mercoledì 14 aprile 2021

Addio Lee Aaker, il Rusty di Rin Tin Tin

 di FRANCESCO TRONCARELLI


Quel sorriso che ti conquistava, quella simpatia contagiosa, quel calarsi nel personaggio del piccolo soldato al centro di mille avventure che ti faceva dire "vorrei essere come lui", quell'essere attore bambino che gli aveva dato il successo nelle televisioni di tutto il mondo.

Lee Aaker era tutto questo, era il mito di generazioni di ragazzi cresciuti con i suoi telefilm che gli avevano dato fama e soldi ma anche un abito troppo stretto come attore che nel corso degli anni lo avrebbe relegato sempre di più ai margini del mondo dello spettacolo americano.

E non a caso proprio a dispetto dell’enorme successo de «Le avventure di Rin Tin Tin», dove per 164 episodi aveva interpretato il piccolo orfano Rusty salvato dai soldati di stanza a Forte Apache insieme al suo fedele pastore tedesco Rin Tin Tin, l’attore Lee Aaker è morto l’1 aprile scorso da indigente a Mesa, in Arizona per le conseguenze di un ictus.  

Come ha detto a «The Hollywood Reporter» l’ex star di «Donna Reed Show», Paul Petersen, che da anni sostiene e aiuta gli ex attori bambini, il 77enne Aaker ha combattuto durante tutta la sua vita contro l’abuso di alcol e droghe «ed era da solo, con un unico parente in vita che non poteva aiutarlo».

 

Un epilogo triste e doloroso per un personaggio così amato e a cui tutti hanno voluto bene ma che si è ritrovato solo nella vita cercando di arrangiarsi fra mille mestieri, una parabola incredibile che dagli studios di Hollywwod lo ha portato nei cantieri della città dove abitava come muratore.

Di lui infatti si erano perse le tracce, la stessa morte avvenuta era passata inosservata, poi la "scoperta" del decesso da parte di una agenzia e la notizia della sua scomparsa si è subito diffusa in tutto il mondo rilanciata da quotidiani e televisioni.

Nato a Inglewood, in California, il 25 settembre del 1943, all’età di 8 anni ottenne il suo primissimo ingaggio per «Benji» (che vincerà poi l’Oscar per il miglior cortometraggio), dopo che il regista Fred Zinnemann lo vide ballare e cantare in un programma dal vivo sul canale tv KTLA un sabato sera.

L’anno successivo arrivarono poi dei piccoli ruoli in film come «Il più grande spettacolo del mondo», «Mezzogiorno di fuoco» e «La città atomica», mentre nel 1953 fu invece la volta di «Hondo» (con John Wayne e una debuttante Geraldine Page), «La marea della morte» (con Barbara Stanwyck e Barry Sullivan), «Arena» e «Allegri Esploratori». 

I magnifici tre di Fort Apache  


La popolarità gli arrivò nel 1954, quando ebbe la parte di Rusty ne «Le avventure di Rin Tin Tin», telefilm che fra la fine degli anni ’50 e i ’60 ha segnato la storia della tv dei ragazzi in Italia. Negli Usa infatti andò in onda fino al 1959, mentre in Italia le repliche sono andate avanti per decenni, l'ultima nel 2008 su Rete 4.

E proprio a proposito de «Le avventure di Rin Tin Tin», che resta il suo maggiore successo, in una video-intervista del 2011 lo stesso Aaker raccontò che i primi compensi furono di 250 dollari a episodio, per poi raddoppiare nell’ultima stagione alla considerevole cifra di 500. 

Protagonista delle avventure del cane lupo era Rusty, impersonato da Lee Aaker appunto, un bambino diventato orfano durante una incursione indiana e salvato dai soldati di una postazione di cavalleria di stanza a Forte Apache. Rusty e il suo Rin Tin Tin erano al centro di storie di frontiera che vedevano muoversi nel vecchio Far West tribù di indiani, malviventi e avventurieri di ogni sorta.


