sabato 13 dicembre 2025

È una Lazio eroica. Le Pagelliadi

 di FRANCESCO TRONCARELLI

9 a Pighin-Sanguin-Noslin - La Lazio in 9 ha battuto il Parma. Una vittoria bellissima ed emozionante che ha reso giustizia a un arbitraggio a dir poco discutibile che voleva condizionare l'esito della partita. Ma lorsignori che tirano le fila di questo accanimento contro i biancocelesti non avevano fatto i conti col cioccolatino con l'abat jour in testa che alla sua 50esima partita con l'Aquila sul petto, si è superato e regalato tre punti d'oro. Avanti Lazio avanti laziali! 

8 a Dio vede e Provedel - Grandissimo. Senza se e senza ma.

7 a Prostamol - Un gigante. E non solo per l'altezza. Ma per l'autorevolezza che dimostra nonostante sia un pivello.

6 e mezzo a Guendo è bello esse laziali - ed è bellissimo vincere con due uomini in meno e con l'arbitro contro! Daje.

6 e mezzo a Viale dei Romagnoli, 13 Ostia - senza il fratello di latte Gila il mondo gila, ha dovuto faticare più del dovuto. Ma stava sempre a giocà contro le punte del Parma...

6 e mezzo a Patrizia Pellegrini - Tanto fumo e tanto arrosto. Come Pigi Diaco a Bella ma.

6 e mezzo a Massimo Di Cataldi - Il solito compitino. Eppure poteva osare. Come Massimo Giletti con l'agente segreto per strada che gli ha mollato un cazzotto. L'assist però ce sta.

6+ a Somarusic - Non combina più casini. Dopo anni di cappellate in serie si è emancipato dal suo passato da brividi. Praticamente è un altro. Come Vittorio Cecchi Gori che da quando si tinge i capelli sembra la sora Lella.

6 a Patric del Grande fratello - Bentornato caciara. Un pizzico di sana follia in un piattume generale.

5 e mezzo a Rosanna Cancellieri - È partito in quarta è finito in folle. Avete presente Teo Mammucari da Zia Mara?

5 e mezzo a Dele ctrl canc alt - Come il rilevamento della temperatura di Santa Margherita Ligure, non pervenuto. Ma ha portato fortuna.

5 a Castellano e Pipolo - Numeri da foca al circo ma ha le polveri bagnate. Neanche per il cannone che spara a salve al Gianicolo a mezzogiorno sarebbe utile.

5- - a Basic Instinct - Il migliore in campo, ma con un arbitro come questo che non voleva altro per darci addosso, lasciare la squadra in 9 per una gomitata assassina dopo l'ammonizione è stato deleterio.

5- - a Benigno Zaccagnini - Azzoppato ad ogni partita da quando è iniziato il campionato, per una strana e incredibile legge del contrappasso, l'arciere la prima volta che ha fatto un fallo, vistoso sì ma no da rosso diretto, è stato espulso. Il colmo. Lui da sempre preso a calci questa volta se l'è presa nder... Sipario

domenica 7 dicembre 2025

La Lazio non sbologna. Le Pagelliadi

 di FRANCESCO TRONCARELLI


6 e mezzo a Lisasken dagli occhi blu - È finito in parità lo scontro col Bologna. Una partita equilibrata con continui rivolgimenti di fronte e colpi di scena. Come gli interventi prodigiosi del numero uno bolognese che ci hanno negato il raddoppio e gli ultimi minuti in 10 giocati dai nostri ragazzi. Poteva finire male, poteva finire ma tant è. Copertina al danese che è riuscito a buttarla dentro facendo sognare la gente laziale nel colpaccio.

6 e mezzo a Basic Instinct - Una certezza. E se si pensa a come è cambiato viene da darsi i pizzicotti sulle guance. È passato infatti da metronotte a Formello a Metronomo della squadra. 

6 e mezzo a Benigno Zaccagnini - L'arciere non ha scagliato la sua freccia ma è sempre il migliore.

6+ a Viale dei Romagnoli, 13 Ostia - Bastonatore indefesso è mancato in area avversaria per i suoi classici colpi di testa. Quelli verso la rete ovvio. 

