di FRANCESCO TRONCARELLI
8 e mezzo al Ciro d'Italia - Vedere una Lazio svogliata e con la testa al mare che cercava di intimorire un Parma già retrocesso con appena 20 punti e con ben 44 di differenza con noi, è stata una sofferenza. Dopo aver passato la giornata nel ricordo dell'impresa storica di Chinaglia e compagni del 12 maggio del 74, ci si è trovati ad assistere allo scempio messo in atto da tante comparse senza un minimo di orgoglio ed amor proprio. Per fortuna però tra tante figurine sbiadite c'è Immobile, uno che non molla mai e che si danna l'anima sempre dal primo all'ultimo minuto e che proprio all'ultimo assalto ha regalato alla gente laziale una vittoria insperata (la dodicesima consecutiva, incredibile..). E ha messo a segno la rete numero 20 in questo campionato e complessivamente la numero 150 con l'Aquila sul petto. Numeri da grande attaccante e bomber di razza. Grazie Cirù!
7+ a Sylva Strakoshina - Toh, chi si rivede, l'epurato di Formello. L'hanno ritirato fuori dalla naftalina per manifesta inferiorità di chi gli aveva sfilato il posto. Dice, come è andata? Beh, quanto meno con due pali che hanno preso loro ha dimostrato d'avere un lato B che al confronto quello de Belen è na padella. Poi è stato anche decisivo sullo 0 a 0. Vedremo come andrà a finire questa storia triste, certo è che metterlo in castigo è stata una brutta fazenda come diceva il desaparecido Beruschi.
6+ a Lupo Alberto - Ha provato il colpo a sorpresa tirando fuori dal cilindro un numero dei suoi. Ma non c'era il coniglio, ma una maledetta traversa. E Silvan per una volta tira il fiato.
6 a Lazzari alzati e cammina - e continua a correre come sai, perchè qui tra chi tira i remi in barca e chi si presenta in infradito c'è aria di vacanza anticipata.
6 al Panter One - E' il talismano della squadra. E se pija bene con Ciruzzo. Come Colapesce con Di Martino, musica leggerissima, musica di vittoria.
6 ad Antonio Elia Acerbis - C'era una volta il ministro della difesa. Ora che anche le pulci gialloblu hanno mostrato di avere la tosse, è passato di ruolo. Un bel posto di usciere nel dicastero di via XX Settembre e la giornata passa tra un cruciverba e l'altro.
6 a Innamoradu - Va avanti per forza d'inerzia, collezionando record su record. Come Nino Frassica, che è arrivato da un pezzo tanto da non tingersi più i capelli, ma sta sempre lì da Fazio a sparare le stesse frescacce. E' record appunto.
5 e mezzo a Massimo di Cataldi - Due più due quattro; tre per tre nove; sei diviso due tre. Ha fatto il compitino. Il problema è che sono tre anni che sta sempre in quinta elementare. E non va bene, perchè pure Nino D'Angelo è arrivato alla terza media.
5 e mezzo a dillo a parolo tuo - L'ho stanno spremendo come un limone, manco fosse na grattachecca. Voleva fare la stagione al chiosco della Sora Mirella a Lungotevere, ma se continua così non c'arriva. Manco er semifreddo potrà fa.
5 a Correa l'anno 1900 - Il canestello pieno di merendine e succhi di frutta, il grembiule blu col fioccone bianco, i calzoni corti e i sandali da frate coi calzini sino al ginocchio, tutto è pronto per la Colonia. Viva la madre superiora!
5 a Patric del Grande Fratello - Ma ancora qua sta sto rubagallne? La sua performance si può sintetizzare nel classico tanto fumo e un po' d'arrosto. Nè più nè meno di quello che fa Riccardo Rossi, che strilla strilla ma alla fine dei gochi non ha detto niente. Fa solo scena.
5- a c'è tanto da Fares - proprio tanto.
4 a Ke Pro e quando escalante el sol - Lui è peggio di me. Scemo più scemo. Dio li fa e poi li accoppia. E non andiamo oltre, sarebbe come sparare sulla Croce rossa.
