sabato 30 aprile 2022

La Lazio li Spezia. Le Pagelliadi

 di FRANCESCO TRONCARELLI

8 al Ciro d'Italia - Una Lazio imbarazzante e a corrente alternata, ha battuto rocambolescamente uno Spezia modesto ma sicuramente più motivato. Doveva mangiarselo in un sol boccone, c'è mancato poco che gli rimanesse indigesto. Cosa sia successo a questa squadra è un mistero, il Sarrismo che doveva smuovere le montagne funziona a tratti e le battute d'arresto si alternano alle soddisfazioni senza soluzione di continuità. In questo caos tecnico tattico l'unica certezza è il bomber dei bomber biancocelesti che ha colpito ancora. Sono 150 in serie A con l'Aquila sul petto. Bisognerebbe fargli un monumento, come a Garibaldi al Gianicolo. Se lo merita. Per gli altri c'è tanto da lavorare, ma proprio tanto.

7 e mezzo ad Antonio Elia Acerbis - Stavolta la risata ce sta tutta. E meno male. Daje!

7 e mezzo al Sergente - Per fortuna che SMS c'è altrimenti staremmo a leccarci le ferite. Ha fatto a spallate con tutti, ha smistato palloni d'oro e soprattutto ha segnato il decimo gol. Grande! 

6+ a Benigno Zaccagnini - S'è svejato nel momento topico, rimbambendo Provedel e segnando a mezzi con la sua schiena il secondo gol.

6 a Lupo Alberto - Il Mago è tornato e ha tirato fuori dal cilindro la vittoria dei compagni di merende. E Silvan muto.

5 a Massimo Di Cataldi - Je manca sempre un soldo pe fa na lira. Come Pierluigi Diaco.

5 a Lazzari alzati e cammina - T'ho detto arzate, a cornuto, arzate! cit. Mario Brega.

5 a Pasquale Ametrano Anderson - Con quella faccia un po' così quell'espressione un po' così che hanno tutti i turisti per caso in vacanza perenne a spese nostre come lui, potemo sperà che qualcosa cambi? Filippetto non solo è un bandolero stanco ma anche un bluff. Con se stesso ed è ancora più grave. 

5-  a Somarusic - Inutile. Avete presente Riccardo Rossi?

4- a Basic Instinct - L'avevamo detto subito appena visto: ma sto seminarista così educatino, tra un Pater Ave e Gloria e na messa vespertina, ce serve o non ce serve? Me sa che non ce serve proprio. 

3 a Patric del Grande Fratello e Sylva Strakoshina - Ciccio e Franco, Ale e Franz, Paolo e Pedro, Boldi e De Sica, scemo più scemo, lui è peggio di me, e in coppia fanno ride, della serie Oggi le comiche. Er caciara che qualcuno vorrebbe addirittura a vita con noi e il portiere che non esce dai pali perchè sconta i divieti del padre che da piccolo gli diceva "non t'azzardà a uscì da casa se no te gonfio". Il primo ha fatto ride l'altro pure ma c'è da piangere. I gol in pratica se li famo da soli. Una tragedia infinita che non meritiamo. E che a quanto pare andrà avanti sino alla fine del torneo. Uno strazio. Una vergogna. Sipario.



domenica 24 aprile 2022

Lazio, andate al Diavolo. Le Pagelliadi.

 di FRANCESCO TRONCARELLI

7 al Ciro d'Italia - Contro un Milan lanciatissimo verso il titolo la Lazio ha tentato il tutto per tutto per cercare di fare il risultato. E ci è andata vicino quando dopo essere andata in vantaggio, ha retto l'urto dei fallosi ed avvelenati rossoneri. Una diga con qualche falla, che ha retto però solo il primo tempo, poi il batti e ribatti avversario ha prodotto il pareggio e ovviamente il raddoppio nell'assalto finale. Tutto purtroppo prevedibile visti i valori e e motivazioni in campo. Copertina d'obbligo e strameritata al bomber dei bomber biancocelesti che ancora una volta ha timbrato il cartellino, illudendo un po' tutti che potesse bastare. Bravo a prescindere Cirù, tutto il resto poca roba.

6 e mezzo al Sergente - Se ci fosse un minimo di programmazione, si dovrebbe allestire la squadra del prossimo campionato su di lui. Probabimente invece servirà per fare cassa per recuperare qualche scommessa, un parametro zero e tre barra quattro seghe internazionali. Sic.

