mercoledì 19 febbraio 2020

C'era una volta Rin Tin Tin

di FRANCESCO TRONCARELLI


Da divo di Hollywood a muratore. L'incredibile storia del protagonista di una delle serie più amate della televisione. Quando Rin Tin Tin bloccava l'Italia davanti al piccolo schermo. E quella volta che Pippo Baudo...

Ti stai trascinando in redazione. La notte è lunga, si annuncia noiosa. Nove volte su dieci, ma spesso dieci su dieci, non accade nulla che debba essere rilanciato in fretta per stare "sul pezzo" e battere la concorrenza sul tempo. Si va avanti così, tra il lusco e il brusco come avrebbe detto Petrolini, tra un'occhiata alla televisione, una alle agenzie, una al cellulare, una ai social.

Poi all'improvviso, mentre scorri il sito di un giornale americano, il sussulto. L'attenzione si concentra su una foto. E lo stupore è tanto. Noo, ma è lui? Ti domandi incredulo. Possibile? C'ha avuto un crollo peggio di Fabris dei "Compagni di scuola" di Verdone. A guardarlo bene sembra Palmulli, il bagnino di Ostia che a mezzogiorno del primo dell'anno si trasforma in Mister Ok e si butta da ponte Duca d'Aosta nel Tevere.

E invece è proprio lui, l'ex bambino prodigio del Cinema a stelle e a strisce degli anni Cinquanta che diventò popolarissimo ovunque come protagonista del telefilm "Le avventure di Rin Tin Tin", laddove il Rin col tin tin della serie era uno splendido pastore tedesco affidato alle cure del piccolo caporale dell'esercito "nordista", un biondino tutto giudizio e intelligenza interpretato da Lee Aaker. L'attuale Fabris d'oltreoceano.



Irriconoscibile come si può vedere. Tanto caruccio, preciso e pettinato da ragazzino, così maudid e trasandato come un clochard della Quinta strada oggi. Un cambiamento che colpisce e fa riflettere sulla caducità del successo e della vita stessa. Della serie come passa il tempo, e come passa pure la voglia di guardarsi allo specchio perchè non ci si riconosce più.

Trasmesso da tutte le televisioni del mondo, "Le avventure di Rin Tin Tin" è stato uno degli appuntamenti fissi della generazione degli anni Sessanta, replicato in seguito svariate volte (l'ultima nel 2008 su Rete 4), che venne sostituito per sfinimento, da "Zorro", serie che a sua volta viene riproposta ancora adesso con le repliche che vanno in onda puntualmente ogni estate su Rai 3.

Protagonista delle avventure del cane lupo era Rusty, impersonato da Lee Aaker appunto, un bambino diventato orfano durante una incursione indiana e salvato dai soldati di una postazione di cavalleria di stanza a Forte Apache. Rusty e il suo Rin Tin Tin erano al centro di storie di frontiera che vedevano muoversi nel vecchio Far West tribù di indiani, malviventi e avventurieri di ogni sorta.

Otre al cane lupo-attore, rivale dell'altro cane divo Lassie, presenze principali del telefilm erano l'atletico James Brown, omonimo del cantante, nei panni del tenente Rip Masters e il simpatico Joe Sawyer in quelli del sergente O Hara. Il piccolo grande ometto della televisone americana, ammirato e invidiato dai ragazzini era già conosciuto avendo partecipato a film di grande successo come "Il più grande spettacolo del mondo", "Mezzogiorno di fuoco" con Gary Cooper, "Hondo" al fianco di John Wayne e nel thriller "La marea della morte" con Barbara Stanwyck.

"Le avventure di Rin tin tin" però, furono la sua apoteosi perchè trasmesse dalle televisioni di mezzo mondo. Al telefilm peraltro è legata la storia e la carriera di Pippo Baudo. Incredibile ma vero. Il futuro conduttore più famoso del Bel paese era riuscito agli inizi della carriera  e dopo tanti tentativi ad avere un proramma in tv tutto suo, s'intitolava "Settevoci". La prima puntata del programma, però fu giudicata «intrasmissibile» dai vertici Rai.

Sembrava la fine delle fervide speranze di gloria del trentenne Pippo, già frustrate dopo un provino che l'aveva in parte deluso e sul cui esito, a firma di Piero Turchetti, Lino Procacci e Antonello Falqui, ovvero i registi più importanti della televisione italiana, era scritto: «buona presenza, buon video, discreto nel canto, suona discretamente il pianoforte, può essere utilizzato per programmi minori».

Ma, domenica 6 febbraio 1966 il colpo di scena e la sua salvezza: la bobina con la prevista puntata del telefilm Rin Tin Tin non pervenne allo studio centrale della Rai e per tamponare la mancanza si pensò di mandare in onda la puntata pilota di "Settevoci". Che fu un successo clamoroso, con indice di gradimento dell' 84% (allora non c'era lo share), che valse la riproposizione del programma per le domeniche successive e l'inizio di una strepitosa carriera per Baudo.

Baudo a Settevoci con Marisa Sannia e Tony Binarelli

Per un presentatore che cominciava a salire tutti i gradini del successo sino a divenire un numero uno della televisione c'era invece un divo della televisione che col passare del tempo quei gradini inziava a scenderli clamorosamente sino a scomparire completamente. Una fine ingloriosa, e probabilmente inevitabile, perchè il buon Lee crescendo non avrebbe potuto più interpretare quei ruoli che lo avevano fatto conoscere come bambino prodigio rimanendo così giorno dopo giorno fuori dal giro.

Un meccanismo tremendo, in cui anche lui come tanti altri personaggi che avevano "ballato una sola estate" ma anche di più, rimase stritolato, non riuscendo più a rimanere sulla cresta dell'onda, una situazione difficile che lo spinse a rimbocarsi le maniche per mantenersi. Dal set passò all'organizzazione di spettacoli, poi agli sci come maestro, poi si fece falegname, quindi muratore, uno nessuno centomila alla ricerca di un qualcosa per vivere e di una visibilità perduta tra un programma alla Migliori anni e l'altro.

C'era una volta Rin Tin Tin, c'era una volta il piccolo Rusty. C'era una volta la Tv dei ragazzi che faceva sognare con loro. Il cane non c'è più, Rusty è un uomo fatto e sfatto dalla vita, i ragazzi di allora non sognano più. Come la tv.



4 commenti:

  1. ...che mi hai fatto rivivere? Yuhu (si scrive così?) Rnti, era il grido di attacco di Rusty, che diventò anche nostro, giovani adolescenti degli anni '60. Yuhu Rinti, era per noi sinonimo di una cosa bella, ben fatta, buona. Si insomma un grido di vittoria, per un bel voto e per quei primi approcci con l'altro sesso che andavano a sostituire la mitica TV dei ragazzi!

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  2. Tempi favolosi. Ricordi di tanti pomeriggi passati ad immedesimarsi in quel piccolo eroico soldatino in compagnia di un cane desiderato di possedere come amico

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  3. Bellissimi ricordi ...in una puntata ci fu anche un giovane Lee Van Cliff ...non ricordo se si scrive cosi ma era quell'attore poi diventato famosissimo con il filone dei western ....il buono il brutto e il cattivo ...ecc.....

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