domenica 12 maggio 2024

La Lazio è sempre Meravigliosa. Le Pagelliadi

 di FRANCESCO TRONCARELLI

110 e lode alla banda Maestrelli - Pulici, Petrelli, Martini, Wilson, Oddi, Nanni, Garlaschelli, Re Cecconi, Chinaglia, Frustalupi, D'Amico. 50 anni dopo sono in prima pagina su tutti i giornali e nel cuore della gente laziale. Il tributo a loro e ai figli di quelli che ci hanno lasciato che l'Olimpico gli ha tributato è stato emozionante e coinvolgente. Quella Lazio è entrata nella Storia ed è immortale. Grazie ragazzi del 74 a Voi onore eterno. 

8 a Patric del Grande Fratello - È un segno del destino che er Caciara dei bei tempi degli esordi, abbia segnato nel giorno del Cinquantennale dello Scudeto. Lui il più bistrattato che in questi anni ha fatto un percorso ottimo, trasformandosi da brutto anatroccolo a cigno reale. E con l'Aquila nel cuore. Battiamo le mani perchè quanno je ricapita.

7 e mezzo a che Dio ce la Mandas buona - Le uscite da kamikaze e le parate impossibili (35° su Caputo, 87° su Sphendi). Si conferma sempre di più la voce che lo vuole figlio più o meno legittimo di Rosario Di Vincenzo cui somiglia in modo impressionante anche fisicamente. Avanti Zarin junior!

7+ a Miei cari amici Vecino e lontani - E segna sempre lui si chiama Beppe Vecino... vabè Matias ma segna sempre aò se segna.

7 ad avviso di Kamada - Dal Sol levante al Sol crescente è un attimo. Il cinese che imitava il giapponese è solo un ricordo, questo è l'originale made in Japan e se vede. Tutta un'altra musica tra sushi e arigatò. Sayonara per tutti.

6+ a Guendalina facce sognà - Tanto fumo e un po' d'arrosto. Come Pier Luigi Diaco.

6+ a Rovella per chi non si accontenta - Bravo, perchè non debba giocare dall'inizio prima i poi ce lo spiegheranno

6 a Benigno Zaccagnini - L'arciere non ha scagliato la sua freccia. È rimasto a guardare. Come Amadeus all'ultima puntata di Fiorello.

6 a Somarusic - Nè carne nè pesce. Nè. 

6- a Lazzari alzati e cammina - Arzate a cornuto arzate, cit. Mario Brega, Bianchi, rosso e Verdone

6- al Ciro d'Italia - Solo davanti alla porta è scivolato sempre. E senza buccia di banana. Un segnale preoccupante che fa riflettere. Capolinea? 

6- a Viale dei Romagnoli, 13 Ostia - Ha ballato come non mai. Irriconoscibile. Come Mollica che senza occhiali sembra la Sora Lella.

5 e mezzo a Pasquale Ametrano Anderson - Con quella faccia un po così quell'espressione un po così che hanno tutti iTuristiper caso come lui in vacanza perenne all'Olimpico c'era da temere il peggio. E lui non ha smentito i suoi detrattori presentandosi in bermuda col secchiello e la paletta. È già proiettato a Copocabana. Beato lui.

5 e mezzo a Castellano e Pipolo   Un colpo di tacco nel nulla cosmico di una prestazione indifendibile. Disertore della Pampa vero ha trovato l'America a Formello come Wanda Nara alla RAI.

5 e mezzo a Hysaj che i papaveri - Il quarto mistero di Fatima fattosi persona. Nessuno sa perché giochi a calcio, il problema è che non lo sa nemmeno lui. Sipario.




Lazio, scudetto del 74: ecco il video inedito

 di FRANCESCO TRONCARELLI

Emozionarsi per un film, per una pellicola particolare, per un video che racconta una giornata speciale vissuta all'Olimpico da un popolo in festa per un sogno diventato realtà. Una chicca straordinaria che ti rimanda a un mondo che non c'è più ma che è stato bello vivere quando la Lazio era una grande famiglia ed era vissuto dalle famiglie intere.

Genitori, figli e nonni tutti insieme appassionatamente per tifare i colori biancocelesti e vederli vincere grazie alla banda Maestrelli. Tutto questo è in un filmino amatoriale girato il 12 maggio del 1974, una data storica per chi ha la Prima squadra della Capitale nel cuore, quella del giorno in cui il sodalizio che ha portato il calcio a Roma vinse il primo scudetto della sua storia.

