6 e mezzo al Sergente - Quella che ha perso a Bergamo non era la Lazio che abbiamo applaudito a scena a perta sino a 116 giorni fa. Quella non avrebbe perso dopo essere andata in vantaggio di 2 gol. Questa è un'altra Lazio, ancora da rodare, rimaneggiata già in partenza e con subentri in corsa da dimenticare. Infatti invece di tenere palla e ripartire, ha ceduto metri e soprattutto forma favorendo il ritorno degli avvesari, che saranno pure maniscalchi veri ma anche palleggiatori de fino. Milinkovic è così il testimonial di questa partita che ci aveva illusi. Bravo, bravissimo (che gol!) per trenta minuti, è andato via via calando come del resto tutta la squadra, titolari e (si fa per dire) riserve. Bisogna ritrovare le energie perdute e fare quadrato, bisogna stringersi sempre di più intorno a questi ragazzi. Perchè questi abbiamo. Avanti Lazio, avanti laziali.
6+ a Lazzari alzati e cammina - E ha camminato, tanto, praticamente ha precorso le tappe, nè più nè meno di Casalino che dal programma più insulso e da guardani di Canale 5 è arrivato a palazzo Chigi. Poi ha tirato i remi in barca. Sperem, come avebbe detto il paron Rocco quindi, che anche per il suo ispiratore accada lo stesso.
6+ ad Antonio Elio Acerbis (Lazio del meno 9) - Il Ministro della Difesa è lui, non certo quello messo da Conte di cui nessun sa il nome. Ha retto da solo il reparto ed è stato il più continuo, ma se poi il risultato generale è stato un harakiri alla grande che neanche i giapponesi più tosti avrebbero messo in atto, anche la sua prestazone ne risente. Come Amadeus senza pubblico ai Soliti ignoti.
6 a Correa l'anno 1900 - E' il Rocco Siffredi biancoceleste. E' durato venti minuti.
6 a Massimo Di Cataldi - Bravo ma sfortunato. Come Fiorello, che pur standosene buono da un paio di mesi, ieri ha mandato a fuoco casa sua. Così il laziale dalla nascita che nonostante un andamento lento (la sua caratteristica di impostazione) che comunque aveva garantito un certo tran tran a nostro favore, sì è infortunato da solo lasciandoci co 'na scarpa e 'na ciavatta, quelle di Parolo.
6 a Patric del Gande fratello - Lo abiamo ritrovato come lo avevamo lasciato a febbraio. Senza zazzera e col capello scuro e sicuramente più calciatore e meno caciarone. Alla fine dovremmo attaccarci anche a uno come lui, che una volta nun je avresti dato 'na lira, per sperare di ritornare grandi. Nun ce se crede.
6 a Innamoradu - La vecchia guardia non si arrende. E' la Lazio in toto che si è arresa all'evidenza. Nun jela facevano più. Nè più nè meno di Nino Frassica al nuovo programma di Carlo Conti.
5 al Ciro d'Italia - Ei fu siccome Immobile. Manzoni aveva previsto tutto per il dopo lockdown.
5- a Meco Joni - Come un programma di Gigi Marzullo. Un'ora abbondante di niente.
5 - a Lupo Alberto - Solo la corsa col freno a mano tirato poteva trarre in inganno che fosse lui. In realtà era un altro. Alberto Lupo, riesumato alla bisogna per tentare il colpo a sorpresa. Mancava Mina e il duetto in mezzo al campo sarebbe stato perfetto. Sono arrivate solo le "Parole parole parole" dei tifosi innervositi dai suoi tentennamenti.
5 - - a Sylva Strakoshina - Qualche indecisione, qualche papera, qualche pezza messa bene. Praticamente è rimasto in isolamento a Formello quando si allenava coi giardinieri. Sveglia!
4 e mezzo a Ander Son mi, Lukakau Meravigliau e al Panter One - In tre non ne hanno fatto uno buono. Come Aldo, Giovanni e Giacomo spariti dalle scene. Sipario.
