giovedì 5 giugno 2025

Addio Enzo Staiola

 di FRANCESCO TRONCARELLI

Lo potevi incontrare al baretto della Garbatella, il suo quartiere e lo riconoscevi subito, perché nonostante fossero passati tanti anni, aveva sempre quello sguardo dolce che ispirava serenità e quegli occhioni azzurri che avevano conquistato il mondo.

Enzo Staiola che ci ha lasciato dopo una breve malattia, aveva esordito a 9 anni in "Ladri di biciclette" il capolavoro di Vittorio De Sica, divenendo cosi il più famoso bambino-attore del cinema italiano per la straordinaria sensibilità con cui aveva dato vita al personaggio di Bruno, il figlio del protagonista, l'operaio Ricci interpretato da Lamberto Maggiorani. 

Lasciandosi guidare da De Sica con estrema bravura, il piccolo Enzo divenne una specie di "manifesto" vivente del neorealismo italiano, un protagonista assoluto grazie alla sua umanità veramente notevole e spontanea.  

la bicicletta tanto agognata

La sua faccia da bambino triste col naso a patata era finita addirittura in un francobollo nel 1988, ma nella storia del cinema c’era già da un pezzo per quell'interpretazione che trasudava innocenza, dignità e amore filiale.

«Eravamo cinque fratelli, tre maschi e due femmine. Abitavamo insieme ai nostri genitori in un piccolo appartamento di due stanze nel quartiere San Giovanni» aveva raccontato Staiola. "Mamma Rosa aveva un banco di frutta vicino al Colosseo, mentre mio padre Otello vendeva fiori". 

il francobollo

De Sica lo notò per strada mentre era in macchina, per come camminava ciondoloni: "Stavo tornando da scuola e a un certo momento mi accorgo che una grande auto mi seguiva a passo d’uomo. Poi scende questo signore coi capelli grigi, tutto vestito bene, e mi chiede: “Come ti chiami?”, e io zitto. E lui “Ma non parli?”,“Non mi va di parlare”, risposi. Mia madre mi diceva sempre di non dare confidenza se qualcuno ci fermava. C'era stata la storia di Girolimoni, accusato ingiustamente di rapire i bambini".

De Sica però non si scoraggiò e lo seguì fino a casa e lì ovviamente venne riconosciuto dai genitori. Alla fine venne firmato un contratto che proponeva 300 mila lire per due mesi. Per allora una cifra esagerata a cui non si poteva dire di no 

sul set con De Sica

Sul set De Sica era severo con Enzo, a volte usava modi bruschi probabilmente per avere qualcosa in più nel film a livello di recitazione. Lo stesso regista premiato con l'Oscar per questo film, raccontò che per fare piangere in maniera così naturale il piccolo Staiola, gli aveva messo delle cicche nelle tasche dandogli del “ciccarolo” e del bugiardo.

"Ladri di biciclette" sceneggiato da quel poeta di Cesare Zavattini, ebbe un successo enorme e Staiola continuò a lavorare nel Cinema partecipando a una ventina di film, lavorando anche insieme ad attori del calibro di Humprey Bogart e Ava Gardner come fu nel film "La contessa scalza" ma tutte le pellicole a cui prese parte le interpretò in quanto bambino e poi ragazzetto, senza avere la possibilità da parte dei registi di crescere nei ruoli e così diventare attore professionista.

Enzo Staiola e Lamberto Maggiorani

Passato così il magic moment con gli studi di Cinecittà si diplomò all'Istituto Tecnico, e dopo qualche supplenza come docente di matematica preferì la solidità di un posto fisso al Catasto alle lusinghe del set, senza rimpianti e nostalgie particolari da buon romano fatalista quale era. Gli piaceva molto il calcio e tifava Lazio e nel tempo libero faceva l’allenatore di alcune squadre amatoriali della Garbatella. 

Enzo Staiola aveva 85 anni ed era l'ultimo protagonista ancora in vita del Neorealismo, quel movimento culturale e artistico che aveva caratterizzato il nostro cinema nel dopoguerra e influenzato quello internazionale.

Il suo Bruno in lacrime per le tristi e drammatiche vicende del padre in quel film considerato uno dei film più importanti del Ventesimo Secolo, aveva commosso milioni di spettatori, ora quel dispiacere si rinnova e la parola "FINE" nei titoli di coda della sua esistenza chiude un'epoca indimenticabile che grazie alla magia del cinema vivrà per sempre. 

indimenticabile Enzo


 

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