martedì 25 marzo 2025

Auguri Mina, sei grande grande grande

 di FRANCESCO TRONCARELLI

Unica. Come si può definire la più grande cantante italiana di sempre se non unica? Mina è unica perché è Mina, la più brava, la più carismatica, la più popolare di tutte anche se sono anni che non si vede più in giro. Unica per la voce strepitosa che ha, capace di far suonare le parole e far parlare le note, una voce inconfondibile per timbro ed estensione che dal fa basso arriva sino al do sovracuto del pentagramma, che è quello del soprano.

Unica per la capacità di dominare la scena senza bisogno di tanti fronzoli o scenografie galattiche e per il coraggio di essersi ritirata dalla ribalta nel pieno del successo (l’ultima esibizione alla “Bussola” di Viareggio nel ’78) rinunciando ad una carriera internazionale e ad una marea di soldi.

Unica per i brani che ha cantato e che sono entrati nella storia della nostra musica. E anche oggi che compie 85 anni, rimane unica per la sua decisione di vivere questa ricorrenza coi suoi affetti più cari, nel buon retiro di Lugano, senza concessioni di sorta al circo mediatico che si mobilita per questi eventi.

Del resto lei ha già dato al gossip con le migliaia di servizi e copertine dei periodici specializzati (solo “Sorrisi e Canzoni” gliene ha dedicate 91) e non che hanno accompagnato ogni suo passo dagli esordi e scandagliato la sua vita privata (dalla storia con Corrado Pani, attore sposato, che le costò l’ostracismo Rai alle foto rubate durante lo shopping con l’attuale marito il chirurgo Quaini), vivendo così sulla sua pelle il lato negativo del divismo.


Ma Mina ha sempre avuto le spalle larghe ed è riuscita negli anni ad imporsi e farsi apprezzare per le sue qualità, continuando a vivere sotto i riflettori la sua vita senza falsi moralismi come donna, artista ma anche madre premurosa. Una condizione particolare a cui si è aggiunto il ruolo di manager di sé stessa che si è ritagliata nel tempo con l’ausilio del figlio Massimiliano e che la vede impegnata nell’ascoltare gli oltre 3mila provini di autori che riceve ogni anno per trovare il pezzo giusto da incidere.

Da urlatrice con Celentano, Joe Sentieri e Tony Dallara a signora della canzone in solitaria. Una carriera straordinaria che l’ha vista protagonista assoluta dei sabato sera della Tv (Studio Uno, Canzonissima, Senza rete, Teatro 10, Milleluci) con duetti e sketch coi nomi più importanti dello spettacolo come quello entrato nella storia con Lucio Battisti e a lungo dominatrice della Hit parade.

Un’icona della femminilità con quel suo look tipico nel trucco e nell’abbigliamento (la prima ad esibirsi negli spettacoli televisivi in miniabiti), che dava ulteriore risalto ad un fisico statuario che faceva sognare a colori anche se la televisione era in bianco e nero.

Cremonese doc (“la tigre di Cremona” secondo la famosa definizione di Natalia Aspesi), nata per caso a Busto Arsizio e registrata come Mina Anna Maria Mazzini, ha cominciato per caso. Mentre era in vacanza a Forte dei Marmi con la famiglia nell’estate del ‘58, fu invitata dagli amici a salire sul palco della “Bussola” di Focette dove in quel periodo si esibiva l’orchestra di Don Marino Barreto jr. Applausi e incoraggiamenti. 

A quella prima volta, segue il debutto ufficiale nelle balere della zona dove si fa conoscere per la sua grinta col nome d’arte Baby Gate, prima di scegliere definitivamente il nome Mina con cui all’inizio del 1960, scala subito le classifiche con la scanzonata e travolgente “Tintarella di Luna”.

E’ l’inizio di un successo che non si è più interrotto (150milioni di dischi venduti nel mondo), con decine e decine di canzoni fra le migliaia che ha inciso, che hanno fatto epoca e che fanno parte della memoria collettiva del paese, brani come “Le mille bolle blu”, “Il cielo in una stanza”, “E’ l’uomo per me”, “Un anno d’amore”.

Ancora “Città vuota”, “Se telefonando”,”Vorrei che fosse amore”, “Sono come tu mi vuoi”, “Non credere”, “Insieme”, “Amor mio”,”Parole, parole, parole” “Grande, grande, grande”, “L’importante è finire”, “Volami nel cuore”, “Brivido felino”.