Appunti di gioco
di Roberto Taglieri
Mercoledi, 24 giugno 2020
Al
“Gewiss Stadium” la Lazio esce sconfitta per mano dell’Atalanta. I
biancazzurri giocano alla grande solo la prima mezz’ora e vanno avanti
addirittura di due reti, poi cedono completamente e sono superati nella
ripresa: 3-2 il risultato finale. Esattamente 116 giorni dopo l’ultima
partita disputata all’Olimpico contro il Bologna, i biancazzurri
post-virus ripartono in campionato contro l’Atalanta. I nerazzurri, già
vittoriosi nella partita che è stata quasi un allenamento col Sassuolo,
arrivano a questo scontro con Pasalic in campo ed Ilicic che va in
panca; Toloi in difesa prende il posto di Caldara ma per il resto la
squadra è la stessa di domenica. Inzaghi invece fa i conti con molte
assenze. A parte il lungodegente Lulic, anche Luis Felipe, Leiva e
Marusic non possono essere della partita. A sostituirli Patric a destra,
Jony a sinistra e Cataldi in mezzo al campo. Davanti Luis Alberto è la
spalla di Immobile e Correa. Proprio Immobile già all’inizio ha una
buona opportunità ma il suo tiro finisce fuori. Al 4’, dopo un grave
errore di Strakosha che poteva innescare Zapata, arriva la prima rete
della Lazio. La discesa di Lazzari è travolgente, il cross al centro è
intercettato da De Roon, che da due passi la butta nella sua rete nel
tentativo di respingere. Passano pochi minuti e arriva addirittura il
raddoppio biancazzurro: dopo un rimpallo il pallone arriva sui piedi di
Milinkovic, che non ci pensa due volte e di destro dai 20 metri riesce a
sorprendere Gollini con una bellissima traiettoria a girare. La gara è
molto combattuta, pur se i ritmi non sembrano altissimi. Al 26’ Immobile
sfiora il tris e un istante dopo anche Zapata si mangia il gol dopo una
respinta corta di Strakosha. Passano pochi istanti e Immobile dopo una
contropiede fulmineo colpisce il palo esterno a botta sicura. Il tiro di
Malinovski alla mezz’ora è parato da Strakosha, poi quello di Correa da
Gollini. La pressione bergamasca aumenta ed alla fine Gosens di testa
accorcia con un tiro nemmeno irresistibile ma preciso, che scavalca il
portiere laziale. Nella ripresa subito Freuler prova la conclusione a
botta sicura ma trova solo un angolo, poi anche Djimsiti
ci prova ed ora la Lazio soffre. Esce Correa per Caicedo, poi si fa
male Cataldi ad un ginocchio e Parolo lo sostituisce al 59’. I
biancazzurri non riescono più a ripartire e subiscono il gol da
Malinovski, che da fuori area azzecca la grande giocata imparabile per
Strakosha. La Lazio cala vistosamente di forma; Acerbi riesce a salvare
sul nuovo entrato Muriel prima del gol della vittoria di Palomino, che
all’80’ approfitta di un grave sbaglio di Strakosha per inzuccare di
testa quasi indisturbato, mentre Caicedo lo osserva senza intervenire.
Nel finale Strakosha salva su Gomez, la Lazio tenta il tutto per tutto
ma visibilmente in affanno non costruisce un granchè e dopo 5’ di
recupero il fischio di Orsato sancisce la sua terza sconfitta in
campionato. Dopo quel rocambolesco pareggio del 19 ottobre, che aprì la
serie di vittorie della squadra capitolina., i biancazzurri arrestano la
loro corsa proprio contro l’Atalanta. Mettendo da parte la sfortuna,
tipicamente laziale, che ha voluto stupirci addirittura con una
pandemia, probabilmente senza Covid i biancazzurri avrebbero forse avuto
i favori del pronostico, con le altre che intanto sprecavano energie
nelle coppe. Ormai il possibile gap si è azzerato e questo è diventato
un altro campionato. La Lazio si lascia sfuggire il contatto con la
testa: ora sono 4 i punti di distanza dalla Juve capolista, che invece
continua a non perdere battute. Nulla è perso ma c’è da giurare che
saranno 11 battaglie quelle che attendono gli uomini di Inzaghi da qui
alla fine, caldo estivo incluso.
ATALANTA LAZIO 3-2 5’ De Roon 11’ Milinkovic 38’ Gosens 66’ Malinovski 80’ Paolomino
LAZIO:
Strakosha, Patric, Acerbi, Radu (75’ Bastos), Lazzari, Cataldi (59’
Parolo), Milinkovic, Luis Alberto (77’ A. Anderson), Jony (77’ Lukaku),
Correa (55’ Caicedo), Immobile. All: Inzaghi
ATALANTA: Gollini,
Toloi, Palomino, Djimsiti, Hateboer, De Roon, Freuler, Gosens (69’
Castagne) , Malinovski (77’ Ilicic), Gomez, Zapata (69’ Muriel). All.
GasperiniArbitro Orsato
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