lunedì 28 aprile 2025

Meno male che Pedro c'è. Le Pagelliadi

 di FRANCESCO TRONCARELLI

8 e mezzo a Pedro Pedro Pedro Pè - La Lazio ha pareggiato col Parma una partita che stava perdendo. C'è voluta la classe e la tigna del meglio di Santa Fè per riprendere i gialloblu ed evitare l'onta di una sconfitta che a giudicare da quello che si era visto ci stava tutta. Si perché la Lazio è parsa una squadra spenta, deconcentrata e priva di un gioco degno di questo nome, l'esatto contrario degli avversari messi bene in campo e soprattutto ben motivati. A questo punto dopo la bella prova col Genoa e questa schifezza col Parma non si può più pronosticare nulla. Perché nessuno sa, a quattro giornate dalla fine, quale sia la vera Lazio.

7 e mezzo a che Dio ce la Mandas buona - Nel momento cruciale con le sue parate ha "salvato" il risultato e propiziato la riscossa.

6 e mezzo a Patrizia Pellegrini - È il testimonial della partita. Primo tempo da brividi (specie per il primo gol subìto) finale in crescendo con l'assist decisivo. È lui la Lazio targata Ricky Tognazzi Baroni.

6 a miei cari amici Vecino e lontani - Ha dato la sveglia ai compagni di merende. Chiamatelo per mediare fra Trump e Zelensky.

6 a Guendovunque - Tanto fumo e poco arrosto. Poi si è svegliato ed è stato solo arrosto.

5 e mezzo a Castellano e Pipolo - Il gol lo aveva fatto. Peccato fosse in fuorigioco. Provaci ancora Taty altrimenti qui so' dolori.

5+ a cha una sola alternativa - lasciar perdere. Anche se si è trovato, senza neanche rendersene conto, a favorire il gol della rimonta.

5 a Gila il mondo gila (Jimmy Fontana, Cantagiro 1965) - È partito in quarta è finito in folle come Fedez.

5 a Rovella per chi non si accontenta - Un altro rispetto al solito. Come Vittorio Cecchi Gori che da quando si tinge i capelli biondo cenere sembra la sora Lella.

5 a Benigno Zaccagnini - Una partita per terra. Come la Lazio che è a terra.

5- a Lisasken dagli occhi blu - All'inizio si è involato, col passare del tempo si è involuto, è finito involtino.

5- a Somarusic - Sulla sua fascia hanno fatto il porco del comodo loro. C'è mancato pure che se piazzassero col plaid per fate na merenda. Ha confermato la giustezza del nickname che lo accompagna da sempre in questa rubrica. 

5- a Viale dei Romagnoli, 13 Ostia - Ha dormito alla grande in occasione dei gol. Dall'oroscopo di Branko la Luna consiglia: flebo di caffè h24.

4 a Dio perdona pure Dia - Molti si erano illusi dopo il gol al Genoa che fosse un attaccante nel vero senso della parola, ossia uno che attacca, tira e segna. La disfatta col Parma ha certificato che è uno e basta. Perché non ha attaccato, non ha tirato né tanto meno segnato. È solo uno. Che passa da quelle parti. 

4- - a Pighin-Sanguin-Noslin- È come il programma di Gigi Marzullo. Inutile. Sipario.

mercoledì 23 aprile 2025

Lazio, Genova è per noi. Le Pagelliadii

 di FRANCESCO TRONCARELLI

8 a Castellano e Pipolo - La Lazio batte il Genoa e torna in corsa per un posto al sole. Assorbita la botta psicologica dei rigori col Bodo, la squadra ha espresso con autorità il suo gioco mettendo alle corde i rossoblu che erano peraltro in serie positiva. È stata insomma una bella vittoria, propiziata da un gol pazzesco del puntero argentino in acrobazia, che ha gonfiato la rete di Fausto Leali lasciando di stucco la curva del Grifone. Se si continua così sino alla fine del campionato tutto è possibile. Avanti Lazio avanti laziali! 

