domenica 28 gennaio 2024

Lazio occasione persa. Le Pagelliadi

di FRANCESCO TRONCARELLI

6 e mezzo a Lisasken dagli occhi blu - Doveva essere una sfida in chiave quarto posto utile per la Champions. Doveva. È stata una partita da pennica, da dormita generale, da fatte un'altra sonno. Da ritmi blandi alla scapoli e ammogliati. Una noia mortale ravvivata solo negli ultimi minuti di non gioco, con qualche assalto alla baionetta per salvare la faccia grazie ai nuovi entrati. La Lazio insomma non è stata capace di vincere, perchè non ha giocato, contro un Napoli rimaneggiato ai massimi. A salvarsi da questo andazzo imbarazzante, pochi, tra questi sicuramente l'Achille Lauro biancoceleste che un paio di occasioni le ha cercate con convinzione. Ma sono stati due lampi nel buio assoluto.

6+ a Viale dei Romagnoli, 13 Ostia e Gila il mondo gila (Jimmy Fontana, Cantagiro 1965) - Attenti a quei due, due contro tutti, Dio li fa e poi li accoppia, io e te da soli, noi due nel mondo nell'anima. De li...che nun giocate.

6+ a Rovella per chi non si accontenta - Poi lo Scrivano fiorentino ci dovrà spiegare perchè si è dovuto aspettare il 77esimo per vederlo in campo. Mistero. Come quello di Gassman junior che fa Califano.

6 a Dio vede e Provedel - spettatore non pagante per oltre 60 minuti, al momento della chiamata alle armi ha smanacciato da brividi alla Muslera salvo ravvedersi dopo. Dall'oroscopo di Branco la luna consiglia: la vita va presa a schiaffi per non soccombere. Ecco, che se dia due pizze in faccia da solo per non cadere in trance come i suoi compagni di merende. 

6- a Miei cari amici Vecino e lontani - Si è adeguato alla dormita generale. Incredibile ma vero. Sembrava bloccato come un Biggio qualsiasi. Poi quando si è reso conto che tutti si eano abbioccati ha avuto uno scatto alla Fiorello. Ma era troppo tardi, la partita era finita.

5 e mezzo a Patrizia Pellegrini - se anche il più avvelenato del gruppo tira il freno a mano è proprio finita.

5+ a Castellano e Pipolo - Erano da anni che lo Sport italiano cercava e/o sperava di trovare un erede di Klaus Di Biasi il più grande truffatore di sempre. Lo abbiamo trovato, avrà sicuramente un bisnonno del Bel paese che gli garantisca il doppio passaporto e via, italiano pure lui. Un punto in più della votazione per la rovesciata acrobatica alla Mauri in un Lazio - Napoli di ben altro spessore.

5 a Massimo Di Cataldi - Due più due quattro, tre per tre nove, cinque meno tre due. Il solito compitino. Non prenderà mai la laurea. Forse per corrispondenza come il figlio di Bossi.

5 a Guendalina facce sognà - È partito in quarta è finito in folle.

5 a Lupo Alberto - Il Mago si è superato. E' sparito.

5 a Lazzari alzati e cammina - Puntata speciale di Chi l'ha visto mercoledì prossimo sulla sparizione di Pupo biondo, collegamenti da Formello col giardiniere che è stato l'ultimo a parlare con lui. 

5- a Pasquale Ametrano Anderson - Con quella faccia un po' così quell'espressione un po' così che hanno tutti i Turisti per caso come lui in vacanza perenne all'Olimpico non c'era da aspettarsi nulla di buono. E il bandolero stanco ha confermato il suo stato di catalessi perenne sul campo ma no fuori. Come bussa a quattrini lui manco Benigni quando chiede 400mila euro per andare a Sanremo.

5- a Somarusic - Vestito: pigiama; bevanda: camomilla; libro: Addio sogni di gloria; canzone: Buonanotte fiorellino; proverbio: chi dorme non piglia pesci; motto: ronf ronf. Sipario.




lunedì 22 gennaio 2024

Tony Dallara come prima più di prima

 di FRANCESCO TRONCARELLI

Quei capelli ormai completamente bianchi, quel parlare lento trascinando ogni tanto le parole, lo sguardo a tratti stupito nascosto dgli occhiali, Tony Dallara a "Domenica in" con la sua fragilità e umanità è sembrato un nostro parente in difficoltà, un nonno che dopo tutto quello che ha passato sta tornando alla normalità tra timori e voglia di vivere. 

