venerdì 25 ottobre 2019

Quando l'talia impazziva per lo Straniero

di FRANCESCO TRONCARELLI


Applausi, emozioni, consensi unanimi, tutta l'Italia voleva lo Straniero. Detta così, pensando a quello che succede e si legge oggi, può sembrare una barzelletta. Eppure 50 anni fa accadeva proprio questo, il Bel paese intero impazziva per lo Straniero, la tv, i giornali e soprattutto la gente lo volevano. E lo applaudivano.

Ovviamente si parla di musica perchè di problemi legati agli stranieri in quegli anni non esistevano, il mondo era diviso in due blocchi col Patto Atlantico e la Cortina di ferro a fare da guardiani e non si muoveva foglia, così gli unici a migrare da una regione all'altra erano proprio gli italiani che dal profondo sud, si trasferivano nel profondo nord alla ricerca di lavoro (Fiat, industrie) e di una vita che speravano migliore.

Lo Straniero che nell'ottobre del 1969, esattamente 50 anni fa invece incantava letteralemnte il pubblico, era Georges Moustaki, interprete dell'omonima canzone che arrivò dritta diritta al primo posto della Hit parade condotta da Lelio Luttazzi, dopo una sola apparizione televisiva, manendendo quella posizione sino a Natale.

i dischi più venduti nell'ottobre di 50 anni fa

Artista poliedrico nato ad Alessandria d’Egitto e naturalizzato francese (il suo vero nome era Giuseppe Mustacchi, Georges lo aveva mutuato nel nome d'arte dal suo idolo Georges Brassens) ma di origini italo-greche, visse in Francia dove era arrivato giovanissimo da "sans papier" per sette anni. La sua carta d’identità erano le canzoni che scriveva per gli altri. Più di 300 in una lunga carriera alternata alla scrittura di libri e alle corrispondenze sui giornali.

Per Edith Piaf "l'usignolo di Francia" che incantava tutti e con cui visse una storia d'amore, scrisse "Milord", un brano dal successo internazionale ripreso da Dalida in varie lingue, Milva in italiano e da tanti artisti in tutto il mondo. Altri pezzi che incontrarono successo li scrisse per Ives Montand, Juliette Greco, Serge Reggiani e Barbara confermandosi un autore di talento e di riconosciuta fama.


la grande Edith Piaff con un giovane Moustaky

Una sera, nel gennaio del 1969 andò in tv a cantare "le Métèque" e il giorno dopo era famoso. In Francia la canzone restò in vetta alla classifica per settanta settimane. Un record. Con la Polydor costretta a raddoppiare i turni di lavoro nella casa discografica per far fronte alle richieste.

Qualche mese dopo arrivò anche in Italia, Mike Bongiorno lo presentò alla Mostra internazionale di musica leggera di Venezia, "le Métèque" era divenuto "Lo straniero" e fu un trionfo. Lo sconosciuto capellone barbuto con quella cadenza strana vinceva la Gondola d'oro battendo fior di nomi della nostra musica come Modugno, Claudio Villa, Little Tony, Ornella Vanoni, Bobby Solo, Fausto Leali e saranno famose come Nada, Fiorella Mannoia e Marcella Bella. 

Metà pirata e metà artista, un vagabondo un musicista che ruba quasi quanto dà, come lui stesso era descritto nella canzone da un ispirato Bruno Lauzi che firmò la versione italiana del brano con un testo romantico e di facile presa che contribuì così in maniera decisiva al suo successo, Moustaki divenne improvvisamente il personaggio del giorno. Il più applaudito e ricercato. Una popolarità enorme che inevitabilmente scatenò le imitazioni (Noschese), vere termometro del successo e le parodie. Ce n'è una di Franco e Ciccio reperibile su youtube che è spassosissima.