8 a che Dio ce la Mandas buona - Che dire, un numero uno di nome e di fatto. Neanche il fumogeno che gli hanno tirato lo ha piegato. Parate in serie e soprattutto grande personalità. Può presentare anche Sanremo. 

7 e mezzo all'ira di Dia - Da salma a salmone il passo non è breve ma quando se sveja è letale.

7+ a Guendo è bello esse laziali - Guendo se vince ancora de più. Guendissimamente Lazio.

7+ a Rovella per chi non si accontenta - Metronomo dal volto umano, regista poco appariscente ma concreto alla Pupi Avati, rubapalloni come i ragazzini di una volta. In ogni caso fondamentale.

6 e mezzo a Patrizia Pellegrini - Una risorsa poco sfruttata ma quando gioca è decisivo. C'è sempre il suo zampino nei gol e nelle azioni in contropiede. Daje.

6  mezzo a Viale dei Romagnoli, 13 Ostia - Tutti si aspettavano un suo gol. Ma ha preferito chiudere la difesa a doppia mandata. Meglio così.

6+ a Somarusic - falso nuove, falso e basta, fa(il)s(u)o dovere. E meno male.

6+ a Benigno Zaccagnini - Non segna più in compenso è il giocatore laziale che subisce più falli. Dovrebbe essere applicata quella regola del calcio per strada, ogni tre falli un rigore. 

6 a Pedro Pedro Pedro Pè - Il meglio di Santa Fè e Trigoria entrato in corsa ha gettato in campo tutta la sua esperienza per far girare i suoi compagni. E già che ce stava ha gettato alle ortiche qualche palla d'oro.

6 a Gila il mondo gila (Jimmy Fontana, Cantagiro 1965) - Ha ballato divinimente, roba da show televisivo. È il Bolle dei poveri. Peccato però che doveva difendere invece di andare per farfalle. Meno male che Pinamonti e company non ne hanno approfittato. Comunque nel finale si è risanvito...

6 a Lazzari alzati e cammina - Non ce se crede. Una volta che è in palla e corre e crossa come da copione, se fa male ed esce prima. Sfortunato. Alla prossima toccando ferro. 

5 a Bella Janez! (Sandokan, Rai 1) - Entrato e subito espulso. È record. Sipario. 




sabato 19 aprile 2025

Beatles, ecco chi era "Michelle"

 di FRANCESCO TRONCARELLI

 
Michelle, ma belleSont des mots qui vont très bien ensembleTrès bien ensemble
I love you, I love you, I love you...

E' una delle canzoni più famose dei Beatles, venne pubblicata nel 1965 insieme ad altri brani come "Day Tripper" e "We can work it out" nel sesto album "Rubber Soul" che i Fab Four registrarono in studio a Londra. 

Un pezzo che ebbe un grandissimo successo e che ancora oggi viene riproposto nelle selezioni radiofoniche delle emittenti di tutto il mondo per la sua melodia coinvolgente ma anche per quelle parole in francese che creano un'atmosfera particolare. 

Ma perché i Beatles scelsero il nome Michelle per dare il titolo alla loro canzone? Presto detto. Paul era affascinato da Parigi e dalla sua dimensione internazionale di culla della cultura. Era l'epoca di artisti come Francoise Hardy, Johnny Halliday, Juliette Gréco e dello stile bohémien che impazzava.

A una festa di studenti della scuola d'arte che frequentava, ascoltò con interesse un ragazzo con pizzetto e una maglietta strappata, che stava cantando una canzone francese. Paul volle allora imitarlo scrivendo un brano con un testo in francese inventato, un francese maccheronico, per divertire i propri amici. 

La canzone rimase così per molto tempo un pezzo da divertimento, una specie di gioco in musica, fino al 1965, quando John Lennon suggerì all'amico di lavorarci sopra per inserirla in "Rubber Soul".

McCartney così chiese aiuto ad un’insegnante di francese, Jan Vaughan. Lui non conosceva la lingua, quindi prima le domandò quale fosse un nome di quel paese abbastanza diffuso e poi di formare una rima con questo nome. 