3 a sono un pirata non sono un signore - Una cosa va detta: quando per tentare di prenderla di testa abbozza il salto, fa dimenticare improvvisamente tutte le cappellate che combina e i suoi impressionanti limiti. Sembra Alberto Sordi quando faceva il saltino, c'avete fatto caso? Non riesce a staccarsi da terra neanche di venti centimetri, uno spasso. Con quel volto così particolare, l'espressione vispa e appunto il saltino all'Albertone, Nina Murici potebbe tentare la fortuna nel varietà, rilanciando i mitici Brutos che tutti ricorderanno nel Carosello della Cera Grey con quella battuta finale diventata un tormentone: "Gianni, nonostante gli schiaffi che ti sei preso hai sempre una buona cera". Ovviamente lui prenderebbe gli schiaffi. Sipario.
Appunti di gioco
di Roberto Taglieri
Mercoledi, 12 maggio 2021
La Lazio batte il Parma in extremis. All’Olimpico nella 36sima giornata di campionato i biancazzurri hanno la meglio sugli emiliani all’ultimo secondo di recupero, grazie ad un gol siglato da Immobile, che regala ai suoi tre punti senza molto merito. Gli emiliani arrivano a Roma già retrocessi e non dispongono di molti giocatori; infatti non ci saranno Pezzella, Brugman, Karamoh, Kucka, Mihaila, Inglese e Cyprien. Torna però Hernani, subito schierato a centrocampo da D’Aversa; davanti con Pellè c’è Brunetta. Inzaghi invece perde Leiva e Pereira per squalifica, nonchè Milinkovic da poco operato al naso; ci sono Parolo e Cataldi in mezzo, Muriqi parte dal primo minuto e infine si rivede Strakosha tra i pali. La Lazio lascia giocare gli avversari, che non paiono molto aggressivi. Il primo tiro nello specchio dei biancazzurri è di Cataldi al 20’, ma troppo morbido e preda di Sepe. Alla mezz’ora la conclusione di Immobile finisce alta e poco dopo Luis Alberto colpisce la traversa davanti alla porta spalancata. Da dimenticare invece la conclusione di Muriqi al 34’, di gran lunga il peggiore in campo con Fares. La Lazio va al riposo sullo 0-0; deludente anzichè no il primo tempo laziale, giocato con troppa sufficienza contro praticamente un Parma “B”. Nella ripresa subito Muriqi si divora il vantaggio sparando sul portiere e la Lazio ora preme per riuscire sbloccare la partita. Invece è il Parma ad essere sugli scudi; colpisce un palo con Brunetta e sulla respinta Strakosha salva su Gagliolo. Al 73’ Brunetta se ne va in contropiede ma Strakosha respinge il suo tiro dai 16 metri. Inzaghi alla fine prova l’estremo tentativo con la difesa a 4, inserendo Caicedo al posto di Patric, ma il Parma si difende bene e con Hernani colpisce il secondo palo al 94’. A tempo scaduto, quando ormai Dionisi aveva il fischietto in bocca, Immobile è lesto a sfruttare un rimpallo fortunosissimo in area emiliana e con un forte destro non fallisce la rete che vale 3 punti. Dodicesima vittoria di fila all’Olimpico per i biancazzurri, che oggi però non meritavano il successo. Una partita giocata male dalla Lazio sin dall’inizio, dall’approccio che è stato disastroso. Il Parma ha avuto le migliori occasioni e l’impegno profuso è stato senz’altro superiore a quello della truppa di Inzaghi, in confusione ed alla ricerca infruttuosa di sbocchi per tutta la partita. Il finale è dignitoso solo per quel gol di Ciro Immobile, che tiene viva solo per la matematica la speranza ormai quasi estinta di una qualificazione Champions. Ed ora sabato arriva il derby: se queste sono le premesse per i biancocelesti c’è da tremare.
LAZIO PARMA 1–0 95’ Immobile
LAZIO: Strakosha, Patric (78’ Caicedo), Acerbi, Radu ( 57’ Luis Felipe), Lazzari, Parolo (73’ Akpa), Cataldi (57’ Escalante), Luis Alberto, Fares, Muriqi (57’ Correa), Immobile. All: Inzaghi
PARMA: Sepe, Dierckx, Bani (85’ Osorio), Valenti, Busi, Hernani, Kurtic, Sohm (85’ Grassi), Gagliolo (62’ Laurini), Brunetta (85’ Traorè), Pellè (73’ Cornelius). All. D’Aversa
Arbitro Dionisi
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