8 a Patric del Grande Fratello - Sembrava l'ennesima partita iniziata male ed avviata a finire peggio, ma il Frosinone aveva fatto i conti senza l'orgoglio dei Sarri boys che quando tutto sembrava perso hanno ribaltato il risultato in due minuti. Una situazione imprevedibile visti i precedenti ma al tempo stesso bellissima e perchè no, meritata. Il terzo gol infatti ha suggellato una supremazia che nel primo tempo stentava a manifestarsi. Il 2023 così si chiude nel modo migliore per la gioia della gente laziale.Copertina al difensore goleador che è stato il testimonial perfetto con il suo impegno della vittoria. E poi perchè quando gli ricapita?
8 a Castellano e Pipolo - S'è svejato! Incredibile ma vero. Un gol di testa clamoroso dopo averne ciccati un paio in precedenza. Da miracolo a Milano di De Sica a miracolo a Roma del più criticato, un trionfo. E adesso capocciò faje vedè chi sei.
8 a Lisasken dagli occhi blu - El Taty chiama l'Achille Lauro biancoceleste risponde. Si sono scambiati l'assist e il gol. Che coppia. Altro che Ficarra e Picone, i nostri eroi il film lo fanno allo stadio.
6 e mezzo a Rovella per chi non si accontenta - In un centrocampo affollato di canarini come il 64 nell'ora di punta, si è mosso bene cercando di dare ordine alla manovra. Va bè c'ha provato, come i manolesta sempre sul 64.
6 e mezzo a Benigno Zaccagnini - Gli è mancato il gol ma è quello che in attacco ha giocato meglio di tutti. Provaci ancora arciere.
6 e mezzo a Patrizia Pellegrini - Nella latitanza generale dal gioco dei suoi compagni di merende della prima frazione di gioco, è stato l'unico che ha dato il fritto. Purtroppo è uscito per infortunio ed è stato il panico.
6+ a Miei cari amici Vecino e lontani - Sarà un caso, sarà una realtà, sarà quel che sarà come cantavano i Ricchi e Poveri in un Sanremo di anni fa, fatto è che è entrato lui ed è iniziata la carica. Top.
6+ a Gila il mondo gila (cit. Jimmy Fontana, Cantagiro 1965) - Un mastino. Avete presente Sgarbi quando s'infuria?
6+ a Guendalina facce sognà - Un passo indietro rispetto al solito in compenso un braccio avanti. E ho detto tutto.
6 a Dio vede e Provedel - in perfetta media Muslera. Due tiri un gol e una parata. Daje.
5 a Somarusic - come il programma di Gigi Marzullo. Inutile
5- - a Pasquale Ametrano Anderson - Chi sperava che essendo la sua trecentesima partita con l'Aquila sul petto si potesse svegliare dal torpore in cui arranca è rimasto profondamente deluso. Con quella faccia un po' così quell'espressione un po' così che hanno tutti i Turisti per caso come lui in vacanza perenne all'Olimpico che ti volevi aspettare? Bandolero stanco è e Bandolero stanco rimane. È come la monnezza, cambiano i sindaci ma sta sempre dappertutto. Olè.
5- - ad avviso di Kamada - Vederlo spaesato in mezzo al campo e ignorato dai compagni fa pure pena ma poi pensi che è un giapponese e che nel DNA dovrebbe avere la grinta del lavoratore indefesso che non si arrende mai e sta sul pezzo h24, te cascano le braccia. L'unico moscio der Sol levante l'avemo preso noi. Er sole però con lui è tramontato da un pezzo e je è rimasto solo er levante. Da mezzo. Sipario.
Lo sguardo da piacione, il ciuffo alla Elvis, il fisico da culturista, Maurizio Arena è stato uno dei protagonisti del neoralismo rosa, quel cinema fatto da poveri ma belli che entusiasmava il pubblico e riempiva le sale.
Un vero divo seguito passo passo dai paparazzi per i suoi flirt clamorosi puntualmente raccontati dai settimanali che si occupavano di gossip. Lo chiamavano il Principe fusto, veniva dalla Garbatella, quartiere popolare di cui era il perfetto testimonial con la sua simpatia genuinamente de noantri e i suoi atteggiamenti da duro dal cuore tenero.
