domenica 29 settembre 2019

La Lazio cala il poker, Genoa a fondo. Le Pagelliadi

di FRANCESCO TRONCARELLI                  

8 e mezzo al Ciro d'Italia - "Oggi 29 settembre" (cit. d'obbligo con il laziale Battisti) la Lazio ha calato il poker ed ha affondato il Genoa a pieno merito. E' stata una bella vittoria in cui si sono visti finalmente il bel gioco e la tenuta fisica e soprattutto la voglia di vincere dal primo all'ultimo calciatore. Tanti gol, tante azioni, tanto tifo e anche una ritrovata serenità che dallo spogliatoio si è trasferita sul prato dell'Olimpico. Sì perchè dopo tutto quello che era successo e le chacchiere da comari sul bomber, che avevano minato l'ambiente, il momento più bello del match vittorioso è stato quando Ciro nostro gajardo e tosto dopo la sua rete spettacolare si è diretto subito verso Inzaghi per stringerlo in un abbraccio intenso e carico di affetto. Della serie "scurdammoce o passato", semo da a Lazio compà! Questo è lo spirito giusto per andare avanti tutti insieme.

8+ al Sergente - Gladiatore vero. Massimo Decimo Meridio dell'omonimo film je spiccia casa e pure la cantina. La prima mezz'ora ha fatto tutto lui, a cominciare da quando al 7° ha rubato palla a centrocampo avviando l'azione che poi avrebbe concluso con la prima rete della goleada. Bravo così se fa, spallate a destra e a manca per arrivare al sodo. Come ha fatto Renzi, che s'è ritrovato ago della bilancia dopo le botte che aveva preso.

8 a Innamoradu - Radu batte Radu. Un titolo così se lo sognava il più romano dei romeni e domani sicuramente qualche quotidiano di Bucarest lo acconteterà per sintetizzare la sfida fra i due suoi calciatori che giocano in Italia. Certo è che quella sassata che ha scagliato dalla distanza verso l'incrocio lo ha riscattato da qualche partita giocata così così e qualche erroraccio di troppo. Un po' come Zingaretti che si è ritrovato al governo dopo aver perso tutte le ultime elezioni.

8 al Pantera - Oh, ma avete visto che j'ha fatto? Un gol da paura come solo lui. S'è marcato il portiere e poi la zampata del campione. Un trionfo da applausi a scena aperta. Roba che Achille Lauro se lo sogna.

7 e mezzo a Lupo Alberto - Se la leggenda metropolitana vuole che er go' de Turone era bbono, figuriamoci se era buono quello dell'ex ciuffo biondo. Ma il Var ha detto No, come Di Maio a Salvini e il Mago si è ritrovato come Don Falcuccio, co na mano dvanti e nartra de dietro, ma non si è scoraggiato, giocando una delle sue più belle prestazioni da quando è con noi. Voleva fare centro, ha fatto solo Cento. Presenze con l'Aquila sul petto.

7+ a Sylva Strakoshina - L'altro centenario del match (ce se crede? 100 in biancoceleste pure lui). E proprio in questa occasione da ricordare si è superato, ha lasciato la caccia alle farfalle che lo ha reso celebre e i piedi inchiodati sulla linea di porta come le Sisters di Nando Moriconi-Alberto Sordi in "Un americano a Roma" e al 24° si è esibito in due paratone nel giro di pochi secondi prima su Cassata alla siciliana poi su Lerager che bontà che hanno fatto capire che sto giro non era aria. Grande!

7 a chiedimi se sono Felipe - E certo che lo sei amico mio. Quella galoppata conclusasi in assist per Ciruzzo vale la rinuncia al lettino in prima fila al Tibidabo per l'ultima domenica di settembre. Daje bello de casa.

6 e mezzo a Lucas 2.0 - Biglia chi?

6 e mezzo a veni, vidi, Lulic al 71° - In grande spolvero. Come Mara Venier a Domenica In, tutta chiacchiere e lustrini ma insuperabile. Come Lulic appunto.

6 e mezzo ad Antonio Elia Acerbis - Il minimo sindacale per tenerli a bada. Quello che sta facendo Berlusconi con Salvini e la Meloni per tentare la remuntada.

6+ a Somarusic - E' rientrato nei ranghi della normalità. Nè più nè meno dei Cristiano Malgioglio. Sparito dai radar.

6+ a dillo a Parolo tuo - In campo a venti minti dal termine per addormentare il gioco. Avete presente Gigi Marzullo quando chiude i programmi a mezzanotte? Ronf ronf e la tv si spegne da sola.