Otre al cane lupo-attore, rivale dell'altro cane divo Lassie, presenze principali del telefilm erano l'atletico James Brown, omonimo del cantante, nei panni del tenente Rip Masters e il simpatico Joe Sawyer in quelli del sergente O Hara. Il piccolo grande ometto della televisone americana, ammirato e invidiato dai ragazzini era già conosciuto avendo partecipato a film di grande successo come "Il più grande spettacolo del mondo", "Mezzogiorno di fuoco" con Gary Cooper, "Hondo" al fianco di John Wayne e nel thriller "La marea della morte" con Barbara Stanwyck.

"Le avventure di Rin tin tin" però, furono la sua apoteosi perchè trasmesse dalle televisioni di mezzo mondo. Al telefilm peraltro è legata la storia e la carriera di Pippo Baudo. Incredibile ma vero. Il futuro conduttore più famoso del Bel paese era riuscito agli inizi della carriera  e dopo tanti tentativi ad avere un proramma in tv tutto suo, s'intitolava "Settevoci". La prima puntata del programma, però fu giudicata «intrasmissibile» dai vertici Rai.

Sembrava la fine delle fervide speranze di gloria del trentenne Pippo, già frustrate dopo un provino che l'aveva in parte deluso e sul cui esito, a firma di Piero Turchetti, Lino Procacci e Antonello Falqui, ovvero i registi più importanti della televisione italiana, era scritto: «buona presenza, buon video, discreto nel canto, suona discretamente il pianoforte, può essere utilizzato per programmi minori».

Ma, domenica 6 febbraio 1966 il colpo di scena e la sua salvezza: la bobina con la prevista puntata del telefilm Rin Tin Tin non pervenne allo studio centrale della Rai e per tamponare la mancanza si pensò di mandare in onda la puntata pilota di "Settevoci". Che fu un successo clamoroso, con indice di gradimento dell' 84% (allora non c'era lo share), che valse la riproposizione del programma per le domeniche successive e l'inizio di una strepitosa carriera per Baudo.

Pippo Baudo a Settevoci

Per un presentatore che cominciava a salire tutti i gradini del successo sino a divenire un numero uno della televisione c'era invece un divo della televisione che col passare del tempo quei gradini inziava a scenderli clamorosamente sino a scomparire completamente. 

Una fine ingloriosa, e probabilmente inevitabile, perchè il buon Lee crescendo non avrebbe potuto più interpretare quei ruoli che lo avevano fatto conoscere come bambino prodigio rimanendo così giorno dopo giorno fuori dal giro.

L’ultima ciack per il biondo Lee, risale al 1963 con «Ciao ciao Birdie», dopo quella pellicola, i ruoli per Aaker cominciarono a diventare sempre meno, spingendo così l’ex bimbo prodigio a lasciare la Mecca del cinema americano non ancora ventenne per trasferirsi a Mammoth Mountain, in California.

Qui ha lavorato come falegname per due decenni e ha anche insegnato a sciare ai bambini svantaggiati e alle persone con disabilità, vivendo con una pensione di 1.500 dollari al mese (all’incirca 1.250 euro), arrotondandola con lavoretti come carpentiere e muratore.

«Si tratta dell’ennesima, triste fine di un attore bambino a Hollywood, dove devi piacere a tutti e quando non c’è più niente per te, ti mollano», ha commentato Petersen, aggiungendo che si è già attivato per ottenere un’indennità di sepoltura per l’attore, in quanto veterano dell’Air Force.

C'era una volta Rin Tin Tin, c'era una volta il piccolo Rusty. C'era una volta la Tv dei ragazzi che faceva sognare con loro. Il cane non c'è più, Rusty se n'è andato dopo una vita di stenti e miserie, i ragazzi di allora sono cresciuti e non sognano più. Addio piccolo grande uomo in divisa e grazie per quei sogni.

1 commento:

  1. Mi vengono le lacrime...il dolore dolce dei ricordi...il piacere di averli vissuti

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