Addio Andrea Lo Vecchio, ora le Luci a San Siro brilleranno per sempre
di FRANCESCO TRONCARELLI
Ha combattuto fino all'ultimo, la voglia di vivere e di farcela ancora una volta era tanta. Aveva scritto anche un post sulla sua pagina Facebook appena un giorno fa, con la speranza di superare questo momento drammatico che lo stava devastando.
Parole dure, secche, dettate dalla comprensibile rabbia verso il male e verso chi, sapendolo ricoverato, si era defilato: "Questo
covid è veramente brutto: ti allontana da tutto e da tutti ,
lasciandoti in una solitudine totale. Ormai sono 3 settimane e, a parte i
miei familiari , ha scremato gli amici, quei pochi per cui conto ancora
qualcosa e che si dimostrano interessati. È lunga, ma ho fatto tante
battaglie e sono sicuro che questa la vincerò contro il più grande figlio di puttana che abbia incontrato".
Ma non c'è stato niente da fare e così anche Andrea Lo Vecchio, uno dei più importanti e prolifici autori di testi e compositore di musiche del panorama musicale italiano se ne è andato a 78 anni lasciando tanta amarezza e un profondo dispiacere in chi lo ha sempre apprezzato.
Sì perche lui, un passato di cantante con qualche partecipazione in film di cassetta, è stato uno dei nomi più ricorrenti della discografia nostrana, con Roberto Vecchioni aveva costituito una coppia perfetta nel comporre brani di successo e di atmosfera.
Gli inizi da cantante
Quante volte in un festival o manifestazione canora alla presentazione di un brano di un artista, si sentiva il presentatore annunciare subito dopo "di Vecchioni-Lo Vecchio" per indicare la paternità della canzone. Lo Vecchio e Vecchioni come Mogol e Battisti, come Pace-Panzeri-Pilat.
Alla Siae risultano depositati oltre 650 brani a sua firma, impossibile elencarli tutti, ma alcuni è impossibile tacerli, ci riferiamo a "Donna felicità" con cui i Nuovi Angeli trionfarono al Disco per l'estate, a "E Poi" scritto insieme a Shell Shapiro con cui Mina dominò le classifiche per mesi interi.
Ancora a "Help me" per i Dik Dik sulla falsariga di Space Oddity di David Bowie e con Guido Maria Ferilli a "Rumore" che fece diventare Raffaella Carrà una showgirl internazionale con versioni in tutte le lingue e la bellezza di dieci milioni di 45 giri venduti.
Ma ci riferiamo soprattutto a "Luci a San Siro", per molti critici ritenuta uno dei capolavori del nostro pop, una ballad struggente dal testo velato da una profonda malinconia, che lanciò definitivamente il suo amico Roberto Vecchioni come artista di razza e dal grande talento.
Un brano che ha una storia particolare. La canzone infatti era già stata pubblicata su un 45 giri inciso da Rossano, vincitore di un Cantagiro con "Ti voglio tanto bene", in una versione con testo completamente diverso e dal titolo "Ho perso il conto"
Ma non ebbe il riscontro sperato. I due allora si rimettono all'opera e nel nuovo testo, Vecchioni ricorda il suo amore giovanile per Adriana, la sua vicina di casa e fidanzata che diventerà la "musa ispiratrice" di moltissime sue canzoni (da Mi manchi ad Archeologia), con cui si recava presso la Montagnetta di San Siro con la sua Fiat 600 grigia.
E scatta la magia che farà dire a Francesco Guccini "avrei voluto scriverla io...", quella magia di un pezzo che omaggiando la Milano di una volta e non quella rampante "da bere" diventa un rimpianto per la giovinezza passata con tanto di atto d'accusa verso l'ambiente dei produttori musicali.
Anche Lo Vecchio era milanese, città dove era nato il 7 ottobre 1942, e in cui aveva mosso i primi assi nell'ambiente. Come cantante come dicevamo e poi compositore sino ad arrivare al ruolo di autore per programmi di punta della televisione.
Tra i tanti “Canzonissima”, “Premiatissima”, “Drive in”, “Furore”, “Tale e
quale”, "i Migliori anni", "Sogno o son desto" per Massimo Ranieri. Nel 2017 aveva firmato con Mario Biondino la commedia teatralte “Qualcuno di troppo”. La grande creatività lo aveva portato anche a realizzare numerosi jingles
pubblicitari e canzoni di grande successo per i cartoni animati giapponesi.
Voleva vincere il Covid Andrea Lo Vecchio, ma non ce l'ha fatta, resteranno però per sempre le sue canzoni entrate nella storia del nostro pop a testimonianza del suo talento e sicuramente le luci a San Siro da oggi brilleranno ancora di più nel suo ricordo.
Ci ha lasciato un grande personaggio, grazie Francesco, un bellissimo articolo sei sempre numero uno.
RispondiEliminaParole bellissime che vanno dritte al cuore ed alla memorigrazie infinite francesco
RispondiElimina