Un momento toccante che ha tolto quell'aurea di sacralità all'artista rendendolo uno come noi. No che non lo fosse prima, perchè Tony pur con il grande successo internazionale è stato sempre un antidivo, ma adesso è tutto diverso. Ascoltarlo cantare in giapponese, fare qualche battuta e ironizzare nonostante tutto è stato così una ventata di speranza che ci ha rinfrancato.

La Storia del Festival di Sanremo a "Domenica In". Il salotto di Mara Venier anche questa puntata si è occupato della kermesse canora che andrà in onda dal 6 al 10 febbraio dall'Ariston, dedicando all'evento tanto atteso uno spazio particolare con ospiti speciali e il giornalista Marino Bartoletti. 

Sono sfilati così nello studio tanti protagonisti delle edizioni passate del Festival, artisti come Bobby Solo, Al Bano, Michele, Tiziana Rivale, Marima Occhiena dei Ricchi e Poveri e Silvia Mezzanotte già voce dei Matia Bazar che che si sono esibiti coi loro cavalli di battaglia entrati nella storia del nostro pop. 

Tra loro anche Tony Dallara che con i suoi 87 anni e soprattutto dopo essere stato due mesi in coma e aver recuperato le forze dopo tanta riabiltazione, ha ovviamente accentrato su di sè l'attenzione generale. Zia Mara ha chiesto all'artista se se la sentisse di cantare.

La storia di Sanremo a Domenca in

«È tanto che non canti?» e lui «7 mesi, perché ho avuto qualche problemino…» ha risposto Dallara mentre la conduttrice ha rincarato «Qualche problemino?! Sei stato due mesi in coma». A quel punto la conduttrice glielo ha richiesto "ce la fai?".

L'intramontabile Tony annuendo è andato al centro dello studio, ha preso il microfono in mano e accompagnato dall'orchestra del programma è partito subito con “Romantica”, il brano scritto da Renato Rascel con cui vinse insieme a lui il festival del 1960, che nella sua versione più travolgente rispetto a quella del Piccoletto, è diventato una hit internazionale.

Ed è stato un momento emozionante. Certo la voce per cui era stato soprannominato il "Re degli Urlatori" non è sicuramente più la stessa ma la determinazione con cui si impose all'attenzione del pubblico italiano e di tutto il mondo sì. Grande Tony, grandissimo coi suoi 87 anni che lo rendono il decano di Sanremo.

Vederlo e ascoltarlo a "Domenica in" è stato un piacere immaginando la sua voglia di esserci come una volta, "Come prima più di prima" come la sua celebre canzone ripresa addirittura dai Platters e con cui ha concluso la sua esibizione.   

Tutti nello studio si sono alzati in piedi ad applaudirlo, Mara Venier si è commossa e ha interrotto la diretta chiedendo aiuto alla regia "mandate un filmato" ha detto. Eccolo. Bentornato Tony! 


 


domenica 21 gennaio 2024

Benny, Walter e Zorro:100 anni di solitudine

 di FRANCESCO TRONCARELLI

Quel fenomeno di Benny Hill che oggi avrebbe compiuto 100 anni. Un concentrato di comicità e follia, un'irresistibile carica di simpatia, con le sue donnine, i suoi scherzi al vecchietto pelato.

Con le sue barzellette filmate condite di humour inglese che rendevano allegri anche i più musoni. Protagonista di uno show tutto da ridere della domenica che concludeva in bellezza la settimana.

Lo amava Chaplin il più grande di tutti, lo adorava Michael Jakson, lo applaudiva mezza Europa. 

  

Quel fenomeno di Walter Chiari che quest'anno avrebbe compiuto 100 anni. Una forza della natura, un comico senza pari, un attore di talento.

I suoi monologhi a Canzonissima e Studio Uno tenevano incollati davanti al piccolo schermo milioni di spetatori. Il suo De Rege con Carlo Campanini è entrato nella storia del Varietà.

Un latin lover senza pari chiedere a Frank Sinatra a cui portò via Ava Gardner. Lo amava il pubblico italiano, i suoi amici gli volevano bene un po' meno la stampa che con lui ci inzuppava il biscotto nel latte del gossip e della cronaca nera. 

Walter Chiari e Ava Gardner
Quel fenomeno di Guy Williams che quest'anno avrebbe compiuto 100 anni. Il Zorro più visto e applaudito, l'eroe mascherato che combatteva i soprusi e si prendeva gioco del Sergente Garcia.