6 a Correa l'anno 1900 - C'era una volta il Tucu che dribblava e la buttava dentro, ora siamo al Tuca tuca se dribbla da solo enon segna più. Amen.
 
6 a Paolo Adi Canio - Piccole aquile crescono. E con quattro picchi che rifili al povero Andreazzoli, crescono bene.


Appunti di gioco
di Roberto Taglieri

Domenica, 29 settembre 2019
Lazio a valanga sul Grifone. Nella gara valida per la sesta giornata di serie A all’Olimpico nel primo tempo apre le marcature Milinkovic, raddoppia poi Radu; Caicedo ed Immobile ingrassano il risultato per il rotondo e meritato 4-0 finale per i capitolini contro il Genoa. I biancazzurri, reduci dal passo falso di mercoledi contro l’Inter, tornano a Roma per incontrare i liguri bloccati sul pari dal Bologna nello scorso turno. Andreazzoli, che a parte Sturaro non ha nessuna defezione, fa turnover inserendo Barreca al posto di Pajac, oltre a Saponara, lasciando tra le riserve sia Favilli che Pinamonti. Nuovo cambio in difesa invece per la squadra di Inzaghi, che inserisce Luis Felipe a destra e Radu dall’altro lato. Tornano Lulic ed Immobile con Correa, mentre Caicedo stavolta parte dalla panchina. Un caldo estivo fa da sfondo all’inizio della gara, che vede subito avanti la Lazio: al 7’ infatti Correa porge ad Immobile che fa sponda per Milinkovic, il cui sinistro all’angolino è preciso ed imparabile per Radu ed i biancocelesti vanno in vantaggio. La forte punizione di Radovanovic al 12’ va out, mentre al 18’ Correa in caduta riesce a tirare ugualmente ma trova il portiere che si distende tra i pali; poco dopo la discesa di Immobile è davvero inarrestabile, il tiro però troppo diagonale e Radu para ancora. Al 25’ un doppio intervento di Strakosha salva la Lazio, prima su Cassata e poi dopo la respinta, ancora su Lerager. Alla mezz’ora Milinkovic incorna su traversone di Lulic ma non inquadra lo specchio, un minuto dopo altrettanto fa Luis Alberto dai 18 metri. In ripartenza al 34’ la Lazio sigla la seconda rete: Immobile porge a Luis Alberto che segna, ma Pairetto dopo aver visionato il Var, annulla per un precedente fallo a centrocampo. Il raddoppio è però alle porte, perché al 40’ arriva il gol di Radu, che batte il suo omonimo con un fendente imparabile che finisce all’incrocio dei pali. Dopo il Riposo Leranger e Barreca lasciano il posto a Pandev e Pajac; al 49’ Sanabria anticipa Radu di testa ma spedisce sul fondo un occasione enorme per dimezzare lo svantaggio. Inzaghi fa uscire Correa per Caicedo, che dopo soli  cinque minuti di gioco timbra il cartellino. L’ecuadoreno fa tutto da solo, con un dribbling si libera anche del portiere e col sinistro da posizione defilatissima riesce a mettere in porta il tris laziale. Con il risultato al sicuro la Lazio si risparmia e prova qualche affondo ma senza spingere troppo. Il Genoa invece ci prova ancora, con un tiro di Criscito che al 71’ sfiora il palo lontano, poi con Sanabria che impegna Strakosha.  Ma al 77’ i biancazzurri calano il poker, con Immobile, che riceve da Luis Felipe e non perdona davanti al portiere, superandolo con un piattone preciso sul palo lontano. Genoa inconsistente, che ha fatto paura solo per qualche azione nel primo tempo ed all’inizio di ripresa. Un risultato che premia la squadra più forte, che ha dominato la gara non concedendo che poco o nulla agli avversari. E’ un’ottima vittoria interna quella della Lazio, che si toglie subito di dosso lo smacco della sconfitta con l’Inter e ricomincia a macinare gioco, in attesa della gara interna contro il Rennes di giovedi e della difficile trasferta a Bologna.

LAZIO GENOA  4–0     7’ Milinkovic   40’ Radu  58’ Caicedo  77’ Immobile
LAZIO: Strakosha, Luis Felipe, Acerbi, Radu, Marusic, Leiva, Milinkovic (73’ Parolo), Luis Alberto, Lulic, Correa (51’ Caicedo), Immobile (85’ Adekanye). All: Inzaghi.
GENOA:
 Radu, El Yamiq, Romero, Criscito, Leranger (46’ Pandev), Radovanovic, Cassata (68’ Schone), Barreca (46’ Pajac), Sanabria, Kouamè.  All: Andreazzoli
Arbitro Pairetto

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