6+ a Massimo Di Cataldi - Dal colloquio dei professori coi genitori, il ragazzo è migliorato, si applicava di più, dal compitino è passato al componimento. Meno male.

6+ Guendo è bello esse laziali - e se entrava quella fucilata che ha tirato lo sarebbe stato assai.

6 a Rosanna Cancellieri - Daje de tacco daje de punta. Ha portato vivacità. Come la signora Coriandoli a Ballando con le stelle.

6 a Lazzari alzati e cammina - e non ti fermare più caro Forrest Gump de noantri. 

6 a Dio vede e Provedel - La respinta corta che ha provocato il tap in avversario ha annullato le paratone. Prestazione alla Carrizo insomma.

6 a Pighin-Sanguin-Noslin - Il cioccolatino con l'abat jour in testa migliora di partita in partita. Quando accenderà la luce sarà un trionfo.

6- - a Somarusic - Alla 330esima partita in maglia biancoceleste (ce se crede?) ha confermato tutti i suoi pregi, pochi e limiti, assai. Un bravo ragazzo certo ma col pallone spesso ci litiga. Come quando in area ha fornito uno splendido assist all'arrembante Orsolini arredamenti, via Aurelia 415. 

5 a Gila il mondo gila (Jimmy Fontana, Cantagiro 1965) - Se non fosse stato espulso sarebbe stato fra i migliori. Bellissimo il salvataggio sulla linea sul tiro di Carmen Miranda, bruttissimo il fallo su Fidel Castro. 

5- a Castellano e Pipolo - c'era una volta. Come nelle favole. Il problema che lui non è mai stato una favola. 

4 a senti che musica coi Tavares - Dice, almeno parte in quarta e attacca. Quando mai. Manco più quello. Poi in difesa è un pericolo, dai primi minuti con Pellegrini che gli è sfuggito all'uccellamento subito da Zortea in occasione del pareggio rossoblu. Na tragedia annunciata. Era un freccia sulle rotaie dell'Olimpico che saltava pure i passaggi a livello, è finito su un binario morto. Sipario.

sabato 29 novembre 2025

Lazio a testa alta. Le Pagelliadi

 di FRANCESCO TRONCARELLI

7 a Basic Instinct - La Lazio è uscita da San Siro a testa alta. Ha giocato infatti una grande partita, specialmente nei primi 45 minuti in cui ha dominato il Milan e tenuto il boccino. Poi il solito gol preso all'inizio della ripresa, ha tagliato le gambe ai ragazzi di Sarri che hanno faticato a riprendersi per poi ripartire e concludere all'arrembaggio nel finale con tanto di rigore negato (dopo 6 minuti di controllo!!!). Una vergogna che la dice lunga su come siamo considerati. Copertina al chierichetto che per continuità è stato il migliore.

6 e mezzo a Benigno Zaccagnini - L'arciere ha scagliato la sua freccia, ma ha trovato una barriera umana a respingerla. Per il resto le solite botte che lo hanno mandato al tappeto spesso e volentieri. 

6 e mezzo a Gila il mondo gila (Jimmy Fontana, Cantagiro 1965) - Il colpo del kappao l'aveva piazzato subito, dopo 2 minuti. Ma il miracolo a Milano stavolta l'ha fatto Maignan e no De Sica.

6 e mezzo a Viale dei Romagnoli, 13 Ostia - Ha fatto reparto da solo. E tirato la bomba del rigore negato. E non è poco. 

6 e mezzo a Dio vede e Provedel - Tre grandi parate evitano un tracollo che sarebbe stato immeritato. Come un Oscar alla signora Coriandoli.

6+ a Guendo è bello esse laziali - e se l'avessimo messa dentro sarebbe stato ancora più bello.

6 a miei cari amici Vecino e lontani - Non ha i 90 minuti nelle gambe e infatti è stato sostituito nella ripresa, ma ha comunque dato il fritto. Senza calamari però ma solo gamberi per tornare a dare una mano dietro.

6 a Maru (sic) - È partito in quarta è finito in folle. Come Vittorio Sgarbi.

