lunedì 15 marzo 2021

Gringo, lo spaghetti western di Carosello

di FRANCESCO TRONCARELLI


Laggiù nel Montana tra mandrie e cow-boys
c’è sempre qualcuno di troppo tra noi
Black Jack va dicendo che troverà il modo
di farmi sembrare un bel colabrodo
per’ se a provarci un bel dì lo costringo
vedremo chi cola, parola di Gringo … Gringoooo

Fu inevitabile che gli Spaghetti western facessero capolino anche nella pubblicità. La fortunata saga cinematografica tutta italiana che ebbe un successo clamoroso nelle sale e in Sergio Leone uno dei capostipiti più famosi, arrivò negli anni del Boom anche nelle reclame dei prodotti con esiti straordinari.

La Trilogia del dollaro (Per un pungno di dollari, Per qualche dollaro in più, Il buono, il bruto e il cattivo) del grande regista romano diede il via a decine e decine di film di quel genere, e suggerì automaticamente  ai creativi sempre pronti a fiutare le nuove tendenze, lo spunto per uno dei Caroselli più riusciti e seguiti dal pubblico, quello della Carne Montana.

Un mix di animazione e fotografia in cui in due minuti e mezzo si raccontavano gli scontri tra il cowboy buono Gringo e il suo rivale il perfido Black Jack per salvare la bella Dolly, che fece subito centro e piacque a tutti.

Roberto Tobino, alias Gringo per Carosello

Storie divertenti, il cui testo in dodecasillabi con rima baciata e forzata (le parole venivano storpiate per fare rima con Gringo: flamenco in flamingo, tengo con tingo ecc.) era di Alfredo Danti, volto e annunciatore storico della Domenica Sportiva in bianco e nero.

La serie andò in onda con i suoi protagonisti divenuti dei beniamini del pubblico dal 1966 al 1976 ed era stata ideata per il mitico programma che tutte le sere intratteneva gli italiani prima dell'inizio degli spettacoli con le pubblicità dei prodotti. 

Era uno spot di grande livello che riusciva a coniugare l’intelligenza ed il buon gusto senza impiegare risorse economiche eccessive, raggiungendo comunque un grande risultato mediatico e ovviamente commerciale per il prodotto.

In undici anni di programmazione, sono stati cinquanta i Caroselli girati dalla Gamma Film di Roberto e Gino Gavioli su un’idea di Livio Mazzotti di questa parodia del Far West affidata ad una grafica incisiva, in cui la musica, con quel ritmo trascinante, aveva un ruolo fondamentale.

Con quelle filastrocche e tormentoni facili da memorizzare ("sarà mezzogiorno, mezzogiorno di cuoco" riferimento ironico al celebre film con Gary Cooper "Mezzogiorno di fuoco") e l'animazione a scatti, gli ingredienti tipici per farne un Carosello tra i più riusciti c'erano tutti e non a caso anche a distanza di decenni, quegli episodi sono rimasti impressi nella memoria dei telespettatori.

Cappellone in testa, poncho sulle spalle e sigaro in bocca, il Gringo che scimmiotta Clint Eastwood nei video era Roberto Tobino, un attore che bazzicava gli studi della produzione in cerca di scritture. Era lui il testimonial della carne in scatola Montana. 

Celentano versione Ringo con i fedelissimi
 
Fondamentale poi il ruolo della musica. Il coro che accompagna le storie "Gringoo … Gringoooo" era chiaramente ispirato alle note quasi rap di "Ringo", canzone lanciata da Adriano Celentano nello show televisivo "Adriano Clan 2" del 1965 ideato da Castellano e Pipolo. 

Il brano era il lato B del 45 giri "La Festa" inciso dal Molleggiato in quell'anno ed era a sua volta una cover di un successo internazionale di Lorne Green, attore conosciuto in tutto il mondo per aver interpretato il ruolo di Papà Cartwright nella famosa serie televisiva "Bonanza" e nel suo paese come "The Voice of Canada" per i bollettini che annunciava durante la Seconda guerra mondiale.

La canzone era dedicata a un celebre fuorilegge del Far West, Johnny Ringo, ed ebbe un successo strepitoso in tutto il mondo. Castellano e Pipolo ebbero l'intuizione giusta nel farla interpretare a Celentano con un testo riadattato.

il mitico Lorne Green di Bonanza

Quel brano così particolare che Celentano interpretò con una performance più da attore che da cantante, ebbe un buon riscontro anche da noi sulla scia di quel West de noantri che imperversava nei fumetti (Tex, Pecos Bill) in televisione (Rin tin tin) e nel Cinema.

Alfredo Danti che era il creativo di punta dello studio Gamma (suoi i vari Caio Gregorio, er guardiano der pretorio, per i tessuti Rhodiatoce, Mammut, Babbut e Figliut per la Pirelli e il "marinaio di lungo sorso" Trinchetto per la Recoaro ), la prese così a riferimento per la musica e le strofe recitate del Carosello della Montana.

Ovviamente non potendo citare il Ringo celentanesco, chiamò il suo protagonista Gringo, in omaggio al personaggio del pistolero jmodificò di conseguenza da "Ringoo...Ringooo" in "Gringoo....Gringoooo".  E fu un boom.

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