Il risultato fu: “Michelle, ma belle, sont des mots qui vont très bien ensemble”, Lennon dal canto suo ebbe l'idea di inserire l'altrettanto famoso verso «I love you» reiterato a metà brano, a mo' di tormentone e così l'opera fu completa.

"Cin Cin" successo internazionale e disco d'oro in Italia

Questa la versione ufficiale o meglio quella che alcuni addetti ai lavori hanno accreditato successivamente, quando i Beatles sono diventati oggetti di culto e si è cominciato ad analizzarne i testi, le canzoni, la vita e quant'altro.

Ma ce n'è un'altra che proviene dalla Francia e che in questi giorni è tornata d'attualità. E ci riporta a un cantante molto famoso in Italia negli anni Sessanta con brani come "Cin Cin", "La mia festa", "Il treno va" che dominarono a lungo la Hit parade.

Stiamo parlando di Richard Anthony, 50 milioni di dischi venduti, idolo della gioventù ye ye d'oltralpe e conosciuto come "il papà del twist" per essere stato il primo nel paese d'oltralpe a lanciare il famoso ballo.

In occasione dell'anniversario della sua scomparsa avvenuta dieci anni fa, il figlio in un talk televisivo improntato al vintage (come i nostri "La volta buona", "Bella Ma" ecc), ha rilanciato la storia dell'incontro fra i Fab Four e Anthony che dette vita al titolo del brano.

Il cantante francese era a Londra per incidere i suoi brani in inglese presso lo studio di Abbey Road, lo stesso dei Beatles che aveva conosciuto nella loro tourneè all'Olympia di Parigi (vedi foto in apertura). E la canzone è nata una notte nelle sale del ristorante dell'Hilton, dove soggiornava. 

Aveva invitato McCartney a mangiare con lui dopo una lunga sessione in studio. Nel corso di questa serata conviviale, il concierge dell'albergo recapitava in continuazione messaggi di Michelle, la moglie di Richard Anthony, al marito.

Richard Anthony e la moglie Michelle con i figli

Paul, con uno slancio goliardico, per prendere in giro l'amico, aveva così esclamato "Michelle, my bell.." per poi scarabocchiare su un angolo del tavolo il testo di questa canzone in omaggio alla bella e petulante consorte di Richard.

La "versione Anthony" che lo stesso cantante aveva raccontato anni fa senza che il suo vecchio amico Paul lo smentisse, era nota da tempo, ma per motivi di campanilismo non era mai stata accettata dai cultori della materia d'oltre Manica. Sarà vera? E perchè no. Spesso quello che sembra incredibile si rivela vero.

Ricordiamo i sorrisini dei nostri sapientoni sui "rapporti" fra Mino Reitano e i Beatles, che diventarono occhi abbassati quando recuperammo con un piccolo scoop la foto del locale di Amburgo che pubblicizzava le esibizioni di Benjamin and his brotehrs con i futuri interpreti di "Help".

Quindi perchè non dare credito al buon Richard, artista di fama internazionale, il primo a comprarsi un jet per gli spostamenti, che non aveva nulla da guadagnare nel raccontare questa versione, tanto più che da anni era divorziato proprio da Michelle dopo una lunga battaglia legale alla Totti e Hilary.

E poi, anche se non fosse vera al cento per cento, è valsa la pena darne conto per ricordare questo grande artista a tutti quelli che lo hanno applaudito a suo tempo per la sua bravura di interprete e per i suoi brani memorabili.

E anche per rallegrare quelli che leggendo queste righe si saranno messi a sorridere. Come qualcuno faceva per Mino Reitano collega dei Beatles.   

martedì 15 aprile 2025

Titanic, ecco il video dell'epoca

 di FRANCESCO TRONCARELLI

Tutti conoscono la vicenda del Titanic resa famosa grazie all'omonimo film di James Cameron vincitore di 11 premi Oscar ed interpretato da Leonardo DiCaprio e Kate Winslet.

