lunedì 30 ottobre 2023

Lazio all'ultimo minuto. Le Pagelliadi

 di FRANCESCO TRONCARELLI

8 al Ciro d'Italia - Quando la partita si avviava verso un mesto pareggio, la svolta che premiava un ritorno al gioco dopo tante amnesie tecniche e tattiche di un primo tempo tutto da dimenticare. E ci ha pensato il bomber de noantri, entrato a un quarto d'ora dalla fine a buttarla dentro, assumendosi la responsabilità di tirare un rigore all'ultimo minuto. Se qualcuno doveva regalare la vittoria alla gente laziale, quel qualcuno poteva essere solo lui, Ciro Immobile. La Lazio si è così risollevata da quel torpore che l'aveva stordita e finalmente ha rialzato la testa. Ora però si deve continuare su questa strada.

7+ a Miei cari amici Vecino e lontani - È il più in forma deve giocare sempre. Punto.

7 a Pedro Pedro Pedro Pè - Il meglio di Santa Fè e Trigoria è una certezza. Suo lo zampino nell'azione che ha procurato il rigore e il Sorpasso su Inquelli.

6+ a Guendalina facce sognà - L'unico  he ha dato il fritto per tutta la partita. E meno male altrimenti sarebbe stata una catastrofe.

6+ a Dio vede e Provedel - Prima della partita ha ricevuto il premio Pulici. E ho detto tutto.

6+ a Lazzari alzati e cammina - Una spina nel fianco dei viola. Come Mariotto per Antonio Caprarica a Ballando con le stelle.

6 a Massimo Di Cataldi - Chi lascia la strada vecchia per la nuova...Più geometrico del "rivale", ha dato un senso al centrocampo. Senso unico verso la porta avversaria.

6 ad avviso di Kamada - Appena entrato subito una palla d'oro a Filppetto. Banzai e via ma ci voleva un pizzico di arigato...ni per saziare la gente laziale affamata di vittoria.

6- a Pasquale Ametrano Anderson - Tanto fumo e poco arrosto. Quello che ci voleva assolutamente. Ma con quella faccia un po così quell'espressione un po così che te volevi aspettà?

5 e mezzo a Benigno Zaccagnini - L'arciere non ha scagliato la sua freccia. Ha rimediato tanti calcioni ma non ce avemo fatto niente. Come col Mercante in fiera di Pino Insegno.

5 a Lupo Alberto - Gli si chiedeva una magia. E l'ha fatta. È sparito.

5 a Viale dei Romagnoli, 13 Ostia e Patric del Grande Fratello - Si certo, il gol era da annullare perchè la palla il viola se l'era aggiustata col braccio. ma loro avevano fatto una figura da polli, bruciati sullo scatto alla grande e via. Per il resto in affanno continuamente come nelle partite scapoli e ammogliati quando è la panza a dettare i tempi.

5 a Somarusic - Come il programma di Gigi Marzullo. Inutile.

5- Rovella per chi non si accontenta - Speciale Chi l'ha visto? interamente dedicato all'enfant prodige biancoceleste. Ospiti in studio l'autista del pullman della Lazio l'ultimo a vederlo entrare all'Olimpico.

5- a Castellano e Pipolo - S'è magnato un gol che se fosse stato Immobile l'avrebbero fucilato sul posto. Mah. Troppe pagnotte deve magnà el Taty. Sipario.




sabato 21 ottobre 2023

La Lazio si è tolta il Sassuolo. Le Pagelliadi

 di FRANCESCO TRONCARELLI

9 a Lupo Alberto - Una grande Lazio ha battuto con merito il Sassuolo. Non c'è stata partita al Maipei perché il boccino l'ha avuto sempre in mano la squadra biancoceleste sfoggiando un pressing impressionante e trame di gioco belle e continue. Un dominio assoluto che avrebbe dovuto concretizzarsi con un bottino di reti maggiore, ma tant è. Copertina d'obbligo al trascinatore dei Sarri boys, il Mago, che si è letteralmente scatenato, migliore in campo e goleador implacabile. Bravo. E la rincorsa verso i quartieri alti della classifica continua. Avanti Lazio avanti laziali.

7 a Pasquale Ametrano Anderson - Con quella faccia un po' così quell'espressione un po' così che hanno tutti i Turisti per caso come lui in vacanza perenne, sembrava che anche sto giro  concludesse poco o niente. Poi per fortuna dopo aver fallito un gol facile facile si è ravveduto buttandola dentro alla occasione successiva. Poi si è arreso con sé stesso. Insomma il bandolero stanco dura dieci minuti. Come Rocco Siffredi.

