domenica 5 maggio 2019

Lazio, che pena. Le Pagelliadi

di FRANCESCO TRONCARELLI



6 a dillo a Parolo tuo - L'Atalanta ha fatto il bello e il cattivo tempo (pioggia di gol) all'Olimpico. Una Lazio confusionaria e a tratti impalpabile, ha perso così l'ultimo autobus possibile per la Champions. Praticamente sono scesi a piazza Maresciallo Giardino al capolinea del 32. "Quanta pena stasera..." avrebbe cantato il grande Romolo Balzani con il suo "Barcarolo romano". E contro gli orobici ci sarebbe voluto proprio un nocchiero per non andare in barca. Ma è stato un vero naufragio, non solo per le tempeste magnetiche, ma anche dal punto di vista tecnico tattico. E il diluvio abbattutosi sul campo ha spazzato via le illusioni di grandezza. Grazie al paroliere che comunque ha provato a dare la scossa ai compagni di merende. Ma è stato tutto inutile.

6- a dal 753 il calcio a Roma si chiama Romulo - E' durato venti minuti, come Rocco Siffredi dei tempi d'oro. Poi si è adeguato al fancazzismo della truppa. Del resto questi manco co' Belen come mamma l'ha fatta se sarebbero svejati.

6- a Lucas 2.0 - La legge di Murphy (vedi Wikipedia) riveduta e corrotta per le cose di Lazio ha colpito ancora: se le cose vanno male anche i migliori si adeguano. Amen.

6- ar  Pantera - Dà comunque il fritto. Male che va lo portiamo al Tibidabo in cucina questa estate per le fritture calamari e alici.

5 e mezzo ad Antonio Elia Acerbis - E' sì il ministro della difesa, ma co' sti soldati è sicuro che la guerra se perde.

5+ a Sylva Strakoshina - Una bella parata, poi ha lasciato la portineria pe' andà a giocà a battimuro con gli amichetti dell'oratorio. Zapata intanto pensava a battere cassa con noi.

5 e mezzo a Bastos e avanzos - The lyon sleep tonight (il leone s'è addormentato) era un vecchio successo degli anni 50. E' tornato di moda. Purtroppo.

5 a Lupo Alberto - Inguardabile. Nè più nè meno di un film di Guadagnino. Che probabilmente la maggioranza di chi ha la sventura di leggere queste storiche Pagelliadi che da 20 stagioni accompagnano le partite dell'Aquila, sa chi è. Pensate un po' allora che visione c'è toccato di subire.

5 al Ciro d'Italia - Ha tenuto fede alla sua poesia che festeggiava il compleanno in occasione della partita, il 5 maggio: Ei fu siccome Immobile...

5 a Correa l'anno 1900 - S'è fatto biondo ed è appaso tonto. Il suo apporto in corsa alla fine della fiera è stato come un commento qualsiasi di Salemme da Fazio: inutile.

4 -  a Somarusic - Il sonnambulo ha dato il meglio di sè. Una dormita biblica che neanche i telespettatori di Gigi Marzullo.

1 a Wallace, che de nome fa Fortuna, ma c'ha 'na zella che se lo porta via - C'erano una volta le pippe al sugo. Giocatori meno che modesti che calcavano i terreni di gioco senza sapere il perchè ci fossero. Con lui ci siamo superati, perchè è una sega ma, venendo dall'estero ed essendo straniero, internazionale. Cioè il peggio del peggio sulla piazza mondiale. Ogni riccio della sua imbarazzante capigliatura è un capriccio di chi lo vuole far giocare nonostante la nullità che esprime a piè (ma anche capoccia come il terzo gol-autogol conferma) sospinto. Un disastro annunciato che produce danni incalcolabili come un ministro a caso di questo governo quando parla, per il Pil, il divario con i Bund tedeschi e le olive greche del compianto Mario Brega che arrivano però dalla Tunisia. Sipario e tutti a casa.