Attore di grandissimo successo, protagonista della Dolce vita è stato uno dei simboli degli anni Cinquanta con la sua voglia di vivere e di affermarsi. Un "bullo rubacuori" come lo descriveva la stampa che sapeva anche giocare a pallone.
Arena calciatore
Mediano dai piedi buoni anche se dolci e gran tifoso laziale. Tanto che in una delle solite crisi tecniche ed economiche che attraversò la Lazio, l'allora presidente Ernesto Brivio dichiarò alla folla che avrebbe schieraro in campo lui con Nicola Pietrangeli, il celebre tennista ugualmente laziale. E i tifosi si placarono.
In quel decennio che stava cambiando l'Italia proiettandola verso la
modernazzizazione e il cambiamento del Costume, Arena incarnava sullo
schermo il ragazzo di borgata che si stava emancipando e che pur non
avendo studiato riusciva a trovare il suo posto nella società sfruttando l'arte di arrangiarsi.
Renato Salvatori, Marisa Allasio e Maurizio Arena
"Poveri ma belli", "Belle ma povere" e "Poveri milionari"è il trittico
che lo lancia nella Hollywood sul Tevere come uno dei giovani attori più
pagati e applauiditi. Con lui in quelle famose pellicole dirette da
Dino Risi rimaste nell'immaginario collettivo come esempio di commedie
all'italiana spensierate e divertenti, Renato Salvatori, Marisa Allasio e
Lorella De Luca.
Maurizio la sera stazionava a via Veneto coi vitelloni dell'epoca, con gli artisti, le attricette e i personaggi un po' folli un po' straordinari di quelle notti romane magiche e travolgenti, collezionando una serie di love story incredibili come quella con Linda Christian ex moglie del grande Tirone Power e madre della piccola Romina futura signora Carrisi.
Ma la storia che fa il giro del mondo è quella che vive con Beatrice di
Savoia, detta Titti, figlia dell'ultimo Re d'Italia Umberto II e della
regina Maria Josè. Un colpo incredibile che rovescia gli stereotipi
delle favole in cui è il principe che conquista l'umile ragazza del
popolo.
Maurizio e Linda Christian
Per giorni e notti interi i due vengono seguiti da sciami di fotografi che cercavano di sorprenderli in atteggiamenti amorosi. Una passione bruciante e al tempo stesso turbolenta per l'opposizione della Famiglia reale la loro, che suscita curiosità e anche invidia nei maschi italici e che finisce con la inevitabile rottura tra feroci polemiche.
Ma come spesso accade, nonostante decine di film di successo e
un'attenzione mediatica notevole, arriva il momento in cui la fortuna
cambia direzione e nonostante sia maturato come interprete (aveva
frequentato l'Accademia Sharoff) il bel Maurizio ormai resta ingabbiato
nel personaggio che l'ha reso celebre.
In un paese che si avvia
velocemente verso il boom economico però quel popolano di belle speranze
che sullo schermo cerca di emergere sgomitando non interessa più, nuove
storie e nuovi attori sono all'orizzionte lasciando indietro chiunque
non sia in grado di tenere il passo.
il principe fusto e la principessa vera
Il principe fusto non funziona più e da protagonista assoluto Arena diventa prima comprimario, poi caratterista, sino ad essere chiamato solo per ruoli sempre più secondari e per film di serie B. Finisce insomma ai margini come se fosse il rappresentante di un "come eravamo" che non interessa più nessuno.
A quel punto la svolta, Maurizio ha una crisi mistica, comincia ad
ostentare una sorta di religiosità oltre ogni limite e millanta di
possedere doti di guaritore donategli direttamente da Dio, grazie alle
quali afferma di far sparire ogni male.
