9 al Ciro d'Italia -Una Lazio di nuovo autoritaria e manovriera ha steso con merito il Verona confermando di voler chiudere in bellezza (75 punti, è record) questo strano campionato dai due volti, prima e dopo il Coronavirus. Cinque gol, una bella manita, la dicono tutta sulle differenze qualitative fra le due squadre e al tempo stesso esaltano chi ha segnato. Su tutti Ciro il grande che con la tripletta firmata al Bentegodi, ha non solo raggiunto Lewandowski a quota 34 nella speciale classifica della Scarpa d'oro, ma soprattutto è il calciatore italiano che ha segnato più reti in una sola stagione nella storia del Campionato. Un trionfo. Come dire, 'mo ce ripigliamm' tutt' chell che è 'o nuost'. Cominciando dalla classifica dei capocannonieri.
8 al Sergente - Aveva avuto un momento di sbandamento. Si parlava addirittura di una sua espulsione dall'esercito, ma l'Esorciccio tomo tomo cacchio cacchio come peraltro aveva previsto Totò, si è rimesso in riga e ha poi messo sull'attenti i suoi oppositori. E dopo la bomba col Cagliari, c'ha messo un'altra pezza dando il via alla remuntada irresistibile. E scusate se è poco.
7 e mezzo a Lupo Alberto - C'è ma non si vede. E quando si vede, si strabuzzano gli occhi. Il Mago ha rimandato a casa sua l'omonimo al contrario Alberto Lupo buonanima e si è rimesso a tirare fuori conigli dal cilindro. Silvan preoccupato ha chiesto il reddito di cittadinanza.
7+ a Sylva Strakoshina - Tre paratone da paura: nel primo sul destro di Veloso dal limite, nel secondo sulla bordata in diagonale di Borini e sul colpo di testa di Salcedo. Una cosa che da tempo non si vedeva. Ora se po' rimette a giocà a Burraco coi fotografi.
7 a Correa l'anno 1900 - Aveva gettato alle ortiche l'occasione capitatagli coi sardi, si è rifatto con Giulietta. E senza salire sul balcone.
7 ad Antonio Elia Acerbis - Il Ministro della difesa ha ripreso le redini del suo dicastero. Già che c'è potrebbe prendere l'Istruzione ad interim e risolvere i problemi che Azzo Lina non riesce neanche a inquadrare. Hai visto mai.
6 e tre quarti a dillo a Parolo tuo - Sta dando il fritto pur essendo il più vecchio. E con pesce fresco, al contrario di tanti merluzzi che ancora girano a Formello.
6 e mezzo a Le favole di Andresen - Una bella favola, e il lupo cattivo muto.
6 e mezzo a Patric del Grande Fratello - C'ha preso gusto. Dai mozzichi tanto per gradire alle abbuffate da società dei magnaccioni. Gli avversari se li divora.
6 e mezzo a Somarusic - Ha giocato. E anche bene. Incredibile ma vero. Come Antonella Elia che non si vuole innamorare più di nessuno a Temptation island. Se, lallero...
6 a Lukakau Meravigliau e al Panter One - Buttati nella mischia per partecipare al banchetto. E senza essere stati invitati. Grandi.
6- a chiedimi se sono Felipe - Ha provocato più disatri (rigori, autogol, ecc.) lui, che quel rubagalline di Mauricio e Oscar de nome ma non de fatto Lopez messi insieme. Dal Manuale del Saper vivere di Suor Germana: se attraversate un momento no e tutto sembra andare per storto, una bella camomilla al bromuro rilasserà i vostri nervi e piegherà i vostri bollenti spiriti. Parole sante.
6 - - a io vavro, tu vavri, egli vavra, noi s'alzamo e se ne annamo - Inutile come un programma di Giacobbo, incomprensibile come una domanda di Marzullo, inspiegabile come l'italiano di Luca Giurato. Fatece capì che ce dovemo fa. Sipario.