Canzoni fra le più amate di un repertorio sterminato in cui sono entrati anche pezzi lanciati da altri artisti ma che rischiavano di cadere nel dimenticatoio o di non raccogliere il giusto riconoscimento, se lei non le avesse riprese. 

E il caso per esempio di “E se domani” passata inosservata in un Sanremo nella duplice esecuzione di Gene Pitney e Fausto Cigliano e con lei diventata un punto fermo della musica italiana o “Breve amore” colonna sonora di “Fumo di Londra” di Alberto Sordi che riproposta con la sua voce, ha oscurato l’originaria interprete Julie Rogers.

Perché la sua voce è unica come dicevamo, l’ha fatta diventare a ragione un mito e a 85 anni ha mantenuto lo smalto di una volta come gli album che sforna puntualmente ogni anno confermano. Sì perché la Tigre alla bella età che ha raggiunto, continua a ruggire facendo il suo mestiere con passione e piacere

Si tiene infatti aggiornata sulle novità del panorama musicale, senza perdere l’occasione di collaborare con artisti più giovani per togliersi qualche sfizio, come dimostra il duetto con Blanco in uscita prossimamente e di cui tutti parlano.

Ecco perché Mina è unica, è sempre lei, la più brava di tutte. Perché è Mina, sempre Mina, fortissimamente Mina. Auguri Minissima!


mercoledì 19 marzo 2025

Addio Nadia Cassini

 di FRANCESCO TRONCARELLI

Alta, slanciata, gli occhi neri da pantera, quel sorriso a 32 denti contagioso e un fascino aggressivo che non lasciava scampo. Nadia Cassini che ci ha lasciato a 76 anni dopo una lunga malattia era una stella del Cinema sexy, quelle commedie erotiche all'italiana che riempivano le sale negli anni Settanta.

Era nata durante una tournée dei genitori, ballerini e attori di vaudeville, a Woodstock, nello stato di New York, la città che diventerà famosa per il celebre concerto rock,  da padre statunitense di origini tedesche, Harrison Müller, e da madre sempre statunitense ma di origini italiane, Patricia Noto.

Lasciata la famiglia in giovane età, si mantenne attraverso diversi lavori, come cantante di night club, ballerina di fila, fotomodella e indossatrice. In tale periodo fu anche amante dello scrittore belga Georges Simenon, l'autore del Commissario Maigret, che aveva 46 anni più di lei. 

Nel 1968 sposò il conte statunitense di origini italiane e russe Igor Cassini Loiewski, noto come giornalista con lo pseudonimo di Cholly Knickerbocker e fratello dello stilista Oleg.
per le vie di Roma
Quando il marito andò a Roma per aprire e gestire la casa di moda del fratello, Nadia lo seguì. A partire dal 1970 ottenne alcuni piccoli ruoli cinematografici, tra cui uno in Il divorzio di Romolo Guerrieri nello stesso anno, appena ventunenne, venne scelta dal regista Piero Vivarelli come protagonista del film erotico Il dio serpente, che riscosse un enorme successo nelle sale cinematografiche, divenendo poi un cult movie, grazie anche alla colonna sonora di Augusto Martelli, il cui brano Djamballà divenne una internazionale.

Nel 1971 divorziò dal marito negli Stati Uniti quindi si trasferì prima in Grecia poi a Londra con l'attore greco Yorgo Voyagis, dal quale ebbe una figlia, Cassandra, e con il quale dopo si sposò.

Il primo ruolo da protagonista nel filone comico-erotico fu con L'insegnante balla... con tutta la classe, diventato un classico del filone al quale seguirono poi altri dello stesso genere, come L'infermiera nella corsia dei militari del 1979 e La dottoressa ci sta col colonnello del 1980.

In Tv con Lando Buzzanca, formò una coppia 'esplosiva", lui il Merlo maschio, lei il "più bel fondoschiena del mondo" erano seguitissimi da quel pubblico che li seguiva al cinema. 
col Merlo maschio
Una scenetta in cui ballando accanto a Buzzanca, l'attrice mostrava il Lato B coperto solo da un sottilissimo perizoma, le valse una denuncia per "simulazione di atto sessuale contro natura" da parte di un telespettatore fiorentino. 
 
Pur non avendo interpretato molti film di cui qualcuno con scene di nudo integrale come Il dio serpente, Cassini è stata una delle protagoniste dell'immaginario erotico degli italiani a cavallo fra gli anni Settanta e Ottanta. 