Sono in molti a
credergli e nel suo villone di Casal Palocco c’è la fila, anche e
soprattutto perché l’ex mister muscolo del rione non chiede soldi in
cambio delle sue presunte prestazioni miracolose, al contrario di tanti
ciarlatani.
con Celentano nel film Er più
Appesantto dal fisico, con indosso un camicione alla Demis Roussos,
Arena è praticamente un altro, non più il fusto latin lover che faceva
vibrare i cuori delle massaie ma il guru che fa del bene, un cambiamento
che ha del surreale, impensabile per chi lo aveva conosciuto, ma
tant'è.
La popolarità così torna di nuovo ai massimi
livelli quando a febbraio del 1979 partecipa a una puntata del programma
di Maurizio Costanzo "Acquario" in cui dopo l'intervista si alza, si fa il
segno della croce e guarda verso la telecamera
imponendo le mani in avanti senza dire nulla.
Interrogato subito dopo dall'anchorman riguardo quella messinscena,
Arena
spiega che quello che ha fatto “arriva dove deve arrivare” invitando chi
abbia tratto dei benefici dal suo gesto a scrivere alla redazione.
E furono centinaia le lettere che arrivarono tanto che vennero racccolte
in un libro.
guaritore in diretta da Maurizio Costanzo
A novembre i riflettori della tv si accendono di nuovo su di lui, per un'intervista sugli anni della Dolce vita e i paparazzi, in cui il buon Maurizio va a ruota lbera racccontando la sua vita, è un documento importante, che riproponiamo, perchè ci offre un suo ritratto inedito, l'ultimo, in quanto venti giorni dopo morirà stroncato da un infarto a soli 46 anni.
Oggi Maurizio Arena, all'anagrafe Maurizio Di Lorenzo nato a Roma il 26 dicembre del 1933, avrebbe compiuto 90 anni e vedrete, saranno pochi quelli che lo ricorderanno, troppo datato come personaggio e per lo più completamente dimenticato dai più, giornali e televisioni compresi che con lui ci hanno campato alla grande.
Noi invece lo ricordiamo con piacere per quella simpatia da povero ma bello che regalava a tutti, per quella generosità innata che lo contraddistingueva, come quella volta che si presentò con un pallone nuovo di zecca nella piazzetta vicino casa sua a via di Villa Pampili dove ragazzini giocavamo perchè il nostro si era bucato.
Perchè nonostante Google lo ignori se digiti solo il nome Maurizio proponendo personaggi come Costanzo, Sarri, Gucci, Gasparri, Landini e persino un tal Maurizio del Grande Fratello, Maurizio Arena è stato il simbolo di un'epoca in bianco e nero in cui si sognava un mondo a colori. E scusate se è poco. Auguri Maurì!
8 a Guendalina facce sognà - Per regalare un Natale felice alla sua gente la Lazio aveva un solo risultato, vincere. E così è stato anche se a onor del vero c'è stato anche da soffrire per il ritorno dell'Empoli. Certo è paradossale che ci sia stato perchè stiamo parlando di una squadra modesta ma i Sarri boys ormai ci hanno abituato al solito calo di tensione tra un passaggio indietro e un'amnesia totale. Copertina d'obbligo al capellone francese veramente l'uomo in più del gruppo. Il migliore senza se e senza ma. Grazie a lui sarà un Natale biancoceleste.
8 a Dio vede e Provedel - Se non ci fosse bisognerebbe inventarlo. Come Fiorello. È una garanzia. Come Fiorello. Regge il reparto da solo. Come Fiorello appunto perché Biggio e Cacciari sono inutili.
7 a Benigno Zaccagnini - L'arciere finalmente ha scagliato la sua freccia e ha fatto centro. Ci voleva proprio perchè le cose si stavano mettendo male. È stato il gol della sicurezza, un bel regalo per le feste. Grazie.
6+ a Rovella per chi non si accontenta - È partito in quarta è finito in folle. Come la Ferragni. Ma lui non vende fumo ma solide realtà.
6 a Patric del Grande Fratello e Gila il mondo gila (Jimmy Fontana, Cantagiro 1965) - Ric e Gian, Ale Franz, Greggio e Iacchetti, Dio li fa e più lì accoppia. Certo hanno ballato alla grande ma sulle note di Jingle Bells alla fine tutto è concesso.