6 a Patrizia Pellegrini - Tanto fumo e poco arrosto. Avete presente Teo Mammucari da Zia Mara? Il gol del raddoppio milanista che ha salvato sulla linea però lo ha riabilitato. E Mammucari muto. 

6 a Dele ctrl canc alt - A sorpresa di nuovo in rosa, ha fatto del suo meglio. Come Beppe Convertini a Ballando con le stelle. Il problema è che gli mancano le basi. Come a Beppe Convertini.

6 a Pedro Pedro Pedro Pè e Pighin-Sanguin-Noslin - Buttati nella mischia per il tutto per tutto il meglio di Santa Fè e il cioccolatino con l'abat jour in testa ci hanno provato. Ma invano. Come i Jalisse per partecipare a Sanremo.

6 a Castellano e Pipolo - Bentornato Taty.

5 a Lisasken dagli occhi blu - senza le trecce lo stesso non sei tu. Classe seconda B il danesotto è rimasto lì.

4 a Dio perdona pure Dia - È l'uomo in più per antonomasia, naturalmente per gli avversari. Sono tre mesi che non segna, ha scritto qualcuno, in realtà avrebbe dovuto scrivere sono tre mesi che non fa una beata minchia. Non pressa, non corre, non tira, non è ammissibile che "giochi" (virgolette d'obbligo) in serie A. In campo è il fantasma dell'opera, ma l'opera da tre soldi narrata da Bertolt Brecht. Na tragedia tra poveracci. Sipario.  

lunedì 24 novembre 2025

Freddie Mercury, l'ultimo acuto

di FRANCESCO TRONCARELLI

Il 24 novembre del 1991 nella sua casa a Logan Place nel Kensigton, moriva Freddie Mercury, aveva 45 anni, ufficialmente se ne andava per una broncopolmonite, la realtà della sua scomparsa l’aveva resa pubblica il giorno prima con un comunicato che non lasciava dubbi su quello che era il suo stato di salute: “Desidero confermare che sono risultato positivo al virus dell'HIV e di aver contratto l'AIDS. E' arrivato il momento che i miei amici e i miei fan in tutto il mondo conoscano la verità e spero che tutti si uniranno a me, ai dottori che mi seguono e a quelli del mondo intero nella lotta contro questa terribile malattia".

"Freddie is dead". Così titolava il tabloid "The Sun" per annunciare la sua morte. Tre parole, una frase secca, accompagnata dall'immagine, più che viva del leggendario cantante dei Queen a braccia aperte sul palco davanti alla "Union jack". Tre parole tra le quali solo il nome, tanta era la sua popolarità e grandezza per capire immediatamente di cui si stesse parlando. Di un mito.

Freddie Mercury infatti è stata la voce più incredibile ed emozionante del rock. Un artista unico nel suo genere, dotato di un grande carisma e di una presenza scenica teatrale e seducente, un personaggio che ha fatto la storia della musica internazionale e che oggi, in tempi così grami di talenti e di pop campionato, si sente terribilmente la mancanza. 

Era nato a Zanzibar da una famiglia indiana di origine Parsi, registrato all’anagrafe come Farrokh Bulsara. La sua fortuna fu il trasferimento in Inghilterra a 18 anni a seguito della rivoluzione che investì il paese africano. Appassionato di musica e con alle spalle studi in pianoforte, Freddie si diploma in Arte grafica e Design e frequenta la Londra artistica.

Anticonformista e uno spirito libero, entra in contatto con altri musicisti e gruppi che saranno fondamentali per la sua carriera, gli Smile, ne fonda uno, Ibex, e poi incide i primi pezzi, fa concerti e naturalmente si esibisce, sino ad arrivare all’aprile del 1970 quando insieme al chitarrista Brian May e al batterista Roger Taylor  forma i Queen, cui l’anno successivo si aggiungerà il bassista John Decon.

