di FRANCESCO TRONCARELLI
9 a Correa l'anno 1900 - Se la Lazio non si complica la vita non è la Lazio. E' storia. Una vittoria netta, assicurata da un possesso palla devastante, si è rivelata nella parte finale una montagna russa di emozioni e strette di lato B che hanno messo ancora una volta a dura prova le coronarie dei tifosi. Ma tant'è e la vittoria (undicesima in casa consecutica, cosa successa solo nel 1927...) è stata al di là di tutto meritata e i tre punti ottenuti sono sicuramente pesanti e indispensabili per sperare nel posto al sole, leggi Champions. Copertina d'obbligo al puntero argentino che come col Milan con un Tucu di classe prima e un Tuca Tuca che manco la Carrà di bei tempi dopo, ha dato il meglio di sè. Avanti così fino all fine!
9 al Ciro d'Italia - Col sigillo numero 149, il bomber de noantri ha raggiunto il mito del calcio italiano Silvio Piola, nella classifica dei miglior goleador con la maglia biancoceleste. 149, mica bruscolini. Immobildream ha confermato insomma di non vendere sogni ma solide realtà rivelandosi un attaccante di razza. Tutto il resto sono chacchiere.
8 al Sergente - Vederlo fare a spallate in mezzo al campo e al tempo stesso smistare palloni di tacco (e in girata) è stato uno spettacolo. Solo lui è capace di coniugare il basso con l'alto, quello cioè che vanamente prova a fare il finto prete Fazio che alterna interviste in ginocchio a nomi importanti con le frescacce di Frassica e gli acuti di Orietta Berti. A ciascuno il suo. Noi ci teniamo l'Esorciccio.
7 e mezzo a Lupo Alberto - Prova e riprova alla fine l'ha buttata dentro anche lui. Una magia che ha ammutolito di nuovo quel poveraccio di Silvan. Certo il Mago è un po' furastico, ma gli si perdona tutto: quando è uscito infatti è calato il buio ed erano appena le due.
7 a Lazzari alzati e cammina - e non fermarti più come hai fatto contro i rossoblu. Che fa pure rima. Una superprestazione su quella fascia in cui ha dato il fritto. E considerato che si giocava all'ora di pranzo non è poco. Loro i grifoni, lui ingrifato. Ai massimi livelli. Come Lino Banfi in quei film con la Fenech.
6+ a chi lo Leiva più - Ha ripreso a randellare come i bei tempi. Falli tattici e quant'altro. Quando riprenderà anche a impostare da dietro il gioco saremo a cavallo. Per adesso siamo con quello a dondolo.
6+ a Innamoradu - Ennesima performance tutta cuore. Battiamo le mani ai veri laziali.
6 a veni, vidi, Lulic al 71° - E' partito in quarta è finito in folle. Battiamo le mani all'eroe del 26 maggio. A prescindere.
6 all'incredibile Hudt - L'uomo che si è fatto dittongo si è superato. Nè più nè meno di Massimo Ceccherini che non è saltato addosso alla Leotta nel programma di Carlo Conti. Non ha infatti combinato casini, anzi c'è stato un momento nel serrate finale genoano, che l'ha pure spazzata via come un Ibanez qualsiasi. La sua prestazione senza macchia e senza paura da difensore vero, sarà riportata in una delle rubriche della Settimana Enigmistica più seguite: "Incredibile ma vero".
5 e mezzo all'abate Faria e Ake Pro - Inutili. Avete presente Ale e Franz?
5 a MaruSic - In pochi minuti s'è giocato tutta la buona reputazione conqusitata negli utimi tempi. Un autogol sfortunato sì ma sempre da pollo e una dormita clamorosa sul terzo gol loro (del resto non sarebbe il Sonnambulo dal volto umano) rischiano di fargli ritrovare quel "So" davanti il cognome che lo aveva contraddistinto per anni. Su, bello de casa, rimboccati le mani e faje vedè chi sei. Se ci sono riusciti Pio e Amedeo a fare strike ce la poi fa pure tu.
5- a Totò Rina - Omo de panza omo de sostanza ma un rigore che è uno mai lo paranza. Se poi je tirano sul palo suo è 'n'artra toppa che pija. Come quella della Rai alla sfuriata di Fedez.
4 a Massimo Di Cataldi - Tenuto a lungo in naftalina a Formello, qualcosa per farsi nostare la doveva inventare. Assolutamente. Come Renga, che al Concertone c'azzeccava come Martufello agli Oscar, che nel cantare si è impappinato perchè ha visto la sua ex Ambra sul palco. Ma lui ha calcato troppo la mano, anzi il piede, e con quel 45 che se ritrova è stato letale. I tifosi spaparanzati sul divano a casa davanti la tv, assistendo incrudili a quella zampata che ha provocato il rigore e rimescolato le carte in tavola, hanno iniziato a sbroccare con imprecazioni irripetibili, al cui confronto quelle del più ispirato Sgarbi sono litanie da educanda delle Orsoline. Voleva lasciare un'impronta sulla partita? C'è riuscito in pieno. Ora però dateci tregua. Rimettetelo in naftalina e tenetelo a lungo in armadio. Sipario.