1 metro e 90 di fascino e quei baffetti da sparviero che conquistavano le fan mentre i duelli col capitano Monasterio intrigavano i piccoli incollati alla TV dei ragazzi. 

Una delle maschere di Carnevale più venduta grazie a lui nonostante l'arrivo sulla piazza di nuovi personaggi e supereroi. 

 

Tre grandi fenomeni dello spettacolo nati lo stesso anno. Ma non solo, perchè legati da un comune destino beffardo e cinico che li attendeva al varco nel giorno dell'addio. 

Benny, Walter e Zorro ci lasciavano soli e dimenticati dai più davanti al televisore. Un caso più unico che raro che ha dell'incredibile.

Loro che dal piccolo schermo avevano ricevuto gloria e onori venivano salutati da quel totem mediatico con il volume al massimo nel cuore della notte, quasi fosse un avviso ai vicini distratti che qualcosa non andava. 

Benny in poltrona solo davanti la tv con le ultime volontà nel cassetto che tra l'altro prevedevano un piccolo gruzzolo alla sua spalla, il vecchietto pelato che prendeva gli schiaffi in testa. 

Walter in poltrona solo davanti la tv in un residence milanese, senza una lira in tasca e sopratutto senza una chiamata al telefono da anni, perché quelli che tirano le fila dello spettacolo l'avevano messo da parte. 

Zorro sprofondato sul divano con un pacchetto di pop corn e una coca cola davanti la tv, solo e incicciottito come l'ultimo Maradona, dopo l'ennesima comparsata in una fiera in Argentina il paese che lo aveva adottato dopo i fasti di Hollywood e della produzione targata Walt Disney. 

Tre fenomeni che avrebbero 100 anni e che ci hanno dato tanto, ma che sul più bello hanno ricevuto poco. Anzi niente. Tre numeri uno che dalle stelle del successo sono scivolati nella polvere del dimenticatoio.

Una fine ingloriosa e immeritata per loro che sprizzavano gioia e regalavano felicità al pubblico, l'unico testimone della loro grandezza che non li ha mai dimenticati. Come noi. Auguri "ragazzi"!

domenica 14 gennaio 2024

La Lazio è Felipe. Le Pagelliadi

 di FRANCESCO TRONCARELLI

8 a Pasquale Ametrano Anderson - L'onda lunga del derby si riversa sui giallorossi del Lecce che escono finalmente battuti dall'Olimpico. La bestia nera dei Sarri boys nonostante un primo tempo all'attacco, se ne torna a casetta con la coda fra le gambe per la gioia della gente laziale. È stata una partita vinta nel secondo tempo con i cambi e la sveglia suonata negli spogliatoi dal mister a dei giocatori che avevano capito che la domenica ecologica con lo stop al traffico si dovesse applicare anche allo stadio. A risolvere la pratica il bandolero stanco che da falso nueve ha purgato inesorabilmente gli avversari. E così il girone di ritorno inizia subito bene. Obrigado Filippetto.

7 e mezzo a Rovella per chi non si accontenta - È l'uomo ovunque, avete presente Amadeus? Solo che il presentatore fa gli affari tuoi, lui gli affari nostri. E li fa bene.

7 a Dio vede e Provedel - Nel vuoto assoluto dei primi 45 minuti l'unico laziale in campo è stato lui, sfoderando una serie di parate provvidenziali come quella su Kaba al 33esimo. Battiamo le mani.

7 a miei cari amici Vecino e lontani - Come quella pubblicità di Carosello: gigante pensaci tu. E così è stato.

6 e mezzo a Lupo Alberto - Un tempo dietro le quinte poi nella ripresa ha tirato fuori dal cilindro l'assist per Filippetto. E scusate se è poco.

6 e mezzo a Pedro Pedro Pedro Pè - Il meglio di Santa Fè e Trigoria è entrato a inizio ripresa e ha suonato subito la carica. Era l'adrenalina dello scontro coi giallorotti a guidarlo.

6 e mezzo a Patric del Grande Fratello, Gila il mondo gila (Jimmy Fontana, Cantagiro 1965) e Viale dei Romagnoli, 13 Ostia - Tre tre giù giù, Oro Incenzo e Mirra, tre difensori, seppur in cambio per infortunio, is meglio che two, tre contro tutti, uno vale l'altro e tutti e tre so' forti. Daje.

6+ a Benigno Zaccagnini - Applausi a scena aperta per l'eroe del derby talmente tanti da mandarlo in tilt. La freccia infatti l'ha scagliata sul difensore del Lecce mettendolo kappao.

