lunedì 17 febbraio 2020

Lazio ora credici! Le Pagelliadi

di FRANCESCO TRONCARELLI


10 a Simone Inzaghi - Una Lazio spettacolare ha steso l'Inter dei campioni rimontando alla grande lo svantaggio iniziale. E' stata una partita emozionante, per cuori forti, che ha visto la Prima squadra della Capitale protagonsita assoluta e dominatrice del campo nel momento clou dello scontro per il vertice. Una vittoria che ci sta tutta e che porta la squadra al secondo posto in classifica a un punto dalla prima. Sorpasso effettuato quindi e19esimo risultato utile consecutivo, un trionfo. Un sogno ad occhi aperti che nessuno aveva ipotizzato all'inizio della stagione e che ora sta scuotendo tutto il Bel paese pallonaro. E questo risultato così bello e così inaspettato ha un artefice, il mister, che gioie così le ha assaporate con l'Aquila sul petto venti anni fa e che adesso ce le sta regalando di nuovo. Grazie Simone e adesso Lazio cerdici!

10 alla gente laziale - Un tifo incessante, uno stadio stracolmo, due scenografie emozionanti, in Nord e nella seconda giovinezza di tanti utras nella Tevere. E se ora siamo lassù a un passo dal cielo, l'applauso va anche al popolo biancoceleste che non ha mai tradito e ha sempre risposto compatto all'appello. Famiglie, bambini, tifosi di ieri con quelli di oggi, tutti insieme appassionatamente con le bandiere in mano di padre in figlio. E un applauso anche a Briga, il giovane artista che si è esibito prima della partita, esponendosi con fierezza da laziale vero e appassionato al contrario di altri suoi colleghi. Bravo Mattia! 

10 al Sergente - Un gol che entrerà nella storia perchè ha detto a tutti che ci siamo anche noi nella corsa scudetto. Il gol del sorpasso, il gol del boato, il gol della gioia. E poi vogliamo parlare di quel paio di sombreri che ha fatto a quei malcapitati nerazzurri sulla sua strada? Immenso.

10 al Ciro d'Italia - 26 gol, capocannoniere, ha già vinto la ciabatta d'argento e l'infradito di bronzo. Ora je tocca la scarpa d'oro.

9 ad Antonio Elia Acerbis - Ministro della difesa senza se e senza ma. Conte, il premier ovvio, non c'ha capito niente nella scelta dei suoi ministri. A casa, fosse solo per questo.

8 a Innamoradu - Come andrà a finire non possiamo dirlo, ma fa piacere che nella squadra che sta facendo sognare la città biancoceleste ci sia lui (e l'assente giustificato Lulic), combattente di mille battaglie, gladiatore della veccha guardia, il più romano dei romeni e di tanti romani. Nei secoli fedele.

7+ a Lupo Alberto - E' uscito alla distanza, come Bugo a Sanremo. Solo che il compagno di merende di Morgan non è nessuno mentre il Mago della Lazio è un fenomeno. Come Fiorello.

7 a Luca 2.0 - E chi lo Leiva più dal campo? 

6 e mezzo a Correa l'anno e Lazzari alzati e cammina - Sono entrati e la partita è cambiata. Sarà un caso, sarà una mossa studiata, sarà quel che sarà come cantavano i Ricchi e poveri in un festival storico, fatto è che il loro ingresso ha portato freschezza e fantasia. Come Frassica dal finto prete Fazio.

6+ a chiedimi se sono Felipe - Penso di sì, perchè hai giocato una grande partita per 94 minuti, per poi calarti le brache con una cappellata alla Oscar Lopez dei tempi migliori all'ultimo minuto. Roba che solo quel Carneade di Riki è capace di fare.

6 al Panter One -  Lukaku je spiccia casa. No, non è una frescaccia, ma l'analisi di come sono andate le cose. Il nostro puntero è costato du' soldi e non ha segnato nè concluso 'na mazza, l'altro è costato 'na cifra, non ha segnato e non ha concluso 'na mazza lo stesso. E adesso tutti insieme: Lukaku je spicci casa, fattene na ragione.

6 a Massimo Di Cataldi - 10 minuti per partecipare al banchetto. E che magnata!

6- a Sylva Strakoshina - Poteva rimanere a giocare a Burraco invece di sparare quella ribattuta a pugni chiusi che ha favorito Neil Young che senza Crosby e Stils se la cant ancora bene. Poi però si è riscattato sul cugino di secondo grado di Eriksson, tal Eriksen, che con un esse di meno parte comunque sfavorito. E si è visto.

5 e mezzo a Somarusic - Il Sonnambulo è andato a intermittenza. Come Piero Chiambretti che una volta fa ride e una volta fa piagne. Così anche lui ogni tanto si è acceso e spesso e volentieri si è spento. Nè più nè meno di Antonio Zequila al Grande fratello Vip che si dà da fare con tutte ma non conclude con nessuna.

