di FRANCESCO TRONCARELLI
Avrebbe compiuto 75 anni oggi Freddie Mercury, la voce più
incredibile ed emozionante del rock. Un artista unico nel suo genere,
dotato di un grande carisma e di una presenza scenica teatrale e
seducente, un personaggio che ha fatto la storia della musica
internazionale e di cui si sente terribilmente la mancanza in tempi
così grami di talenti e di pop campionato e senza identità.
Era nato a Zanzibar da una famiglia
indiana di origine Parsi, registrato all’anagrafe come Farrokh Bulsara. A 8 anni fu mandato dai genitori a studiare in un college nei pressi di Bombay, ragazzino, entrò in contatto con un complesso di coetanei, gli Hectics. Si unì a loro e da quel momento capì subito che quella sarebbe stata la sua strada.
La sua fortuna fu il trasferimento in Inghilterra a 18 anni a seguito della rivoluzione che investì il paese africano. Appassionato di musica e con alle spalle studi in pianoforte, Freddie si diploma in Arte grafica e Design e frequenta la Londra artistica e anticonformista, entra in contatto con altri musicisti e gruppi che saranno fondamentali per la sua carriera, gli Smile.
Poi ne fonda uno, Ibex, incide i primi pezzi, fa concerti e naturalmente si esibisce, sino ad arrivare all’aprile del 1970 quando insieme al chitarrista Brian May e al batterista Roger Taylor forma i Queen, cui l’anno successivo si aggiungerà il bassista John Decon.
Freddie a Zanzibar col primo gruppo |
Vere e proprie
rappresentazioni sceniche in cui Mercury dava il meglio di sé,
vocalmente e teatralmente. Uno per tutti: quello al Live Aid del 13
luglio 1985 in cui Mecury in venti minuti di show, “tenne sul palmo
della mano tutto il pubblico” come ricorderà David Bowie in seguito.
La sua infatti era una voce potente ed espressiva, in grado di dare
lustro anche ai brani meno brillanti del repertorio della band inglese
che ha dettato legge dai Settanta agli Ottanta.
Una voce che è stata oggetto di studio da parte di un team di ricercatori universitari e che ha stabilito non solo che la sua estensione vocale sfiorava le quattro ottave, ma soprattutto che la sua voce era così eccezionale, perché utilizzava la tecnica delle subarmoniche, tipica dei cantanti etnici come i Tuvan della Mongolia o i Tenores della Barbagia.
Mercury a Wembley per il Live Aid |
Per i Queen è stato autore di
brani che hanno fatto il giro del mondo come Bohemian Rhapsody, Crazy Little Thing Called Love, Don't Stop Me Now, It's a Hard Life, Killer Queen, Love of My Life, Play the Game, Somebody to Love e We Are the Champions.
Il 24 novembre del 1991 morirà a 45 anni, ufficialmente per una
broncopolmonite. Il giorno prima aveva redatto un comunicato in cui
spiegava:
"Desidero confermare che sono risultato positivo al virus
dell'HIV e di aver contratto l'AIDS. E' arrivato il momento che i miei
amici e i miei fan in tutto il mondo conoscano la verità e spero che
tutti si uniranno a me, ai dottori che mi seguono e a quelli del mondo
intero nella lotta contro questa terribile malattia".
Oggi, giorno del suo compleanno, tutti gli Hard Rock Caffè nel mondo
celebrano l’anniversario con una raccolta di fondi in favore del
“Mercury Phoenix Trust” per sostenere la ricerca contro l’Aids. Hashtag ufficiali dell'evento #FFAD;
#ThisIsHardRock; #AreYouReadyToFreddie. A Ozzano nei pressi di Bologna, gli verrà intitolata una via, la prima in Italia.
i Queen |
A Montreaux, dove Mercury aveva una casa e uno studio di registrazione,
davanti alla sua celebre statua (ce ne sono cento nel mondo), è stata
organizzata una Tombola per i fan con in premio memorabilia autografati
da lui. Giorni fa poi, sulla facciata della modesta casa di Feltham dove
la sua famiglia si trasferì da Zanzibar, è stata apposta una Targa blu
per ricordarlo.
Per gli artisti si dice che per essere immortali è necessario morire, ma lui è l'eccezione a questa semplicistica ma spesso reale considerazione perchè immortale lo è stato da subito appena il mondo lo ha conosciuto e ha subìto il suo fascino e il suo carisma di performer senza pari.
I dischi della band con la sua voce si vendono ancora a distanza di trent'anni dalla sua scomparsa, il film "Bohemian Rapsody" con Rami Malek nel suo ruolo, ha conquistato 4 Oscar e ha sbancato i botteghini di tutto il mondo.
Lui non c'è più e i suoi 75 anni sono un momento di condivisione collettiva di un'emozione che non finisce più grazie alla sua musica, grazie alla sua voce che non finirà mai di stupirci e coinvolgerci. Auguri Mito!
Sarò politicamente scorretto: mai piaciuto. Nè la sua voce nè la musica dei Queen…
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