Un personaggio da settimanali scandalistici che faceva notizia a prescindere ma che col passare degli anni venne messo da parte da produttori e sceneggiatori per il.suo carattere difficile e per certi versi ribelle. Era stata una Dottoressa ma non era stata capace di curare i suoi interessi. Ora però i suoi assistiti la piangono con tanta nostalgia.
l'ultima foto con la figlia






martedì 18 marzo 2025

Bobby Solo, 80 anni in musica

di FRANCESCO TRONCARELLI

Ha vinto Sanremo, è stato applaudito in tutto il mondo, ha venduto milioni di dischi, ma Bobby Solo è rimasto il ragazzo della porta accanto degli esordi. Stesso ciuffo, stessa simpatia, stessa passione per Elvis, anche ora che compie 80 anni. Magari con qualche chilo in più e col capello ingrigito, ma lo spirito è sempre lo stesso. 

80 anni e non sentirli e come sempre in pista, con il nuovo disco in uscita in occasione del compleanno e un concerto a Pordenone sod out da giorni. Del resto lui non ama starsene con le mani in mano, tutt'altro. E' uno dei pochi artisti nati ed affermatisi nei "favolosi Sessanta" che fa decine e decine di concerti all'anno, ovunque, senza snobismi di sorta perché ama il rock e fare musica.

Virtuoso della chitarra, con quella voce dai toni caldi e profondi e accompagnato dal suo gruppo, Bobby si esibisce nei locali periferici romani come nei teatri francesi con l'entusiasmo e la professionalità di sempre, da performer di razza. Per questo lo conoscono tutti e lo apprezzano in tanti.

braccio di ferro con Celentano al Cantagiro
A Bobby Solo si devono quantomeno quattro classici che hanno cambiato il volto della canzone rock melodica, ridefinendo sia il costume degli anni Sessanta sia la musica del tempo: Una lacrima sul viso, Se piangi se ridi, Non c’è più niente da fare e Zingara.

Il suo è un modo di proporsi apprezzato da un pubblico variegato e trasversale, come dimostra il successo che ottiene quando va al "Roxy bar" di Red Ronnie o da Mara Venier a Domenica in o quando dà vita a quelle dirette Instagram in cui racconta imperdibili pezzi di vita e si esibisce in mini live mentre il suo piccolo gira per casa. O come dimostrano due aneddoti incredibili ma che la dicono tutta sulla sua popolarità.

L'imperatore Hiro Hito lo voleva a corte per ascoltarlo, ma lui disse no perchè era il primo giorno di respiro nella tournè e voleva riposarsi, mettendosi così contro l'intero Giappone dove per quel rifiuto non fu chiamato per cinque anni. Ancora, in una intervista televisiva di Vincenzo Mollica al grande Tom Jones, a domanda precisa su chi conoscesse della musica italiana, l'artista gallese ha risposto: "Pavarotti e Bobby Solo". Cioè no Vasco, no Zucchero, no Ramazzotti: Bobby. Incredibile ma vero.

La vittoria s Sanremo insieme alla Zanicchi con Zingara

Ma la sua vita è tutta un susseguirsi di storie e situazioni particolari che lo accompagnano dagli esordi, a cominciare da quando venne ingaggiato da Vincenzo Micocci per la Ricordi. Per non contraddire il padre, colonello del'aviazione tutto d'un pezzo che non voleva che utilizzasse il cognome di famiglia per scimmiottare Presley, accettò di farsi chiamare Bobby, all'inglese, col solo nome. Solo Bobby, scrisse il manager su un foglietto ma la segretaria non capendo, sul contratto riportò Bobby Solo e quel nome curioso divenne la sua fortuna.

Dodici partecipazioni a Sanremo con due vittorie, record di vendite imbattuto per un brano festivaliero (un milione 900mila copie di "Una lacrima sul viso" in tre mesi), lo scandalo per il primo playback e il rimmel che si scioglieva sulle note di "Se piangi, se ridi", le Canzonissime e i Cantagiri insieme ai big degli anni d'oro della musica leggera, una decina di musicarelli con incassi miliardari, 28 tournée in Canada e negli Stati Uniti, 12 in Sud America, 6 in Australia, 7 in Giappone senza contare l'Europa, il suo palmares.

E poi un'amicizia storica con Little Tony, suo fratello di latte per Elvis che gli è stato sempre vicino, da quando al suo esordio da sconosciuto a Sanremo lo "adottò", dandogli pure diecimila lire per mangiare a quando, solo e in disgrazia artistica ed economica, lo invitò a trascorrere il Natale insieme al suo clan familiare, regalandogli una meravigliosa chitarra Gibson.