Le immagini di quel transaltantico britannico ricostruito in studio durante il viaggio inaugurale e il drammatico naufragio, sono impresse nella memoria collettiva al pari della vicenda amorosa fra i due protagonisti della pellicola e alla struggente colonna sonora.

C'è però un filmato originale dell'epoca, girato nei giorni che precedettero il varo e poi la partenza, ovvero 10 aprile 1912, che mostra veramente questa famosa nave da crociera entrata suo malgrado nella storia. 

Un video davvero raro che "racconta" il Titanic prima dell'affondamento, quando tutto sembrava bello e da vivere con entusiasmo e per questo, oltre che per far riflettere, merita di essere conservato negli annali della storia. 

E' un documento eccezionale anche se le riprese non sono perfette e, ovviamente, in linea con quelle a cui siamo abituati oggi. I primi fotogrammi mostrano la maestosa imbarcazione che si prepara a lasciare l'Ormeggio 44 di Southampton nel Regno Unito, con destinazione New York.

C'è l'imbarco dei passeggeri, la folla festante sul molo, poi le passeggiate in coperta, i marinai sulla tolda, la navigazione in mare aperto.

Sono momenti reali di vera serenità che si susseguono uno dopo l'altro, quando nulla faceva presagire il dramma che si sarebbe consumato.

E c'è persino il capitano, il barbuto Edward John Smith al suo ultimo viaggio prima del pensionamento, che rimasto al suo posto come ogni Comandante che si rispetti quando iniziò la tragedia, perì poi nel naufragio.

E' una visione che ci proietta in un'atmosfera quasi irreale, rarefatta, dove il bianco e nero sembra preannunciare la tragedia di quello che sta per accadere. 

Una situazione incredibile nella sua semplicità, che racconta per davvero quello che accadeva sul Titanic. E' insomma un video che fa viaggiare l'immaginazione e regala emozioni.     

Ed è comunque un documento che resterà per sempre, al contrario del relitto affondato nell'Oceano che sta scomparendo e molto presto non esisterà più. Nè per il momento è visibile.

La escursione subacquea che per la "modica" cifra di 125 mila dollari a persona che dava la possibilità di un incontro ravvicinato col relitto, dopo la drammatica vicenda del sottomarino Titan imploso nel 2023 è stata sospesa.

domenica 13 aprile 2025

Lazio, un pareggio che sta stretto. Le Pagelliadi

 di FRANCESCO TRONCARELLI

8 e mezzo a Viale dei Romagnoli, 13 Ostia - La Lazio ha dominato il derby ma è finita in pareggio. Non si contano le azioni dei biancocelesti culminate in splendidi tiri verso la porta giallorossa ma come si sa per vincere la devi buttare dentro. Come aveva fatto con quel magnifico colpo di testa il centrale de noantri biancazzurri, romano de Roma e per questo tifoso della Prima squadra della Capitale. Stanchi per la trasferta in Norvegia i ragazzi di Ricky Tognazzi Baroni hanno moltiplicato le forze per dimostrare di essere sempre in corsa per l'Europa che conta. E l'hanno dimostrato ampiamente. Avanti Lazio avanti laziali! 

8 e mezzo a che Dio ce la Mandas buona - Tre parate da numero uno di nome e di fatto. Il figlio segreto di Rosario Di Vincenzo è una garanzia. Grandissimo. 

8 a Patrizia Pellegrini - Un partitone. E pensare che l'avevano messo alla porta. La palla davanti alla porta romanista però ce l'ha messa lui. Altro che storie.

7+ a Guendo è bello esse laziali - specialmente in scontri come questi. Guendo caliente el sol con l'Aquila sul petto Guendovunque senza paura. 

7+ a Rovella per chi non si accontenta - Era un geometra del centrocampo è diventato un gigante. Lui così piccolo e fragile come cantava Drupi è cresciuto partita dopo partita lottando su ogni palla senza timore. È il testimonial di questo derby teso e giocato all'attacco. 