6+ a Lazzari alzati e cammina - Un furetto. Una freccia. Una spina nel fianco dei Pioli boys. Poi è calato come Carlo Verdone a The Band.

6 a Sylva Strakoshina - Solo contro tutti.Troppo ha retto.

6 a Benigno Zaccagnini - È tornato l'arciere ma con le frecce spuntate.

6 a Patric del Grande Fratello - Buona la prima, poi alla seconda non jela faceva più. 

6- a Pasquale Ametrano Anderson - Con quella faccia un po così quell'espressione un po così che hanno tutti i Turisti per caso come lui che fanno giocare la squadra spesso in dieci, che pensavi de fa? Ma non è una novità, il bandolero stanco è così, t'illude co no stop al volo poi s'addormenta e buonanotte ar secchio. 

5 e mezzo a Massimo Di Cataldi - Je manca sempre un soldo pe fa na lira. Avete presente Riccardo Rossi?

5 e mezzo a Basic Instinct  - Ma con quelli che menavano come fabbri potevi vince co' er seminarista? Troppo educato, troppo lezioso, troppo poco.

5 a chi lo Leiva - Lo scrivano fiorentino lo leiva perché non gliela fa più.

5 a Lupo Alberto - Evanescente. Praticamente assente. Sicuramente inesistente. Cioè è sparito da solo. E Silvan se la gode, il vero mago è lui.

5 a Innamoradu - Come Al Bano. Arruginito. 

5- Maru (sic) - Per cercare di aggiornarli e ripartire, ci siamo affidati a lui. Come se per sostituire Don Matteo si pensasse a quel pesce lesso di Raul Bova. Impossibile. E infatti si è visto er casino che ha combinato.

5- a Hysaj che I papaveri - Ma sto brut de brut ce serve o nun ce serve? Campionato finito, me sa che nun c'è servito. 

4 ad Antonio Elia Acerbis - Ha provato a tornare Ministro della Difesa, ma manco l' usciere po fa..  E come diceva mi nonno, ridi su casa...Sipario.




 

martedì 19 aprile 2022

Le canzoni di Catherine Spaak

 di FRANCESCO TRONCARELLI


La scomparsa di Catherine Spaak ha colto tutti di sorpresa. Nessuno sapeva dei suoi gravi problemi fisici nè tanto meno che ultimamente si fosse aggravata.

Ed è comprensibile capire il perchè, lei non era un personaggio da copertina o perennemente sotto i riflettori alla ricerca di un like sui social. Era un'attrice di un'altra categoria, una donna riservata e di classe che all'apparire preferiva l'essere.

E poi perché come per tutti gli artisti che hanno accompagnato varie generazioni nel corso del tempo, era rimasta la bionda e affascinante ragazza degli anni Sessanta, quegli anni irripetibili e favolosi che videro la sua esplosione sul grande schermo.

il primo 45 giri "Perdono"

Nell'immaginario collettivo era sempre e per tutti Lilly l'adolescente acerba e sensuale del Sorpasso o la simpatica Gabriella della Tris di Febbre di cavallo, il simbolo di una gioventù anticonformista e aperta al mondo di una stagione felice della nostra vita. 

E in questo contesto ci piace ricordarla proprio come una ragazza che si è ritagliata il suo spazio non solo nel Cinema ma anche nella musica leggera, come si diceva una volta, una componente essenziale nella vita di tutti.

Un aspetto di cui si è parlato poco nei vari ritratti o articoli rievocativi su di lei, ma che ha avuto un ruolo importante nella sua carriera al pari di quello di attrice, giornalista e conduttrice televisiva.

Catherine Spaak infatti è stata anche una cantante di successo, un artista amata dal pubblico per le sue canzoni e con all'attivo decine di brani e alcuni dischi d'oro ottenuti per le vendite dei suoi 45 giri.

Catherine Spaak e Gino Paoli

Come tutti i giovanissi dei Sessanta, Catherine strimpellava la chitarra e fu notata per questo da Gino Paoli a una festa di "cinematografari" romani a cui era stata invitata. 

Quella sua voce così particolare e dolce colpì il cantautore genovese che decise di scrivere per lei due canzoni procurandole anche un contratto con la Ricordi.

