lunedì 27 luglio 2020

Lazio manita al Verona. Le Pagelliadi

di FRANCESCO TRONCARELLI



9 al Ciro d'Italia -Una Lazio di nuovo autoritaria e manovriera ha steso con merito il Verona confermando di voler chiudere in bellezza (75 punti, è record) questo strano campionato dai due volti, prima e dopo il Coronavirus. Cinque gol, una bella manita, la dicono tutta sulle differenze qualitative fra le due squadre e al tempo stesso esaltano chi ha segnato. Su tutti Ciro il grande che con la tripletta firmata al Bentegodi, ha non solo raggiunto Lewandowski a quota 34 nella speciale classifica della Scarpa d'oro, ma soprattutto è il calciatore italiano che ha segnato più reti in una sola stagione nella storia del Campionato. Un trionfo. Come dire, 'mo ce ripigliamm' tutt' chell che è 'o nuost'. Cominciando dalla classifica dei capocannonieri.

8 al Sergente - Aveva avuto un momento di sbandamento. Si parlava addirittura di una sua espulsione dall'esercito, ma l'Esorciccio tomo tomo cacchio cacchio come peraltro aveva previsto Totò, si è rimesso in riga e ha poi messo sull'attenti i suoi oppositori. E dopo la bomba col Cagliari, c'ha messo un'altra pezza dando il via alla remuntada irresistibile. E scusate se è poco.

7 e mezzo a Lupo Alberto - C'è ma non si vede. E quando si vede, si strabuzzano gli occhi. Il Mago ha rimandato a casa sua l'omonimo al contrario Alberto Lupo buonanima e si è rimesso a tirare fuori conigli dal cilindro. Silvan preoccupato ha chiesto il reddito di cittadinanza.

7+ a Sylva Strakoshina - Tre paratone da paura: nel primo sul destro di Veloso dal limite, nel secondo sulla bordata in diagonale di Borini e sul colpo di testa di Salcedo. Una cosa che da tempo non si vedeva. Ora se po' rimette a giocà a Burraco coi fotografi.

7 a Correa l'anno 1900 -  Aveva gettato alle ortiche l'occasione capitatagli coi sardi, si è rifatto con Giulietta. E senza salire sul balcone.

7 ad Antonio Elia Acerbis - Il Ministro della difesa ha ripreso le redini del suo dicastero. Già che c'è potrebbe prendere l'Istruzione ad interim e risolvere i problemi che Azzo Lina non riesce neanche a inquadrare. Hai visto mai.

6 e tre quarti a dillo a Parolo tuo - Sta dando il fritto pur essendo il più vecchio. E con pesce fresco, al contrario di tanti merluzzi che ancora girano a Formello.

6 e mezzo a Le favole di Andresen - Una bella favola, e il lupo cattivo muto.

6 e mezzo a Patric del Grande Fratello - C'ha preso gusto.  Dai mozzichi tanto per gradire alle abbuffate da società dei magnaccioni. Gli avversari se li divora.

6 e mezzo a Somarusic - Ha giocato. E anche bene. Incredibile ma vero. Come Antonella Elia che non si vuole innamorare più di nessuno a Temptation island. Se, lallero...

6 a Lukakau Meravigliau e al Panter One - Buttati nella mischia per partecipare al banchetto. E senza essere stati invitati. Grandi.

6- a chiedimi se sono Felipe - Ha provocato più disatri (rigori, autogol, ecc.) lui, che quel rubagalline di Mauricio e Oscar de nome ma non de fatto Lopez messi insieme. Dal Manuale del Saper vivere di Suor Germana: se attraversate un momento no e tutto sembra andare per storto, una bella camomilla al bromuro rilasserà i vostri nervi e piegherà i vostri bollenti spiriti. Parole sante.

6 - - a io vavro, tu vavri, egli vavra, noi s'alzamo e se ne annamo - Inutile come un programma di Giacobbo, incomprensibile come una domanda di Marzullo, inspiegabile come l'italiano di Luca Giurato. Fatece capì che ce dovemo fa. Sipario.


