sabato 4 ottobre 2025

La Lazio riprende il Toro. Le Pagelliadi

 di FRANCESCO TRONCARELLI

8 a Massimo Di Cataldi - Ci sono voluti 104 minuti per riprendere una partita nata male e che stava finendo peggio. La remuntada si era sgretolata per mancanza di lucidità dei biancocelesti, avvitati su loro stessi invece di amministrare il gioco. E il Toro giustamente riusciva a pareggiare. E addirittura a portarsi in vantaggio. All'Olimpico! Sembrava una disfatta e invece in pieno recupero la ripresa di un risultato beffardo che avrebbe pionbato la squadra nel caos.. Onore al merito del Metronomo biancoceleste che si è preso la responsabilità di tirare il rigore così netto quanto inspiegabilmente difficile da assegnare. Grazie Danilo!

8 a Rosanna Cancellieri - Due gol da antologia del calcio. Meravigliosi. Da applausi a scena aperta. Grandissimo.

7 e mezzo a Basic Instinct - Ordinato, preciso, pulitino, il finto prete ha scodellato un assist a luci rosse. Ora subito a confessarsi.

7 a Pighin-Sanguin-Noslin - Daje ragazzo, te sei superato. 

6 e mezzo a Pedro Pedro Pedro Pè - il lancione che ha fatto per il Matador del Toro, lo ripaga dell'impegno profuso e lo riabilita da qualche svarione. Come Nino Frassica che ormai ne spara a raffica tanto per.

6 a Castellano e Pipolo - Tanto sacrificio. Ha lavorato insomma per la squadra. Speriamo che prima o poi qualcuno lavori per lui. Male che va chiamassero qualche operaio dell'Enel, quelli di Stiamo lavorando per voi, hai visto mai.

6- a senti che musica coi Tavares - Sicuramente non è più la freccia biancazzurra che partiva senza aspettare il via del capostazione e arrivava in un attimo al capolinea. Sì è imborghesito. Da quando mette quella retina in testa resa celebre da Giancarlo Giannini in Mimì Metallurgico è tutto un altra cosa. Un altro film. Un altro treno.

 6- a Lisasken dagli occhi blu - senza le trecce lo stesso non sei tu. Amen.

5 e mezzo a Viale dei Romagnoli e Gila il mondo gila - È meno male che Sarri cura in modo maniacale la fase difensiva. Bruciati in occasione del pareggio. 

5 a Dio perdona e pure Dia - Mo se c'era un fuorigioco è un dettaglio, resta il fatto che solo davanti a Israel si è marcato da solo invece di tirare, mangiandosi un gol fatto. Uno scandalo al sole, come Carmen Di Pietro a Tale e quale.

5- - a Dio vede e Provedel - Tre tiri tre gol. In perfetta media Carrizo. Per I miracoli rivolgersi a San Gennaro.

5- - a Hysaj che i papaveri - Dice me faccio biondo così mischio le carte e sembro un altro. Ma de che, è sempre lui e anche se se faceva roscio sarebbe rimasto immobile come una statuina del Presepe davanti a Simeone che la stava a buttà dentro. Passano gli anni, cambiano i governi e gli allenatori ma lui non cambia mai. È il quarto mistero di Fatima, nessuno sa perchè giochi a calcio. Neanche lui. Sipario. 

mercoledì 1 ottobre 2025

C'era una volta il primo ottobre

di FRANCESCO TRONCARELLI 

Primo ottobre. Una volta era il giorno in cui si tornava a scuola. Elementari, medie e superiori iniziavano il primo ottobre, san Remigio (i Remigini li chiamavano). Alle elementari erano tutti coi grembiuli, nell'abbigliamento cioè che annullava le diseguaglianze sociali e faceva sentire i bambini tutti uguali. 

I quaderni erano quelli della Pigna di Fabriano, con immagini e paesaggi della regioni italiane in copertina e le tabelline alla fine dei fogli. La penna, la biro della Bic. I compiti a casa e anche i pensieri personali venivano scritti sul Diario Vitt.