Appunti di gioco
di Roberto Taglieri

Domenica, 5 maggio 2019

La Lazio naufraga contro l’Atalanta. Nella gara valida per la 35sima di campionato all’Olimpico  i biancazzurri s’illudono andando subito in vantaggio con Parolo, ma sono raggiunti da Zapata, poi superati grazie a Castagne e verso la fine un autogol di Wallace fissa il risultato sull’1-3, che premia i nerazzurri vittoriosi con merito. Questa tra Lazio e d Atalanta è una sfida che sa di finale: il destino mette di fronte le stesse squadre nello stesso stadio esattamente dieci giorni prima della partita che deciderà la vincitrice della Coppa Italia. Gasperini, che deve difendere il quarto posto, non può disporre di Toloi e Barrow: il 3421 del mister piemontese prevede Djimisiti e non Mancini a destra, mentre come sempre Gomez sta dietro ad Ilicic e Zapata. Simone Inzaghi invece, senza Lulic e Radu,  fa giocare Wallace, mette in campo Romulo a destra e Marusic a sinistra, infine davanti con Immobile c’è Caicedo. Non passano nemmeno 3’ che la Lazio va in vantaggio: Parolo raccoglie un passaggio indietro di Caicedo e riesce a mettere un rasoterra sul palo lontano della porta di Gollini. Al 9’ un tiro a girare di Luis Alberto è respinto con una certa difficoltà dal portiere, la risposta di Gomez un minuto dopo va sull’esterno della rete. Gollini salva su Immobile al 13’ e la Lazio ora legittima il vantaggio, ma i biancocelesti spariscono man mano, concedendo campo agli avversari. Zapata infatti si divora il pari al 18’ spedendo alle stelle da ottima posizione, ma poco dopo non fallisce l’1-1 solo in area, grazie anche ad un’amnesia di Acerbi e Wallace che lo perdono proprio nel momento del passaggio di Freuler. Ancora l’Atalanta è insidiosa al 28’ con Ilicic che stringe troppo il diagonale e manda sul fondo il pallone, la Lazio si fa vedere con una punizione di Luis Alberto che termina out, ma non mostra più l’intensità d’inizio partita. Nella ripresa c’è subito un miracolo di Strakosha sul destro di Ilicic; gli ospiti cercano di forzare i tempi, Inzaghi intanto toglie un ottimo Caicedo, mentre l’Atalanta grazie ad un’altra falla nel meccanismo difensivo laziale si porta sull’1-2. E’ Castagne a trovare il rasoterra vincente dopo che Gomez aveva rubato palla ed era riuscito a seminare il panico nelle retrovie laziali: Wallace, responsabile della seconda rete è ora fischiato spietatamente dagli stessi laziali. I biancazzrri non mostrano segni di ripresa; Marusic al 71’ prova il sinistro in corsa ma manda altissimo, invece al 75’ arriva il tris nerazzurro. Da un calcio d’angolo battuto da Gomez il colpo di testa di Djimisiti è sfiorato guarda caso ancora da Wallace, che fa autogol e chiude definitivamente il sipario sulla partita. Una Lazio inguardabile gioca solo i primi dieci minuti della gara e poi è sopraffatta da un’Atalanta più forte, in condizione fisica migliore e con un gioco più redditizio. Inzaghi oggi è uno dei responsabili di questa prestazione: mette in campo un Wallace inguardabile e non lo toglie mai, scredita se stesso sostituendo Caicedo che stava invece giocando molto bene, ma soprattutto non riesce ad adottare nessuna strategia per cambiare gara in corso d’opera. E così i biancocelesti,  in ottava posizione e fermi a 55 punti, ad oggi sono fuori anche dall’Europa League. Vedremo con quale spirito affronterà le ultime tre gare questa Lazio in grave crisi; conviene concentrare tutte le residue energie al 15 maggio, la serata che deciderà l’intera stagione biancazzurra.  



LAZIO    ATALANTA   1-3       3’ Parolo 21’ Zapata  57’ Castagne 76’ Wallace (a)
ATALANTA: Gollini, Djimisiti, Palomino, Masiello, Hateboer, De Roon, Freuler (85’ Pessina), Castagne, Gomez, Ilicic (64’ Pasalic), Zapata. All. GasperiniLAZIO: Strakosha, Wallace, Acerbi, Bastos (78’ Neto), Romulo, Leiva (78’ Badelj), Parolo, Luis Alberto, Marusic, Caicedo (54’ Correa), Immobile.  All: Inzaghi
Arbitro Calvarese

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