Quattro figli da due mogli, una quinta figlia riconociuta successivamente e otto nipoti, l'intramontabile Bobby è passato nel corso della sua carriera dalle stelle alle stalle, dagli applausi al dimenticatoio, dalle folle oceaniche ai quattro amici al bar ad applaudirlo, prima della "resurrezione" artistica definitiva.

Little Tony e Bobby Solo, fratelli nel segno di Elvis

Un periodo molto difficile prima di tornare a correre. Fu quando negli anni Settanta con l'avvento dei cantautori e l'evoluzione del rock verso altre sonorità, si ritrovò senza un soldo in tasca a vivere in un monolocale di 20 metri quadri di un amico, in attesa di una telefonata di qualche impresario che non arrivava mai.

Ricominciò così da dove aveva iniziato, quando con Franz di Ciocco (futuro componente della Pfm) strimpellava la chitarra per 500 lire nei localini dei Navigli e alle feste dei circoli del partito socialista. Un ritorno alla gavetta dopo i fasti divistici e i soldi a palate vissuto con umiltà e tanta forza d'animo che alla fine fu premiato con il rilancio nuovamente al festival, con Gelosia.

Fu il brano della svolta che lo fece tornare in pista fino ai giorni nostri. Ed eccolo qua ora Bobby Solo col suo sorriso sornione, i ray ban azzurri, giubbotto di pelle, jeans e stivaletti. E' arrivato a 80 anni, e neanche se ne è accorto. Perchè guarda sempre avanti.

Ha fatto suo il pensiero di un filosofo indiano. Un lampo di saggezza secondo il quale rimpiangendo il passato e temendo il futuro si nuoce al presente. Con un figlio ancora minorenne da crescere e che lo segue con una mini chitarra quando suona in casa del resto, non potrebbe essere altrimenti. Buon compleanno Bobby.  


domenica 16 marzo 2025

Lazio sbolognata. Le Pagelliadi

 di FRANCESCO TRONCARELLI

6 a Benigno Zaccagnini - La Lazio è scoppiata. Ma da molto tempo. Ha retto finché ha potuto ma partita dopo partita è scivolata in un non gioco imbarazzante e soprattutto senza mai riprendere fiato. Rosa corta, cambi non all'altezza, soluzioni tattiche e motivazioni zero carbonella. Ha segnato pure Gianni Morandi. porca pupazza. Non sempre arriva il gol della provvidenza a salvare capre e cavoli. E se non arriva sono dolori. Si può dire che Ricky Tognazzi Baroni yesman dal basso profilo sta mostrando dei limiti? O è lesa Maestà di un sovrano che regna sul nulla? Qualcuno poi ci dovrà spiegare il cambio dell'Arciere, l'unico a dare tutto in una squadra arrivata mentalmente e fisicamente al capolinea. Ma nessuno dirà niente perché si naviga a vista su tutto.

5 a Guendo è bello esse laziali - Spremuto come un limone, ha perso tutto il succo e di lui è rimasta solo la scorza. Da combattente esausto.

5 a Pedro Pedro Pedro Pè - è rimasto a Santa Fè.

5 a Rovella per chi non si accontenta - C'era una volta, come nelle favole, ma sto giro non c'è stato il lieto fine. 

5 a Dio vede e Provedel - Una paratona l'ha fatta quando ancora non tutto era perduto. Poi è rientrato nei ranghi dello sfacelo. Come un Piero Chiambretti qualsiasi.

5 a Viale dei Romagnoli, 14  Ostia - Non c'è due senza tre e così è stato ma non c'è tre senza quattro non è mai esistito figurarsi il cinque. I cinque gol del Bologna sul groppone del reparto però sì.

5- Lisasken dagli occhi blu - Un'involuzione preoccupante, da uomo in più come Fiorello a uomo in meno come Riccardo Rossi. 

5- a miei cari amici Vecino e lontani - All'inizio si è involato, col passare del tempo si è involuto, è finito involtino. E pure senza sugo.

5 - - a Chauna sola alternativa - lasciare il calcio e darsi all'ippica. 

4 a Pighin-Sanguin-Noslin - Fa tenerezza. Ma se pensi ai 18 milioni che è costato te viè da piagne.

4 a Gila il mondo gila- È partito in quarta è finito in folle. Come Fedez.