E' un superotto a colori che racconta quel famoso Lazio-Foggia cogli occhi di una famiglia di laziali come tante, che quella domenica di maggio partecipò a un evento memorabile. Un evento che coinvolse 83mila e rotti presenti paganti, record ineguagliato nella storia delle partite giocate all'Olimpico da sempre.

Immagini riprese alla buona, con una di quelle cineprese che in quel periodo si usavano per le occasioni speciali (matrimoni, comunioni, vacanze, gite), ma proprio per questo sono immagini eccezionali, perchè sanno di amore, di passione, di tifo spontaneo e casareccio, di quando il calcio era a misura d'uomo e non di sponsor, quando si andava allo stadio con la giacca, il panino e il fiasco di vino. E con la bandiera.

Sette minuti di Lazio, sette minuti di brividi, sette minuti di emozioni, sette minuti di uno Scudetto che ancora oggi fa venire i lucciconi. Iniziano con la femminuccia di casa che guarda l'obiettivo poi c'è il fratello.

Ha la bandiera in mano, la sventola, e come lui tanti altri tifosi si avviano verso la giornata più bella della loro vita, tra palloncini colorati e bandiere al vento. Da quel momento è tutto un susseguirsi di emozioni e flash di una partita vista dalla Sud, dove negli anni 70 c'era il cuore del tifo biancoceleste.

Il gruppo è posizionato in basso, subito sopra il parterre, lato verso la tribuna Tevere. E subito arriva un momento bellissimo: Luciano, il capo tifoso storico che avevo immortolato nel mio film "Ultimo mambo all'Olimpico", sfila nei posti in piedi, il parterre, con uno starno vestito, una specie di saio da monaco a righe biancocelesti.

Una maschera incredibile come lui, che mentre cammina agita due bandiere, una per mano. Poi migliaia di bandiere al vento svegliano lo stadio, i tifosi sono già a mille, ecco papà Sabatello, capello lungo alla Pooh come andavano in quel periodo che agita un campanaccio, i figlioli contenti come la gente intorno a lui col cappello della Rosso Antico che veniva regalato quel giorno.

Entra Lenzini, il presidente, siamo al 2° minuto e una manciata di secondi del video, è l'apoteosi, lo stadio esplode, lui saluta soddisfatto il pubblico, felice di essere arrivato a questo match così importante che può regalare in anticipo di una giornata il Tricolore a Roma. Lo si vede vicinissimo il Sor Umberto.

E si capisce dall'entusiasmo generale, come fosse amato e perchè ancora oggi viene rimpianto da chi c'era allora. Poi è il momento delle squadre e le bandiere tornano ad impazzire al vento, ecco Felice Pulici che si avvia alla sua porta compiendo il solito rituale: un tocco con le mani all'incorocio sinistro, poi a quello destro.

Inizia la partita, foggiani e laziali "combattono",  le azioni si susseguono, ma sta per arrivare il momento clou. E' il minuto 3 del filmato, c'è il rigore. Chinaglia è pronto, lo si vede bene, inizia la rincorsa, parte la bomba, tutti schizzano in piedi, anche davanti la cinepresa, è letteralmente il caos.

L'Olimpico è tutta una bandiera, l'entusiasmo è a mille. E' fatta. E così al minuto 4° si vede l'invasione di campo. Uno, due, dieci, mille tifosi entrano sul prato dell'Olimpico, sugli spalti la ripesa coglie due fratelli, sono in estasi e frastornati, le guance rosse per l'eccitazione, uno beve direttamente dal fiasco di vino l'altro piange e si asciuga le lacrime, sul tabellone a caratteri cubitali compare la scritta LAZIO.

Mezzo stadio è entrato in campo ed è iniziata la folle, liberatoria corsa sulla pista che circonda il rettangolo di gioco, una marea di tifosi corre con le bandiere, giri su giri, un carosello impazzito di felicità che non si era mai visto nè si vedrà mai più.

Una mongolfiera si alza verso il cielo, tutti si abbracciano c'è chi piange per la gioia. Scene incredibili che ti scuotono, poesia pura, meglio di un film neorealista di Vittorio De Sica o di una pellicola visonaria di Fellini. E la felicità continuerà fuori l'Olimpico con una Fiat Giardinetta addobbata per la festa.