7 a Castellano e Pipolo - Un assist e lo zampino nel raddoppio. È l'ultimo arrivato ma ha capito tutto. Inamovibile. Avete presente Bruno Vespa che non schioda dalla Rai manco col Covid (ha fatto il collegamenti da casa!)?

6 e tre quarti a Guendalina facce sognà - Ha l'argento vivo addosso, trottolino giocoso du du du da da da ha pure la castagna facile. Se avesse pure il cocomero nei piedi sarebbero dolori.

6 e mezzo a Rovella per chi non si accontenta - Ha giocato poche palle ma le ha giocate al meglio. Il vero Mercante in fiera è lui e Pino Insegno muto

6  e mezzo a via dei Romagnoli, 13 Ostia - È ritornato l'uomo. che non deve chiedere mai ma pensare solo a bastonare chi gli capita sotto. Una specie di Antonio Ricci di Striscia la notizia che ha bastonato alla grande mister Meloni. 

6 e mezzo a Patric del Grande Fratello - Aò c'è voleva er Caciara in difesa perchè i meroverdi manco tirasseo in porta. Daje!

6 e mezzo a Miei cari amici Vecino e lontani - Se non ci fosse bisognerebbe inventarlo. Come Fiorello.

6+ a Massimo Di Cataldi - Galeotto quel palo. Ma avessero accorciato le porte? 

6+ a Pedro Pedro Pedro Pè - il meglio di Santa Fè e Trigoria si è concesso al minimo sindacale. Neanche fosse Landini che parla parla e poi resta tutto come prima.

6+ a Lazzari alzati e cammina - e non ti fermare più. Come un Paolantoni qualsiasi che francamente nun se regge più.

6+ a Somarusic - Finalmente una prova come si deve. Sulla fascia a tratti è stato come Sgarbi ,senza freni. Capra a chi?

6 a Benigno Zaccagnini - Provaci ancora Matteo.

6 al Ciro d'Italia - Forza Ciruzzo!

6 - - a Dio vede e Provedel - Spettatore non pagante ha vinto il torneo di Burraco organizzato in quattro e quattr otto con i fotografi assiepati inutilmente dietro la sua porta. Poi ritirato il trofeo ha pensato bene di farsi notare e se n'è uscito con un intervento alla Maximiano (ricordate la sua prima e ultima partita?) ed è stato il caos tra cartellini rossi e carta igienica bianca di chi attendeva il responso del Var al bagno per gli attacchi di strizza. Te possino capocciò. La prossima volta imita Silva Strakoshina: non uscì dai pali. Sipario.



sabato 14 ottobre 2023

Un Brindisi per la Lazio

 di FRANCESCO TRONCARELLI

Dai un'occhiata a Facebook e sulla home scorre una foto che ti cattura subito. Una squadra schierata in posa con una maglia bellissima, biancazzurra con lo scaglione rovesciato che diventa una V di vittoria. Uno spettacolo.

Poi guardi meglio è ti chiedi, ma è la Lazio? Magari una vecchia immagine sfuggita all'epoca dello scatto, molti volti sono noti del resto, c'è gente nostra. No, non è la Prima squadra della Capitale in un'inedita maglia, ma è il Brindisi, gloriosa squadra pugliese in una formazione della stagione 1972-73 con quattro calciatori laziali. 

Quattro, anche se in realtà erano addirittura sei, un record, gli altri due al momento della foto infatti erano in panchina. Ecco perchè quella squadra con quei colori ci sembrava così familiare. Allora vediamo chi erano i giocatori brindisini che hanno giocato per l'Aquila in quegli indimenticabili anni.

Biancazzurri pugliesi nati nel 1920...

Il primo in piedi da sinistra è Franzoni, si proprio lui, che di lì a poco diventerà l'eroe del derby, appena entrato gol e via, un trionfo che è nella storia della stracittadina che ancora suscita emozioni. Sguardo arcigno e volitivo, il terzo è Papadopulo, difensore implacabile e mastino dell'area piccola, sbarcato alla Lazio nel 69 insieme a Giorgione e Wilson. Quello che poi da allenatore nel famoso derby della Befana col gol di Di Canio (3 a1) arretrò Giannichedda in difesa con Talamonti. 