"Perdono" e "Tu ed io" arrangiati da Ennio Morricone, furono così i suoi primi passi nella musica, era il.1962 e lei era già famosa per film come i "Dolci inganni" di Lattuada, "La voglia matta" interpretato con Ugo Tognazzi e il "Sorpasso" con Vittorio Gssman .

Il vero e proprio boom però avvenne quando incise le cover dei brani di Francoise Hardy, l'icona della gioventù di quegli anni che con le sue canzoni che raccontavano non solo l'amore ma anche il disagio giovanile, aveva conquistato il mondo.

  

Del resto Catherine poteva ricordare la bella e brava Francoise, sia nel fisico che nella voce come nella stessa lingua, il francese, che si avvertiva subito quando parlava per via di quella erre moscia tipica oltralpe.

"Quelli della mia età" fu la sua versione del successo internazionale “Tous les garçons et les filles” della Hardy con testo italiano di Vito Pallavicini, quello di Azzurro" e "Insieme a te non ci sto più" a cui seguì "Mes amis, mes copans".

Ma la vera esplosione per la  sempre più famosa Spaak, si ebbe nel 1964 con il disco "L'esercito del surf", pezzo nato dalla collaborazione di Mogol col maestro Iller Pattaccini, con cui la bionda e frangettona Spaak arrivò ai primi posti di Hit parade.

Quel ritornello che faceva "Noi siamo i giovani, i giovani, più giovani..." divenne popolarissimo, un vero tormentone cantato da tutti, tanto che fu ripreso per la pubblicità dell'acqua di Fiuggi a Carosello. 

 

Seguono altri brani di minore presa ma sempre vendutissimi grazie alle frequenti ospitate dell'attrice-cantante nei varietà televisivi di punta della Rai.

Il successo discografico poi ritornetrà alla grande nel 1970, complice, anzi, galeotto il rendez vous con uno degli artisti più famosi e apprezzati di quel momento, Johnny Dorelli.

I due s'incontrano durante le riprese per la Tv dell'operetta "La vedova allegra" realizzata da Antonello Falqui e non si lasciano più, dando vita a una coppia che condividerà per anni la vita in comune, con tanto di matrimonio celebrato esattamente 50 anni fa e il lavoro.

Ecco così il trionfo di “Promesse…promesse” tratto da una commedia musicale di Neil Simon (ispirata a sua volta dal film "L'appartamento") che viene riadattata in Italia da Garinei e Giovannini e che i due portano in tournèe ovunque. 

 

Da questo musical viene pubblicato un album e anche un singolo, “Non mi innamoro più”, cover di “I’ll never fall in love again” di Burt Bacharach, con testo italiano della coppia d'oro del Sistina, che sacalerà in poco tempo le classifiche. 

Altro pezzo da incorniciare nella carriera di Catherine è "Una serata insieme a te", versione italiana di "Where Are You Going to My Love" dei Brotherhood of Man, brano cantato sempre in coppia con Dorelli ed impreziosito dal testo firmato da un Franco Califano in grande forma.

Il suo ultimo singolo "Canterai se canterò" scritto da Franco Battiato, Giusto Pio e Michele Pecora, sarà inciso nel 79. Poi solo ristampe dei suoi successi e una polemica con Cristiano Malgioglio nel 2017.

Reo non confesso di essersi clamorosamente appropriato del suo brano "Mi sono innamorato di mio marito" che lei aveva inciso nel 1976, cambiando in "tuo" il "mio" del titolo ma mantenendo la musica originale.


sabato 16 aprile 2022

Lazio, la Pasqua è Immobile

 di FRANCESCO TRONCARELLI


7 al Ciro d'Italia - La Lazio ha trovato sulla sua strada un Torino messo bene in campo, tosto e combattivo che l'ha messa in difficoltà dal primo all'ultimo minuto. E' stata infatti una partita molto intensa e tecnica, spesso bloccata a centrocampo dove era quasi impossibile portare a termine uno schema o provare con una ripartenza. Mentre loro riuscivano a giocare e soprattutto tirare in porta e segnare. Ma per fortuna nell'uovo di Pasqua biancoceleste è arrivata la super sorpresa con il gol del bomber dei bomber in pieno recupero. Grazie Ciruzzo, adesso grazie a te possiamo festeggiare.

6+ al Sergente -E' uscito fuori alla distanza. Come Achille Lauro che da Sanremo è arrivato all'Eurosong contest con San Marino.

6 a Sylva Strakoshina - Uno dei pochi che il suo l'ha fatto come sempre. Tipo Amadeus ai Soliti ignoti.