6 al Ciro d'Italia e Lupo Alberto - Sfortunatissimi speriamo che sotto l'albero trovino un pronto recupero. Abbiamo bisogno di loro. Forza ragazzi!
6 a Lisasken dagli occhi blu, Pedro Pedro Pe e Massimo Di Cataldi - Non sarà il trio delle meraviglie, ma nel finale in crescendo e da brividi hanno fatto ammuina, quello che serviva per chiudere imbattuti.
6- a Avviso di Kamada - Entrato in corsa per rilevare Lupo Alberto si è confermato il giapponese più moscio del mondo. Niente banzai, niente harakiri, solo una minestrina da ospedale alle 18 e 30, l'ora proprio della partita. Dice lui che non è compreso, la verità è che noi non comprendiamo lui. Arigatò.
6- a Patrizia Pellegrini - Tanto rumore per nulla. Come Valerio Staffelli.
5 e mezzo a Pasquale Ametrano Anderson - Con quella faccia un po' così quell'espressione un po' così che hanno tutti i Turisti per caso come lui in vacanza perenne che ci si voleva aspettare? Bandolero stanco è da una vita, bandolero stanco rimane, nulla di nuovo. È come la monnezza a Roma, cambiano i vertici ma non la leva nessuno.
5 e mezzo a Somarusic - È già tanto che non ha fatto danno. In compenso non ha fatto niente. Non si sa quale due opzioni sia preferibile.
5 a Castellano e Pipolo - Dal disertore della vanga che fu Nina Murici al desertore della Pampa. Il passo non è breve ma tant'è. A tratti nella sua nullità ricorda il miglior Capocchiano che come è noto non la prendeva mai nè era capace di tirare un calcio al pallone. Co un 'ariete' del genere dove vuoi andare? Pe' funghi, ma è tempo di panettoni. Buon Natale a tutti, pure a lui. Sipario.
6 e mezzo a Dio vede e Provedel - La Lazio ha avuto la grande occasione per battere la capolista del campionato. E non è una battuta ma la pura verità. Il guaio è che i biancocelesti avevano fatto i conti senza l'oste che puntualmente, come in Champions, si è confermato l'uomo in più degli avversari. Eppure i Sarri boys avevano interpretato al meglio la partita giocando a tutto campo un bel calcio, d'anticipo e con un buon fraseggio, sino alla cappellata clamorosa che ha vanificato tutto cambiando l'andamento del match. Ecco perchè la copertina la riserviamo al numero uno, perchè quando è saltato il banco lui ha fatto di tutto per arginare il kappao.
6 e mezzo ad Avviso di Kamada - Un altro. Come Vittorio Cecchi Gori che da quando sì è ingrassato sembra la Sora Lella. Probabilmente era il cugino. Facciamogli un contratto e rimandiamo a casa quell'altro. Arigatò.
6 e mezzo a Lazzari alzati e cammina - e non ti fermare più. Il Forrest Gump biancazzurro ha dato la spinta a tutti i compagni di merende per una bella scorpacciata. Peccato che la cena si sia riproposta per un merluzzo andato a male. L'espulsione? Quando ce vo ce vo a mandaccelo...
6+ a Rovella per chi non si accontenta - È partito in quarta poi ha scalato le marce fino a ritornare a spingere a tavoletta. Ma non è stato sufficiente per vincere la corsa.
6 al Ciro d'Italia - Combattivo e sempre sul pezzo. È mancato però il tiro decisivo. Più a noi che a lui.
6 a Benigno Zaccagnini - Ha fatto cento, partite con l'Aquila sul petto ma non ha fatto centro. Quello che più contava.
6 a Guendalina facce sognà - Tanta caciara come sempre ma con quei marpioni nerazzurri c'è poco da mischiare le carte. Bisogna darle.
6- a Castellano e Pipolo - Quando segnerà sarà tre volte Natale. Mo' è già Quaresima.
5 e mezzo a Lupo Alberto, Massimo Di Cataldi e Pedro Pedro pe - in tre non ne hanno fatto uno buono. Come Aldo Giovanni e Giacomo che non a caso si sono sciolti.