Le lezioni si svolgevano in religioso silenzio, i più caciaroni al secondo richiamo finivano dietro la lavagna o fuori dalla classe nel corridoio. E non c'era nessuna madre che il giorno dopo andava a schiaffeggiare il maestro dopo aver parcheggiato il Suv in doppia fila fuori la scuola. 

Anzi, a casa i discoli prendevano il "resto" dai genitori. A metà mattina, sole, pioggia o vento o altra calamità in arrivo, c'era comunque la ricreazione e il bidello vendeva le pizzette rosse, alle elementari, alle medie e alle superiori.

Panelli, MIna e Walter Chiari alle prove di Canzonissima

In tv iniziava Canzonissima con Mina, Paolo Panelli e Walter Chiari, una vera e propria sfida fra i cantanti più in voga con i loro successi, che venivano votati dal pubblico con le cartoline acquistate in tabaccheria o dai "venditori di fortuna" per strada.

Era il programma più atteso dell'anno che avrebbe accompagnato i telespettatori sino alla serata finale del 6 gennaio, quella in cui al "fortunato possessore del biglietto vincente", sarebbero andati 150milioni di lire, un'enormità. 

Claudio Villa cantava "Granada", Morandi "C'era un ragazzo", Modugno e no i Negramaro, "Meraviglioso", tre capolavori nei rispettivi generi, a ciascuno il suo. 

Non c'erano playstation nè i cellulari (erano i furgoni della polizia per le retate dei capelloni e delle "signorine" che attendevano i clienti a Tor di Quinto) ma si viveva bene lo stesso. 

Tutti avevano un telefono in casa, fisso, qualcuno il Duplex perchè non c'erano abbastanza linee ma anche per pagare di meno il canone visto che nello stesso palazzo un'altra famiglia condivideva la linea e te la bloccava con le sue chiamate.

il telefono a gettone col pulsante

Nessuno aveva la necessità spasmodica di telefonare, le chiamate si svolgevano di solito dopo pranzo, a metà pomeriggio e la sera mai oltre le 21.

Se avevi bisogno di dire qualcosa di urgente trovandoti in giro, c'erano i telefoni a gettone nei bar, poi arrivarono le cabine con un apparecchio che "incassava" più gettoni per le interurbane.

Il telefono a gettone permetteva comunque di ascoltare chi rispondeva dall'altra parte anche se non si spingeva il tastino per fare scendere quella particolare "moneta" di color bronzo del valore di 50 lire.

Se capovolgevi la cornetta e parlavi da dove si ascolta, dall'altra parte sentivano. Si risparmiava il gettone ma la figuraccia era tanta perché per farti sentire dovevi urlare, e ovviamente c'era chi nel bar commentava "a poveraccio!".

le partitelle per strada

I ragazzini giocavano per strada a pallone e i maglioni arrotolati e le cartelle facevano da pali per le porte. Poi arrivarono le cinghie elastiche per portare e avvolgere i libri e il pacco così "confezionato" divenne l'ideale per delimitare le porte.

A quattordici anni si sognava la Vespa, che portavi senza casco e coi capelli al vento e senza targa, opportunità che ti faceva parcheggiare ovunque e saltare il rosso del semaforo e a diciotto si sognava la 500, la più utile e simpatica delle Fiat. 

Aveva il tettino che si apriva l'estate e che dava quel senso da mini cabriolet per tutte le tasche e riusciva a ospitare, incredibile ma vero, sino a cinque passeggeri.

tifosi laziali in festa con le 500 imbandierate

Uno davanti al fianco del guidatore e tre di dietro nello spazio angusto soprattutto per la testa. I più abili riuscivano a piazzarne quattro dietro in un miracolo di equilibri da ressa di autobus.

Tutti sapevano fare la "doppietta" col piede destro, ossia quel movimento della scarpa sui pedali della frizione e dell'acceleratore per scalare la marcia al volo passando per il folle senza "grattare".

