di FRANCESCO TRONCARELLI
All'improvviso le luci della sala grande dell'Hilton di Las Vegas si spengono, tutti smettono di parlare, cala il silenzo, poi parte la musica e dieci riflettori si accendono tutti insieme per illuminare lui, Elvis Presley, The King of rock’n’roll, 1 miliardo di dischi venduti, uno degli uomini più famosi del mondo. E l'Hilton esplode in un grande applauso e grida d'entusiasmo.
Ci siamo, lo show sta per iniziare, in scaletta è prevista "Blue Suede Shoes", ma The Pelvis ferma l'orchestra, ha riconosciuto nelle prime file Priscilla la moglie da cui si è separato, la guarda fisso negli occhi e le dice "questa canzone è dedicata a te, perchè sei sempre nella mia mente" e al posto di quel travolgente rock partono le note romantiche di "Always On My Mind".
"Sempre nella mia mente", sì, anche se quella storia iniziata cinque anni prima, la mattina presto del primo maggio del 1967, alle 9, in un orario un po’ improbabile per evitare fan e l'inevitabile ressa della stampa era finita male, come nessuno avrebbe voluto, dopo liti, riappacificazioni, tradimenti di lui, sconforto di lei, baci e depressione per entranbi.
Una cerimonia di nozze che fu molto breve, durò apena 8 minuti e fu
tenuta dal Giudice della Corte Suprema del Nevada nell’Hotel Aladdin.
Vi parteciparono solo gli amici più stretti e le rispettive famiglie. Per il ricevimento ovviamente non si badò a spese, oltre 10 mila
dollari, pietanze di ogni tipo, champagne a volontà e un trio d’archi che suonava le
canzoni più melodiche di Elvis.
La luna di miele la trascorsero invece in
una villa di Palm Springs, oggi diventata un museo. Dopo nove mesi nacque la loro unica figlia, Lisa Marie
Presley. E da qui in poi la loro storia cominciò a precipitare, perchè secondo a
quanto scritto da Priscilla nella sua autobiografia "Elvis and Me", l'icona del rock smise di voler avere
rapporti con lei quando divenne madre e iniziò a frequentare altre
donne.
Il matrimonio, seppur attraversato da alti e bassi, fu felice. Del resto, essere
sposati con una superstar di quel livello non doveva essere facile. Sempre sotto i riflettori, concerti, dischi, serate, la stampa in agguato.
Priscilla dal canto suo doveva sempre mantenere quell’aura di mistero nella
relazione, recitare spesso anche un ruolo non suo, presentandosi all'esterno sempre in tiro, elegante e mai senza trucco.
In una
intervista ha anche spiegato che spesso era tenuta a conformare i
suoi gusti con quelli di Elvis, per vivere il tipo di vita che voleva
lui, finendo in questo modo col perdere la sua personalità. Nonostante
il grande legame che li univa, la coppia finì col divorziare nel 1973,
quando Elvis era già molto dipendente da farmaci e sostanze stupefacenti.
Solo, prigioniero del suo mito e braccato dai media, Elvis si rifugia così nella musica, la sua ragione di vita e per la quale aveva conquisato il mondo ed è in questi momenti che arriva "la" canzone che lo appassionerà dedicata alla sua grande storia d'amore "Always On My Mind".
L'avevano composta Wayne Carson e Johnny Christopher, il primo musicista
country, l'altro autore affermato di musiche e
testi, ed era stata poi arrangiata da Mark James anche lui autore di
tante canzoni in voga tra gli anni ’60 e ’70 che le impresse un respiro di grande musicalità.
La canzone, però, non venne subito proposta a
degli interpreti, né venne incisa, ma anzi finì in un cassetto
dimenticata per oltre un anno perché il produttore di James la riteneva
incompleta e ripetitiva.
Quando nell'ambiente si iniziò a spargere la voce della situazione difficile che Presley stava vivendo, i due pensarono che quel brano, con quel testo così particolare avrebbe potuto trovare in lui l'interprete ideale.
E fu così. A Elvis la canzone arrivò dalla sua gardia del corpo, Red West, un ex attore amico dei due compositori, e lui rimase folgorato. In solo tre sessioni di studio, il singolo venne inciso e mixato. Risultato, formidabile. Da brividi al primo ascolto. Venne inserito così nell'album Separate ways, facendo da traino allo stesso.
Elvis e Priscilla si erano conosciuti nel 1959 in Germania. All’epoca Elvis,
ventiquattrenne, era soldato nell’esercito statunitense e svolgeva il
servizio di leva a Frienberg. Priscilla era invece figlia adottiva del
capitano Joseph Beaulieu, trasferitosi dal Texas alla base militare di
Weisbaden.
Avevano dieci anni di differenza, lei era una ragazzina e lui un nome già conosciuto. Aveva quattordici anni Priscilla quando venne
invitata ad una festa a casa di Elvis da un amico in comune, in
quell’occasione si conobbero, poi rimasero in contatto e nel giro di qualche anno iniziò tra i due
quella love story entrata di riflesso nella storia del rock.
Il divorzio
contribuì alla crisi depressiva in cui piombò poi The King e dalla
quale non riuscì più a venirne fuori. Il re del rock’n’roll morì nel 1977 a Graceland, la sua tenuta a Menphis (la seconda residenza più famosa e visitata negli Stati Uniti dopo la Casa Bianca). Aveva quarantadue anni. Anche se non erano ormai più sposati,
Priscilla gli restò accanto nei suoi ultimi giorni.
Maybe I didn’t treat you – Forse non ti ho trattata
Quite as good as I should have – Abbastanza bene come avrei dovuto
Maybe I didn’t love you – Forse non ti ho amata
Quite as often as I could have – Così spesso come avrei potuto
Little things I should have said and done – Piccole cose che avrei dovuto dire e fare
I just never took the time – Non ho mai colto il momento giusto
You were always on my mind – Eri sempre nella mia mente
You were always on my mind – Eri sempre nella mia mente
You were always on my mind – Eri sempre nella mia mente
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Elvis uno dei più grandi di tutti i tempi . peccato per la sua dipendenza da medicinali. era una delle persone più in vista al mondo ,e poi è diventato inguardabile .io ho un dvd che racconta la sua storia ogni volta che lo vedo mi fa piangere ,non è possibile che abbia avuto quella trasformazione ... bravo Francesco ad averlo ricordato .
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