7 a Pedro Pedro Pedro Pè - il meglio di Santa Fè ha dimostrato ancora una volta che è anche il meglio di Trigoria.

6 e mezzo a Lisasken dagli occhi blu  - Gli è mancato il gol. Ma se lo meritava. Come la Lazio di vincere.

6 e mezzo ad aspettando Gigot - Ha messo da parte il bastone e ha giocato di fioretto. E li ha infilati. Come polli allo spiedo.

6+ a Benigno Zaccagnini - L'arciere non ha scagliato la sua freccia ma ha dato comunque il fritto. Peccato senza sale.

6 a Castellano e Pipolo - Più che punta ha puntato gli avversari. E ce po' sta.

6 a Somarusic - Non ha combinato casini e questo è un pregio, i casini glieli ha creati sulla fascia e questo è un doppio pregio. 

5- a Dio perdona pure Dia - anche sto giro. Che tristezza.

5- a Pighin-Sanguin-Noslin - Come il programma di Gigi Marzullo. Inutile.

5- -  a Dele ctrl canc alt - Diciamolo, non ha concluso niente, specialmente nel primo tempo, nella ripresa poi si è superato quando è scivolato da solo mentre correva con la palla al piede. È stato l'uomo in meno. Sipario.

domenica 6 aprile 2025

Lazio, ammucchia Gasperì. Le Pagelliadi

 di FRANCESCO TRONCARELLI

8 a Lisasken dagli occhi blu - La Lazio torna a vincere e lo fa con merito, giocando una grande partita su un campo difficile e contro una squadra ben attrezzata. La rivoluzione tattica applicata dal mister è risultata vincente, i giocatori messi in campo hanno dimostrato di sapersi muovere con intelligenza, pronti a sfruttare la minima occasione. Da antologia il gol della vittoria messo a segno dall'Achille Lauro biancoceleste che di sinistro ha gonfiato la rete nerazzurro. E' una vittoria che la rilancia nella corsa verso la Champions e ricompatta l'ambiente. Suor Paola è stata onorata come meritava.

7  e mezzo a Rovella per chi non si accontenta - Il Metronomo dal volto umano che spazza, lancia e guida i compagni alla riscossa. Daje.

7+ a che Dio ce la Mandas buona - Due paratone e quel lancio lungo lungo che ha dato il via all'azione del gol. La panchina gli ha fatto bene, non ha intaccato a sua autostima, ma era meglio vederlo in campo. Avoja.

6 e tre quarti a Dele ctrl canc alt - Un assist al bacio che annulla tutto il "no buono" che aveva fatto vedere. 

6 e mezzo a Gila il mondo gila (Jimmy Fontana, Cantagiro 1965) - Come le cartelle esattoriali della mondezza, una certezza.

6 e mezzo a Patrizia Pellegrini - Non glielo dite che è andato bene altrimenti si monta la testa e punta a Montecitorio. Come la influencer napoletana Rita De Crescenzo.

6 e mezzo a Bella Janez! (Sandokan, Rai 1 con Kabir Bedi) - Finalmente titolare, finalmente lo abbiamo visto. Da oggetto misterioso a mistero perché non giocasse.

6+ ad aspettando Gigot - un cerbero. E non ha neanche menato. Bravo.

6 a Benigno Zaccagnini - L'arciere non ha scagliato la sua freccia ma ha dato comunque il fritto. Magari con pochi calamari che danno il giusto gusto.

6 a Prostamol - Un voto di incoraggiamnto per un esordio che comunque ha portato bene.

6 a Pighin-Sanguin-Noslin - Tutto fa brodo. Pure con lui.

6- a Lazzari alzati e cammina - E  impara a fare i cross!

5 a Dio perdona pure Dia - L'ultimo tiro in porta che ha fatto risale al film "Per un pugno di dollari" in cui sparava all'entrata del saloon insieme a Clint Eastwood. Da allora le polveri sono bagnate, la pistola si è rotta e non tira neanche con la mazzafionda.

