domenica 18 settembre 2022

La Lazio cala il poker. Le Pagelliadi

 di FRANCESCO TRONCARELLI

8+ al Ciro d'Italia - Con una prova maiuscola la Lazio ha battuto la Cremonese e soprattutto ha archiviato subito la batosta di Coppa. Un approccio giusto per cacciare i fantasmi danesi che ha prodotto una vittoria netta e senza appello per i modesti avversari. Si chiedeva una reazione d'orgoglio per tornare a correre e così è stato. La delusione e la rabbia della gente laziale davanti alle galoppate dei biancocelesti si sono attenuate già dai primi minuti quando il bomber dei bomber con l'Aquila sul petto ha aperto le marcature con uno splendido sinistro al volo. A lui che poi ha raddoppiato su rigore la copertina è d'obbligo perché con la sua voglia di rialzare la testa da capitano vero ha indicato ai compagni la strada per prendere i tre punti. Erano 40 anni che la Lazio non vinceva a Cremona, marcatore Giordano. Il testimone è così passato da Bruno a Ciro. E andiamo! 

7 e mezzo al Sergente - Un altro assist al bacio, un altro gol da favola. È tornato il leader che tutti vogliono come la sora Camilla. E meno male che nessuno se lo piglia.

7+ a Dio vede e Provedel - Una certezza. Come le tasse sulla casa. O Amadeus coi Soliti ignoti, fate voi, tanto sempre na tassa è.

7 a Pedro Pedro Pedro Pè - Il meglio di Santa Fè e Trigoria entra e patricamente segna. Che volete de più? Lo so che volete, ma non se po' dì nè scrive, porcelloni.

6 e mezzo a Patric del Grande Fratello - Che finimondo quel difensore Biondo chiamato Gasbarron. 

6 e mezzo a Miei cari amici Vecino e lontani - C'è ma mon si vede, come Pippo Baudo, non si vede ma c'è come Fiorello.

6 e mezzo a Lupo Alberto - Da germe a germoglio è un attimo. Una magia e via e Silvan muto.

6+ a Viale dei Romagnoli, 13 Ostia - Un palo che grida vendetta. E pure mannaggia la pupazza. 

6 a Benigno Zaccagnini - L'arciere non ha scagliato le sue frecce, ma almeno si è dato da fare. Come Renzi che s'è sposato Calenda per non affondare.

6 a Pasquale Ametrano Anderson - Con quella faccia un po così quell'espressione un po così che hanno tutti i Turisti per caso come lui in vacanza perenne e passeggio per il centro e abbuffata di torroni cremonesi, se poteva sperà qualcosa di più? Ma de che, già è tanto che ha snocciolato qualche palla e un par de finte. Tutto il resto è giocatore a tempo pieno e no part time come Filippetto.

6 a Casale degli Ulivi Agriturismo - Senza infamia e senza lode. Avete presente Marco Liorni? Anche senza di lui Reazione a catena andrebbe avanti alla grande.

6 a Somarusic - Un passo avanti rispetto la debacle di giovedì. Come Conte che rilanciando il reddito di cittadinanza ha ritrovato gli applausi.

6 - a Massimo Di Cataldi - Bocciato senza appello in Danimarca ha portato in appello tre materie: geografia, perché non aveva manco capito ndo stava, geometria, perché non era stato capace manco de fa un triangolo, italiano perché parlava nartra lingua e nun lo capiva nessuno. Ammesso agli orali.

5 e mezzo a Hysaj che i papaveri - Mezzo passo avanti rispetto la debacle di giovedì. Ma lui più di tanto non si preoccupa perché male che va il reddito di cittadinanza come nullafacente storico lo rimedia sicuro. Sipario.