5 a Meco Ioni - Non è tanto che il loro gol è nato da una sua palla persa (una delle tante), ma è per quelle fette a banane (che battute eh, dite la verità era dalle medie che non la sentivate vero?) che gli impediscono di fare il suo mestiere. Che è quello del calciatore. Dicono. Si dice. Direbbero quelli che non l'hanno mai visto giocare.

2- a Confort zone De Vrij - Pure lui voleva vincere per Zaniolo. Ma va a dormì. Sipario.



Appunti di gioco
di Roberto Taglieri

Domenica 16 febbraio 2020

La Lazio fa fuori l’Inter. Nel posticipo serale valido per la ventiquattresima giornata di campionato all’Olimpico i nerazzurri vanno in vantaggio nel primo tempo grazie ad una rete siglata da Young, ma nella ripresa sono prima raggiunti con un rigore trasformato da Immobile ed infine superati con Milinkovic, che sigla il 2-1 della vittoria laziale, che vale la seconda posizione in Classifica. La Lazio che viene dal successo di Parma, giunge allo scontro con i nerazzurri senza Lulic. Inzaghi decide per Jony, suo naturale sostituto; il ballottaggio tra Patric e Luis Felipe lo vince quest’ultimo, Marusic è preferito a Lazzari, infine Caicedo a Correa. Conte è senza Esposito e Sensi, oltre ad Handanovic e Gagliardini: in difesa con De Vrij e Skriniar c’è Godin, giocano poi Young e Vecino dal primo minuto. Tutto esaurito all’Olimpico: grande scenario di pubblico e gara di coreografie prima del fischio di Rocchi. Le due squadre non paiono per nulla bloccate ma in sostanziale equilibrio; la prima grande opportunità di Milinkovic al 9’ si stampa all’incrocio dei pali: un tiro potentissimo da circa 25 metri che poteva avere tutt’altro esito. L’Inter pareggia i conti delle occasioni al 19’, quando dopo una ripartenza veloce il tiro di Lukaku lo cattura Strakosha. Alla fine del primo tempo si spezza la  parità: da un contropiede innescato per un cross troppo arretrato di Jony, Candreva va al tiro, Strakosha riesce a respingere ma Young è pronto a ribadire in rete il vantaggio nerazzurro ed il suo primo gol in serie A. Nel secondo tempo la Lazio riesce subito a riacciuffare il risultato. Skriniar e Padelli fanno confusione, la palla arriva ad Immobile che nel momento di calciare è sbilanciato da De Vrij. E’ assegnato il calcio di rigore, che realizza Immobile spiazzando il portiere e riportando così la gara in equilibrio. Inzaghi ora cambia: via Jony e Caicedo, dentro Lazzari e Correa, che appena in campo fa partire un bel tiro che finisce altissimo. Al 70’ la svolta biancazzurra della partita: Marusic colpisce benissimo, sulla linea fortunosamente respinge Brozovic, ma riprende Milinkovic che lascia partire un sinistro rasoterra che termina all’angoletto e la Lazio va in vantaggio. Ora la partita diventa combattutissima: l’Inter si riversa in avanti per cercare il pari, Lautaro trova la rete ma in fuori gioco al 78’. Intanto Leiva deve uscire perché stremato, lo sostituisce Cataldi; mentre all’85’ Padelli miracolosamente riesce a prendere il 3-1 a Immobile lanciato a rete. Conte prova anche a mettere nella mischia Sanchez, l’Inter attacca con la disperazione, ma senza ordine, il suo forcing non produce nulla; la Lazio controlla, perde pure un po’ tempo ed alla fine ce la fa: i nerazzurri sono battuti. Un successo importantissimo, che ora fa gettar via definitivamente la maschera alla truppa di Inzaghi. L’Inter è scavalcata di due lunghezze, un solo punto separa la Lazio dalla Juve capolista a quota 57. Immensa, mitica ma anche bravissima e feroce: non ci sono più aggettivi per questa Lazio, capace dopo 19 risultati utili di fila di far sua l’ennesima sfida, stavolta contro un avversario veramente tosto. La squadra biancazzurra è solida, non sembra accusare la fatica, non ha nemmeno più impegni infrasettimanali e può concentrarsi solo sul Campionato: a questo punto pensare al primato non è più un sogno.

LAZIO INTER  2–1    44’ Young 49’ Immobile (rig.) 69’ Milinkovic
INTER: Padelli, De Vrij, Skriniar, Godin (87’ Sanchez), Candreva (77’ Moses), Barella, Brozovic (77’ Eriksen), Vecino, Young, Lukaku, Lautaro. All: Conte
LAZIO: Strakosha, Felipe, Acerbi, Radu, Jony (63’ Lazzari), Leiva (79’ Cataldi), Milinkovic, Luis Alberto, Jony, Caicedo (63’Correa), Immobile. All: Inzaghi.
Arbitro Rocchi

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