6- a chi lo Leiva - Ha fatto il suo tempo. Nè più nè meno di Berlusconi.

6- a Lazzari alzati e cammina - E' partito in quarta è finito in folle. Come Vittorio Sgarbi.

5 e mezzo a Massimo Di Cataldi, Basic Instinct e George Romero (La notte dei morti viventi) - in tre non ne hanno fatto uno buono, come Aldo, Giovanni e Giacomo che non a caso si sono sciolti.

5 a Lupo Alberto - Dice che c'era anche lui. Si dice. Forse. Ma non se n'è accorto nessuno. Probabilmente è sparito con una magia, ma non era quella che la gente laiale si aspettava.

5 a chiedimi se sono Felipe - Certo che lo sei, piji i sordi e te ne vai come un sorcio, ma non farai tanta strada se continui così, parevi 'na statuina der Presepe e stamo a Pasqua...

5 ad Antonio Elia Acerbis - C'era una volta il Re Leone. Mo' manco come guardiano al giardino zoologico lo prenderebbero. 

5- a Benigno Zaccagnini - E' finito l'effetto sorpresa. Come per Pieraccioni. Adesso è sempre prevedibile. Come Pieraccioni appunto che si ripete e fa ridere solo Carlo Conti.

5- a Somarusic - E' partito in quarta è finito in folle. Come Vincenzo Salemme. 

4 e mezzo a Pasquale Ametrano Anderson - Con quella faccia un po così quell'espressione un po così che hanno tutti i turisti per caso come lui che sono indolenti a prescindere e in vacanza perenne, potevamo aspettraci qualcosa di buono? Ma de che, bandolero stanco è bandolero stanco rimane. Pure a Pasquetta. Sipario. 


giovedì 14 aprile 2022

La star in copertina, Maria Grazia Buccella

 di FRANCESCO TRONCARELLI

La bomba atomica del Cinema per il cantante delle estati di fuoco dei favolosi anni Sessanta. Maria Grazia Buccella con Edoardo Vianello, un'accoppiata vincente per un disco che arrivò subito in classifica mentre l'Italia si divertiva sulla "sabbia bruciata dal sol".

Il 45 giri era infatti uno di quelli che facevano da colonna sonora nei juke box sparsi per il Bel paese nel 1962 e che conteneva due grandi successi del cantante romano, "Guarda come dondolo" con cui Vianello s'inseriva nella scia del boom del ballo del momento, il twist e "Con le pinne fucile ed occhiali" con il quale si tuffava letteralmente nel mare dei vacanzieri.

E per questa canzone, arrangiata da Ennio Morricone con tanto di "splash" per rievocare il movimento ondoso ricostruito in studio con una tinozza d'acqua in cui il maestro soffiava con un tubo di zinco, la "ragazza copertina" è la Buccella, attrice lanciatissima di quel periodo e dal fisico prorompente imprigionato in una tenuta da sub.

il 45 giri

Con le sue misure che le valsero il sesto posto a Miss Universo, "Maria Grazia quanta grazia" come la definivano i giornali dell'epoca è stata l'ultima delle Maggiorate del cinema italiano, ovvero quelle attrici come la Pampanini, Sophia Loren, Silvana Mangano e la Lollo che s'imposero negli anni Cinquanta inizialmente per la loro fisicità e solo dopo per le loro qualità artistiche.

Stesso percorso per la Buccella che diventò un nome per le decine di pellicole minori dai titoli imbarazzanti ma dai super incassi ("Siamo tutti pomicioni", "Pesci d'oro e bikini d'argento", Adultero lui adultera lei") riuscendo poi a farsi valere nonostante il suo personaggio di oca giuliva con la voce miagolante che la faceva la Marilyn di Cinecittà, in pellicole di ben altro spessore.

Ci riferiamo a film come "Il boom" con Alberto Sordi, "L'armata Brancaleone" e "il Gaucho" con Gassman, "Ti ho sposato per allegria" che le valse il Nastro d'argento come attrice non protagonista, "Caccia alla volpe" accanto a Peter Sellers e "Basta guardarla" di Luciano Salce che rimane sicuramente la sua migliore interpretazione. 

La Buccella sulla locandina del film

La scelta per la copertina del disco cadde sulla Buccella, perchè lei era nel cast del film "Canzoni in bikini" dove tra l'altro si esibisce in un sensuale, per l'epoca, strip tease e perchè il brano era nella colonna sonora, addiritura in apertura, nei titoli di testa. 