Appunti di gioco

di Roberto Taglieri

 

Domenica, 18 settembre 2022

 

Biancazzurri corsari a Cremona. Per la settima giornata allo stadio “Giovanni Zini” la Lazio batte i grigiorossi dopo una gara senza storie; doppietta di Immobile e gol di Milinkovic nel primo tempo, Pedro nella ripresa e il poker è servito 0-4. Dopo la figuraccia in Europa League il mister biancazzurro, che perde Lazzari per infortunio, oltre ad Hysaj oggi decide di tenere fuori anche Romagnoli e mandare in campo Casale dall’inizio; a centrocampo poi c’è Vecino. Alvini invece non modifica la sua squadra, che si presenta con la stessa formazione che ha impattato con l’Atalanta, tranne che per Zanimacchia al posto di Pickel. Dopo il raccoglimento per il disastroso alluvione nelle Marche, la partita ha inizio con la Lazio che cerca di partire bene e di prendere il controllo della gara. Meglio non possono cominciare i biancazzurri,  perché già al 6’ su assist di Milinkovic è Ciro Immobile di sinistro a trafiggere Radu e sbloccare. Al 20’ la Lazio può già chiudere i giochi. Lochoshvili prende il pallone in area con un braccio e Orsato dopo un lungo controllo Var assegna il rigore. Va a battere dal dischetto ancora Immobile, che spiazza il portiere e la Lazio raddoppia. Per la Cremonese è un colpo durissimo, ancora più forte per l’infortunio di Chiriches, che deve lasciare alla mezz’ora, sostituito da Bianchetti. Lazio sul velluto, tranquilla e rilassata e Cremonese che inanella solo al 37’ la prima azione pericolosa con Dessers, che angola troppo il diagonale. Nel recupero arriva il tris biancazzurro: il forte tiro di Zaccagni è respinto da Radu su Milinkovic, che con un tocchetto fa rotolare il pallone in rete per lo 0-3. Dopo il riposo Ascacibar e Vasquez sono i due cambi di Alvini, che più che cercare un disperato recupero, tenta di limitare i danni. Al 49’ Sernicola in ottima posizione prova a piazzarla ma trova il corpo di Provedel e un attimo dopo Immobile a porta praticamente sguarnita arriva male al tiro e spreca il poker. Entrano Pedro e Romagnoli, ma intanto Radu para sul fortissimo destro di Immobile al 59, che cerca la tripletta anche al 67’, spedendo fuori. la Lazio perde comprensibilmente in concentrazione ed a concede qualcosa agli avversari; al 71’ Provedel riesce a respingere in angolo una rovesciata in area di Valeri e poi anche un colpo di testa di Bianchetti. Con la Lazio in gestione nel finale si vedono Basic e Gila, ma c’è tempo per la quarta rete, messa a segno in ripartenza da Pedro su assist di Immobile. Il palo di Romagnoli all’88’ è l’ultimo sussulto alla grande prestazione di tutta la squadra: Lazio sugli scudi, pur se contro una formazione di modesta caratura. Oggi al contrario di giovedi si è messo tutto alla grande sin dall’inizio ed i capitolini non hanno sprecato energie, controllando la partita sino alla fine. I biancocelesti riscattano così la figuraccia danese e soprattutto compiono un bel passo avanti in Campionato raggiungendo quota 14, momentaneamente in seconda posizione. Ed ora, dopo la sosta, la squadra di Sarri potrebbe allungare: la gara contro lo Spezia potrebbe consentirlo, pur con i consueti scongiuri.


 

CREMONESE    LAZIO  0-4  6’ Immobile  21’ Immobile (r)  47’ Milinkovic 79’ Pedro

CREMONESE: Radu, Aiwu, Chiriches (28’ Bianchetti), Lochoshvili (46’ Vasquez), Sernicola, Meite (63’ Pickel), Escalante (46’ Ascacibar), Valeri, Zanimacchia (80’ Milanese), Dessers, Okereke. All: Alvini

LAZIO: Provedel, Hysaj, Casale (57’ Romagnoli), Patric (78’Gila), Marusic, Cataldi, Vecino (66’ Luis Alberto), Milinkovic (78’ Basic), Anderson, Immobile, Zaccagni (57’Pedro).  All: Sarri

Arbitro Orsato

sabato 17 settembre 2022

Addio Henry Silva

 di FRANCESCO TRONCARELLI

Con quella faccia un po così quell'espressione un po così che hanno tutti i duri come lui cresciuti ad Harlem, Henry Silva non poteva che approdare nel Cinema per recitare il ruolo del cattivo.

