7 e mezzo a Ciro il grande - Una Lazio tonica e concreta ha steso una Fiorentina aggresiva e fallosa con un gol liberatorio del suo bomber, sempre più implacabile e decisivo (e sono 5). E' stata una vittoria sofferta ma meritata, soprattutto importantissima dopo gli ultimi brutti stop che avevamo subìto. L'orgoglio e il senso di apparteneza finalmente sono prevalsi sulla malasorte e quel senso di smarrimento che bloccava ultimamente i giocatori, che con i tre punti conquistati hanno così risollevato l'ambiente che era piombato in una tristezza cosmica. Siamo tornati. Applausi scroscianti a Ciruzzo nostro, quello che anche nei momenti bui appena passati, non ha mai mollato.
7 a Innamoradu e veni vidi Lulic al 71° - Bentornati a entrambi. Il primo perchè rientrava dopo il lungo stop per l'infortunio (e che assist di testa per Immobildream), il secondo perchè dopo le prove opache delle utime due gare, ha sfoderato una prestazione tutta cuore e grinta per trascinare il gruppo alla vittoria. Bravi, da senatori hanno dato all'esempio agli altri e come si dice in questi casi, battiamo le mani ai veri laziali. Clap clap clap.
6 e mezzo a dilloa Parolo tuo - Su e giù, giù e su, una trottola. Un po' come Salvini che lo trovi dappertutto pronto a twittare e sparare selfie a raffica. Onnipresente appunto, portando valore aggiunto alla manovra e supplendo le carenze altrui (vedi sotto). E' stato un gioco di Parolo insomma.
6 e mezzo a Sylva Strakoshina - Oh, qui bisogna che se mettemo d'accordo. O volemo o no volemo in portineria? Esce troppo o non se move? Decideteve, che all'assemblea condominiale dobbiamo arrivarci preparati. Sta di fatto che sto giro un par de pezze le ha messe per riparare le buche e voragini difensive procurate dal suo compagno di merende barbudos. Ha detto no insomma a Chiesa e Simeone manco fossero i Testimoni de Geova che vogliono entrare per mettere i volantini.
6+ ad Antonio Elia Acerbis (Lazio del meno 9) - Sicuro di sè. Anche troppo. Avete presente quel boscaiolo di Mauro Corona dalla Berlinguer che ha forza di dire ovvietà del piccolo mondo antico delle valli, se ne essce con frescacce da balera? Così il nostro centrale, che nonostante la sua proverbiale fermezza nel ruolo, si è trovato qulche volta in difficoltà. Ma come disse Totò, è la somma che fa il totale e il suo totale è sicuramente positivo. Amche senza "s" nel cognome.
6+ a Lucas 2.0 (quello che ride) - Quella gomitata l'ha fastornato. Come Panariello dopo aver visto Vladimir Luxuria "imitare" Renato Zero a Tale e quale. E c'ha messo un po' per riprendersi dopo quella botta. Come Panariello appunto. Poi piano piano è tonato ai suoi livelli. E meno male.
6 a Cavacecio Caceido - si vabbè, s'è dato da fa, pachidermico come da prassi, ma con ottime intuizioni e slanci. Insomma la zampara er Panterone l'ha mollata. Peccato che anche in fuorigioco se l'è magnata come un Pannella storico dopo na mesata de digiuno.
6 a Correa l'anno 1900 - Tanto fumo e un po' d'arrosto. Nè più nè meno di un Floris qualsiasi.
6 - Segio Ramos (je piacerebbe) - E' passato inosservato. Come Max Pezzali da Fabio Fazio.
5 e mezzo a Somarusic - Il sonnambulo è tornato. A dormì. Un sonno biblico che levate. Dall'oroscopo di Branko la Luna consigla: flebo di caffè a raffica.
5 al Sergente - Avulso dal gioco come Esorciccio, inesistente nel pressing come monsignor Milingo, assente ingiustificato come sa-sa-sa-de salame sto microfono-savic. Come Aldo, Giovanni e Giacomo, che con le loro solite stantie battute ormai non fanno più ridere neanche i vecchietti di Villa Arzilla.
4 - a Bravehart Wallace - E' l'anello debole della squadra. Come il sottosegretario leghista Borghi che come parla fa schizzare lo spread oltre quota 300. Fenomenale nelle respinte alla viva il parroco, si esalta nei lisci e nei passsaggi agli avversari. Se si giocasse a tresette sarebbe il morto, se a tre tre giù giù, sarebbe il giù giù ma così giù che al confronto il Frosinone che è il fanalino di coda del torneo, sarebbe primo. Barbudos ogni oltre ragionevole limite alla ricerca del Fidel Castro perduto per sempre, ha un futuro assicurato nel cinema thrilling: come mette paura lui quando tocca palla, neanche Dario Argento. E Dracula je spiccia casa.