La festa per il sogno raggiunto, la festa di una famiglia laziale, come avrebbe potuto essere la nostra. Come l'hanno vissuta i nostri genitori, i nostri fratelli, noi. Grazie Lazio, grazie a chi c'era e soprattutto grazie alla famiglia Sabatello che ha effettuato con tanta passione le riprese amatoriali, grazie a questa famiglia che è la famiglia di tutti noi laziali.

 


sabato 4 maggio 2024

La Lazio è immobile. Le Pagelliadi

 di FRANCESCO TRONCARELLI

7 a miei cari amici Vecino e lontani - Una Lazio sbadata e messa male in campo non riesce a vincere a Monza, nonostante fosse andata due volte in vantaggio. Troppe amnesie difensive, troppe assenze ingiustificate nei suoi uomini migliori, troppi cambi sbagliati, troppo di tutto in negativo per poter portare a casa i tre punti che servivano come il pane per poter sperare ancora in un posto al sole. Non si sono viste trame di gioco, nè ripartenze travolgenti, solo una difesa strenua ma alla lunga inutile. Una Lazio immobile insomma avvitata su se stessa. Copertina all'uruguagio che in ogni caso ha illuso un po' tutti e forse se stesso che ce la si potesse fare.

7 al Ciro d'Italia - Il Re è tornato, viva il Re. 201 gol con l'Aquila sul petto. E ci provi chi lo critica. Muti!

7 ad Avviso di Kamada - Da figlio sventurato del Sol Levante a samurai invincibile di Tokio e dintorni. Praticamente è un altro. Come Cecchi Gori che da quando se tinge i capelli biondo cenere sembra la controfigura della Sora Lella. 

6 e mezzo a che Dio ce la Mandas buona - Loro ci prendevano a pallonate e lui le prendeva. Sempre più in tiro sempre più figlio illegittimo di Rosario Di Vincenzo. Kamikaze come lui nelle uscite, sfrontato come lui nel profilo non a caso greco.

6 a Viale dei Romagnoli,13 Ostia - L'unico a reggere l'urto dei lombardi. Ma l'urto dei nervi della gente laziale a vedere l'assedio nell'area nostra chi lo reggeva?

6- a Patric del Grande Fratello - Il ritorno del Caciara. Qualche erroraccio, qualche recupero, qualche. 

6- a Guendalina facce sognà - Guendo non è in forma la squadra soffre. 

5 e mezzo a Lupo Alberto - Nessun coniglio dal cilindro solo tanti sbadigli da bipolare assoluto qual è. E Silvan tira il fiato.

5 e mezzo a Somarusic - Nè carne nè pesce. Avete presente Riccardo Rossi?

5 a Benigno Zaccagnini - Nervosetto anziché no, ha ricordato il miglior Morgan. Dall'oroscopo di Branco la luna consiglia: flebo di camomilla, e passa tutto.

5 a Casale degli Ulivi Agriturismo - Entra al posto di un ammonito e viene ammonito subito. Finirà nella Settimana Enigmistica nella rubrica Incredibile ma vero.

5 a Pasquale Ametrano Anderson - Con quella faccia un po così quell'espressione un po così che hanno tutti i Turisti per caso come lui in vacanza perenne in tutti gli stadi d'Italia c'era da temere il peggio. E il bandolero stanco non ha deluso le aspettative giocando si fa per dire una delle sue partite più brutte di sempre. Una prestazione da dimenticare insomma come quella di Biggio ai David di Donatello. Una schifezza.

5 a Castellano e Pipolo e Massimo Di Cataldi- Della serie lui è peggio di me.

5- a Hysaj che I papaveri - Era il quarto mistero di Fatima quando allenava Sarri ora è il mistero della Madonnina di Civitavecchia, fa lacrimà i tifosi appena prende palla. Sipario.




martedì 30 aprile 2024

Addio Louiselle

 di FRANCESCO TRONCARELLI

Era l'Italia del boom economico, con le macchine che si vendevano a rate, le vacanze per tutti e la voglia di sognare un domani migliore. I juke box suonavano le canzoni che avrebbero accompagnato l'estate e la televisione lanciava nuovi divi con i suoi programmi.

E in quella estate di fuoco del 1965 con i Beatles appena sbarcati nel Bel paese per la loro tourneè italiana, una canzone accompagnava le gite al mare o fuori porta tenendo allegra la gente.

"Andiamo a mietere il grano, il grano, il grano, raccoglieremo l'amore, l'amore, l'amore..."  cantavano tutti insieme col sorriso stampato sul volto e la spensieratezza dei giorni felici.