I maschi al momento dell'acquisto della 500 chiedevano i sedili reclinabili per trasformarli in giaciglio. E ci si entrava in questa maniera anche per lungo.

In tutti i quartieri c'erano le bische, locali fumosi ritrovo di perditempo e malandrini che si sfidavano per soldi a biliardo. Più familiari invece le atmosfere nei bar sotto casa dove si giocava a flipper.

il jukebox

C'erano anche i jukebok, con 100 lire selezionavi tre dischi in attesa delle feste in casa il sabato pomeriggio per ballare con la ragazzina a cui si faceva il filo.

Alle feste ognuno portava i suoi 45 giri, il padrone di casa metteva a disposizione il salone a "luci accese" per il controllo dei grandi e le ragazze i panini e le bibite. 

Un classico di queste riunioni danzanti, il gioco della scopa (chi la riceveva doveva lasciare la dama al nuovo cavaliere) e quello della bottiglia (tutti in circolo, la bottiglia in terra al centro fatta girare, con bacio a chi veniva indicato dalla punta della bottiglia quando si fermava).

Ma tutti in realtà aspettavano che i genitori si stancassero di osservare l'andamento del tutto per trasferisi in cucina, era il momento tanto atteso per spegnere le luci e ballare i lenti. Il cosidetto "ballo dal mattone".

il gioco della bottiglia

Le partite si seguivano alla radio con "Tutto il calcio minuto per minuto" guidato da "Roberto Bortoluzzi dallo studio centrale". Era normale incontrare per strada persone che camminavano con i transistor attaccati alle orecchie per seguire la trasmissione.

Enrico Ameri raccontava gli incontri entrando nel dettaglio ed era collegato dal campo principale, in pratica la partita più importante della domenica, Sandro Ciotti invece con la sua inconfondibile voce roca e bassa, lo incalzava coi suoi voli pindarici e immaginifici interrompendolo con l'andamento dell'altro incontro di cartello.

Per vedere le immagini dei match, si dovevano attendere le 19, quando sul Secondo canale Rai, veniva mandato in onda un tempo della partita più importante della domenica con la cronaca registrata in diretta di Nando Martellini . 

Le sintesi di tutte le altre arrivavano dopo le 22 con la "Domenica sportiva", condotta da Milano da giornalisti del calibro di Enzo Tortora, Guido Oddo e Alfredo Pigna. Come dire, classe e competenza.

Sandro Ciotti ed Enrico Ameri

Gigi Riva, "rombo di tuono" era il più forte, Dino Zoff era già il numero uno, Giacinto Facchetti e Tarcisio Burgnich erano insuperabili, Sandro Mazzola, il "baffo" e l'abatino Gianni Rivera, si alternavano con la staffetta, Giacomo Losi era il "core de Roma".

Alla Lazio erano sbarcati due giovani sconosciuti e di belle speranze  che "saranno famosi": Giorgio Chinaglia e Pino Wilson. Li aveva pescati dalla serie C Juan Carlos Lorenzo, il mago argentino che duellava dialetticamente nei deby con Herrera. 

Era un altro calcio, un altro mondo, un'altra Italia. La vita era forse in bianco e nero ma tutti sognavano a colori. C'era una volta il primo ottobre...

Maestrelli e i suoi ragazzi alla Domenica Sportiva con Alfredo Pigna


lunedì 29 settembre 2025

Lazio, Genova è per noi. Le Pagelliadi

 di FRANCESCO TRONCARELLI

8 a Rosanna Cancellieri - A volte l'emergenza non è deleteria nè è sinonimo di sventura in arrivo. La netta vittoria a Marassi contro i rossoblu ne è la conferma. Formazione rivoluzionata, modulo cambiato, squadra all'attacco (alla Baroni) e palla in rete. Tre volte. Genova è per noi la partita della svolta, della vittoria ritrovata e del morale alle stelle. Sintomatico che ad aprire le danze sia stato il più criticato della rosa, il calciatore che sino ad ora aveva deluso. Una bella sorpresa, e la conferma al tempo stesso di quello che Gerry Scotti dice nel suo programma che sta stracciando i Pacchi di De Martino: la ruota della fortuna prima o poi gira!

