mercoledì 17 giugno 2020

Ossessione 70, la canzone del Mundial

di FRANCESCO TRONCARELLI



Tempo di rievocazioni, di ricordi e nostalgie per un calcio che faceva sognare in bianco e nero, la ricorrenza dei 50 anni di quella che enfaticamente ma non a torto è stata definita "La partita del secolo", con tanto di targa nello stadio Atzeca dove fu giocata a futura memoria, ha scatenato i più contrastanti sentimenti fra chi c'era e l'ha vissuta "minuto per minuto" con la telecronaca del mitico Nando Martellini e chi l'ha sentita raccontare da genitori e nonni e se l'è andata a cercare poi su youtube.

Tutti ne parlano e ne parleranno oggi, esattamente mezzo secolo dopo quella epica sfida, i giornali ne hanno dato ampio risalto, le televisioni in ogni telegiornale hanno un servizio pronto, anche le radio private in attesa del ritorno al campionato ne stanno facendo cenno e non può essere diversamente, perchè se partita entrata nella storia del Calcio è stata quell'Italia-Germania, così deve essere.

E in questo "bombardamento" di immagini e ricordi ci inseriamo anche noi con la musica, convinti che nessuno fra i vari opinionisti e storici del pallone ne farà cenno. Ci riferiamo alla canzone che Fausto Cigliano, protagonista della scena musicale dei favolosi 60 prima e chitarrista di fama internazionale dopo, dedicò a quell'Italia che entusiasmò una Nazione intera, facendola scendere in piazza a festeggiare con il Tricolore, la bandiera che in quegli anni poi diventati e definiti di "Piombo" nessuno aveva in casa o tanto meno la sventolava allo stadio.

"Ossessione 70" s'intitola quel brano magico, un pezzo molto curioso (per il testo) e molto accattivante per la musica, una bossa nova incalzante e avvolgente che ti entra dentro con un pizzico di nostalgia e un pizzico di esotismo. 

Cigliano scelse non casualmente la bossa nova, visto che fu proprio il Brasile ad infrangere il sogno italiano di conquistare definitivamente la Coppa Rimet riuscendo con questo ritmo a rendere musicalmente un clima di affetto e composta tristezza verso quella squadra a cui  mancò solamente il gran finale ma che ci aveva comunque già regalato tantissime soddisfazioni tra le quali senza dubbio svetta meravigliosa la vittoria sulla Germania Ovest.

Fausto Cigliano oggi
Il 1970 fu un anno di passaggio sia per la canzone italiana, in cui convivevano i successi di Morandi, Nicola Di Bari e Guccini, sia per quella internazionale tra rock e disco. Ma fu il simpatico e bravo Fausto Cigliano con "Ossessione 70" a trasformare quella nazionale in un tormentone nostalgico.

“Domenghini e Mazzola, Boninsegna e Rivera/in panchina, in panchina, con Zoff” diceva il ritornello.  Sì perchè quel brano che non a caso abbiamo definito curioso, aveva come testo i nomi degli azzurri di Valcareggi, protagonisti della spedizione messicana. Un fatto mai successo sino ad ora e che infatti colpì immediatamente il pubblico.

A pochi giorni dalla conclusione del Camponato del mondo, il napoletano Cigliano lanciava quindi questa sorta di inno intitolato non a caso Ossessione ’70, perchè quella, un'ossessione, nei confronti del calcio, si è rivelata nella quotidianeità

Tra i successi della stagione, si infilava così anche questa cantilena un po’ scherzosa e un po’ malinconica che inconsapevolmente preannunciava la poderosa accelerazione del pallone nell’immaginario collettivo del Paese e che nel giro di qualche anno avrebbe sostituito le vite dei calciatori a quelle delle teste coronate, degli attori e dei divi tv nei sogni da settimanale nazionalpopolare.

Un'intrusione nella "messa cantata" ogni venerdì da Lelio Luttazzi alla radio, che annunciava i successi della settimana. L’Italia, in quel momento era ai piedi di Lucio Battisti, lui era l'artista di riferimento per quella generazione. All’inizio dell’anno la canzone più acquistata era "Mi ritorni in mente", mentre nei giorni del mondiale dominava la classifica l’amore disperato di "Fiori rosa, fiori di pesco" che non a caso avrebbe trionfato al Festivalbar.

Italia-Germania Ovest, Facchetti e Seeler
C'erano poi gli altri, Morandi per esempio che dopo la vittoria di Canzonissima aveva dominato il primo semestre dell'anno con "Ma chi se ne importa", poi Nicola di Bari vincitore morale di Sanremo con " La prima cosa bella" che vendette di più del vincitore Celentano che con il suo "Chi non lavora non fa l’amore" sembrò schierarsi controcorrente rispetto alle lotte sindacali di quel periodo.

Dall'estero arrivavano "Venus" degli olandesi Shocking Blue, " Let It Be" dei Beatles, "It's five O' Clock" dei greci Aphrodite’s Child di Demis Roussos e Vangelis a rinfrescare le atmosfere sognanti della gioventù in contestazione mentre quella che si accontentava di ritmi e miti meno all'avanguardia, puntava su "Lady Barbara" di Renato dei Profeti, "La lontananza" di Modugno e di nuovo Battisti con "Anna.

"Ossessione 70" così innovativa e spiazzante, s'inserì in quella stagione irripetibile dei 45 giri portando il suo contributo di classe (musicale) e poesia sui generis (testo) finendo però per ballare una sola estate come il protagonsita di quel celebre film di Arne Mattsson, per essere presto dimeticata in qualche cassetto.

Ci penserà Mina che già l'aveva riproposta nell'album "Altro" del 72 con un bel arrangiamento di Natale Massara, a rilanciarla in una versione rimasterizzata nel 2001, facendole rivivere una seconda giovinezza come reperto storico tutto da riascoltare magari con stupore e nostalgia per un calcio sparito e fatto di grandi uomini oltre che grandi calciatori.

Riascoltiamo allora anche noi l'originale "Ossessione 70", nella consapevolezza che saranno in pochi (pochi? forse nessuno...) che in occasione del tributo a "Boninsegna, Burgnich, Riva e Rivera" e agli altri eroi di quella avventura, si ricorderanno di mandarla per la gioia di Zoff che era "in panchina".

3 commenti:

  1. Che tempi !!! i migliori della nostra vita ...quella partita la ricordo davvero con una grande emozione , la vidi in casa mia con televisore acquistato da pochi mesi da mio fratello maggiore ,perchè in famiglia non potevamo permetterci un televisore .... la partrita mi sembra che iniziava alle 22 ora Italiana ....e fu davvero una partita nei supplementari emozionante , i 90 minuti erano stati un po noiosi ,vincevamo uno a zero e controllavamo la partita ..poi al 92 segna il tedesco Snellingher che giocava nel Milan (di cui io a quei tempi ero simpatizzante) e da li iniziarono le emozioni ...alla fine uscimmo tutti in strada per festeggiare ,credo che fu la prima volta che succedeva un evento del genere ...non ricordo cortei precedenti a quella partita ....sembra ieri invece sono passati 50 anni ...incredibile

    RispondiElimina
  2. Ciao, bella la descrizione, non sapevo della canzone. Grazie. Ciao e Buona serata. Sempre interessanti i tuoi racconti.

    RispondiElimina
  3. Io c'ero...bellissimo ricordo.
    Un altro pezzo della nostra vita che se ne va!

    RispondiElimina