8+ al Panterone - La Lazio ha messo la quarta (vittoria consecutiva) e vola verso i quartieri alti della clssifica. E finalmente torna a giocare come sa. L'Aquila infatti ha vinto e convinto dimostrandosi una squadra messa bene in campo, pronta a ripartire e implacabile nel colpire. E affondare il Genoa sua storica bestia nera. Copertia d'obbligo a Cavacecio Caceido non solo perchè ha aperto le danze siglando un gran gol di testa, ma perchè ha lottato come un gladiatore su ogni palla. Meritatissima la standing ovationche l'ha salutato al momento della sostituzione. Avanti Lazio, avanti laziali!
7 al Ciro d'Italia - Cosa si chiede a Ciro il grande: segnare. E lui l'ha fatto, anzi li ha fatti, 2, arrivando così a complessivi 71 centri con la gloriosa maglia biancoceleste che lo posizionano al settimo posto nella graduatoria dei bomber laziali di tutti i tempi. E scusate se è poco...
6 e mezzo ad Antonio Elia Acerbis (Lazio del meno 9) - Una certezza. Come le bollette di Equitalia. Lo trovi ovunque, terzino dominante, centrale leader, difensore tosto, chiamatelo come volete, ma anche senza "s" e senza il suo maestro Fascetti, è uno che jela ammolla, nonostante quel rimpalloche ha illuso i genoani.
6 e mezzo a Bravehart Wallace - Rigenerato. Praticaente un altro. Come Vincenzo Mollica senza occhiali che sembra la Sora Lella. Quando anche le pippe al sugo dimostrano che prima o poi qualcosa di buono combinano. Avete presente Costantino Della Gherardesca?
6+ al Sergente - E' tornato! Lo avevano dato per disperso nella foresta di Monte Mario, tra il lusco e il brusco di un'estate infinita. E invece quando oramai ogni speranza di ritrovarlo era perduta, è ricomparso sulla scena, come Panariello a Tale quale. E ha segnato un gol spettacolare, con una capocciata all'altezza del dischetto del rigore che ha mandato al manicomio (mo' che s'era ripreso) il povero ex Marchetti. Daje Esorciccio daje.
6+ a Lucas 2.0 (quello che ride) - Metronomo del centrocampo, metrebus intera rete, metro per l'Olimpico prossima fermata dopo Cipro. E chi lo Leiva più dalla formazione?
6 a dillo a Parolo tuo - Stacanovista dal volto umano, non si è mai fermato. Ma questo suo moto perpetuo però, alla lunga ha inciso sulla prestazione. Tipo Martina che è affondato nei sondaggi col Pd.
6 a veni, vidi, Lulic al 71° - All'inizio si è involato, poi col tempo s'è involuto. Alla fine si è involtino.
6 a Sylva Strakoshina - Normale amministrazione, routine. Come i tweet di Salvini. Non ci si fa più caso.
6 a Somarusic - Il sonnambulo s'è svejato. E si è messo a giocà. Come Casalino, che dal Grande Fratello si è ritrovato a fare il portavce del Governo. Una cosa incredibile. Come il sonnambulo appunto che si è messo a giocare.
6 a buttamola in Caciaras - Dal nulla delle prime partite al qualcosa dell'attuale. Il Raz Degan biancoceleste con le gambe da cavallerizzo, inizia a muoversi in scioltezza e palla al piede come avrebbe dovuto fare sempre. Un po' come Vernia da Carlo Conti che ha fatto un Jovanotti che sembrava Ciccio Ingrassia.
6 - - a Correa l'anno 1900 - Tutti dicono che è un talento. Sarà. Lo sarà. Però quando dopo un doppio dribbling si è marcato da solo perdendo la palla, qualcuno ha iniziato a nutrire dei dubbi. Che dire poi quando dopo si è mangiato quel gol facile facile? Neanche Amleto sarebbe stato capace di rispondere: essere o non essere un talento, questo è il problema. Lo scopriremo solo vivendo, cit. Mogol per Lucio Battisti, che ne ha sempre saputa una più del diavolo.
6 - - a Rodolfo Bada - E' enrato a venti minuti dalla fine. Dicono, si dice, dicitur. Così è se vi pare. Pirandelianamente è passato inosservato. Uno, nessuno, centomila.