6+ a Guendalina facce sognà - È partito col freno a mano tirato è finito a tavoletta.

6 al Ciro d'Italia  - Bentornato bomber! 

6 a Somarusic - Già è tanto che non ha combinato casini.

6 a Patrizia Pellegrini - Tanto fumo e poco arrosto. Come Pierluigi Diaco.

6 a Lazzari alzati e cammina - e non ti fermare più. Come da copione.

6- - a Lisasken dagli occhi blu - Un passo indietro rispetto al derby. Ora se si considera che nella stracittadina è andato così così è come se l'Achille Lauro biancoceleste non avesse giocato. Forse punta a Sanremo. Sipario.



domenica 7 gennaio 2024

Lazio chi ben comincia. Le Pagelliadi

 di FRANCESCO TRONCARELLI

8 a Patrizia Pellegrini - La Lazio inizia l'anno nuovo nel modo migliore, vincendo. Ed è la terza vittoria consecutiva a conferma che le cose sembrano cambiate veramente. Già il fatto che dopo la sosta abbia vinto, situazione raramente accaduta in passato, è un buon segnale ma ancora di più lo è che autore del primo gol sia stato uno dei calciatori simbolo di questa rinascita biancoceleste. Un romano laziale che non aveva mai fatto gol in carriera e che ha dato il via nel modo migliore a questo 2024 appena iniziato. Copertina d'obbligo a lui quindi, senza indugio ma anche applausi alla prima squadra della Capitale. Avanti Lazio avanti laziali!

7 e mezzo a Miei cari amici Vecino e lontani - Quando tutto sembrava destinato a finire in caciara il Nunzio Filogamo 2.0 ha sfoderato la zampata del giaguaro che non perdona. Grandissimo. 

7 a Rovella per chi non s'accontenta - È partito in quarta è finito in folle. Ma non si è mai fermato. È l'uomo ovunque come Amadeus. Bravo.

6 e mezzo a Lisasken dagli occhi blu - Scatenato. Come Morgan a X Factor. Una spina nel fianco nella difesa bianconera. Ha una marcia in più. Come Fiorello.

6 e mezzo a Pasquale Ametrano Anderson - È entrato nella ripresa con quella faccia un po' così quell'espressione un po' così che hanno tutti i Turisti per caso come lui e molti hanno tenuto la debacle, ma il bandolero stanco con un assist dei suoi ha dimostrato che il carbone che la Befana gli ha portato era eccessivo. Obrigado Filippetto. 

6+ a Dio vede e Provedel - in perfetta media Muslera e Carrizzo messi in insieme, tre tiri due paratone e un gol. Daje.

6+ a Lazzari alzati e cammina e Pedro Pedro Pè - Buttati nella mischia per fare ammuina, come i soldati dell'esercito di Franceschiello. E ce so riusciti.

6 a Castellano e Pipolo - Ha corso a vuoto come Cavallo Pazzo, poi al momento giusto la palla sulla testa di Felipe per l'assist vincente. Provaci ancora Taty.

6 a Benigno Zaccagnini - L'arciere non ha scagliato la sua freccia. Lo hanno maltrattato prima. La prossima gliela dovrebbe tirare a loro.

6 a Guendalina facce sognà - Tanto fumo e un po' d'arrosto. Avete presente Pierluigi Diaco? 

6 a Patric del Grande Fratello e Gila il mondo gila (Jimmy Fontana, Cantagiro 1965) - Dio li fa e poi li accoppia, ma anche quando la coppia scoppia, tra recuperi in affanno e difesa ballerina come neanche le mitiche gemelle Kessler. 

6- a Somarusic - È come il programma di Gigi Marzullo, inutile.

5- - - a avviso di Kamada - "Vaco distrattamente abbandunato, ll'uocchie sott' 'o cappiello annascunnute, mane 'int' 'a sacca e bávero aizato. Vaco siscanno ê stelle ca só' asciute. E 'a luna rossa mme parla 'e te, io lle domando si aspiette a me, e mme risponne: "Si 'o vvuó' sapé, ccá nun ce sta nisciuna". E i' chiammo 'o nomme pe' te vedé, ma, tutt' 'a gente ca parla 'e te,
risponne: "E' tarde che vuó' sapé? Ccá nun ce sta nisciuna" ( Luna rossa, Renzo Arbore e l'Orchestra italiana). Sipario.