Lauzi artefice del successo itliano di Moustaki

In quell' "autunno caldo" del 1969, non tanto per il clima ma per i più contingenti motivi sindacali e studenteschi che stavano mettendo sottosopra la società, una faccia vissuta e underground come quella di Moustaki, incorniciata da barba e capelli grigi, un po' alla Carlo Marx un po' alla santone, capitava a proposito, suscitando una sorta di interesse subliminale in un certo tipo di pubblico.

E in questo contesto tutti iniziarono a canticchiare quella ballata romantica e al tempo stesso evocatrice di atmosfere esotiche ed avventurose e ancora oggi, per chi c'era, è difficile scordare quei versi: "Con questa faccia da straniero sono soltanto un uomo vero anche se a voi non sembrerà. Ho gli occhi chiari come il mare capaci solo di sognare mentre oramai non sogno più". Una canzone che gli calzava a pennello e che la sua storia personale come la sua fisicità, rappresentavano. 

il 45 giri, un milione di copie solo in Italia

Il brano era nato da un episodio quantomeno singolare. Moustaki aveva conosciuto l'ennesima signora con cui aveva stretto un'affettuosa amicizia. Ogni volta, però, che il giovanotto ardiva esprimere un parere differente da quello della sua amica, questa lo zittiva dicendogli: “tais-toi, tu es un métèque”, taci tu che sei meticcio (emigrato, straniero, taci tu che non sei francese); il cantautore intese così risponderle ironicamente in musica, scrivendo questa canzone che è sì una canzone d’amore, ma la canzone d’amore di un etereo, libero, vagabondo sognatore.

Moustaki che poi interpretò anche una versione in francese di "Marche de Sacco et Vanzetti", cover della memorabile "Here's to you" (l'aveva scritta Ennio Morricone per la voce indimenticabile di Joan Baez, per il film "Sacco e Vanzetti") né disdegnò di avventurarsi in brani più leggeri. Come "Il rischio", che a lungo fu la sigla del "Rischiatutto", uno dei programmi più famosi di Mike Bongiorno che peraltro si vantava di averlo scoperto e che fu scritta dalla moglie del presentatore, la giornalista Annarita Torsello.

Poi, come spesso avviene per tutti quegli artisti che per i più svariati motivi e grazie a qualche brano fortunato trovano una seconda patria qui da noi, leggi ad esempio Silvie Vartan "Irresistibimente", "Come un ragazzo",  Johnny Hallyday "Quanto t'amo", Nino Ferrer "La pelle nera", "Agata", Michel Delpech "Per un flirt", "L'isola di Wight", ma non perseverano poi nel partecipare a programmi o manifestazioni canore, Moustaki sparì dai radar. Così come era arrivato, se ne andò, dall'oggi al domani, continuando comunque la sua fortunata carriera nella sua patria d'elezione, tornando però ad essere Straniero di nome e di fatto dalle nostre parti.

Moustaki Abate Faria nel Conte di Montecristo

Dimenticato, come tanti altri illustri colleghi che avevano "ballato una sola estate" (e che balli) e che col passare del tempo venivano accantonati nei meandri della memoria. Basti pensare che quando nel 1998 prese parte al "Conte di Montecristo", la miniseria televisiva con Gerard Depardieu, Ornella Muti e Jean Rochefort, pochi, pochissimi lo riconobbero nel canuto Abate Faria. Come dire il fascino del cantante guru si era perso nei capelli bianchi e le rughe di un signore di una certa età.

Poliglotta, viaggiatore, pittore, Moustaki aveva lasciato le scene nell'ottobre del 2011, dopo aver rivelato di soffrire di una malattia "irreversibile" che non gli avrebbe più consentito di cantare, finendo la sua esistenza di artista anticonformista e spirito libero un paio di anni dopo. E quando i lanci di agenzia diedero la notizia della sua scomparsa e i Mollica di turno scrissero i loro necrologi sui quotidiani, sono stati in molti a chiedersi "Moustaki? Ma chi, quello dello Straniero? Ma che fine aveva fatto?". Quella dell'artista. Oggi qui, domani là, ma per sempre nella mente di tutti con la sua musica.


 

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