Da quel momento nasce la leggenda dei uno dei gruppi più amati e apprezzati del panorama musicale internazionale soprattutto la leggenda del loro frontman, l’istrionico e insuperabile Mercury, leader veramente di quella formazione che nel tempo ha venduto oltre 200milioni di dischi e ha tenuto 707 concerti in 26 nazioni diverse, vere e proprie rappresentazioni sceniche in cui Mercury dava il meglio di sé, vocalmente e teatralmente. Uno per tutti: quello al Live Aid del 13 luglio 1985 in cui Mecury in venti minuti di show, “tenne sul palmo della mano tutto il pubblico” come ricorderà David Bowie in seguito.  

La sua infatti era una voce potente ed espressiva, in grado di dare lustro anche ai brani meno brillanti del repertorio della band inglese che ha dettato legge dai Settanta agli Ottanta. Una voce che è stata oggetto di studio da parte di un team di ricercatori universitari e che ha stabilito non solo che la sua estensione vocale sfiorava le quattro ottave, ma soprattutto che la sua voce era così eccezionale, perché utilizzava la tecnica delle subarmoniche, tipica dei cantanti etnici come i Tuvan della Mongolia o i Tenores della Barbagia.

Appariscente e coinvolgente sul palcoscenico, nella vita privata Mercury era schivo e riservato, amava i gatti e la pittura, Chagall il suo artista preferito. Aveva una collezione di cravatte ma non le indossava mai. I suoi idoli erano stati Cliff  Richard, poi Hendrix e i Cream. Per i Queen è stato autore di brani che hanno fatto il giro del mondo come Bohemian Rhapsody, Crazy Little Thing Called Love, Don't Stop Me Now, It's a Hard Life, Killer Queen, Love of My Life, Play the Game, Somebody to Love e We Are the Champions.   

Sono passati tanti anni dalla sua scomparsa, una vita, ma l'affetto nei suoi confronti è rimasto immutato ed il rimpianto per una perdita così grave per la scena musicale mondiale è condiviso da tutti. L'enorme successo del film ispirato alla sua storia umana e artistica che ha fruttato il premio Oscar a Rami Malek ne è la dimostrazione. I dischi dei Queen continuano ad essere trasmessi nelle radio ed acquistati nei negozi collezionando record su record, la sua voce incredibile ed unica emoziona sempre. "Freddie is dead", ma la sua musica è immortale.



domenica 23 novembre 2025

La Lazio vola ancora. Le Pagelliadi

 di FRANCESCO TRONCARELLI

7+ a Basic Instinct -  La Lazio stende il Lecce con due reti in una partita giocata senza il calore del tifo. È stata una partita che nonostante due pali e qualche (qualche...) azione travolgente, non è stata proprio entusiasmante. Il gioco spesso è latitato e le sviste, da parte nostra, invece ci sono state. I tre punti quindi sono fondamentali per continuare a recuperare terreno in attesa che gli infortunati rientrino e diano un senso al tutto, in avanti e a centrocampo. Copertina d'obbligo al chierichetto che è stato fondamentale non tanto per l'assist al capellone francese quanto per la continuità di rendimento, il che non è poco de sti tempi. Avanti Lazio avanti laziali.

7 a Guendo è bello esse laziali - soprattutto quando se vince. Bentornato!

6 e mezzo a Benigno Zaccagnini   L'arciere non ha scagliato la sua freccia ma ha comunque fatto un partitone tra un carca subita e l'altra. E pure un palo. Provaci ancora Mattia. 

6 e mezzo a Pighin-Sanguin-Noslin - E vai ragazzo, testina d'oro vincente alla faccia del portiere romanista! 

6+ a Pedro Pedro Pedro Pè - Il meglio di Santa Fè e Trigoria è sempre una garanzia. Come Fiorello

6+ a Dio vede e Provedel -  Ha avuto tanto tempo libero che ha vinto il torneo di burraco con i fotografi piazzati dietro la sua porta. Quando ha ritirato il trofeo ha lanciato il pallone per il cioccolatino con l'abat jour in testa.

6+ a Miei cari amici Vecino e lontani - Un po' di grinta in campo. E meno male perchè certi momenti sembrava un Carosello della camomilla.

6 a Lazzari alzati e cammina - e non ti fermare come questa sera.