Appunti di gioco
di Roberto Taglieri
Domenica, 2 maggio 2021
Contro il Genoa la Lazio si afferma soffrendo. All’Olimpico nell’anticipo di pranzo valido per la 34sima giornata di serie A i biancocelesti, già in vantaggio per 4 reti a 1, subiscono una doppietta nel finale di gara che li mette a rischio vittoria, che in affanno arriva comunque col risultato di 4-3. La Lazio deve mantenere viva la speranza Champions e quindi deve vincerle tutte, il Genoa è quasi salvo, ma non può ancora abbassare la guardia; Ballardini perde Pandev per squalifica ma s’infortuna anche Criscito, quindi gioca Radovanovic dal primo minuto. Inzaghi invece, che schiera Hoedt al posto di Acerbi fermato dal giudice sportivo, è ancora senza Caicedo; a sinistra Lulic oggi è preferito a Fares, mentre Marusic torna a fare il difensore a destra. La Lazio è in completo controllo della partita sin dall’inizio, mettendo alle corde gli avversari, sempre in affanno. Una sassata di Immobile al 3’ è deviata da Perin devia in angolo, poi un colpo di testa di Lulic va fuori e ancora Immobile manda a lato al 6’. Immobile al 15’ di sinistro calcia di collo pieno ma Perin riesce ancora a respingere. Al 18’ Milinkovic dai 18 metri tira una bomba e trova di nuovo il portiere. Finalmente alla mezz’ora la Lazio passa, stavolta con un po’ di fortuna, perché il rinvio di Radovanovic sbatte sulle gambe di Correa e la palla finisce in rete per l’ 1-0 dei biancazzurri. Radovanovic inguaia i suoi anche al 42’, perché ostacola Immobile in area e Giacomelli concede il calcio di rigore. Va alla battuta lo stesso Immobile, che spiazza Perin e raddoppia. Il massimo sforzo del Genoa prima della fine vede Reina salvare sul forte tiro di Strootman, che di fatto è l’ultimo brivido. Dopo il riposo il Genoa sostituisce Radovanovic, Goldaniga e Destro, segnando subito per una sfortunata deviazione di Marusic, che col tacco mette in porta un cross del nuovo entrato Ghiglione. Ma immediatamente dopo Luis Alberto ristabilisce le distanze con un tocco a girare dal 16 metri, che non lascia scampo a Perin. Al 56’ i biancazzurri se ne vanno in contropiede; Immobile porge a Correa, che col destro calcia rasoterra; il portiere devia in porta e la Lazio cala il poker. Al 75’ Cassata impegna Reina, poco dopo Immobile si mangia il quinto gol, ma ora per i biancocelesti sta arrivando il momento no. Inizia Cataldi, che con un pestone a Badelj fa scaturire un rigore: batte Scamacca che supera Reina e il Genoa accorcia. Passa un minuto e Shomorudov, poco contrastato da Lazzari riesce a calciare in porta ed indovinare lo spiffero tra palo e portiere, trovando la terza rete rossoblu. Così in un minuto di appannamento totale la Lazio si ritrova a rischiare, mentre il Genoa si riversa in avanti. La sofferenza laziale dura sino al 94’; il fischio finale di Giacomelli consente ai biancazzurri di portare in porto l’undicesima vittoria casalinga della stagione, che peraltro rappresenta un piccolo record per i capitolini. Altri tre punti d’oro per la squadra di Inzaghi, che continua a cercare di tenere il passo delle altre ed ora si attesta a quota 64 punti. Non sono poi proibitive le prossime due gare per la Lazio, che dovrà affrontare Fiorentina e Parma prima del derby: la fiammella della qualificazione Champions è ancora accesa.
LAZIO GENOA 4-3 30’ 56’ Correa 43’ Immobile (r) 47’ Marusic (a) 48’ Luis Alberto 80’ Scamacca (r) 81’ Shomurodov
LAZIO: Reina, Marusic, Hoedt, Radu, Lazzari, Leiva (57’ Cataldi), Milinkovic (83’ Akpa), Luis Alberto (82’ Pereira), Lulic (67’ Fares), Correa (83’ Parolo), Immobile. All: Inzaghi.
GENOA: Perin; Biraschi, Radovanovic (46’ Ghiglione), Masiello, Goldaniga, Zajc (46’ Pjaca), Badelj, Strootman (52’ Rovella), Zappacosta (70’ Cassata), Destro (46’ Scamacca), Shomurodov. All. Ballardini.Arbitro Giacomelli
Grande. As Usual. Commento perfetto e, con l’ironia che contraddistingue le pagelliadi, piacevolissimo da leggere!
RispondiEliminaGrande. As Usual. Commento perfetto e, con l’ironia che contraddistingue le pagelliadi, piacevolissimo da leggere!
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