Il film era il classico Musicarello senza pretese artistiche ma con scenette d'avanspettacolo e un copione debole dove le canzoni svolgevano il ruolo di cornice e raccordo. 

A movimentare il tutto artisti del calibro della Vanoni, Jimmy Fontana, Miranda Martino, Gianni Meccia e Edoardo Vianello appunto con attori dalla comicità irresistibile e di lungo corso come Tiberio Murgia e il grande Tino Scotti che cercano di salvare il film con il loro mestiere.

Maria Grazia e Peter Sellers

"Pinne, fucile ed occhiali" con quel ritmo lento da solleone e mare calmo che attende i bagnanti a cui faceva da contrappunto il frenetico twist di "Guarda come dondolo", entrambe inserite anche nel film "Il sorpasso", sono state dei successi internazionali. I primi di Vianello.

In Spagna e in tutto il mercato del Sud America come nel Messico erano conosciute rispettivamente come "Un dulcissimo beso" e "Mira come me balanceo". Un vero flop invece i dischi che ha inciso Maria Grazia Buccella nel corso della sua carriera, due i più famosi.

"Un fiore rosa e blu" dove la sua voce non aiuta certamente la canzone e "Il ballo del popò", una sorta di risposta in chiave disco music al "Ballo del qua qua" di Romina Power, in cui la sexy svampita invita i suoi ascoltatori ad agitare il fondoschiena. Da dimenticare entrambi. 


Resta invece nell'immaginario collettivo il disco del Re Mida dei tormentoni, "Pinne, fucile ed occhiali" infatti è uno di quei brani che tutti associano a quelle stagioni indimenticabili visssute negli anni del Boom economico, in cui gli italiani dopo la televisione, gli elettrodomestici e le utilitarie della Fiat come macchine familiari, scoprivano le vacanze di massa.

E' il primo dei successi estivi che da quell'anno in poi, Edoardo Vianello piazzerà in classifica, i vari "Abbronzatissima", "I Watussi", "Hully Gully in 10", "Tremarella", "Il peperone","Carta vetrata" e così via che seguiranno quel 45 giri. Pezzi ballabili e dal ritmo accattivante con testi spesso a rima baciata di Carlo Rossi, che hanno accompagnato generazioni perchè non sono passati mai di moda. 

Dal canto suo Maria Grazia Buccella, finito il boom delle sexy commedie e il suo lungo fidanzamento col produttore cinematografico Vittorio Cecchi Gori, si è allontanata sempre di più dal set salvo partecipazioni godibilissime come quella nella serie televisiva de "I Ragazzi della terza C". 

La malattia che l'ha colpita e che poi ha superato, ha anticipato il suo ritiro a vita privata e oggi con 81 primavere sulle spalle portate con classe e fascino, vive a a Roma con i suoi animali domestici in serenità e senza rimpianti. 

domenica 10 aprile 2022

Lazio, Genova è per noi! Le Pagelliadi

 di FRANCESCO TRONCARELLI


9 al Ciro d'Italia - Una grande Lazio, attenta e messa bene in campo, ha steso i rossoblu con merito nel mezzogiorno un po' di fuoco un po' di cuoco dei tifosi biancocelesti piazzati davanti al televisore in attesa del pranzo. Una partita dai ritmi alti e con azioni sui due fronti, che ha avuto nel bomber de noantri il suo protagonista assoluto. Tre gol che parlano da soli e che lo hanno confermato Scarpa d'oro di questo campionato e il più forte di tutti, ma non solo. Questa tripletta ha messo a tacere quelli che affermano che "segna solo su rigore". Una boiata pazzesca come si è visto. Ciro sei nu babà altro che storie. Applausi applausi applausi.

8+ a Somarusic - Il suo è stato un gol importantissimo, messo a segno al termine di un'azione travolgente nonostante i tentativi vani di fermarlo (Portanova a gambe all'aria), un gol che ha indicato ai compagni di merende di Formello quale fosse la strada da percorrere per vincere. Daje Adam sei er mejo pure senza Eva.

8 a Sylva Strakoshina - Se la Mitica è tornata a casa con i tre punti, il merito è anche suo, perché con quella paratona al 17° su Ostigard che ha fatto esclamare a molti Ostia che parata!, ha "salvato" subito il risultato. Non poteva festeggiare nel modo migliore la partita numero 202 con l'Aquila sul petto con cui ha raggiunto Felice Pulici.