5 e mezzo a Pasquale Ametrano Anderson - Con quella faccia un po' così quell'espressione un po' così che hanno tutti i Turisti per caso come lui in vacanza perenne all'Olimpico c'era da temere il peggio. E così è stato, certo non per colpa sua ma è anche vero che da buon bandolero stanco è apparso da subito stanchissimo come se avesse giocato veramente.
5 e mezzo a Casale degli Ulivi Agriturismo e Gila il mondo gila (Jimmy Fontana, Cantagiro 1965) - Come Ale e Franz su RAI due, un fiasco clamoroso. Ma in fondo non è colpa loro, puoi vincere la battaglia dell'auditel se dall'altra parte ci sono i numeri uno?
2- a Somarusic - Quando affibbiammo questo nickname al prode calciatore ci fu chi non capì il perchè. Lo dobbiamo spiegare? In tempi non sospetti avevamo capito tutto sulle sue qualità artistiche più che tecniche, sì perchè questo signore recita la parte del calciatore ma la sua interpretazione non vale nulla, Martufello al confronto dovrebbe vincere l'Oscar, lui è già tanto se gli danno lo scardabagno. Non era bastata la frescaccia di Madrid speriamo che quella contro l'Inter sia l'ultima perché di attori che fanno pena ne abbiamo piene le tasche. Sipario.
7 a Benigno Zaccagnini - Questa volta non è bastato alla Lazio un "misero" gol per vincere la partita coi gialloblu. Il tic e toc con inutile trastullo in mezzo al campo infatti non è servito per arginare un arrembante Verona che la rete del pareggio daje e daje l'ha trovata. Che peccato. E cosa ancora più grave in superiorità numerica i Sarri boys non sono stati capaci poi di rimontare. Chi sperava che l'eurogol dell'Arciere fosse sufficiente per ottenere i tre punti necessari per la risalita in classifica è rimasto deluso. Del resto non sempre si riesce a raggiungere il massimo risultato col minimo sforzo e la lezione del Bentegodi lo ha dimostrato.
6 e mezzo a Lazzari alzati e cammina - e non ti fermare più. Il Forrest Gump biancazzurro è stato una spina nel fianco degli avversari, macinando chilometri e superando gli ostacoli. Ma non si può vincere con un solo giocatore.
6 a Pasquale Ametrano Anderson - Con quella faccia un po' così quell'espressione un po' così che hanno tutti i Turisti per caso come lui che ultimamente se la godevano in vacanza più che sul campo, c'era da temere il peggio e invece il bandolero stanco ha iniziato subito a briglia sciolta fornendo tra l'altro l'assist all'ex Veronese. Poi è calato alla distanza.Come gli altri compagni di merende.
6 a Lupo Alberto - Ha tentato il colpo magico ma il coniglio è rimasto nel cilindro. E Silvan ha tirato il fiato.
6 a Castellano e Pipolo - Tanto fumo e poco arrosto. Come Massimo Giletti.
6- a Rovella per chi non si accontenta - È partito in quarta è finito in folle. Come Vittorio Sgarbi.
6- a Guendalina facce sognà - un passo indietro rispetto al Genoa in Coppa Italia. Più caciara e meno fatti. Avete presente Morgan?
6- - al Ciro d'Italia - Ei fu. Siccome Immobile.
5 e mezzo a Dio vede e Provedel - Una parata da palla avvelenata. Manco Carrizo.
5 e mezzo a Casale degli Ulivi e Gila il mondo gila (Jimmy Fontana, Cantagiro 1965) - Quando la coppia scoppia. Hanno ballato anziche no poi quando hanno avuto la palla buona, il primo ha fatto fallo vanificando il colpo di testa l'altro si è fatto uccellare dal goleador avversario. Un trionfo da oggi le comiche. Ma non ha riso nessuno.
5 e mezzo a Patrizia Pellegrini e Pedro Pedro Pe - In due non ne hanno fatto uno buono. Come Ale e Franz.
