martedì 24 agosto 2021

Enrico Maria Papes, 80 anni da Gigante

di FRANCESCO TRONCARELLI


Conclude il tema Enrico Maria Papes: "Credo nell'amor, In ciò che sente il nostro cuor, So di non sbagliar, Se dico che l'amicizia lo può dar, L'arte è nel cuor, E la famiglia è calor, Poi una donna c'è, Per completare questo nostro amor."

"Viva, viva l'amor, È per l'amore che si canta, Viva, viva l'amor, E per l'amore ancora si vivrà, Viva, viva l'amor, È per l'amore che si canta, Viva, viva l'amor, E per l'amore ancora si vivràààà...".
 
Un successo incredibile, in quella estate del 66 non c'era un juke box o un programma radiofonico che non suonasse questa canzone, il Bel paese in vacanza e a mollo cantava "Tema" dei Giganti, il gruppo rivelazione che aveva spopolato al Disco per l'Estate ed era a sorpresa primo nella Hit Parade di Lelio Luttazzi.
 
Un trionfo non annunciato ma meritato per quei quattro giovani musicisti milanesi con tanta gavetta alle spalle, che in epoca di Capelloni apparivano i classici ragazzi della porta accanto, giovani sobri nel vestire e meno appariscenti nelle esibizioni rispetto ai gruppi che andavano per la maggiore come Equipe 84 e Rokes.
 
I Giganti in divisa alla Beatles
 
La loro canzone colpì subito perchè presenta una struttura insolita: un "tema" sull'amore, svolto in quattro strofe, ciascuna eseguita da un componente del gruppo, più un ritornello in cui le voci si fondono in un originale impasto sonoro dominato dai registri bassi del batterista Enrico Maria Papes, che costituirà poi la vera caratteristica del complesso.

In tempo di musica beat, canzoni di protesta e riproposizione del R & B americano, il "Tema" che svolgono è una sorta di swing, molto pulito nei suoni, inciso dal vivo negli studi della RI FI, con i fratelli Di Martino alle chitarre, Giacomo ritmica e Sergio basso, Checco Marsella alle tastiere e appunto Papes, che con quel vocione baritonale rimane impresso a tutti.

Lui del gruppo è quello che vanta un'anzianità di servizio di tutto rispetto, ha iniziato insieme a Gino Santercole nei Califfi che accompagnavano l'irresistibile Clem Sacco, ha proseguito con gli Amici di Guidone che poi diventano The Ghenga's Friends ed infine i Giganti.

 
Un milione di copie del 45 giri, Discho d'oro del 1966
 
Quel parlato (da lui stesso) del disco, "conclude Enrico Maria Papes" divenne in quel periodo una specie di tormentone, un modo di dire con cui molti chiudevano una chiacchierata tra amici, una discussione o semplicemente si salutavano. 

Del resto di quel complesso che aveva lanciato la splendida "Ragazza in due" (con la voce di Checco che saliva all'infinito all'improvviso), "La bomba atomica", la bellissima "Proposta" meglio nota come "Mettete dei fiori nei vostri cannoni" e "Da Bambino", Papes era quello più in vista e riconoscibile.

Enrico Maria che in realtà si chiama Sergio ma che ha adottato il secondo nome con cui venne registrato all'anagrafe di Milano il 20 agosto del 1931, per non confondersi con l'altro "Gigante" Sergio, una forte somiglianza con Omar Sharif e i baffi e la barba lunghi da guru, era il leader del complesso senza affermarlo o chiederlo. Ma a furor di popolo dei 45 giri.

Fu lui ad esporsi quando venne censurato dalla Rai "Io e il Presidente" (erroneamente inteso come un attacco al Presidente della Repubblica) e a protestare senza il supporto della loro Casa discografica per il boicottaggio di "La terra in bocca", un concept  album sulla mafia e sulla distribuzione dell'acqua gestita dalla mafia stessa passato sotto silenzio.

Enrico Maria Papes 80 anni appena compiuti

Un'opera coraggiosa e di denuncia che non a caso, 40 anni dopo, riedita dai nuovi Giganti guidati da lui, e ristampata con una bonus track come allegato a un volume, che riportava una serie di interviste ai musicisti che lavorarono al progetto ricostruendo le vicende storiche dell'album, vincerà il Premio Paolo Borsellino.

Ora Papes che non ha mai smesso di suonare anche dopo lo scioglimento del gruppo ha festeggiato "i suoi primi Ottanta" in piazza, circondato da un gruppo di amici musicisti, a Palazzuolo sul Senio, sull’Appennino mugellano, dove da tempo ha deciso di vivere e stasera presenta a Santa Maria Ligure la sua biografia.

"Ho vissuto in prima persona un’epoca nella quale non mancavano i fermenti – dice il canuto batterista – , e chi aveva un minimo di coraggio, fantasia e creatività poteva trovare spazi per dire e per fare cose nuove. Oggi c’è un appiattimento generale, ma spero che prima o poi i giovani si risveglino". 

De André cantava che a un musicista "suonare tocca, per tutta la vita" ed Enrico Maria è d’accordo, ma con una precisazione. "Sì suonare ti tocca per tutta la vita, anche se le occasioni diventano sempre più rare. Lo spirito però è quello di una volta".  

Insomma, per concludere quel Tema c'è ancora tempo. Auguri Papes!


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