7+ a Lazzari alzati e cammina - La domanda sorge spontanea, come avrebbe detto Lubrano. Ma perchè lo Scrivano fiorentino non lo vedeva? 

6 e mezzo a Pasquale Ametrano Anderson - Con quella faccia un po' così quell'espressione un po' così che hanno tutti i Turisti per caso come lui in vacanza a Genova c'era da aspettarsi uno sbrago totale e invece il bandolero stanco si è svegliato dal suo torpore storico e ha iniziato ha macinare chilometri. E a momenti segnava pure. E andiamo.

6 e mezzo al Sergente -  Una partita di sostanza. Avete presente Biagio Izzo a "Tutto è possibile"? Come lo vedi ridi, così per lui, come lo vedono si mettono le mani nei capelli per quanto è forte.

6+ a Benigno Zaccagnini -  Le freccie che ha scagliato questa volta non hanno centrato l'obiettivo. Ma ci è andato vicino. Provaci ancora Arciere.

6+ a Lupo Alberto - Il Mago c'è anche se non si vede. L'importante è che non lo vedano gli avversari. E Silvan muto.

6 a chi lo Leiva - E meno male che è arruginito. Della serie gallina vecchia fa buon brodo. Chiedere a Massimo Ranieri.

6 ad Antonio Elia Acerbis - Si è divorato un gol facile facile. Avrebbe addolcito la fine del rapporto.

6 a Patric del Grande Fratello - Ha segnato un gol incredibile, da applausi a scena aperta. Peccato che ha sbagliato porta. Sipario.




 

giovedì 7 aprile 2022

La star in copertina, Lola Falana

 di FRANCESCO TRONCARELLI

La sua apparizione nella Tv fu come la realizzazione di un sogno, gli spettatori infatti persero la testa per quella showgirl straniera che ravvivava le serate in casa nei cupi Anni di piombo in cui il coprifuoco era fissato alle 22 per l'Austerity e la guerra contro lo Stato dei gruppi armati era all'ordine del giorno.

La chiamavano "la Venere nera" Lola Falana, e suo malgrado e al di là delle credenziali di tutto rispetto con cui si presentava (numero uno negli show di Las Vegas, la città del gioco), era considerata il sogno esotico per quel pubblico maschile che non era andato oltre i bagni a Maccarese o all'Idroscalo di Milano.

Americana di origine cubane, la Falana era stata scoperta da Sammy Davis junior, il braccio destro di Frank Sinatra ed aveva subito inziato una carriera importante come ballerina e cantante che in pochi anni l'aveva portata sui più importanti palcoscenici americani. 

quando era in copertina sui settimanali

La chiamata in Italia di Mamma Rai la fece diventare un volto e un corpo noto non solo per la televisione ma anche per i settimanali specializzati nel gossip. I balletti con Don Lurio (il mitico "Testa spalla") le scenette col grande Gino Bramieri e il flirt con "Stasera mi butto" Rocky Roberts, fecero di lei una diva.

Ma Lola Falana prima di diventare uno dei beniamini del pubblico nostrano era già stata in Italia e proprio a Roma, giovanissima e sconosciuta, attratta come tanti aspiranti famosi dalla Hollywood sul Tevere che offriva negli studi di Cinecittà opportunità a tutti.

Fu così che si ritrovò sulla copertina di un 45 giri di uno dei cantanti esploso proprio nei primi anni Sessanta, Gianni Meccia, quello de "Il barattolo" arrangiato da Ennio Morricone con un vero barattolo che rotolava nella sala d'incisione della RCA.

Inconfondibili occhioni da cerbiatta, fisico sinuoso e scattante, praticamente tale e quale a come sarà conosciuta poi, Lola appare sulla destra della label con un altro ballerino sorridente impegnato con lei nel Twist.

Il dinoccolato e sorridente dancer è Paul Costello, coreografo sbarcato a Roma dalla Pensylvania con un cameo ne "La dolce vita" di Fellini a impreziosire la sua popolarità nella Rome by night.

E' lui che suggerisce a Meccia di lanciare il Twist, il nuovo ballo (prima di Peppino di Capri e Edoardo Vianello), come è spiegato nel retro della copertina del disco, assicurandogli un boom che avrebbe fatto dimenticare il cha cha cha e il madison, come in effetti successe.