Appunti di gioco
di Roberto Taglieri
Domenica, 23 settembre 2018
E’
una grande Lazio quella di scena contro il Genoa. Nel quinto turno di
serie A all’Olimpico nel primo tempo apre le danze Caicedo, raddoppia
poi Immobile; nella ripresa Piatek illude i suoi ma è di Milinkovic la
rete della tranquillità; arrotonda infine il risultato ancora Immobile
per il poker che vale i tre punti biancocelesti. La Lazio è reduce da
due vittorie in Campionato ed anche dal recentissimo successo in Coppa:
per la squadra di Inzaghi, che perde Radu per un infortunio muscolare, è
il turno di Caceres in difesa; in avanti poi Caicedo si prende il posto
di titolare, mandando Luis Alberto in panca. Ballardini invece non
cambia: unici dubbi per il 352 del tecnico rossoblu sono Gunther e
Zukanovic, che alla fine sono entrambi della partita. Nemmeno 20.000
spettatori immersi nel caldo afoso dell’Olimpico al fischio iniziale,
con la Lazio che la sblocca quasi subito. Infatti è il panterone Caicedo
dopo nemmeno 7’ che inzucca in tuffo un assist di testa di Milinkovic e
porta avanti i suoi. La Lazio tiene sotto gli avversari, pressando e
facendo fare un ottimo giro palla: solo dopo il 15’ si vede il Genoa,
prima con un tiro senza pretese di Piatek, poi con un’altissima
conclusione di Romulo. E’ bravo Parolo a liberarsi al 21’ ma il tiro
finale lascia a desiderare, invece poco dopo è Immobile a non fallire il
raddoppio. Infatti Caicedo ruba palla a centrocampo, l’imbeccata di
Parolo in profondità trova Ciro Immobile, che pur defilato con un tocco
morbido mette dietro le spalle di Marchetti il 2-0. Con i biancazzurri
forti del doppio vantaggio, la partita per la Lazio si dovrebbe mettere
in discesa. Invece rischiano qualcosa i biancocelesti alla mezz’ora,
quando Medeiros dribbla tutti ma trova solo un corner, poi non succede
più nulla sino alla fine del tempo. Nella ripresa però arriva immediato
il gol del Genoa: un rinvio maldestro di Acerbi rimbalza su Piatek, che
si ritrova davanti a Strakosha e lo batte facilmente. Così i rossoblu
accorciano, restituendo tono ad una gara che poteva virtualmente essere
già terminata. Ma ci pensa Milinkovic a rimettere le cose a posto: il
serbo raccoglie un perfetto cross di Lulic dalla sinistra e triplica per
la Lazio con un colpo di testa che s’infila sul palo lontano della
porta difesa da Marchetti. Poco dopo Caicedo si divora il poker
sparando a lato, poi ancora Milinkovic mette su fondo ed ora il Genoa
sembra alle corde. Parolo manda out al 65’; Inzaghi toglie Milinkovic
per Badelj, nel Genoa Sandro rileva Medeiros, ma i biancazzurri
controllano senza grandi difficoltà. Correa si divora il gol all’80’
mettendo in curva un perfetto assist di Immobile, che all’89’ firma la
sua doppietta personale piazzando in rete a porta sguarnita, dopo che
Correa si era liberato benissimo in area di rigore. E’ un’ottima
vittoria interna quella della squadra biancazzurra, per di più contro un
avversario tradizionalmente ostico. Quarta affermazione di fila tra
Campionato e Coppe per gli uomini di Inzaghi, che raggiungono quota 9
punti, appaiando la Spal in quinta posizione. Un successo importante,
che rilancia e dà morale alla Lazio anche in vista del difficile
incontro infrasettimanale di Udine e prima del derby di sabato prossimo.
LAZIO GENOA 4–1 7’ Caicedo 23’ 89’ Immobile 47’ Piatek 54’ Milinkovic
LAZIO:
Strakosha, Acerbi, Wallace, Caceres, Marusic (85’ Basta), Leiva,
Parolo, Milinkovic (71’ Badelj), Lulic, Caicedo (61’ Correa),
Immobile. All: Inzaghi.
GENOA: Marchetti, Biraschi, Spolli (27’ Kouame), Zukanovic, Gunther, Romulo (56’ Lazovic), Bessa, Hiljemark, Criscito, Medeiros (61’ Sandro), Piatek. All: Ballardini
GENOA: Marchetti, Biraschi, Spolli (27’ Kouame), Zukanovic, Gunther, Romulo (56’ Lazovic), Bessa, Hiljemark, Criscito, Medeiros (61’ Sandro), Piatek. All: Ballardini
Arbitro Abisso
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