sabato 4 aprile 2020

Città vuota, come cantava Mina

di FRANCESCO TRONCARELLI

Fanno impressione e al tempo stesso riflettere le immagini delle nostre città senza persone, senza quella affollata umanità, chiassosa e a tratti sbragata, che le frequentava fino a qualche tempo fa. Strade deserte, piazze senza ombre, monumenti privi dei consueti selfisti pronti ad autofotografarsi coi cellulari per testimoniare agli amici tramite wathsapp che loro erano lì. Felici e contenti. Una volta.

Le città al tempo del Coronavirus sono vuote, ovunque, soprattutto i centri storici con Roma in testa con le sue bellezze tristi e solitarie. Piazza Navona come non si era vista mai, piazza di Spagna priva di turisti, il Colosseo e l'Altare della Patria uniti non solo dai Fori imperiali ma anche da una atmosfera da Day after e guerra dei mondi che neanche quando c'era il coprifuoco con i tedeschi.

Ci viene in contro la musica ad alleggerire questo triste scenario con una canzone il cui titolo si addice perfettamaente alla situazione, "Città vuota", uno dei successi più grandi di Mina. Un brano che ha una storia particolare che merita di essere ricordata. E' stato infatti quello che ha segnato il ritorno in televisione della cantante.

piazza di Spagna, ore 13 di un giorno qualunque


La Tigre di Cremona era stata praticamente emarginata a causa della sua relazione con l'attore Corrado Pani, sposato con la collega Renata Monteduro, da cui aveva avuto il figlio Massimiliano. Un comportamento ritenuto dai vertici Rai dell'epoca, scandaloso. Le sue partecipazioni in prima persona a "Studio Uno" vennero stoppate con certa stampa pronta a soffiare sul fuoco della love story.

"Città vuota", primo di una lunga serie di 45 giri incisi con la Ri Fi dopo gli inizi con la Italdisc, è la canzone che "festeggia" la fine dell'ostracismo della Rai a causa delle sue vicende private. Venne presentata il 10 gennaio del 1964 nel corso della trasmissione "La fiera dei sogni" condotta da Mike Bongiorno, uno dei programmi più seguiti di quegli anni.

Un'interpretazione in diretta che seppellì in tre minuti quel clima bacchettone che si era creato nei suoi confronti. Il ritorno davanti le telecamere tanto atteso dai fan, fu accolto infatti con un entusiasmo incredibile, tanto che in una sola settimana il disco balzò nella top tem di Hit parade iniziando una lunga permanenza (sei mesi) che lo porterà ad essere fra i brani più venduti di quell'anno.

La canzone è la cover di "It's A Lonely Town" di Gene McDaniels, performer nero molto apprezzato negli Stati Uniti e sembra studiata apposta per evidenziare le doti vocali di Mina, grazie ad una melodia che si impenna sui toni acuti, caricandosi di enfasi soprattutto nell'inciso.

la coppia dello scandalo degli anni 60

Autore del testo, Giuseppe Cassia, navigato paroliere, che si discosta da un'asettica traduzione dell'originale, suggerendo un'atmosfera cromatica più triste e struggente ma nel contempo calda e coinvolgente, che ben si adatta alla musica del brano.

Sarà per lui il primo di una serie di successi che collezionerà come "Il sole è di tutti" di Stevie Wonder, "La ragazza del Clan" per i Ribelli, "Bisogna sapere perdere" ed "Eccola di nuovo" per i Rokes e "Gira gira per Rita Pavone". L'arrangiamento, molto più brillante dell'originale è di Piero Gosio che dirige anche l'orchestra.

"Città vuota" è una delle canzoni-simbolo dell'Italia anni Sessanta, è una sintesi di quel periodo con  la cosidetta società del benessere riversata in strada, sorridente e frenetica, intrisa dei successi di quel Miracolo economico che proprio nell’autunno del 1963 quando il disco venne realizzato, ebbe il suo punto apicale.

Uomini e donne impegnati nella rincorsa al cambiamento, Mina testimonial con la sua grinta, la sua voce, la sua voglia di vivere al passo coi tempi. Ultimamente Fiorello l’ha riportata in auge, incidendola nel suo disco A modo mio e facendone anche un video. Ma è un'altra cosa. Manca l'atmosfera di quei giorni e la magia di Mina. Eccola.  


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