8 a Castellano e Pipolo - Bravo nel palleggio, bravo nei passaggi, bravo nel buttarla dentro. 

7 e mezzo a Dio vede e Provedel - Tre parate sul finale del primo tempo letteralmente decisive. Grandissimo, è tornato in auge. Come Barbara D'Urso a Ballando con le stelle.

7+ a Benigno Zaccagnini - L'arciere ha scagliato la sua freccia e ha fatto centro. Finalmente. E ho detto tutto.

6 e mezzo a Patrizia Pellegrini - Sicuramente non ha i piedi educati, sembra che ci mangi a tavola, ma la grinta, la voglia di provarci ed esserci  che dimostra superano qualsiasi galateo. Daje. 

6 e mezzo a Massimo Di Cataldi - 250 partite con l'Aquila sul petto. Non è il momento quindi di fare polemiche. Solo applausi.

6 e mezzo a Viale dei Romagnoli,13 Ostia - Galeotto fu il braccio che stava per cambiare le carte in tavola. Ma era un abbaglio dell'arbitro, manco avesse avuto un faro in faccia. Comunque bravo, un mastino.

6+ a Basic Instinct - Da Formello con furore. Vabè, furore è una parola grossa per un finto prete come lui, ma per essere uno che non giocava dai tempi di Piola, troppo ha trottato. Tornerà ancora utile? Chissà chi lo sa avrebbe risposto Febo Conti della Tv dei ragazzi di una volta. Ai posteri.

6 a Gila il mondo gila (Jimmy Fontana. Cantagiro 1965) - Spazza via, bastona se ce n'è il bisogno, ma spesso la sua irruenza crea casini. Come Cirilli da Carlo Conti. Dall'oroscopo di Branko la Luna consiglia: flebo di camomilla per smorzare i bollenti spiriti.

6 a Dio perdona pure Dia -Ancora tu? ma non dovevamo vederci più dopo quell'errore clamoroso nel derby? Doveva essere esiliato a Scurcola marsicana, lo ritroviamo abile e arruolato per l'emergenza. Ha fatto numero.

6 a Somarusic - Nun ce se crede: una volta che aveva ingranato la terza per l'allungo al Taty, si è fatto male e pure da solo. L'emozione insomma gli ha tirato un brutto scherzo. Anche i veterani possono avere il momento no per colpa propria. Chiedere a Mammucari conferma dopo le toppate a Domenica in

5 a Hysaj che i papaveri - È il quarto mistero di Fatima, nessuno sa perchè giochi a pallone, neanche lui. Gli anni passano, non riescono a toglierselo di torno, e ce lo ritroviamo spesso e volentieri fra le palle che vanno e vengono dalle parti occupate da lui. Dateci tregua. Levatelo dai piedi. Ce so riusciti con Loretta Goggi a Tale e quale non c'è se po riuscì a Formello? Chapeau. Sipario.




 

mercoledì 24 settembre 2025

Addio Claudia Cardinale

 di FRANCESCO TRONCARELLI

Quella bellezza mediterranea che ti conquistava, quel fascino irresistibile che la distingueva dalle altre, quello sguardo che ti entrava dentro e che dava alle sue interpretazioni una intensità particolare, se n'è andata Claudia Cardinale, una delle ultime grandi attrici dello Star system internazionale, conosciuta e applaudita ovunque, una stella che brillava di luce propria e illuminava lo schermo.

Ad annunciare la sua scomparsa a Nemours, vicino a Parigi, dove viveva, circondata dall'affetto dei figli, il suo agente, aveva 87 anni ed era malata da tempo. 