5 a senti che musica coi Tavares - È partito in quarta è finito in folle. Praticamente dopo l'ennesimo infortunio ha preso il posto "del malato d'oro" alla Paideia, titolo che già fu di Konko de mamma e di  Ederson Lake e Palmer. Evviva.

5- a c'ha una sola alternativa - lasciare il calcio e darsi all'ippica, come si diceva una volta. È l'uomo in meno per noi e quello in più per l'avversario di turno. Una costante. Che amarezza avrebbe detto il povero Antonello Fassari. Ma non c'è soluzione perché continua ad essere schierato. Quando lo capirà Ricky Tognazzi Baroni sarà sempre troppo tardi. Sipario.

Indimenticabile Fred

di FRANCESCO TRONCARELLI

Brillanti sparsi sulla pelle bionda, tu esci cone Venere da un'onda, ti butti sulla sabbia sei bella che fai quasi rabbia...

Quella voce calda e avvolgente che ti entrava dentro e che si sposava perfettamente con melodie che trascinavano nel vero senso della parola la gente sulla pista dei locali.

Fred Bongusto era uno chansonnier, un cantante confidenziale come si chiamavano una volta gli artisti che creavano atmosfere soft coi loro brani e con il loro modo di porgerli a chi li ascoltava. 

Era il re delle luci soffuse, delle rotonde sul mare, dei lenti stretti stretti, degli amori al chiaro di luna e dei baci sulla mattonella. Un cantore dell'amore e delle vicende sentimentali delle coppie del Bel paese.

Balliamo, è da tanto tempo che non lo facciamo, balliamo c'è la musica che piace pure a te, andiamo, questa sera sono in vena di follie, noi due, stretti stretti come tanto tempo fa...

Amava il mare Fred, amava Ischia, aveva una casa a Sant'Angelo e si esibiva al Negombo per vacanzieri estasiati delle sue canzoni, era amico di Peppino di Capri che proprio nell'isola verde aveva iniziato la sua formidabile carriera a O Rangio fellone. 

Peppino che con lui aveva lavorato dando vita a duetti celebri e momenti irripetibili di musica, è stato l'unico che quando se n'è andato lo ha ricordato pubblicamente trattenendo a fatica la commozione.

Si perchè come per molti artisti che negli anni Sessanta e Settanta erano al top del successo e che pur col cambiamento di mode e modi di cantare erano comunque rimasti orgogliosamente al loro posto davanti un microfono o un piano, Fred col passare del tempo era stato messo da parte.

Ricordo quella volta che lo chiamammo per una chiacchierata in radio e lui a microfoni spenti e a diretta terminata mi ringraziò. Lui a me. Incredibile. Non lo cercava più nessuno e quella richiesta lo aveva stupito. Incredibile veramente.

Oggi Fred Bongusto avrebbe compiuto 90 anni, ma non ci saranno trasmissioni del pomeriggio televisivo o servizi vari che lo ricorderanno, statene certi. La memoria da noi è corta e non ha rispetto per l'arte.

Saranno 90 anni di solitudine per l'ignoranza dei media che inseguono i morti di fama del momento e le canzoni usa e getta che ballerano una sola estate. 

Fred era molto di più, era un gigante dell'intrattenimento che partito dalla gavetta aveva poi conquistato i palcoscenici più importanti del mondo. Era Fred Bongusto l'artista che aveva cantato l'estate di una Italia che voleva sognare.

Con Ore d'amore, Spaghetti pollo insalatina e una tazzina di caffè a Malaga e sorseggiando tutto Doce doce, mentre il sole si nascondeva dietro il molo e la luna faceva una virgola sul cielo. Auguri Fred ovunque tu sia da chi ti ha applaudito e non ti dimentica. 

 

Addio Enzo Staiola

 di FRANCESCO TRONCARELLI Lo potevi incontrare al baretto della Garbatella, il suo quartiere e lo riconoscevi subito, perché nonostante foss...