di FRANCESCO TRONCARELLI
Sean Connery è morto. L'attore scozzese si è spento serenamente nel sonno nella sua villa alle Bahams dove risiedeva da tempo, secondo quanto riportato dalla BBC che ha raccolto le prime dichiarazioni del figlio dell'attore.
La notizia ha fatto subito il giro del mondo. E non poteva essere diversamente perché l'attore è stato uno dei protagonisti più importanti ed apprezzati dal pubblico e dalla critica del Cinema internazionale.
Aveva da poco compiuto 90 anni ed in quella occasione tutti i suoi fan si erano stretti idealmente attorno a lui per fargli gli auguri, sia per il traguardo raggiunto sia per la consapevolezza del suo stato di salute ormai compromesso da diversi anni.
Ora il triste epilogo di una vicenda umana e professionale che ha attraversato gran parte del Novecento elevandolo a grande Artista e che lo ha visto passare senza soluzione di continuità fra innumerevoli lavori prima di affermarsi come attore.
Da muratore all'Oscar, da bagnino ad attore, da mister Muscolo a uomo
più sexy del mondo, Connery nasce a Fountainbridge, un sobborgo di Edimburgo, il 25 agosto del 1930
da Joseph Connery, un camionista figlio di immigrati irlandesi e da
Euphemia "Effie" McBain,
una cameriera scozzese. Una famiglia proletaria che non gli fa mancare
nulla, ma che il giovane Sean, un metro e 89 per un fisico atletico,
sente da subito stretta per il suo futuro.
A 16 anni si arruola così in Marina e a questo periodo risalgono due
particolari tatuaggi che si fa apporre sul braccio destro: "Scotland Forever" ("Scozia per sempre") e "Mom & Dad"
("Mamma & Papà"). La sua esperienza nella Royal Navy però si
interrompe nel 1950, quando non supera le visite mediche per una grave
ulcera gastrica ed è congedato.
Cominciano i mille mestieri per sbarcare il lunario e crearsi un
avvenire. Tra i tanti, anche il verniciatore di bare e il cameriere,
prima di affacciarsi timidamente nel teatro con piccole particine che
gli aprono la porta delle produzioni televisive e delle presenze in
qualche film grazie al suo sguardo ammaliatore e al fisico prestante.
La svolta nel 62, quando a sorpresa, vince il provino per interpretare
James Bond nel primo film della saga prodotta da Albert Broccoli e Harry
Salzman, battendo la concorenza di nomi del calibro di Cary Grant e
Roger Moore che lo sostituirà dopo.
il mio nome è Bond, James Bond |
Nell'autunno di quell'anno gli spettatori inglesi poterono vedere, a
distanza di pochi giorni, due versioni molto differenti dello Sean
Connery attore. Sugli schermi infatti, l'attore scozzese vestiva per la
prima volta, in "Agente 007 licenza di uccidere" (Dr No), lo smoking del
personaggio che lo avrebbe reso celebre.
Ma era anche Flanagan, soldato semplice della 3° Divisione di fanteria
sbarcato sulle coste della Normandia assieme a Henry Fonda, John Wayne,
Robert Mitchum, Richard Burton e mezzo Olimpo del cinema nel kolossal
bellico" Il giorno più lungo".
Apparentemente i due personaggi avevano pochi punti in comune. Uno
campione di raffinato aplomb l'agente segreto disegnato da Ian Fleming
che presentandosi con la frase mitica "il mio nome è Bond, James Bond",
conquistò subito tutti, l'altro il proletario e fanfarone Flanagan, è
una specie di miles gloriosus che scende dal mezzo da sbarco minacciando
i tedeschi ("Scappate, pezze da piedi. È tornato Flanagan"), ma poi
finisce sott'acqua e teme di annegare.
Flanagan, insomma, è un personaggio comico rispetto all'agente segreto,
eppure, a guardar bene, i due Connery non sono così agli antipodi.
Anzi. In tutta la serie dei film di 007 Sean, pur in modo più sottile e
ammiccante, condisce le proprie interpretazioni di umorismo. Il suo
volto sprizza ironia, anche in presenza delle donne più attraenti e dei
nemici più pericolosi.