Durante la sua lunga carriera, iniziata a metà degli anni Cinquanta, ha recitato in una vasta gamma di generi cinematografici. Dalla commedia all'italiana agli Spaghetti western, dai film drammatici a quelli storici sino a quelli di stampo hollywoodiano, lavorando anche nella musica, in teatro e in televisione. Ha partecipato a più di 150 film, alcuni dei quali considerati delle pietre miliari del cinema d'autore.

Nata a Tunisi il 15 aprile 1938 da una famiglia di origini siciiane, è stata una delle attrici più celebri del cinema italiano e una delle ultime dive del secondo Novecento. Ha vinto tre David di Donatello e tre Nastri d'argento, oltre al Leone d'oro alla carriera conferitole alla Mostra del cinema di Venezia nel 1993 e il David, anch'esso alla carriera, del 1997.  

Tra i suoi film più celebri, accanto al protagonista Marcello Mastroianni, “Il bell'Antonio” di Mauro Bolognini e "8½" di Federico Fellini, "La ragazza con la valigia " di Zurlini, "I soliti ignoti" di Mario Monicelli, “La ragazza di Bube”di Luigi Comencini, "Vaghe stelle dell'Orsa" di Visconti, "C'era una vota il west" di Srguio Leone,“La pelle ” di Liliana Cavani. 

Ancora "Bello onesto emigrato Australia" di di Luigi Zampa con Alberto Sordi, "Nell'anno del Signore" di Luigi Magni, "Il giorno della civetta" di Damiano Damiani. E' stata anche Paolina Bonaparte in “Austerlitz”, e Claretta Petacci in “Claretta” di Pasquale Squitieri, il regista napoletano al quale è stata a lungo legata.. 

Al di fuori dei confini nazionali, ha  dato volto e anima a ruoli intensi sotto la direzione di maestri come Abel Gance, Blake Edwards, Werner Herzog e Manuel de Oliveira. Oltreoceano ha raggiunto un grande successo di pubblico ricevendo numerosi consensi da parte della critica, affiancando alcuni degli attori internazionali più acclamati, nomi come John Wayne, Sean Connery, William Holden, Henry Fonda, Eli Wallach, Orson Welles, Peter Finch, Anthony Quinn, Jack Palance, David Niven, Laurence Olivier.

Il 1963 fu un autentico spartiacque nella sua carriera e nella storia del cinema italiano. In un arco di tempo incredibilmente breve, l'attrice lavorò contemporaneamente con Luchino Visconti e Federico Fellini. Due maestri, ma anche due mondi opposti.

Nel "Gattopardo" di Visconti, tratto dal capolavoro di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, Cardinale vestì i panni di Angelica Sedara, ruolo che lei stessa definì "il più bel regalo della mia vita d'attrice". Con lei Alain Delon nel ruolo di Tancredi e il grande Burt Lancaster. Un set dove l'ordine regnava sovrano e anche le candele della sala della scena del valzer erano vere e accese ad ogni ripresa.


All'opposto, nel vortice creativo di "8½", Claudia fu trascinata da un Federico Fellini che amava il caos quanto Visconti amava l'ordine. Nell'apparente disordine però, tutto era sotto il controllo del regista riminese. Fellini fu il primo a volerla non doppiata, intuendo la forza unica della sua voce così particolare.

La notizia della sua morte ha fatto il giro del mondo, rilancata dai media internazionali e dal popolo del web. E non poteva essere diversamente perchè Claudia Cardinale è stata un'attrice che ha lasciato il segno non solo come icona di una bellezza solare ma anche come artista che con le sue interpretazioni ha regalato emozioni a non finire al pubblico. 