Al suo fianco poi un idolo della curva dei tempi d'oro, Mario Tomy. Capellone, frangetta, baffo alla mongola, sembra Tomas Milian nei film poliziotteschi di quegli anni. Attaccante che segnava col contagocce rappresentava il vorrei ma non posso di una Lazio in affanno. 

In curva gli volevano tutti bene come ho raccontato nel mio libro COME ERAVAMO perchè non la metteva mai dentro. Il giorno che segnò venne giù lo stadio e paradossalmente per lui fu la fine dell'avventura a fianco di Giorgione.

Chiude la fila dei biancazzurri sotto due bandiere, Rosario Di Vincenzo, detto Zarin, portiere del dopo Cei che nelle uscite a valanga aveva il pezzo forte. Lo chiamavano lo Yascin dei poveri. Poveri ma belli laziali.

Renna capitano del Brindisi e l'ex Milan Pelagalli capitano del Taranto

E in quel Brindisi neo promosso in B mentre la Lazio iniziava la sua avventura verso lo scudetto il capitano era Mimmo Renna, eroe della Lazietta anni 60.

Quella che aveva Miceli presidente e Mannocci allenatore, Pagni capitano, il professore Governato, il castiga grandi Vito D'Amato e i veterani Carosi, Carletto Galli, Piaceri e Gasperi.

Capocannoniere con 4 (4...) gol come Governato inseguito dai 3 di Mari, Christensen e D'Amato, Renna poi quando si ritrovò dall'altra parte della barricata nel Brindisi e giocò contro di noi, ci castigò, eliminando la Lazio di Maestrelli dalla Coppa Italia nella stagione 1972-73. Un classico della nostra storia.

la figurina Panini di Boccolini

50 anni fa la Lazio giocando a zona iniziava una stagione che l'avrebbe vista protagonista tanto da meritare lo scudetto e contemporaneamente il Brindisi che giocava ugualmente a zona si affacciava in B con tanta voglia di mettersi in luce dopo una entusiasmante cavalcata che le aveva garantito la promozione. 

E un posto in quella squadra rivelazione allenata da Vinicio l'aveva pure Luigi Boccolini, sesto laziale nel Brindisi più amato di tutti i tempi dai suoi tifosi.

Un attaccante rapido e mancino che ritroveremo qualche anno dopo in biancoceleste proprio con Vinicio sulla panchina della Lazio. E il cerchio si chiude. Con un Brindisi per la Lazio. Prosit.

o Lione Vinicio del Brindisi dei miracoli portato in trionfo

domenica 8 ottobre 2023

Lazio affonda la Dea. Le Pagelliadi

 di FRANCESCO TRONCARELLI

8 a Miei cari amici Vecino e lontani  - L'onda lunga della vittoria a Glasgow col Celtic arriva all'Olimpico per travolgere l'Atalanta. È stata una bella vittoria legittimata da un grande primo tempo in cui i Sarri boys hanno attaccato a testa bassa e preso a pallonate la Dea. Un due a zero lampo che ha fatto capire subito quali fossero le ambizioni dei biancocelesti. Poi ovviamente c'è stato il ritorno dei bergamaschi che ha fatto tremare i polsi a tutti, ma l'esito della partita era ormai segnato. Per la Lazio. Copertina d'obbligo al giaguaro uruguagio che ha siglato il gol della vittoria scatenando l'entusiasmo generale. Avanti Lazio avanti laziali!

7+ a Castellano e Pipolo - Un gol da gigante dell'area piccola sotto la Nord. Daje Tatý te volemo bene.

6 e mezzo a Rovella per chi non si accontenta - A vederlo giocare sembra un veterano.E invece è un Pupo Biondo. Autoritario, dà ordini in campo e smista e recupera palloni. È calato alla distanza. Come la Lazio.

6+ a Pasquale Ametrano Anderson - Con quella faccia un po' così quell'espressione un po' così che hanno tutti i Turisti per caso come lui in vacanza perenne all'Olimpico, cosa potevamo aspettarci se nonché giocasse un tempo solo? Assist al bacio per il Taty assist per se stesso nella ripresa quando si è allumacato in mezzo al campo. Bandolero stanco più che mai quando durerà 90 minuti toglierà il posto a Rocco Siffredi.

6+ a Lisasken dagli occhi blu - È entrato ed è cambiata la musica. Viva l'Achille Lauro biancoceleste.