Appunti di gioco
di Roberto Taglieri

Domenica, 26 luglio 2020
La Lazio espugna il Bentegodi. A Verona i biancazzurri vanno sotto per un rigore un po’ dubbio trasformato da Amrabat, ma poi sempre su rigore raggiungono il pari con Immobile; nella ripresa Milinkovic, poi Correa ed infine una doppietta di Immobile perfezionano il risultato per il rotondo 1-5 finale. Per la 36sima d campionato la squadra di Juric oggi pomeriggio non dispone di Kumbulla, Adjapong, Danzi e Dawidowicz; esordisce il portiere Radunovic, Faraoni si sposta centrale, con Zaccagni ed Eysseric dietro la punta Borini. La Lazio dopo la vittoria col Cagliari sembra essersi scrollata di dosso molte paure, ma restano sempre gli acciacchi fisici. Inzaghi continua ad avere gli uomini contati, per sua stessa dichiarazione Acerbi, Vavro, Marusic e Cataldi non stanno per niente bene. Inoltre con Lazzari squalificato la formazione è ancora una volta rimaneggiata, con Djavan Anderson a destra e Marusic dall’altro lato, Correa ed Immobile davanti. L’arbitro Volpi, quasi un esordiente in A, fischia l’inizio della partita sotto un caldo rovente, con le due squadre che si fronteggiano a centrocampo a buon ritmo; il primo tiro serio è di Immobile al 14’, ma finisce oltre la traversa. Al 25’ la risposta di Veloso di destro è messa in corner da Strakosha. Alla mezz’ora Milinkovic prova a metterla all’incrocio ma sbaglia di pochissimo; la Lazio prende campo agli avversari, ma al 36’ Zaccagni in area finisce tra le gambe di Luis Felipe e Volpi decreta il rigore che va a battere Amrabat. Strakosha è spiazzato e il Verona va in vantaggio. I biancazzurri non meritano di stare sotto e arrivano all’1-1 nel recupero. Un fallo su Immobile commesso contemporaneamente da Gunter e Lazovic è da rigore: batte Ciro Immobile, che riesce a buttarla dentro e consente alla Lazio di terminare in parità il primo tempo. Nessun cambio giunge nella ripresa, ma subito arriva un colpo di testa di Acerbi di poco fuori, cui risponde un tiro di Lazovic deviato sul palo da Luis Felipe. Al 55’ Milinkovic è atterrato al limite dell’area; lui stesso provvede a tirare il calcio di punizione, che con una deviazione di Pessina consente alla Lazio di ribaltare il risultato e ritrovarsi avanti. Borini calcia forte al 60’ e trova pronto Strakosha, ma poco dopo Correa calcia in porta e complice ancora una deviazione, stavolta di Gunter, riesce ad imbustare il terzo gol, che dà maggior tranquillità ai biancazzurri. La Lazio attacca e cerca di tenere lontano gli avversari; il ritorno veronese frutta al 78’ un colpo di testa del nuovo entrato Salcedo, su cui Strakosha d’istinto è bravissimo a respingere un gol fatto. Ma Ciro Immobile oggi vuole strafare e segna una rete stepitosa, la sua centesima in serie A, col destro a giro da posizione difficile, battendo l’incolpevole Radunovic. La partita è virtualmente finita, c’è ancora il tempo per qualche ulteriore sostituzione, ma prima della fine Radunovic atterra Immobile e Volpe assegna ancora un rigore. Immobile non fallisce e la vittoria laziale è servita con una manita. I biancazzurri ora sono a pari merito con l’Atalanta al terzo posto con 75 punti, ma  il protagonista assoluto di stasera è Ciro Immobile, che eguaglia Lewandowski per la conquista della scarpa d’oro e distanzia Ronaldo, per ora fermo a 30 reti. Per la Lazio invece rimane ancora l’estremo sforzo di  rosicchiare altri punti a Inter ed Atalanta, per migliorare la classifica finale nelle ultime due giornate di campionato.           

    
VERONA LAZIO 1-5 38’ Amrabat (rig) 48’95’ Immobile (rig) 55’ Milinkovic 62’ Correa
VERONA:  Radunovic, Gunter, Faraoni (/9’ Dimarco), Rrahmani, Lazovic, Amrabat, Veloso (87’ Felippe), Pessina, Eysseric (87’ Stepinski), Zaccagni (68’ Salcedo), Borini (68’ Di Carmine). All.Juric
LAZIO: Strakosha, Patric (65’ Vavro), Luis Felipe, Acerbi, D. Anderson (65’ Lukaku), Parolo, Milinkovic (88’ Armini), Luis Alberto, Marusic (88’ A. Anderson), Correa (68’ Caicedo), Immobile. All Inzaghi
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