Addio Angelica, ora lassù ritroverai il tuo Tancredi per un valzer celestiale... 

domenica 21 settembre 2025

Lazio, errore fatale. Le Pagelliadi

di FRANCESCO TRONCARELLI 

6 e mezzo a Castellano e Pipolo - Questa era una partita che non si doveva perdere. Per tanti motivi, classifica, prestigio, supremazia cittadina. Come sono andate le cose lo hanno visto tutti. Tre, quattro occasioni fallite, mille falli non sanzionati contro di noi, poi al primo attacco loro la squadra è andata in tilt. Sì poi c'è stata una reazione d'orgoglio ma se non riesci a recuperare lo svantaggio ce fai poco con l'orgoglio. Manco na bruschetta pe digerì sto scempio. Meglio comunque col puntero argentino in campo. Ma anche lui è stato sfortunato. Speriamo che sta botta non peggiori le cose, ma tre punti in quattro partite sò imbarazzanti...

6 e mezzo a Patrizia Pellegrini - Ha dato tutto. Un gladiatore. Altro che Riddley Scott. Ma non è bastato.

6 a Gila il mondo gila (Cantagiro, Jimmy Fontana, 1965 - All'inizio si è involato ma è finito involtino.

6 a Viale dei Romagnoli, 13 Ostia - È partito in quarta è finito in folle.

6 a Benigno Zaccagnini - Lo hanno massacrato ma il suo sacrificio non è servito a niente. Si è immolato per nulla. 

6 a Rovella per chi non si accontenta - Come si dice dalle nostre parti, je manca sempre un soldo pe fa na lira. Però quel pallone in mezzo all'area l'aveva scodellato bene. È che ai suoi compagni de merende manca non solo il fiuto del gol, ma anche la fame.

6 a Pedro Pedro Pedro Pè - Il meglio di Santa Fè e Trigoria gioca da subito. Una scelta che non condividiamo. Lui è l'uomo dell'ultimo assalto, che fa valere la sua classe ed esperienza quando gli altri tirano il fiato. Peccato. Avevi una carta da giocarti al momento opportuno, l'hai sprecata. Sorrisi e canzoni consiglia, guarda la Ruota della fortuna e vedi come i concorrenti si giocano il jolly.

6 a Massimo Di Cataldi - Quando te dice male te dice male. Un palo che grida vendetta.

6 a Dio vede e Provedel - Ha evitato che la situazione peggiorasse. 

5 a Somarusic  - Senza infamia e senza lode. Senza.

5- - a Guendo è bello esse laziali - ma se perdi per un errore te rode. E poi a fasse buttà fuori quando la partita è finita a che serve?

4-a Bella Janez (Sandokan, Rai 1) - Dice che è subentrato a Dele ctrl canc. Dice. Dicono. Sembra. Ma siamo sicuri? Si perchè si è fatto cacciare come un pivello dopo che loro hanno menato come fabbri. L'unico espulso nonostante gli altri ne avessero ammollate a raffica. 

3 Dio perdona pure Dia - Aveva sui piedi la palla del pareggio. Come un dilettante allo sbaraglio l'ha gettata alle ortiche. Ma ci dovrebbero buttare lui. E lasciarlo lì.

3- a senti che musica coi Tavares - C'era una volta la freccia biancazzurra. Partiva senza il via del capostazione e arrivava a destinazione in un attimo. Una volta. Ora è fermo sul binario morto. L'errore che ha commesso favorendo il gol degli avversari è da lavori forzati. A vita. Sipario


giovedì 18 settembre 2025

Quella calda estate del 65

 di FRANCESCO TRONCARELLI

Il mondo, Ciao ciao, La notte, Il silenzio: una hit parade piena di successi. Da Jimmy Fontana a Petula Clark, da Adamo a Nini Rosso, quando l'Italia andava a 45 giri 

Musicalmente parlando, quella del ’65 fu un’estate veramente calda. Un’estate di fuoco. I dischi si vendevano a palate, la stampa specializzata (Sorrisi e Canzoni, Giovani) puntualmente dava notizie su divi e aspiranti tali della canzone, manifestazioni come il Cantagiro andavano a gonfie vele e radunavano decine di migliaia di persone ad ogni tappa.

Non c’era internet, non c’erano i social, i cellulari erano i blindati della Polizia che intervenivano per l’ordine pubblico e non telefoni portatili, eppure la voglia di musica che oggi è supportata e amplificata da queste realtà tecnologiche, era ugualmente soddisfatta. 