Un boom clamoroso che scosse gli amori garbati narrati da Orietta Berti con "Tu sei quello" e le note struggenti de "Il silenzio" di Nini Rosso, un vero tormentone che segnò una stagione dei cambiamenti in atto nel Costume.

A lanciare il brano arrangiato da Ennio Morricone al Disco dell'Estate l'esordiente Louiselle, artista dal fascino Mediterraneo e dagli occhi dolcissimi. registrata all'anagrafe di Vallelonga in provincia di Catanzaro nel 1946 come Maria Luisa Catricalà che ci ha lasciato ieri.

Aveva cominciato a esibirsi in vari locali col suo gruppo (I Gabbiani) finché nel 1963 approdata al Capriccio di Via Veneto, grazie ad Alberto Radius che suonava insieme a Bruno Martino e Fred Bongusto, iniziò a farsi notare.

Vestita di nero, capelli lunghi alla Francoise Hardy, cantava le canzoni francesi della Piaf e di Gilbert Becaud. Fu nel celebre night romano che, grazie a Roby Ferrante, che aveva scritto la canzone “Ogni volta” per Paul Anka e lavorava per la RCA, che fu scoperta da Carlo Rossi l'autore di tutti i successi di Edoardo Vianello e che poi divenne il marito.

Candidata in coppia con Dalida a Sanremo del 65 con "Ascoltami", mancò la partecipazione al festival per una polemica della RCA con l'organizzazione ma il brano presentato in TV andò ugualmente benissimo. 

Il preludio di lì a poco del successo di "Andiamo a mietere il grano" e di una carriera sfolgorante che la vide fra i principali protagonisti della nuova musica leggera.

Seguirono infatti le partecipazioni al Cantagiro, ancora al Disco per l'estate e alla Mostra internazionale di Venezia, con brani come "Il pontile", "La scogliera", "Cammelli e scorpioni", "Il cacciatore", "La recluta", "La vigna", tutti sul genere della ballata nazionalpopolare che l'aveva fatta amare dal pubblico.

La stella di Louiselle ha continuato a brillare per tutti gli anni Settanta, ma col passare del tempo e l'avvento dei cantautori, quel genere naif e folk che era stato all'origine del suo successo, passò di moda e pur continuando a fare tournè in Sud America e Canada, la sua presenza è stata relegata a trasmissioni come i Migliori anni o ai momenti amarcord del Maurizio Costanzo Show.

Nel 2003 la Rca ha voluto omaggiare i suoi 40 anni di carriera producendo un cd, I grandi successi, al quale è seguito, nel 2004, una riedizione remixata di "Andiamo a mietere il grano". Era tornata d'attualità poi per essere fra gli autori del brano "Anvedi come balla Nando" interpretato da Teo Mamuccari. 

Le ultime apparizioni nel salotto di Gianni Dei a Gold TV e in altri programmi come Millevoci e Ballare Viaggiando. Sempre gioviale ma completamente bionda aveva mantenuto quella voce calda e potente che l'aveva fatta conoscere al pubblico. 

Il suo rammarico era quello di essere rimasta prigioniera del suo primo grande successo, circostanza sicuramente vera, ma quell' "Andiamo a mietere il grano" resterà per sempre come ricordo della sua vitalità e di una stagione felice della vita degli italiani, quando era tutto più semplice e bastava una canzone per sognare. Addio Louiselle.  

sabato 27 aprile 2024

Lazio avanti così. Le Pagelliadi

 di FRANCESCO TRONCARELLI

8 a Benigno Zaccagnini - Un'altra vittoria per la Lazio firmata Tudor. Tre punti meritatissimi per volume di gioco prodotto e soprattutto per l'atteggiamento tecnico tattico mostrato dai biancocelesti, finalmente motivati, grintosi e tignosi. Copertina d'obbligo all'Arciere che rientrato dopo l'infortunio ha scagliato una delle sue frecce migliori. È un buon segnale, vuol dire che tutta la squadra, dal primo all'ultimo infortunato, dopo tante dormite, dà tutto per finire questo campionato in crescendo. Forza ragazzi fino alla fine.

7 e mezzo ad Avviso di Kamada - Ma è lui o non è lui, avrebbe detto vedendolo Ezio Greggio. Certo che è lui e non il cinese che lo copia che avevamo visto sino a qualche partita fa. Dribbling, progressioni, passaggi, tiri in porta. Praticamente un altro. Come Mollica che senza occhiali sembra la Sora Lella.