Un volto inconfondibile, un'espressione impossibile, uno sguardo che incuteva rispetto e terrore. È stato l'antagonista per eccellenza dei film d'azione e di genere.

Quando sullo schermo appariva lui, gli spettatori in sala si davano di gomito cone a dire, ora inizia la bagarre.

Proveniente da una famiglia povera di origine ispanica ed italiana, era nato a Brooklyn e aveva fatto mille mestieri crescendo ad Harlem.

A 13 anni era già al lavoro come garzone,  poi sguattero in cucina, infine cameriere. Nel 1955 viene ammesso all' Actors Studio e partecipa a un allestimento della pièce A Hatful of Rain di Michael V. Gazzo, con Paul Richards e Anthony Franciosa.

La rappresentazione ha successo e giunge fino a Broadway, con la partecipazione di Ben Gazzara, Shelley Winters, Harry Guardino, oltre che di Franciosa, Richards e Silva.

Nel frattempo Silva inizia la carriera cinematografica nel 1952, recitando come comparsa nel film Viva Zapata! con Marlon Brando e Anthony Quinn.

Otterrà via via parti di maggior rilievo in film successivi, fra i quali Un cappello pieno di pioggia (1957), adattamento cinematografico della pièce A Hatful of Rain, fino al suo primo ruolo da protagonista nel film Johnny Cool, messaggero di morte (1963). 

Partecipa in ruoli di co-protagonista anche ad altri film importanti come La veglia delle aquile (1964), accanto a Rock Hudson e Rod Taylor, e 5 per la gloria (1965) con Raf Vallone.

A partire dal 1966 comincia a partecipare a numerose produzione italiane del filone western e poliziesco, interpretando Un fiume di dollari (1966), insieme a Thomas Hunter. Successivamente è protagonista di Assassination (1967), Quella carogna dell'ispettore Sterling (1967), e La mala ordina (1971), diretto da Fernando Di Leo. 

Questo film, in cui Silva è protagonista, gli dà la fama internazionale. Tra il 1973 e il 1977 recita sempre come protagonista in numerosi film di registi quali Umberto Lenzi, Giovanni Fago, Tonino Ricci, Andrea Bianchi.

Aveva lavorato anche Enzo Castellari in Fuga dal Bronk, ennesimo film cult che aveva fatto il giro del mondo. Silva inoltre ha fatto parte anche del clan di Frank Sinatra.

E' scomparso alla bella età di 95 anni, a dare l’annuncio, su Twitter, è stata la figlia di Dean Martin, Deana Martin.

“I nostri cuori sono spezzati per la perdita del nostro caro amico Henry Silva”, si legge nel messaggio, “uno degli uomini più buoni, più gentili e di maggior talento che io abbia avuto il piacere di chiamare amico. Era l’ultima star sopravvissuta del film originale Ocean’s 11. Ti vogliamo bene, Henry, ci mancherai”.

Il film a cui Deana Martin si riferisce è la pellicola del 1960 Ocean’s Eleven, uscita in Italia col titolo Colpo grosso, e in seguito oggetto di remake con la fortunata saga degli anni 2000. 

Silva tuttavia era noto anche per il suo ruolo nel classico di John Frankenheimer Va’ e uccidi (1962) in cui interpretava il personaggio del coreano Chunjin, che ingaggiava un memorabile duello di arti marziali con The Voice.