6 a Viale dei Romagnoli, 13 Ostia e Gila il mondo gila (Jimmy Fontana, Cantagiro 1965) - Normale amministrazione, avete presente Beppe Convertini a Mattino in famiglia? Buongiorno, come va? Grazie per essere stati con noi. Nè più nè meno.

6- a Patrizia Pellegrini - All'inizio si è involato, col passare del tempo si è involuto. È finito involtino.

5 e mezzo a Lisasken dagli occhi blu - senza le trecce lo stesso non sei tu .

5 e mezzo a Maru (sic!) - È partito in quarta è finito in folle. Come la Signora Coriandoli a Ballando con le stelle.

5 e mezzo a Massimo Di Cataldi - Nella frazione di gioco in cui è stato in campo non ha prodotto risultati utili. Cioè, neanche il compitino per cui sta passando alla storia. È come se Landini non proclamasse uno sciopero, il minimo sindacale per lui. 

5 a Dio perdona pure Dia - e se non sia mai la butta dentro facendo gridare al miracolo, glielo annullano per fallo sul difensore. Incredibile ma vero o veramente incredibile, fa lo stesso tanto non cambia nulla. Quando non perdonerà più sarà sempre troppo tardi. Sipario.

sabato 22 novembre 2025

Addio Ornella Vanoni

di FRANCESCO TRONCARELLI

Il mondo dello spettacolo piange Ornella Vanoni una delle artiste più importanti e apprezzate della scena musicale italiana. scomparsa all'eta' di 91 anni per un malore impprovviso nella sua casa di Milano, la città dove era nata il 22 settembre 1934.

Cantante, attrice e conduttrice televisiva, la Vanoni è stata una delle figure più iconiche dello spettacolo del Bel paese, ha saputo attraversare decenni di storia culturale mantenendo intatta la sua forza espressiva e il suo carisma.

Considerata tra le voci più autorevoli della musica leggera, vanta una carriera lunghissima, iniziata nel 1956 e in piena attività fino all'ultimo. Solare, empatica, spirito libero e anticonformista, sophisticated lady tanto da diventare un personaggio televisivo, apparteneva a una famiglia della borghesia meneghina che per lei sognava un futuro da "sciura coi danè".

Un ruolo che ad Ornella stava stretto, tanto che pur avendo studiato dalle Orsoline e in collegio svizzero, preferì da subito interessarsi al teatro più che ai salotti bene, iniziando al Piccolo di Streheler la sua attività artistica e di sperimentazione. 

Ornella e Gino Paoli, una lunga storiia d'amore

 La cantante ha partecipato a otto edizioni del Festival di Sanremo, conquistando il secondo posto nel 1968 con "Casa bianca" brano scritto da Don Backy che presentò insieme alla Sannia, e tre volte il quarto posto, con brani rimasti nella  memoria collettiva come “La musica è finita” (1967), “Eternità” (1970) e “Alberi” (1999). 

Proprio in quell'ultima edizione fu insignita del Premio Città di Sanremo alla carriera,  prima artista nella storia del Festival a ricevere tale riconoscimento. Vanoni è inoltre l'unica donna e la prima artista in assoluto ad aver vinto due Premi Tenco, oltre a una Targa Tenco, portando a tre i riconoscimenti ufficiali del Club intitolato al grande cantautore.

Un repertorio il suo, vasto e variegato, dalle celebri "Canzoni della mala" (Ma mi ma i mai a San Vittur a ciapa i bott...) degli esordi, al pop d'autore, fino alla bossa nova e al jazz. Memorabile le collaborazioni con gli artisti brasiliani Toquinho e Vinicius de Moraes nell'album “La voglia, la pazzia, l'incoscienza, l'allegria” del 1976.  

con Marisa Sannia a Sanremo

Nel corso della carriera ha lavorato con grandi nomi del jazz internazionale, tra cui George Benson, Herbie Hancock, Gil Evans e Ron Carter, consolidando la sua fama anche oltre i confini nazionali. Molti dei più importanti autori italiani hanno scritto per lei, e Vanoni ha  condiviso il palco e lo studio con artisti come Gino Paoli, Paolo Conte, Fabrizio De Andrè, Ivano Fossati, Lucio Dalla, Renato Zero e Riccardo Cocciante, fino alle generazioni più  recenti con Bungaro, Pacifico e Francesco Gabbani.