Bastava accendere la radio, mettere cento lire in un jukebox o andare in un negozio di dischi e comprare un 45 giri. E che dischi. Se si dà un’occhiata alla classifica dei brani più venduti di quell’anno, si può notare come la gran parte sia arrivata ai giorni nostri, sessanta anni dopo, praticamente una vita, con la stessa freschezza di allora o comunque senza portarsi appresso la polvere del tempo.

Perché sono pezzi scritti bene, musicati meglio e arrangiati come si deve. E non è solo questione del fascino del vintage alimentato da programmi televisivi ad hoc e dagli stessi interpreti ancora in attività, che ce li fa sembrare attuali. 

E’ questione che una volta c’erano gli autori, c’era la sana e provvidenziale gavetta che selezionava i migliori e c’erano le case discografiche che “crescevano” i propri artisti. Il settore insomma era in mano a professionisti che a loro volta si avvalevano di altri professionisti: due nomi su tutti, Morricone e Bacalov, maestri arrangiatori della Rca. 

gira il mondo gira...

Col passare del tempo invece, si è passati dai talenti ai talent, e non è la stessa cosa. E poi, come dicevamo, c’erano fior di autori. Mogol e Franco Migliacci per esempio, due poeti che raccontavano attraverso le oro esperienze anche la vita di tutti noi. 

Allora vediamo. Quattro sono i 45 giri che superarono abbondantemente il milione di copie vendute dominando in assoluto le classifiche, "Il mondo" di Jimmy Fontana, "Ciao ciao" di Petula Clark "La notte" di Adamo e "Il silenzio" di Nini Rosso.

Sono pezzi straordinari, entrati di diritto nella storia del nostro pop, quattro canzoni che hanno illuminato le notti di quella estate del Boom economico in cui gli italiani scoprivano le vacanze "tutto compreso", compravano le lavatrici e le macchine a rate all'inseguimento della felicità fatta di poche ma fondamentali cose.

 

"Il mondo" nasce da un'intuizione di Gianni Boncompagni sulla scia di una filastracca svedese che parlava del mondo che girava, dal testo di Gianni Meccia quello del "Barattolo" che rotolava e dall'arrangiamento della musica di Fontana e Carlo Pes studiato da Ennio Morricone. Come dire, cronaca di un trionfo annunciato. 

"Gira il mondo gira nello spazio senza fine con gli amori appena nati con gli amori già finiti, con la gioia e col dolore della gente come me, oh mondo soltanto adesso io ti guardo, nel tuo silenzio io mi perdo, e sono mniente accanto a te...".

"Ciao ciao" cover della hit "Downtown" è il brano che sbaraglia tutti al Festivalbar di Vittorio Salvetti vincendolo a mani basse grazie alla sua interprete, Petula Clark, "la Mina d'Oltremanica" che con i suoi acuti che esaltano le vacanze al mare con gli amici, scuote il pubblico del juke box. Tutta l'Italia canta con lei "Ciao ciao" il resto lo fa la musica avvolgente e travolgente. 

 

Ma a fare centro nei cuori più o meno infranti degli innamorati del Bel paese è Adamo, il figlio del minatore siciliano emigrato in Belgio e diventato un big internazionale che con "La notte" raggiunge una vetta altissima, per intensità del testo (è Nisa, il sodale di Carosone ha curarare la versione italiana dall'originale francese), della musica (che spettacolo la fisarmonica...) e della interpretazione.

"Se il giorno posso non pensarti, la notte maledico te, e quando infine spunta l'alba, c'è solo vuoto intorno a me, la notte tu mi appari immensa, invano tento di afferarti, ma ti diverti a tromentarni, la notte tu mi fai impazzir...".