Per un incredibile ironia del destino, Silva se n'è andato mentre i cinefili di tutto il mondo lo festeggiavano per il compleanno. Un colpo di scena perfetto e inaspettato degno dei suoi film. Addio Henry, duro che piaceva a tutti.

domenica 11 settembre 2022

La Lazio stende il Verona. Le Pagelliadi

 di FRANCESCO TRONCARELLI


8 al Ciro d'Italia - La Lazio ha battuto il Verona dopo la bella vittoria contro gli olandesi in Coppa. L'anno passato dopo questi incontri in Europa si registravano puntualmente delle battute d'arresto, questa volta no a conferma che certi meccanismi di gioco, nonostante le barricate alzate dai gialloblu, funzionano. A sbrogliare la matassa che in ogni caso si stava ingarbugliando ci ha pensato il bomber dei bomber che con un inzuccata perfetta ha gonfiato la rete veronese. E da quel momento la partita è cambiata. Avanti Lazio!

7 e mezzo a Lupo Alberto - Col Mago in campo è tutta un'altra musica. Come coi Maneskin. Daje su. E Silvan muto.

7 al Sergente - Festeggiato per le 300 in maglia biancoceleste, ha sfoderato l'assist vincente per il suo compagno di merende storico. Grande.

6 e mezzo a Patric del Grande Fratello - Che finimondo quel difensore Biondo chiamato Gasbarron.

6 e mezzo a Dio vede e Provedel - E' come il gas che aumenerà, una certezza.

6+ a Benigno Zaccagnini - L'arciere c'è e si vede. La freccia la tirerà la prossima.

6+ a Rosanna Cancellieri - Provaci ancora gringo.

6+ a Basic Instinct - L'unico brivido in 55 minuti l'ha procurato lui con quella bomba di sinistro deviata sul palo da Ponte ponente ponte pi, portiere gialloblu. Incredibile ma vero. Il chierichetto vuol diventare prete!

6 a Somarusic - Un passo avanti rispetto al solito. Come Vanessa Incontrada all'Arena di Verona, sciolta come non mai

6 a miei cari amici Vecino e lontani - Un passo indietro rispetto al solito. Come Carlo Conti all'Arena di Verona senza abbronzatura.

6 a Lazzari alzati e cammina - Primo tempo vorrei ma non posso come un Massimo Giletti qualsiasi. Secondo tempo posso ma non vorrei sbagliare perchè c'ho l'occhi puntati addosso, come un Carlo d'Inghilterra neo sovrano. 

6 a Casale degli Ulivi Agriturismo - È l'ex e per questo lo Scrivano fiorentino lo fa debuttare, dice li conosce i gialloblu. Beh, lasagna se l'è magnato per le fettuccine e il dessert c'è tempo.

6- a Pasquale Ametrano Anderson - Con quella faccia un po così quell'espressione un po così che hanno tutti i Turisti come lui che approfittano del sole e 31 gradi per continuare la vacanza all'Olimpico, potevamo sperà qualche dribbling in più? Qualche tiro in corsa ad effetto? Qualche insomma che facesse sognare la gente laziale. Un sogno appunto come quello di Alvaro Vitali di vincere un Oscar.

6- - a Marco Antonio - Omen nomen de che. Per lui la locuzione latina secondo la quale nel nome c'è il destino di un uomo non vale. Col suo metro e 62 cm è l'esatto opposto di un fusto, un Marcantonio appunto. Lo vedi coi passi felpati muoversi fra gli altoni avversari e ti fa tenerezza. Come Pier Luigi Diaco che tutti gli anni ci riprova in tv nonostante i flop precedenti. Ce serve sto Pupo? Ai posteri, fatelo magnà de più comunque che è carne che cresce. Sipario.