La Falana, ovviamente non è citata, e non poteva esserelo in quanto veramente una dei tanti e no un nome famoso, la sua presenza però è stata riabilitata anni dopo con la citazione nella pagina del 45 giri nel sito della Discoteca di Stato, una sorta di medaglia.

Ma a Lola questo riconoscimento postumo non interessa più. Ora infatti la "Venere nera" ha cambiato vita, addio luci della ribalta, in soffitta body e abiti di scena e pettinature alla moda. Un bel saio e un crocifisso sul petto e si ricomincia come suor Lola. Incredibile ma vero (clicca qui per saperne di più).

Ecco allora il disco di Gianni Meccia, primo 45 giri che "parla" di twist e che insegna come si balla, una chicca poco conosciuta ma che anticipava di un anno il boom del ballo più facile di tutti arrivato ai giorni nostri con la stessa freschezza e allegria di quando è stato lanciato


sabato 2 aprile 2022

La Lazio si è tolta il Sassuolo. Le Pagelliadi

 di FRANCESCO TRONCARELLI


8+ a Lazzari alzati e cammina - La pausa per la Nazionale e soprattutto la batosta nel derby, potevano essere, come storia insegna, un'accoppiata micidiale sulla prestazione di una squadra caratterialmente debole e molto fragile. E invece una grande giocata di uno dei suoi giocatori più reattivi e combattivi anche se poco visti da chi tira le fila del tutto, ha subito rilanciato le ambizioni di un gruppo ancora alla ricerca di se stesso. Un gol importante e nato da un'azione travolgente che ha indirizzato la partita nonostante il ritorno dei neroverdi. Una fucilata di sinistro con cui la Lazio si è tolta il Sassuolo dalle scarpe e ha detto, eccoci, stiamo tornando. Bene, bravo, bis. Provaci ancora Manuel!

7 e mezzo al Sergente - Tra colpi de tacco e colpi de punta ha superato la sora Assunta. Pure il generale Figliolo, ma questa non è una novità. Li ha messi ancora una volta tutti sull'attenti e col raddoppio si è superato. 9 gol e 9 assist e scusate se è poco.

7 a Benigno Zaccagnini -  L'arciere è come Amadeus, sempre sul pezzo. E' il Robin Hood biancoceleste che ruba ai ricchi e restituisce ai poveri regalando felicità. E se riesce a scagliare la freccia è apoteosi. Sicuramente alla prossima. Daje.

6 e mezzo a Pasquale Ametrano Anderson - Con quella faccia un po' così, quell'espressione un po' così che hanno tutti i turisti per caso come lui in vacanza all'Olimpico, si temeva che affondasse sotto la pioggia sulle note di Singing in the rain. E invece il bandolero stanco ha galleggiato come un pesce fuor d'acqua riuscendo pure a crossare bene e smentendo le Cassandre. Obrigado Filippetto.

6+ a Lupo Alberto - S'è svejato, come er sor Marchese. Dopo la maxipennica del derby è tornato a fare il Mago. Sim salabin e Silvan muto a spicciaje casa.

6 a Sylva Strakoshina - Quella uscita nei primi minuti su Scamacca è stata decisiva. Dopo le farfalle nella stracittadina, è tornato ad andà pe' palloni, lo possino. Ripijate la guardiola e via.

6 al Ciro d'Italia - Bentornato a casa. E ho detto tutto.

6 a Somarusic - E' partito in quarta è finito in folle. Come Riccardo Rossi al Cantante mascherato. 

6 a chi lo Leiva - Senza infamia e senza lode. Avete presente Angelo Pintus a "Stasera tutto è possibile"? Se non ci fosse stato sarebbe stato uguale.

6 a Patric del Grande Fratello e Antonio Elia Acerbis - Come Totò e Peppino. Ma anche più modestamente come Pablo e Pedro. Dai casini iniziali ai recuperi alla grande, dalle sviste clamorose agli anticipi di classe. Non c'è una via di mezzo, tipo Boldi e De Sica che comunque hanno incassato miliardi delle vecchie lire col loro avanspettacolo datato e usato sicuro. La pagnotta comunque se la sono guadagnata reggendo l'urto dei "temuti" attaccanti avversari e questo alla fine della fiera basta. E fagioli, quelli che dovrebbero mangiare come Bud Spencer per essere sempre in forma. Sipario.