da Don Backy a Billie Joe Armstrong

di FRANCESCO TRONCARELLI


Certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano, diceva Venditti. Ma mica solo certi amori, pure certe canzoni. Giri che neanche t'immagini. Dopo quell'"In ginocchio da te" di Morandi capitato nella colonna sonora di "Parasite", il film coreano in lizza per gli Oscar 2020, adesso è la volta di un brano di Don Backy cantato da Billie Joe Armstrong, il frontman dei Green Day.

Incredibile ma vero. L'artista aveva annunciato un regalo per i fan italiani, pubblicando sui social la foto dell’esibizione del trio californiano al Lucca Summer Fest 2017, dove si poteva vedere chiaramente Armstrong con una bandiera tricolore.

“Un’edizione speciale del No Fun Monday sta per arrivare!”, aveva poi aggiunto Billie Joe mercoledì, che da qualche settimana pubblica ogni lunedì una cover di qualche pezzo storico per rendere meno pesante questo periodo di quarantena.


E così ieri ha pubblicato un altro post, dove annuncia il “regalo” e si scusa in anticipo per la pronuncia. “Questa canzone è originariamente di Don Backy. Si chiama “Amico” con un ‘twist power pop’. Godetevela. Ps: vi prego, perdonate il mio italiano”, scrive il leader della band statunitense.

In realtà Billie Joe fa un figurone anche in italiano, per la gioia dei fan che si sono riversati su Instagram e Twitter per ringraziare il cantante. Del resto nelle vene di Armstrong scorre sangue italiano. Non a caso recentemente Billie Joe ha ricevuto la cittadinanza onoraria di Viggiano (Potenza), paese dal quale emigrarono i suoi antenati (i Marsicano) verso Berkeley, in California, nel 1869.

Torna così improvvisamente d'attualità "Amico", la canzone del cantante toscano incisa quando era al Clan, il suo terzo disco per l'etichetta del Ragazzo della via Gluck. Il pezzo venne pubblicato nel maggio del 1963 ed era in uno dei famosi "Disco Tris" perchè conteneva tre canzoni invece delle consuete due.


Come usava in quegli anni, il brano era una cover di una canzone firmato da Burt Bacarach "Keep away from other girls", cantato da Helen Shapiro, e in italiano il ritornello scritto a quattro mani da Mogol e il Don del Clan faceva: "Canta ancora insieme a me, ridi ancora insieme a me, in fondo sai, che questi guai, un giorno certo tu li scorderai”.

All'interno della copertina a libretto, erano pubblicati i titoli dei brani incisi sul lato b) del disco, con le foto di Totò e Macario e dello stesso Don Backy che divisero la partecipazione al famosissimo film Il Monaco di Monza  di Sergio Corbucci e dal quale sono tratti i titoli che facevano parte della colonna sonora della pellicola ovvero "La carità" e "Dimmi cosa c'è".

"Amico" invece era il brano per l'estate che il Clan lanciava insieme al "Tangaccio" di Celentano. Già, il Molleggiato e il suo luogotenenete, Adriano e Aldo Caponi, in arte Don Backy, gli inseparabili dei bei tempi, quando erano pappa e ciccia, il braccio e la mente o la mente e il braccio a seconda delle situazioni.



Don Backy era arrivato per ultimo nel Clan, ma era entrato subito in sintonia con Celentano e poi aveva una marcia in più rispetto agli altri. E ben presto se ne resero conto tutti. La stessa stampa specializzata lo ribadiva.

Nel numero del 2 maggio del 1963 di Sorrisi e Canzoni che dedicava ai due la copertina, il servizio fotografico realizzato alla Pista d'oro dei go kart sulla Tiburtina era corredato da queste didascalie:

"Adriano Celentano e il suo luogotenente, da poco arruolato nel Clan, Don Backy, hanno scritto il soggetto di un film le cui riprese dovrebbero avvenire a settembre e il cui titolo sarà probabilmente, Super rapina a Milano".

Ancora: "Sul fronte musicale i due sono attesi dalla televisione tedesca ospiti di un importante show dove presenteranno rispettivamente, Il tangaccio e Amico, per ripartire subito dopo per la Francia dove parteciperanno allo show televisivo Musicorama".


Celentano il boss e subito dopo Don Backy quindi. Poi a seguire tutti gli altri. I Ribelli, Gino Santercole, Ricky Gianco, Pilade e Detto Mariano. Il Clan era nato come imitazione del Rat Pack guidato da Frank Sinatra coi suoi fidi Dean Martin, Sammy Davis e Peter Lawford, con cui si esibiva nei casino di Las Vegas e girava film.

Un'imitazione casareccia, ma che aveva nell'amicizia il patto che cementava il gruppo, sempre però sotto la guida del boss Celentano. E Don Backy, artista di razza e persona sensibile, credeva veramente in quel rapporto, non solo scrivendo per il capo brani come "Pregherò" (un successo clamoroso) e "Sabato triste" ed altri, ma anche seguendolo ciecamente e consigliandolo per le scelte.

Come un amico insomma. E infatti proprio su quel disco che che parlava di amicizia, Don Backy scrisse una dedica a Celentano. Sul retro della copertina infatti è stampato: "Dedico questa canzone al mio amico Adriano". Firmato Don Backy.



Un messaggio di stima e di affetto verso un compagno di vita e di avventure musicali che la dice tutta su quale fosse il rapporto fra i due e soprattutto sull'attaccamento di Don Backy verso il capo. Una cosa che non aveva fatto mai nessuno fra quelli del Clan, ma anche al di fuori, in quegli anni quando l'Italia adava a 45 giri.

Poi sapete tutti come è andata a finire. Diritti non pagati, canzoni sfilate a Sanremo e affidate ad altri, rottura su tutti i fronti e cause a non finire in tribunale. Una bella amicizia probabilmete a senso unico e miseramente infranta per un pugno di dollari (si fa per dire, una cinquantina di milioni di vecchie lire quando una casa costava 6 milioni).

Dal maggio 1963 al maggio 2020 l'"Amico" frizzante e orecchiabile è sempre quello, ma è sicuro che quando Billie Joe canta "ridi ancora insieme a me, in fondo sai, che questi guai, un giorno certo tu li scorderai” non può sapere che quei guai che hanno messo la parola fine a un bel rapporto, non se li scorderà più nessuno dei due.


1 commento:

  1. Bellissimo servizio. Grazie tante Francesco Troncarelli !!!!
    Così anche i più distratti si possono informare ...

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