7+ a Lupo Alberto - E tra un'amnesia e un doppio passo da Mago bipolare qual è, il coniglio dal cilindro per la rete decisiva. E Silvan muto. 

7 a Pasquale Ametrano Anderson - Con quella faccia un po così quell'espressione un po così che hanno tutti i Turisti per caso come lui in vacanza perenne all'Olimpico ma che sono la bellezza di 145 partite consecutive che gioca dal 2021 (è record) c'era da aspettarsi qualcosa di buono. E il bandolero stanco ce l'ha messa tutta per ribadire il suo attaccamento alla maglia colpendo una traversa che grida ancora vendetta. Provaci ancora Filippetto devi chiudere in bellezza.

7 a Guendalina facce sognà - Guendo è bello esse laziali!

6+ a Patric del Grande Fratello - Battiamo le mani. 

6+ a Castellano e Pipolo - Rabone, tacchi, bombolotti e tric e trac. La rivincita del disertore della Pampa. Alè.

6+ a Viale dei Romagnoli, 13 Ostia - Finalmente senza sbavature o errori imperdonabili. Come il Dottore ai Pacchi.

6 a Casale degli Ulivi Agriturismo - Già è tanto che non ha combinato casini come un Morgan qualsiasi.

6 a Somarusic - Senza infamia e senza lode. Praticamente senza. Ovvero senza di lui sarebbe stato lo stesso.

6- a Lisasken dagli occhi blu - Tanto fumo e poco arrosto. Avete presente Massimo Giletti?

6- a che Dio ce la Mandas buona - Non c'è bisogno della prova del DNA per capire se il numero uno greco sia figlio di Rosario Di Vincenzo, portiere della Lazio targata Lorenzo di cui fisicamente e nel volto è la copia sputata. Quella uscita al 34° per farfalle che ha seminato il panico sugli spalti era tipica del buon Zarin dei tempi d'oro. Talis pater talis filius dicevano i latini e ci azzeccavano. Si dirà è un caso, sicuramente, ma la strizza è stata tanta come quando le frescacce le combinava il presunto genitore. Ma anche le parate salva risultato. Sipario.



venerdì 26 aprile 2024

Addio Margaret Lee

 di FRANCESCO TRONCARELLI


"Col chicco, col chicco d'uva passa, col chicco col chicco passerà"... quella canzoncina divenne un tormentone e tutti, grandi e piccini, la cantavano sorridendo pensando a lei e all sua erre moscia e a quella pronuncia all'inglese alla Don Lurio.

Bella, bellissima era Margaret Lee, era arrivata in Italia dall'Inghilterra in piena Dolce vita, accreditata come la sosia di Marylin Monroe ed era stata subito notata da produttori e registi.

Fu così che esplose come protagonista di tanti B movies di ogni genere, mitologici con i vari Maciste, Western spaghetti, alla 007, sexy alla buona e le classiche commedie con Franco e Ciccio ma anche pellicole importanti con la Wertmüller, Lizzani e Steno.

La grande popolarità la ebbe a fianco di Johnny Dorelli nel suo applaudito varietà che spopolava in tv, un programma di grande successo dove loro due facevano il verso a Diabolik, lui in calzamaglia come "il re del terrore" e lei intrigante Baby Eva, meglio di Eva Kant.

Poi ebbe una storia col biondo Kim Brown dei Renegades, il gruppo inglese che suonava con le divise indosso dell'esercito Nordista che andava per la maggiore con brani come Era settembre un anno fa e Lettere d'amore e che aveva cantato a Sanremo in coppia con l'Equipe 84.

Tante le copertine per lei, Vamp col cervello e dallo spirito anticonformista, sui settimanali nazionalpopolari, raccontata negli articoli come donna "libera che vive il suo tempo senza pregiudizi".

Nei Settanta la tv della domenica pomeriggio insieme a Raffaele Pisu che animava il pupazzo Provolino, mentre lei la rivale Flanella. Ancora cinema e ospitate in Tv sino al ritiro dalle scene e il ritorno in Gran Bretagna.

Se n'è andata in punta di piedi a 80 anni, dimenticata dai più e ancora affascinante nel suo fisico da pin up. È stata un'icona della femminilità e una protagonista dell'emancipazione femminile nell'immaginario collettivo. 