Ed è proprio questo atteggiamento, da superman che non si prende troppo
sul serio, a insaporire avventure "a geometria variabile" che come aveva
osservato a suo tempo Umberto Eco, in fondo non cambiano mai, cambiano
solo l'antagonista, il villain, e l'ordine degli episodi.
Agente
007, dalla Russia con amore (1963), Agente 007 - Missione Goldfinger
(1964), Agente 007 - Thunderball (Operazione tuono) (1965) e Agente 007 -
Si vive solo due volte (1967), gli altri film della serie con
lui protagonista con il grande Pino Locchi a doppiarlo, e tutti ebbero
straordinario successo sia di incassi che di critica.
La sua misurata ironia e la indubbia classe, spiegano anche perchè
Connery resti a tutt'oggi (vedi il recente sondaggio della rivista Radio
Times) lo 007 preferito dal pubblico. Laddove, tra i suoi epigoni, un
Roger Moore esagera in ammiccamenti mentre un Pierce Brosnan o un Daniel
Craig sono troppo seri e asettici.
Dopo il definitivo divorzio da 007, la vena umoristica dell'attore
riemergerà in film e personaggi tra i più disparati. Basti pensare a
Zed, il "bruto" del distopico Zardoz che si fa beffe della sofisticata
Consuela sogghignando sotto i grossi baffi. O al Robin Hood anziano e
acciaccato del "Robin e Marian" a fianco di Audrey Hepburn di Richard
Lester, il quale continua a vaneggiare di imprese gloriose e vittorie
che ormai non può più permettersi.
un crepuscolare Robin Hood |
O all'arguto e affascinante Juan Sanchez Villa-Lobos Ramirez, mèntore
del protagonista della saga Highlander, un immortale che ne ha viste
troppe per non sorridere di sé e degli altri. O, ancora e soprattutto,
all'ineffabile professor Henry Jones sr., eccentrico e distratto papà
dell'archeologo-avventuriero di Spielberg, che in Indiana Jones e
l'ultima crociata si produce in autentici duetti da commedia con
Harrison Ford/Indy.
Certo, si potrà obiettare che spesso l'attore interpreta personaggi
eroici, impegnati in grandi avventure e via via più carismatici col
procedere dell'età: pensiamo al "Raisuli", il condottiero berbero del
Vento e il leone, al Guglielmo da Baskerville de In nome della Rosa, ad
esempio, o all'incorruttibile poliziotto irlandese Jimmy Malone (che
gli valse l'Oscar come miglior attore non protagonista) di "The
Untouchables - Gli intoccabili". Ma molto della sua cifra artistica,
inizia da lì.
L'autoironia non si limita al circuito dello schermo e lo certificano
alcune delle sue più celebri battute. Come quando affermò: "Forse non
sono un buon attore, ma qualsiasi cosa avessi fatto, sarei stato
peggio". O quando (era il 1999), proclamato dalla rivista People "l'uomo
più sexy del secolo", ai giornalisti che gli chiedevano un commento
rispose con humor scozzese: "Non saprei. Non sono mai stato a letto con
un uomo di sessant'anni, calvo".
gli Intoccabili |
Se Connery predilige l'ironia, è altrettanto vero che non ha mai amato
gli eufemismi o le mezze parole. Basti ricordare che, nel 2005, dichiarò
a un giornale neozelandese di volersi ritirare dallo schermo perché
"stufo degli idioti". Proposito rigorosamente mantenuto.
E' sempre stato molto geloso della propria privacy. Si è sposato due
volte, nel 1962 con l'attrice australiana Diane Cilento, dalla quale ha
avuto un figlio, Jason,
anch'egli diventato attore, che gli ha dato un nipote, Dashiell (1997).
Divorziato nel 1973, due anni dopo si è risposato con la pittrice
Micheline Roquebrune.
Vegano e ambientalista, nominato Sir dalla Regina Elisabetta nel 2002,
Sean ha vissuto gli ultimi trent'anni alle Bahamas, in una villa che domina
l'arcipelago corallino nell'Oceano Atlantico. Michael Caine, suo amico
fraterno, tempo fa disse che l'icona del Cinema «non aveva più il
controllo dei suoi sensi», facendo intendere che fosse malato di
Alzheimer.
E purtroppo era proprio così. E quindi, addio James Bond, Goodbye Sean Connery, sei stato il più grande agente segreto di tutti i tempi.