Appunti di gioco
di Roberto Taglieri
Domenica, 7 ottobre 2018
Nell'ottava
di campionato la Lazio si conquista i tre punti. Contro la Fiorentina
all'Olimpico di fronte a più o meno 25.000 spettatori la squadra di
Inzaghi va in vantaggio nel primo tempo grazie ad un gol siglato da
Immobile, che è sufficiente per la vittoria di misura contro i toscani.
Dopo la doppia debacle consecutiva tra derby ed Europa League, per la
squadra di Inzaghi è giunto il momento di un'inversione di tendenza. Il
mister biancazzurro decide per un cambio in difesa, rientra Radu mentre
Luis Felipe si accomoda in panca; significativo poi il ritorno di
Caicedo dal primo minuto: per ora Luis Alberto è in naftalina. Nella
Fiorentina, che invece proviene da due vittorie di fila, Pioli sceglie a
centrocampo Benassi al posto di Fernandes; ovviamente Pjaca, Chiesa e
Simeone sono inamovibili là davanti. Una partita quella di oggi che
assume una enorme importanza per la squadra biancoceleste: lucidità e
concretezza devono essere sempre vivi e già all’inizio la Lazio è
determinata a far bene. Infatti su iniziativa di Milinkovic, Parolo è
pericolosissimo dal limite ma spedisce out. L’iniziativa laziale però si
spegne quasi subito e in campo torna equilibrio. Uno spunto di testa da
parte di Caicedo al 24’ finisce sul fondo, poi Wallace tenta un
harakiri passando direttamente a Benassi, che per fortuna laziale mette
fuori a porta praticamente sguarnita. La partita diventa cattiva, con
qualche fallo di troppo, ma al 37’ Immobile la sblocca raccogliendo un
corner dalla destra e beffando Lafont con una zampata di destro da
posizione difficilissima. Prima del termine un mezzo atterramento di
Caicedo resta impunito, ma tra falli ed ammonizioni finisce pure il
primo tempo con i biancazzurri meritatamente avanti. Nella ripresa si
attende il ritorno viola, che in effetti prova a mandare in porto
qualche iniziativa ma ottiene solo un tiro di Chiesa al 55’, respinto da
Strakosha. Inzaghi invece, che poco prima aveva già tolto Caicedo,
notando un Wallace in gran difficoltà lo sostituisce con Luis Felipe al
57’. La Fiorentina, nonostante gran il potenziale offensivo, si vede
pochissimo dalle parti di Strakosha; è grande invece la concentrazione
da parte biancazzurra, che non consente agli uomini di Pioli di poter
operare con continuità. La Lazio però resta bassa ed un tiro di Lulic
all’80’è la sola conclusione biancazzurra di rilievo del secondo tempo.
L’assalto viola si concretizza solo alla fine: prima un bel diagonale di
Chiesa è bloccato dal portiere biancoceleste, poi all’85’ Simeone si fa
respingere la conclusione da Luis Felipe. Correa in contropiede impegna
Lafont in angolo ed all’89’ il cross di Gerson sfila pericolosissimo
lungo tutta la porta laziale. Dopo 4’ intensissimi di recupero però
arriva il fischio di Orsato che sancisce l’ importantissima vittoria
laziale. Un altra sconfitta non sarebbe stata pensabile: in un ambiente
già lacerato dalle polemiche perdere oggi avrebbe significato l’inizio
di una crisi profonda. Invece con orgoglio e anche con un discreto gioco
la Lazio si scrolla di dosso ogni negatività, va a quota 15 e torna al
terzo posto in classifica. Tre punti davvero fondamentali per il
prosieguo della stagione, che fanno recuperare fiducia e consentono
alla truppa di Inzaghi di riordinare le idee, anche grazie alla sosta
del Campionato che arriva opportuna.
LAZIO FIORENTINA 1–0 37' Immobile
LAZIO:
Strakosha, Wallace (57’ Luis Felipe), Acerbi, Radu, Marusic, Leiva,
Parolo, Milinkovic, Lulic, Caicedo (52’ Correa), Immobile (84’ Berisha).
All Inzaghi
FIORENTINA: Lafont, Milenkovic, Pezzella, Hugo, Biraghi, Benassi (46’ Fernandes), Veretout, Gerson (64’ Eysseric), Pjaca (80’ Sottil), Chiesa, Simeone. All. Pioli
Arbitro Orsato
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