 

sabato 3 settembre 2022

Lazio, vedi Napoli e poi...Le Pagelliadi

 di FRANCESCO TRONCARELLI

7 a la Provedel cuoco - Contro un Napoli aggressivo e manovriero, la Lazio è partita in quarta ma è finita in folle. Il vantaggio iniziale infatti è stato dilapidato da una condotta sotto tono e rinunciataria che ha favorito non solo il ritorno dei partenopei ma la loro voglia di vincere. Poi l'arbitro c'ha messo del suo e l'ha fatta Sozza. Resta il fatto che il migliore, si fa per dire, dei Sarri boys sia stato il portiere che ha sfoderato una serie di interventi, con le mani con le mani, con i piedi con i piedi con il kulo con il kulo (palo), che hanno limitato il passivo. Certo non è questa la strada per andare in Paradiso.

6+ a Benigno Zaccagnini - Stavolta l'arciere ha scagliato la freccia giusta. Poi però si è cullato sugli allori. Come un Stefano De Martino qualsiasi.

6 a Pasquale Ametrano Anderson - Con quella faccia un po così quell'espressione un po così che hanno tutti i Turisti per caso come lui che giocano dieci minuti e poi se ributtano in vacanza ndo voi arrivà? È partito a razzo (assist) è finito a ...si la rima è quella. 

6- a Patric del Grande Fratello e Viale dei Romagnoli, 13 Ostia - Come Franco e Ciccio, Ale e Franz, Paolo e Pedro, in due fanno una bella coppia. Ma non sono Stanlio e Ollio. Se nessuno davanti a loro fa filtro e rubapalloni, un tipo alla Leiva per intnderci, avoja a fa ride, ridono gli altri. 

6- al Sergente - da uno come lui ci si aspetta il colpo da genio, la giocata che risolve la partita. E invece non è mai decollato. Come Fiorello che senza la pubblicità è finito. 

6- al Ciro d'Italia - Ei fu. Siccome Immobile...

6- a Massimo Di Cataldi - Forse troppe lodi gli hanno fatto male. Sicuramente un passo indietro rispetto le precedenti partite. Quando incontra chi jela ammolla in mezzo al campo si nasconde dietro la lavagna.  Come Altafini che non a caso lo chiamavano il Coniglio ed era Altafini, il rivale di Pelè mica un ragazzo de bottega come lui.

6- a Lazzari alzati e cammina - Come Rocco Siffredi: è durato 50 minuti. Ma quanta differenza.

6- a Pedro Pedro Pedro Pè - È rimasto a Santa fè.

5 a Lupo Alberto - Quando il gioco si fa duro i duri cominciano a giocare, lui invece scompare. Un numero di magia però che non piace a nessuno. Gode solo Silvan che ritorna il più grande di tutta la concorrenza.

5 a Somarusic - Nè carne nè pesce. Praticamente nè.

5 a Basic instinct - Il chierichetto che vuole fasi prete. Ma se continua così mancoer sacrestano je fanno fa. Dall'Oroscopo di Branko la Luna consigli: quando siete in difficoltà, chiedete a Don Matteo. Vi aiuterà.

5- a Miei cari amici Vecino e lontani - È l'oggetto misterioso della squadra, l'Ufo della formazione. Accreditato come un marziano a Roma non ha fatto vedere ancora nulla. Anzi meno de niente. Per quello che non si è visto sino ad ora non si capisce a che titolo scenda in campo. Speriamo che prima o poi dimostri il suo talento da extraterrestre, più prima che poi però. Anzi subito. Se no fa la fine di ET e torna a casa senza la telefonata. Sipario.