Un personaggio dei migliori anni animati da professionisti che recitavano in bianco e nero ma facevano sognare a colori, ciao Baby Eva sogno erotico di un'Italia con un solo canale televisivo...

venerdì 19 aprile 2024

Lazio, Genoa è per noi! Le Pagelliadi

 di FRANCESCO TRONCARELLI

7+ a Gila il mondo gila (Jimmy Fontana, Cantagiro 1965) - La Lazio vince anche a Genova. Una nota sicuramente positiva in un campionato modesto e scombussolato quale è stato sino ad ora ma questo non significa che i problemi da tempo esistenti siano risolti. Il cambio dell'allenatore insomma non ha prodotto un possesso palla utile rispetto a prima, per andare in rete, ma il solito tic e tac sterile che annoia e non quaglia. Ma si è vinto e questo è un bene per addolcire gli animi in subbuglio per il fuggi fuggi generale e così è opportuno evidenziare chi dà tutto sempre e da sempre come lo spagnolo. Un combattente vero da cui ripartire.

6 e mezzo a Lupo Alberto - È come quel personaggio di Riccardo Pazzaglia, "separato in casa", come dire ho chiesto il divorzio ma resto qui, e se mi gira bene, tiro fuori conigli dal cilindro. E così è stato. E Silvan muto. 

6+ ad avviso di Kamada - Dal Sol levante al solo cadente senza un minimo di personalità, da copia cinese di un prodotto giapponese qual è. E così nella sua mosceria alterna errori clamorosi da harakiri a guizzi da samurai stagionato. Arigatò a volontà e sushi per tutti. 

6+ a Pasquale Ametrano Anderson - Con quella faccia un po così quell'espressione un po così che hanno tutti i Turisti per caso come lui in vacanza perenne in tutti gli stadi d'Italia tanto di aver deciso di volersene tornare a casetta non c'era da aspettarsi più di tanto. Il primo tiro in porta lo ha fatto non a caso al 62°, bandolero stanco nel profondo e senza attenuanti generiche. Eppure sarà rimpianto per quella saudade che spesso e volentieri si trasforma in gioia ed estro come nell'azione del gol partita dai suoi piedi. Obrigado Filippetto.

6+ a Patric del Grande Fratello - Battiamo le mani.

6+ a che Dio ce la Mandas buona  - Quelle uscite fuori dell'area piccola alla Di Vincenzo di cui peraltro è la copia sputata, hanno fatto tremare tutti. Ma al momento opportuno ha risposto presente.

6+ a Pedro Pedro Pè, Massimo Di Cataldi e Rovella per chi non si accontenta - Sono risorti. Come Aldo, Giovanni e Giacomo. Daje.

6 a Viale dei Romagnoli 13 Ostia - Daje de tacco daje de punta co' lui non  passa manco la Sora Assunta.

6 a Somarusic - Non ha combinato casini. E questo va detto. Per il resto il solito tran tran. Avete presente Pierluigi Diaco?

5 a Casale degli Ulivi Agriturismo - È l'anello debole del reparto. Nè più nè meno di Pino Insegno.  

5 a Lazzari alzati e cammina e Hisay che i papaveri - Questo o quello per me pari son per dirla col Duca di Mantova nel Rigoletto di Verdi. Il cambio in corsa per infortunio di Pupo biondo non ha prodotto novità o cambiamenti. Nessuno dei due è mai decollato. Entrambi sono al capolinea.

4- a Castellano e Pipolo - Ha dimostrato finalmente di saper attaccare. Sì avete letto bene, attaccare. Ma attenzione no nel senso di calciatore, di attaccante, del mestiere per cui è profumatamente pagato, ma nel senso di attacchino, con la tuta, la scopa e il secchio con la colla. Come si è visto nel video ufficiale della società dove attacca su un muro un poster che annuncia la maglia dell'anniversario dello Scudetto del 74. Ecco quello fa per lui perchè a pallone fa ride, non ne azzecca una con tanto di cadute a terra al minimo stormir di fronda. Scene patetiche che fanno rimpiangere seghe acclarate come Nina Muriqui e Berardino Capocchiano. Poveri noi. Sipario.



La Lazio è sempre Meravigliosa. Le Pagelliadi

  di FRANCESCO TRONCARELLI 110 e lode alla banda Maestrelli - Pulici, Petrelli, Martini, Wilson, Oddi, Nanni, Garlaschelli, Re Cecconi, Chin...