domenica 11 febbraio 2024

Califano, Tutto il resto è noia

di FRANCESCO TRONCARELLI

"Califano" in prima serata su Rai 1 è stato un evento. Portarlo sulla rete ammiraglia un'operzione coraggiosa e dovuta per rendere omaggio ad uno degli artisti più bravi che hanno dominato la scena musicale italiana. E il film su di lui ha ricevuto giudizi positivi dalla critica e soprattutto dal pubblico che sui social, in diretta, durante la programmazione, ha commentato entusiasticamente.

Gli ascolti sono volati al 22,8 % di share pari ad oltre 4 milioni di spettatori, staccando così di gran lunga la concorrenza televisiva e il merito di questo indiscutibile successo va ovviamente a Leo Gassman che si è calato nei panni del Califfo con cuore e presenza scenica grazie ai preziosi consigli di chi l'ha conosciuto e gli è stato amico come Antonello Mazzeo e di chi ha scritto musica per lui e lo ha accompagnato nei suoi recital, il bravo Alberto Laurenti.

Lui di questo ritrovato interesse sarebbe stato contento sicuramente, ma forse non più di tanto, perchè  andava sempre dritto per la sua strada da spirito libero e controcorrente qual era e non dipendeva dai giudizi altrui. E' comunque positivo che un artista del suo calibro, considerato dai media più come personaggio che come autore, ora sia rivalutato a prescindere grazie a questo film.

Franco Califano è stato uno dei più grandi autori della nostra musica. Poeta, anticonformista, ribelle, artista maudid, protagonista di storie di cronaca nera e cronaca rosa, attore di cinema e di fotoromanzi. Ha fatto di tutto mettendo tutto se stesso come ha ben reso l'interpretazone del giovane Gassman.

Leo Gassman Califano
Per una certa Roma ai confini della legalità ma anche per tanta gente di ogni ceto sociale innamorata della sua musica è stato un idolo, la sua esistenza guascona e sempre generosa verso il prossimo lo ha reso umanamente simpatico e affascinante, resta sicuramente un grande chansonnier, un cantautore di rara sensibilità, un autore prolifico e sempre di qualità.

Un uomo dalle spalle larghe e dalla creatività innata, con la capacità di raccontare il vissuto quotidiano della gente, fosse di borgata come in quel brano portato al successo da Edoardo Vianello e Wilma Goich in coppia, o fosse dei quartieri alti della città, l’una e l’altra alle prese con i problemi che da sempre tormentano le rispettive esistenze. La vita, l’amore, l’amicizia. Non a caso qualcuno molto acutamente l’ha definito il Prevert di Trastevere.

Autore di alcune pagine intense della musica leggera italiana come "La musica è finita", "Una ragione di più", "Minuetto", "Un grande amore e niente più", "E la chiamano estate", "Un'estate fa", Califano a un certo punto disse basta: "Adesso ognuno si canta le cose sue", come spiegò in un'intervista televisiva ritrovata da Blob.

Il Maestro
Non più regalare agli altri le sue gemme, ma tenerle per sè. E iniziando a cantarle con quella voce calda e roca che conferiva un'ulteriore fascino a quei brani. E così dopo dopo alcuni tentativi rimasti nel limbo che non non gli avevano dato il modo di farsi apprezzare appieno anche come interprete, arriva l'occasione giusta quando incide "Tutto il resto è noia", un brano che diventerà uno dei capolavori assoluti della musica italiana.

Una canzone dal sapore amaro ma irresistibile che dipinge su musiche di Frank Del Giudice, il malessere esistenziale di una passione che si spegne piano piano nella routine, un testo diretto e malinconico che il Califfo scrisse più di quarant’anni fa, ma che per le dinamiche e le situazioni del rapporto di coppia che racconta, è sempre attuale.

Pubblicato nel 1976 ed inserito nel suo quarto album sulla cui copertina c’è un bambino dal cognome che rimanda ad echi di malavita, ovvero l’allora piccolo Eros Turatello, figlio del boss milanese Francis suo amico, “Tutto il resto è noia” è considerato dalla rivista Rolling Stone, uno fra i cento dischi italiani più belli di sempre ed è per lui, quella che gli americani chiamano “signature song”, la canzone cioè con cui si identifica subito un cantante.

La copertina del disco

Sicuramente è il brano che gli ha regalato una nuova credibilità artistica dopo le vicissitudini giudiziarie che avevano movimentato in negativo la sua esistenza e lo avevano allontanato dalla ribalta. Un pezzo di forte impatto che segnò il suo riscatto come artista e per taluni che snobisticamente lo avevano emarginato, anche come uomo. E' stato un brano che lo rilanciò a pieno titolo e senza falsi moralismi, come cantautore con la “c” maiuscola.

Califano che andava a letto cinque minuti dopo degli altri per avere cinque minuti in più da raccontare, nato per sbaglio a Tripoli da genitori campani, ma romano d’adozione, con quella inconfondibile voce e quello sguardo sornione che bucava il video e le anime, aveva sul braccio tatuato “tutto il resto è noia”.

Quella frase di questa canzone che gli ha dato la notorietà e la fama imperitura e che avrebbe voluto come suo epitaffio si è rivelata alla fine una verità sacrosanta. Basta infatti dare uno sguardo all'ambiente  dello spettacolo attuale popolato da mezze figure senza personalità e personaggi di plastica morti di fama, per rendersi conto come sia maledettamente noioso questo mondo senza uno artista come lui. 




3 commenti:

  1. Bella "pagina"Bravo! ........E' noia

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  2. Franco Califano a mio parere è stato un grande ha scritto davvero belle pagine nella sua carriera sia come autore che come interprete ,canzoni che sanno raccontare bene spaccati di vita con ironia e poesia ... cito Nun me porta a casa , l'urtimo amico va via ,avventura con un travestito .....sono immortali

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  3. ciao,interessante la descrizione del personaggio, un grande autore e cantante che ha regalato molte emozioni, è stato piacevole leggere l'articolo.ciao , luigina

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