giovedì 17 novembre 2022

Il mio canto libero, 50 anni di emozioni

 di FRANCESCO TRONCARELLI

                                                                            in un mondo

                                                                        che non ci vuole più

                                                                        il mio canto libero sei tu

Quando una canzone d'amore si trasforma in una sorta di inno alla libertà diventando la colonna sonora di generazioni su generazioni. E' il caso de "Il mio canto libero" uno dei brani più famosi e di successo di Lucio Battisti che festeggia i 50 anni mantenendo la stessa freschezza del primo ascolto.

Il pezzo fu pubblicato nel novembre del 1972, insieme al singolo "Confusione" ed era tratto dall'omonimo album "Il mio canto libero" composto insieme all'inseparabile Giulio Rapetti e riuscì ad entrare subito nella cassifica di vendite dove fu primo per undici settimane.

E' una canzone che nasce da una situazione personale, autobiografica, vissuta da Mogol. Il paroliere la scrisse dopo la separazione dalla moglie e l'incontro con la nuova compagna, la pittrice e poetessa Gabriella Marazzi, insieme a cui acquistò un mulino e un cascinale. 

Il brano affronta temi come il coinvolgimento sentimentale e l'amore analizzato dal punto di vista passionale, una riscoperta che i due autori ritraggono con un testo ricco di figure retoriche e scritto in chiave allegorica. 

Mogol e Battisti

In un mondo di silenzi che sceglie di non premiare la passione "Il mio canto libero sei tu, e l'immensità si apre intorno a noi, al di là del limite degli occhi tuoi". Un amore soffocato "In un mondo che, prigioniero è", l'amore riesce a tenere uniti e liberi.

"Avevo chiuso il mio matrimonio - ha raccontato Mogol - e mi ero legato a una giovane donna. Naturalmente a quei tempi queste cose venivano condannate dai benpensanti perchè fuori dal matrimonio era tutto illegittimo".

Il suo testo quindi è ricco di riferimenti alla libertà della persona, all'amore e all'ipocrisia di una società moralista sottolineati da una musica armoniosa composta da Lucio che riesce a coinvolgere subito. 

La ballata dall'atmosfera prima acustica poi quasi gospel, si trasforma infatti in un crescendo di voci e suoni. Un effetto molto trascinante che sposato a quel testo, da molti è stato percepito come un inno sì all'amore ma all'amore per la libertà.

L'immagine di copertina raffigura delle braccia alzate su sfondo bianco, mentre quella interna gambe e piedi nudi. Le fotografie furono realizzate dal fotografo Cesare Montalbetti, fratello di Pietruccio dei DiK Dik che ha ricordato:

"Radunai una cinquantina di amici, tra cui Mara Maionchi, il marito il compositore Salerno, i Dik Dik ed altri e li feci sdraiare tutti a terra e chiesi loro di alzare le braccia. La cosa più divertente avvenne per lo scatto della parte interna della copertina. Faceva freddo, ma pregai tutti di rimanere scalzi, alcuni, i più bassi, si tolsero i pantaloni restando in mutande. Peccato non aver fatto una foto a figura intera, sarebbe risultata esilarante".

Con questo brano l'accoppiata Mogol-Battisti si conferma ancora una volta unica, col poeta della musica pop che riesce a trasformare un evento della sua vita personale in un sentimento di valore generale e Lucio che riesce a dare a una semplice canzone la dignità di un capolavoro.

Il pezzo peraltro venne offerto in anteprima a Mina, che aveva già inciso negli anni precedenti "Insieme", "Io e te da soli" e Amor mio" firmati dalla coppia, ma la Tigre di Cremona declinò ritenendo che non fosse all'altezza degli altri. 

Lucio e la Formula 3

Impressione sbagliata perchè sia il 45 che il 33 giri di riferimento furono a lungo in testa alla Hit parade ed entrambi sono stati i dischi più venduti in assoluto della carriera di Battisti con un successo internazionale grazie alle versioni in spagnolo, inglese, tedesco e francese.

Settimo album della produzione del cantante, "Il mio canto lbero" che contiene nel Lato A "La luce dell'est", "Luci-ah", "L'aquila", "Vento nel vento" e nel Lato B "Confusione", "Io vorrei... non vorrei... ma se vuoi", "Gente per bene e gente per male" e appunto "Il mio canto libero" fu registrato negli studi di registrazione Fonorama di Milano e missato a Londra negli studi della EMI. 

Alla registrazione prteciparono molti amici di Lucio, che personalmente suonò chitarra, pianoforte, mandolino, lap steel guitar e chitarra hawaiana. Con lui in sala c'erano Gianni Dall'Aglio alla batteria, Guido Guglielmetti e il fututo cronista sportivo Bruno Longhi al basso, Mario Lavezzi alla chitarra e Vince Tempera al pianoforte.

Barbara Michelin, Babelle Douglas e e Vanda Radicchi al coro, Pier Luigi Mucciolo alla tromba  e Johnny Capriuolo al trombone e ovviamente i componenti della Formula Tre Alberto Radius, Tony Cicco e Gabriele Lorenzi mentre l'orchestra era diretta da Gian Piero Reverberi. 

Il risultato è "Il mio canto libero", 50 anni di emozioni, eccolo

 

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