 

E poi c'è "Il silenzio", un brano  dimenticato nonostante i 5 milioni (5 milioni!!!) di dischi venduti in Europa, lanciato dal mago della tromba Nini Rosso. Un pezzo che ha un sapore di cose perdute e di nostalgia canaglia ai massimi, perchè rimanda a una stagione della vita che non esiste più, quella del Servizio di leva obbligatorio.

Era la colonna sonora delle notti in caserma dei militari, il segnale della fine della giornata e dello spegnere le luci in camerata, quando i ragazzi con le stellette sprofondati sulle brande iniziavano a pensare a casa, alla fidanzata, agli amici e contavano i giorni che mancavano alla fine, "all'alba" come si diceva, scene che si possono rivivere nei musicarelli di Gianni Morandi con Laura Efrikian. 

  

Musicarelli nati sulla scia di canzoni che il golden boy della musica leggera italiana sfornava a ripetizione, come "Non son degno di te", "Se non avessi più te" e "Si fa sera" che esattamente 60 anni fa, il 18 settembre 1965 era ai primi posti di Hit parade. E scusate se è poco.

Ma c'erano anche Rita Pavone con "Lui", Dalida con "La danza di Zorba" (che brano, lo ballavano tutti) e il grande Peppino di Capri con la struggente "Melancolie" che 50 anni dopo sarà ripresa dal premio Oscar Sorrentino nel suo film The young Pope.

Rita e Gianni al Cantagiro

E in quella estate che sembrava non finire mai, fra i gorgheggi di Mina per "Un anno d'amore", i lamenti di Celentano col suo "E voi ballate", l' "Uno dei Mods" di Ricky Shayne  mentre Louiselle invitava tutti in campagna col suo trascinante "Andiamo a mietere il grano", Edoardo Vianello ci ricordava di non stare troppo sotto i raggi del sole per evitare di spellarsi e diventare rossi come "il Peperone".  

E che dire di Michele, genovese, amico di Fabrizio De Andrè che per lui scrisse "Susan de marinai" e di Luigi Tenco che due anni dopo il boom di "Se mi vuoi lasciare" tornava in classifica con "Ti senti sola stasera". 

Quel trionfo estivo lo inserì di diritto e prepotentemente fra Little Tony e Bobby Solo, come emulo, anche lui, di Elvis Presley perchè quel brano era la cover di "Are you lonesome tonight" del Re del rock mondiale.

Sì, fu un’estate veramente calda quella del ’65. Un’estate di fuoco.

 

martedì 16 settembre 2025

Addio Robert Redford

 di FRANCESCO TRONCARELLI

Le rughe che solcavano il suo volto denunciando l'età che inesorabilmente avanzava, non avevano però scalfito il suo fascino e soprattutto la sua bravura che andava al di là del mero aspetto fisico. 
Sì perchè Robert Redford che ci ha lasciato a 89 anni era uno dei più grandi attori hollywoodiani, un gigante del Novecento, che ha regalato interpretazioni memorabili in film memorabili. 
Citando a caso pellicole come Butch Cassidy (che colonna sonora!), I tre giorni del Condor, Tutti gli uomini del presidente, A piedi nudi nel parco, La stangata, Come eravamo, La mia Africa, titoli di film entrati nella storia del Cinema come lui.
Sono film girati al fianco di nomi immensi come Paul Newman, Barbra Streisand, Jane Fonda, Dustin Hoffman, attori che solo a nominarli fanno venire i brividi.
Ambientalista convinto, produttore, regista, due Oscar (Gente comune e alla carriera) Redford era un'istituzione, un artista che viveva il suo tempo senza rintanarsi nel privato e nel quieto vivere, era un attore come purtroppo non ce ne sono più. 
È morto nel sonno a casa sua, il modo migliore per congedarsi da chi lo ha applaudito e ora lo ricorda con nostalgia...


La Lazio riprende il Toro. Le Pagelliadi

  di FRANCESCO TRONCARELLI 8 a Massimo Di Cataldi - Ci sono voluti 104 minuti per riprendere una partita nata male e che stava finendo peggi...