Appunti di gioco

di Roberto Taglieri

 

Sabato, 3 settembre 2021

La Lazio si ferma. Nell’anticipo del sabato della quinta giornata all’Olimpico i biancazzurri vanno subito in vantaggio con Zaccagni, ma sono raggiunti da Kim e superati nel secondo tempo grazie ad una rete di Kvaratskhelia, che fissa il risultato sull’1-2, dopo una partita molto combattuta. I partenopei sono a Roma per ripartire dopo il mezzo passo falso di mercoledi; unico indisponibile è Demme, oggi Spalletti parte dall’inizio con Kvaratskhelia in avanti a far compagnia a Zielinski ed Osimehn. Sarri dal suo canto vara la medesima formazione che ha pareggiato a Genova; Luis Alberto è alla seconda di fila dal primo minuto e Vecino si accomoda in panca, così come Pedro, un po’ acciaccato ma abile ed arruolato. La Lazio comincia come meglio non si può: il cross dalla destra di Anderson finisce sui piedi di Zaccagni, che si gira, lascia partire un diagonale destro imparabile per Meret ed è subito 1-0. Il Napoli reagisce e prova a giocare tra le linee per aggirare la pressione laziale, ma i biancazzurri giocano alti e sono attentissimi. Comunque gli ospiti alla fine prendono in mano il gioco, ma all’inizio con scarsa lucidità. Al 34’ il Napoli si sveglia con Kvaratskhelia, che calcia bene ma para Provedel e poco dopo colpisce il palo a portiere battuto. Il gol è in arrivo: al 38’ Kim su corner colpisce di testa e riesce a sorprendere Provedel per l’1-1. In uno scontro aereo tra Marusic e Lozano quest’ultimo ha la peggio ed è costretto a lasciare per Politano e con ciò finisce anche il primo tempo. Nella ripresa il Napoli è subito incontenibile. Provedel salva la porta a valanga su Kvaratskhelia lanciato a rete, poi è ancora bravissimo sul colpo di testa di Zielinski e al 49’ Osimehn colpisce un palo. La Lazio è in bambola, Sarri toglie Luis Alberto e Zaccagni per Vecino e Pedro, ma il Napoli continua a spingere per portarla a casa e ci riesce al 61’, quando Kvaratskhelia spara una bordata dal centro dell’area e raggiunge il vantaggio, meritato da parte degli ospiti. Sembra che i biancazzurri abiano ancora forza per fare qualcosa di buono: Rrahmani al 65’ salva la porta sparando sul fondo. Mario Rui atterra Lazzari in area al 67’ ma Sozza non interviene per sancire un rigore sacrosanto ed ora la gara diventa molto nervosa. Al 70’ Meret salva sul colpo di testa di  Anderson, entrano Basic, poi Hysaj e Cancellieri ma l’unica occasione laziale nel finale è di Pedro, il cui tiro termina di poco a lato al 91’. Il risultato non cambierà più ed il Napoli alla fine si porta a casa i tre punti. I biancazzurri sono partiti bene ma poi si sono dimostrati troppo rinunciatari e sono restati in balia dell’avverario per oltre un’ora. La Lazio ha gestito malissimo il vantaggio, solo quando ha cominciato a giocare dopo la seconda rete del Napoli si è resa pericolosa ma è stato troppo poco. Dopo il pari beffa della gara di mercoledi arriva anche la sconfitta interna. E’ ancora presto per dare giudizi definitivi; per ora si ridimensionano le ambizioni biancazzure, che erano davvero grandi solo una settimana fa dopo la gara con l’Inter. Dopo la Samp i tifosi laziali si sentivano solo sfortunati, ora si cominciano a preoccupare.  

 

LAZIO   NAPOLI   1-2      4’ Zaccagni  38’ Kim  61’ Kvaratskhelia

LAZIO: Provedel, Lazzari (84’ Hysaj), Patric, Romagnoli, Marusic, Milinkovic, Cataldi (75’ Basic), Luis Alberto (53’ Vecino), Anderson (84’ Cancellieri), Immobile, Zaccagni (53’ Pedro). All Sarri

NAPOLI: Meret, Di Lorenzo, Rrahmani, Kim, Mario Rui, Lobotka, Anguissa, Lozano (47’ Politano), Zielinski (68’ Raspadori), Kvaratskhelia (68’ Elmas), Osimehn. All. Spalletti

Arbitro Sozza