5 a Hjsai che i papapeveri - E' il quarto mistero di Fatima. Non pressa,
non difende, non scende, non qualsiasi cosa fa. E non si capisce che ci
sta a fare. Nessuno lo sa ma intanto sta là. Il guaio che non lo sa neanche lui. Sipario.
È una cosa incredibile ma purtroppo vera, che a prima vista fa sorridere ma che se ci si sofferma un momento su quanto accaduto fa riflettere. Albertone censurato, sembra una barzelletta o il titolo di un suo film, ma invece è la realtà dei fatti che racconta come il grande attore romano subì gli strali della censura.
Oggetto della severa critica dei moralisti della celluloide uno dei suoi film più amati e divertenti, "Un americano a Roma", incredibile vero? Nando Moriconi giudicato scabroso come una pellicola a luci rosse di Rocco Siffredi o come quei film di cui si consiglia la visione ad un pubblico adulto e perciò da colpire.
Santi Bailor vietato? Ma de che! Quell'americano del Kansas City de
noantri faceva solo ridere. Ma non a tutti evidentemente. Ma andiamo con
ordine. Il film quando fu girato nel '54 venne esaminato come tutte
le pellicole nuove e da distribuire nei cinema dalla apposita
commissione di vigilanza.
Santi Bailor con la fidanzata Elvira
Per l'esattezza denominata "Commissione di Revisione Cinematografica di 2° grado" dipendente dalla Direzione Generale dello Spettacolo Cinematografico facente parte dei Servizi Spettacolo Informazione e Proprietà Intellettuale della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
E che decide la commissione? "esprime parere favorevole alla programmazione in pubblicoacondizione che sia:
1) eliminata la scena in cui appare l'onorevole Pocciani a letto con a fianco sul comodino il giornale IL POPOLO e allorchè lo stesso giornale è tenuto in mano dal suddetto onorevole;
2) abbreviata la scena del balletto sul palcoscenico sia durante la prova sia nella rappresentazione al pubblico;
3) allegerita un po' la scena del commissario che parla col protagonista arrampicato sul Colosseo;
4) che sia eliminata la scena in cui si vede l'attore Sordi con la parte posteriore del corpo completamente nuda.
Il verdetto della Censura
Eliminare, abbreviare, allegerire altrimenti il film ve lo scordate,
un diktat assurdo per un film comico il cui scopo è solamente fare
ridere ma che agli occhi della Censura va rieducato secondo il suo
pensiero.
Un modo di vedere le cose all'epoca, in linea con una certa
visione della vita a dir poco bacchettona oltre che sicuramente
esagerato anche allora e che oggi non sarebbe tollerabile e addirittura
sbeffeggiato sui social.
Ma quella era la censura, che
tutto vedeva, tutto analizzava e spesso proibiva o vietava. Non solo i
film di Pasolini e quell'ultimo tango a Parigi di Bertolucci mandado
addirittura al rogo, ma anche le pellicole scacciapensieri che trovavai
pure nelle sale parrocchiali come l'Americano a Roma girato dal grande
Steno, papà dei fratelli Vanzina.
via dal comodino il giornale della DC il Popolo
Ne faceva insomma di danni questa
Censura a cui non andava bene che l'onorevole Borgiani e no Pocciani
come indicato, interpretato da Vincenzo Talarico, mostrasse il Popolo il
giornale della Democrazia Cristiana (ma qual era il problema? Non
poteva essere sfondo di una scenetta?).
E il balletto a chi dava
fastidio? Forse le ballerine con le loro silhouette abbondanti potevano
turbare lo spettatore? Non pensando che quella scena testimonia un
mondo, quello dell'Avanspettacolo, purtroppo sparito e che pertanto è un
documento eccezionale.
E il dialogo fra il Commissario siculo e
Nando a chi dava fastidio, è tutto da ridere, come Albertone in fuga sui
tetti senza mutande, una vera comica. Ma tant è e le sforbiciate
incomprensibili furono eseguite, non danneggiando per fortuna l'opera
cinematografica nella sua completezza rimasta strepitosa grazie a un
Alberto Sordi in grande forma.