In oltre settant'anni ha pubblicato più di cento lavori tra 45 giri, album, raccolte ed  EP, vendendo oltre 60 milioni di copie, un traguardo che la colloca tra le interpreti italiane più amate e seguite. Tra i suoi successi “Senza fine”, uno dei suoi brani simbolo, scritto da Gino Paoli, con cui ha avuto una lunga storia d'amore, “Che cosa c'è” sempre di Paoli, “L'appuntamento”, "Domani è un altro giorno", “Tristezza”, “Una ragione di più” vere e proprie gemme del nostro pop. Pur essendo milanese aveva cantato in napoletano ("Tu si na cosa grande") e romano nella commedia musicale Rugantino.

Ornellla aveva una voce particolare, caratterizzata da una timbrica inconfondibile e da un approccio interpretativo raffinato e intenso, caratteristiche che la rendevano unica e immediatamente riconoscibile e che la distinguevano dalle sue colleghe.  

la copertina più celebre

La notizia della sua scomparsa si è diffusa rapidamente sui social fra il rammarico generale e molti suoi colleghi hanno manifestato il proprio dolore. Fra questi Laura Pausini che ha detto: "Ognuno ha i suoi cantanti preferiti.. la mia era Lei. Riposa in Pace meravigliosa Ornella, la tua voce, la tua personalità, la tua luce, non ci lasceranno mai. Unica".

Loredana Berté: "Ornella non puó averci lasciato lei voleva vivere. Una donna affascinante, intelligente e colta, autoironica, un’artista immensa… senza fine. Quanto ci mancherai amica mia". Rammaricato e sconcertato Fabio Fazio che l'aveva avuta ospite recentemente. Renato Zero ha dedicato all'amica una lunga riflessione commossa definendola "un'artista, un'anima che non ha mai avuto paura di mostrarsi vera, intensa, irripetibile". 

Mike Bongiorno a suo tempo l'aveva definita "la signora della musica" e aveva ragione. Perchè lei è stata una grande artista, che ha regalato emozioni a non finire al pubblico senza risparmiarsi e con tanta passione. Grazie di tutto Ornella, ci mancherai...

lunedì 17 novembre 2025

Addio alla gemelle Kessler

 di FRANCESCO TRONCARELLI

Le gemelle Kessler sono morte, avevano 89 anni, la polizia ha immediamente avviato un'indagine sulle cause del decesso.

L'annuncio della loro scomparsa è stato dato da l'agenzia di stampa tedesca Bild. Sono morte insieme a Grünwald, vicino a Monaco di Baviera e la notizia ha fatto il giro del mondo.

Conosciute ovunque erano diventate popolarissime in Italia negli anni Sessanta per aver partecipato a numerosi varietà del sabato sera targato Rai

"Giardino d'inverno", "Studio Uno", "Canzonissima" gli show che le avevano viste protagoniste assolute per i loro balletti, numeri eseguiti alla perfezione e di gran classe.

Era il tempo del "Da da un pa" e di canzoni come "Pollo e champagne" che interpretavano ballando e che tutti cantavano, felici di partecipare a un evento insolito per la nostra televisione che portava il Varietà dal teatro nelle case degli italiani.

Alte, bionde, gambe esageratamente lunghe, sempre sorridenti, Alice ed Ellen Kessler vivevano sempre insieme ed avevano avuto storie importanti con gli attori Enrico Maria Salerno e Umberto Orsini.

Celebre la loro partecipazione nel film I complessi con Alberto Sordi in cui interpretavano loro stesse, uno sketch irresistibile in cui comicità e fascino si legavano perfettamente.

Fonti non ufficiali ipotizzano un suicidio assistito congiunto per spiegare questa morte in contemporanea, l'unica certezza è che non volevano vivere l'una senza l'altra. 

È una Lazio eroica. Le Pagelliadi

  di FRANCESCO TRONCARELLI 9 a Pighin-Sanguin-Noslin - La Lazio in 9 ha battuto il Parma. Una vittoria bellissima ed emozionante che ha res...