6+ a Dio vede e Provedel - Incolpevole sui gol ha comunque tirato fuori un paio di interventi da numero uno. 

6 a Lupo Alberto - Poche magie tanti castelli in aria. Dal cilindro è uscito tutto meno che il coniglio libera tutti. Sim Salabim e Silvan tirò il fiato è ancora lui il Mago.

6 a Guendalina facce sognà - Maledetta traversa e chi l'ha inventata. Provaci ancora Matteo.

5 e mezzo a Benigno Zaccagnini - È partito in quarta è finito in folle. Come Pino Insegno.

5 e mezzo a Viale dei Romagnoli, 13 Ostia e Casale degli Ulivi Agriturismo - Quando la coppia scoppia. Un po' Boldi e De Sica un po' Cochi e Renato, finiti nel dimenticatoio di Cinecittà come i nostri eroi finiti nelle cappellate a go go. La difesa che fu alza le mani e toglie il disturbo.

5 a Somarusic - Nè carne nè pesce. Nè.

5 ad avviso di Kamada - Nè sushi nè arigatò. Nè pure lui.

4 a Hysaj che i papaveri - È l'uomo in più. Per gli avversari. Non pressa non marca non corre, non crossa, non si capisce che ce sta a fa. È il quarto mistero di Fatima ma nessuno riesce a decifrarlo. Finirà come l'araba fenice che ci sia tutti si dice dove sia nessun lo sa. Manco lui. Sipario.



giovedì 5 ottobre 2023

Addio Bruno Filippini

 di FRANCESCO TRONCARELLI

Aveva cantato la febbre del sabato sera molto prima dei Bee Gees e di John Travolta. Ma il suo sabato era quello autentico, frizzante, dei favolosi anni Sessanta, quando la gente viveva in bianco e nero ma sognava a colori un futuro migliore.

Bruno Filippini che ci ha lasciato in punta di piedi a soli 78 anni, era uno dei protagonisti della musica leggera di quegli anni irripetibili in cui l'Italia cambiava volto lanciata come era verso il boom economico e il cambiamento della società.

Romano di Pietralata, una voce cristallina che lo aveva fatto entrare nel celebre coro della Cappella Sistina, Bruno aveva la musica nel sangue e un idolo che imitava, il grande Neil Sedaka.

La sua interpretazione del cavallo di battaglia dell'artista americano Il re dei pagliacci, lo portò direttamente al festival delle voci nuove di Castrocaro che dominò brillantemente. 

Da lì la chiamata nel 1964 da parte di Ravera a Sanremo, dove nell'anno del trionfo di Gigliola Cinquetti, sua amica e anche lei debuttante con Non ho l'età, lanciò Sabato sera, un brano fresco e in sintonia coi tempi che divenne un tormentone.

Bruno e Gigliola vincono Castrocaro

Ma sabato sera ti porto a ballare, ti potrò baciare...cantava Bruno con quella voce particolare e quello sguardo da bravo ragazzo e la gente impazziva per lui. Da allora Cantagiri, Musicarelli, televisione. Una presenza affidabile e discreta.

Doppiatore per la Disney, sua la voce narrante de La spada nella roccia, attore per Franco Zeffirelli in Romeo e Giulietta, dopo aver collezionato altri successi con dischi come "L'amore ha i tuoi occhi" dedicato a Soraya la principessa triste e "La felicità", Filippini come tanti artisti dei Sessanta fu messo da parte dall'industria discografica per l'avvento dei cantautori e delle canzoni impegnate

Ma non rimase con le mani in mano, anzi le sfruttò diventando uno dei più ricercati artisti di pianobar per i migliori locali notturni del Bel paese. Dal Bella blu alla Cabala dal Tartarughino ai night della Costa Smeralda e Cortina.

Suonava i brani degli altri ma a grande richiesta chiudeva la serata con "Sabato sera" il suo pezzo forte che faceva ballare tutti. Lo ricordiamo con simpatia e nostalgia per un tempo dove la musica era vera, suonata e vissuta con passione, da artisti di razza come lui. 

Lui che non troverà un ricordo, vedrete, nei TG e nei programmi che vanno per la maggiore. Eppure la febbre del sabato sera quando si andava nei locali per sperare di fare colpo sulla ragazzina cui si faceva il filo, l'aveva inventata lui. Il Bee Gess di Pietralata. Ciao Bruno.