L'unico ad essere stato contento di
questi tagli censori sarà stato sicuramente il presidente della
commissione e sapete chi era? Oscar Luigi Scalfaro futuro presidente
della Repubblica. Che a quei tempi era preso da questi furori ultra
moralistici.
Totò scrive a Scalfaro
Anni prima infatti era stato protagonista di una
storia incredibile che sfociò in una lite in un ristorante. Aveva
rimproverato una signora perchè cenava con le spalle scoperte
insultandola "è una cosa indegna, manca di rispetto ai presenti, lei è
una donna poco onesta" ecc. ecc. affibiandole poi uno schiaffo.
La
storia finì in questura e su tutti i giornali con tanto di sfida a
duello da parte del marito e del padre della signora a Scalfaro che da
par suo non accettò in qualità di obiettore di coscienza per motivi
religiosi. Paravento che gli valse una lettera aperta di Totò pubblicata
sull'Avanti che con eleganza gli ne disse di ogni.
Ma questa è
un'altra storia, seppellita dal ridicolo e dal tempo. Alla fine della
fiera e della censura immotivata, resta sul trono dei film più divertenti
di sempre l'Americano a Roma, idolo di grandi e piccini con la sua
mania del Kansas City e le sue battute irresistibili. Censura m'hai
provocato e....
7+ a Pedro Pedro Pedro Pè - Un gol del meglio di Santa Fè e Trigoria risolve una partita iniziata bene ma proseguita con difficoltà nonostante la superiorità numerica. Certo alla fine dei giochi contano i tre punti, ma è anche vero che il Cagliari del Fettina non si è mai arreso cambiando addirittura modulo in corsa per cercare il tutto per tutto sino all'ultimo minuto di recupero. La vittoria comunque ci voleva per riprendere il terreno perduto e rimetterci in corsa, sperando che faccia anche morale che ce n'è veramente bisogno. Avanti Lazio, avanti laziali!
7+ a Dio vede e Provedel - Il miracolo su Pavoletti vale un gol! Grandissimo.
7+ a Patric del Grande Fratello - 150 la gallina canta, si diceva una volta quando veniva pronunciato questo numero. Ora è cambiato tutto perché 150 sono le presenze dell'ex zazzera de noantri con l'Aquila sul petto. Un traguardo incredibile perché nessuno avrebbe scommesso un centesimo bucato sulla sua carriera che da anonima è diventata con gli anni da protagonista. Bravo.
6 e mezzo a Lisasken dagli occhi blu - Sto ragazzo deve da giocà sempre. L'Achille Lauro biancoceleste è tutta un'altra camminata. Come Fiorello.
6 e mezzo a Gila il mondo gila (Jimmy Fontana, Cantagiro 1965) - Ma dove l'avevano nascosto? Oh un bastonatore così era da tempo che non se vedeva. Meglio per noi peggio per gli altri.
6 a Massimo Di Cataldi - Il solito compitino. Due per due quttro, sei per sei trentasei e via. Quando arriverà alla maturità ci sarà da tremare, che je racconta ai Commissari esterni?
6 aGuendalina facce sognà - Tanta caciara per nulla. Come Pierluigi Diaco.
6 a Lupo Alberto - Sim Salabim e il Mago sparì.
6- a Rovella per chi non si accontenta - Un passo avanti rispetto al Celtic un passo indietro rispetto ai suoi standard. Avete presente Morgan che va avanti solo a Tapiri?
6- al Ciro d'Italia - Veramente Immobile, ma non gli hanno dato una palla che è una.
6- ad avviso di Kamada - Nè carne nè pesce, nè abbacchio nè sushi. Forse
un osso buco all'apparenza notevole nella sostanza inutile.
6- a Lazzari alzati e cammina - Un assist per noi e un assist per loro. Incredibile ma vero.
5 e mezzo a Castellano e Pipolo - Se Ciro avesse sbagliato le palle gol che ha avuto lui, lo avrebbe linciato.
5 e mezzo a Pasquale Ametrano Anderson - È subentrato nel finale ed era già stanco. Finis.
5 a Somarusic - L'errore sul finale è stato clamoroso. Neanche Pino Insegno lo avrebbe fatto. E ho detto tutto! Sipario.