Appunti di gioco
di Roberto Taglieri
Domenica, 26 luglio 2020
La
Lazio espugna il Bentegodi. A Verona i biancazzurri vanno sotto per un
rigore un po’ dubbio trasformato da Amrabat, ma poi sempre su rigore
raggiungono il pari con Immobile; nella ripresa Milinkovic, poi Correa
ed infine una doppietta di Immobile perfezionano il risultato per il
rotondo 1-5 finale. Per la 36sima d campionato la squadra di Juric oggi
pomeriggio non dispone di Kumbulla, Adjapong, Danzi e Dawidowicz;
esordisce il portiere Radunovic, Faraoni si sposta centrale, con
Zaccagni ed Eysseric dietro la punta Borini. La Lazio dopo la vittoria
col Cagliari sembra essersi scrollata di dosso molte paure, ma restano
sempre gli acciacchi fisici. Inzaghi continua ad avere gli uomini contati, per sua stessa dichiarazione Acerbi,
Vavro, Marusic e Cataldi non stanno per niente bene. Inoltre con
Lazzari squalificato la formazione è ancora una volta rimaneggiata, con
Djavan Anderson a destra e Marusic dall’altro lato, Correa ed Immobile
davanti. L’arbitro Volpi, quasi un esordiente in A, fischia
l’inizio della partita sotto un caldo rovente, con le due squadre che si
fronteggiano a centrocampo a buon ritmo; il primo tiro serio è di
Immobile al 14’, ma finisce oltre la traversa. Al 25’ la risposta di
Veloso di destro è messa in corner da Strakosha. Alla mezz’ora
Milinkovic prova a metterla all’incrocio ma sbaglia di pochissimo; la
Lazio prende campo agli avversari, ma al 36’ Zaccagni in area finisce
tra le gambe di Luis Felipe e Volpi decreta il rigore che va a battere
Amrabat. Strakosha è spiazzato e il Verona va in vantaggio. I
biancazzurri non meritano di stare sotto e arrivano all’1-1 nel
recupero. Un fallo su Immobile commesso contemporaneamente da Gunter e
Lazovic è da rigore: batte Ciro Immobile, che riesce a buttarla dentro e
consente alla Lazio di terminare in parità il primo tempo. Nessun
cambio giunge nella ripresa, ma subito arriva un colpo di testa di
Acerbi di poco fuori, cui risponde un tiro di Lazovic deviato sul palo
da Luis Felipe. Al 55’ Milinkovic è atterrato al limite dell’area; lui
stesso provvede a tirare il calcio di punizione, che con una deviazione
di Pessina consente alla Lazio di ribaltare il risultato e ritrovarsi
avanti. Borini calcia forte al 60’ e trova pronto Strakosha, ma poco
dopo Correa calcia in porta e complice ancora una deviazione, stavolta
di Gunter, riesce ad imbustare il terzo gol, che dà maggior tranquillità
ai biancazzurri. La Lazio attacca e cerca di tenere lontano gli
avversari; il ritorno veronese frutta al 78’ un colpo di testa del nuovo
entrato Salcedo, su cui Strakosha d’istinto è bravissimo a respingere
un gol fatto. Ma Ciro Immobile oggi vuole strafare e segna una rete
stepitosa, la sua centesima in serie A, col destro a giro da posizione
difficile, battendo l’incolpevole Radunovic. La partita è virtualmente
finita, c’è ancora il tempo per qualche ulteriore sostituzione, ma prima
della fine Radunovic atterra Immobile e Volpe assegna ancora un rigore.
Immobile non fallisce e la vittoria laziale è servita con una manita. I
biancazzurri ora sono a pari merito con l’Atalanta al terzo posto con
75 punti, ma il protagonista assoluto di stasera è Ciro Immobile, che
eguaglia Lewandowski per la conquista della scarpa d’oro e distanzia
Ronaldo, per ora fermo a 30 reti. Per la Lazio invece rimane ancora
l’estremo sforzo di rosicchiare altri punti a Inter ed Atalanta, per
migliorare la classifica finale nelle ultime due giornate di campionato.
VERONA LAZIO 1-5 38’ Amrabat (rig) 48’95’ Immobile (rig) 55’ Milinkovic 62’ Correa
VERONA: Radunovic,
Gunter, Faraoni (/9’ Dimarco), Rrahmani, Lazovic, Amrabat, Veloso (87’
Felippe), Pessina, Eysseric (87’ Stepinski), Zaccagni (68’ Salcedo),
Borini (68’ Di Carmine). All.Juric
LAZIO:
Strakosha, Patric (65’ Vavro), Luis Felipe, Acerbi, D. Anderson (65’
Lukaku), Parolo, Milinkovic (88’ Armini), Luis Alberto, Marusic (88’ A.
Anderson), Correa (68’ Caicedo), Immobile. All Inzaghi
Arbitro Volpi
Nessun commento:
Posta un commento