4 a Somarusic - un nome un programma. E gli vogliono pure prolungare il contratto. Amen.

4- a Dio perdona pure Dia - Se la Lazio attuale fosse la rappresentazione del Presepio lui sarebbe il bue: inmobile, statico, pachidermico. Ma anche un pastore a caso, perchè dove lo metti sta e non se parla più, pure se arrivano i Re Magi.

4- a Lazzari alzati e cammina - non crossa, non corre, non marca, non serve a niente. Eppure sta lì, nei secoli fedele alla mediocrità. Sipario.



lunedì 10 marzo 2025

Lazio, occasione persa. Le Pagelliadi

 di FRANCESCO TRONCARELLI 


7 a Viale dei Romagnoli, 13  Ostia - La Lazio ha avuto l'occasione per riprendersi il quarto posto ma ha trovato sulla sua strada un Udinese messa bene in campo, tatticamente rognosa e tecnicamente più fresca, che gliel'ha sbarrata. E alla fine della fiera per quello che si è visto, il pareggio ci sta tutto, perchè mentre i biancocelesti soffrivano e faticavano a guadagnare metri sul campo, i bianconeri attaccavano a testa bassa. Si doveva vincere come tutti si auguravano, ma la realtà è stata spietatamente diversa. Copertina d'obbligo all'unico romano della squadra che pareggiando aveva illuso tutti sulla remuntada. Peccato. L'importante ora è serrare i ranghi e non mollare. Avanti lazio avanti laziali!

7 a Lisasken dagli occhi blu - L'uomo in più. Quello più in forma. Il nostro Fiorello. Non si capisce perciò perchè sia stato tolto in anticipo. Ne più ne meno di quello che è successo a Fiorello.

7 a Dio vede e Provedel - e para quando c'è da parare vedi quei due  interventi sulla punizione e botta ravvicinata. E scusate se è poco.

6 e mezzo a Guendo è bello esse laziali - se poi si riuscisse a vincere lo sarebbe ancora di più. 

6 e mezzo a Benigno Zaccagnini - L'arciere non ha fatto centro ma c'ha provato da tutti li pizzi. Alla prossima.

6+ Pighin-Sanguin-Noslin - Una ventata di entusiasmo. Come Gabri Ponte con "Tutta l'Italia". 

6+ a Miei cari amici Vecino e lontani - Torna in campo 100 giorni dopo l'infortunio. E si è visto, un po' arrugginito in occasione del loro gol oliato quando l'ha toccata per l'unico romano in squadra. Bentornato comunque. 

6 a Bella Janez! (Sandokan, Rai 1 con Kabir Bedi) - appena entrato si è invocato, col passare del tempo si è insoluto, è finito involtino.

6 a Gila il mondo gila (Jimmy Fontana, Cantagiro 1965) - È partito in quarta è finito in folle. Come Amadeus che non lo vede più nessuno sul 9.

6- a Pedro Pedro Pedro Pè - Un passo indietro rispetto le sue solute performance. Come Marco Liorni a Ora o mai più.

5 e mezzo a Somarusic - È rimasto bloccato a sinistra. Come la Shlein.

5 e mezzo a Lazzari alzati e cammina - Tanto fumo e poco arrosto. Avete presente Cattelan?

5 a Chauna bella alternativa - lasciare stare col pallone. Dice ma sei troppo cattivo con un giovanotto alle prime armi, mah, forse è lui che è cattivo con noi perchè si ostina a giocare. Si fa per dire giocare, perchè i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Staremo comunque a vedere che succederà nelle prossime puntate anche se sembra un film già visto con giovanotti alle prime armi come lui. 

5- a Dio perdona pure Dia - Edizione speciale di Chi l'ha visto? dedicata al calciatore senegalese. Parola al giardiniere di Formello che è stato l'ultimo a parlarci davanti una siepe, testimonianze del fornaio sulla Cassia dove non segnava più le cose che comprava. Come all'Olimpico e in trasferta. Sipario.

domenica 9 marzo 2025

Peppino di Capri e la foto misteriosa

 di FRANCESCO TRONCARELLI

"Mi muovo, vado in giro  vedo gente, faccio delle cose..." diceva con aria svagata l'ex studentessa del Liceo Kennedy Cristina Manni attrice nel film Ecce Bombo a Nanni Moretti, per spiegare cosa faceva nella vita. Era il 1978, un altro mondo, un'altra epoca.

Ora avrebbe detto, sto sui social vado sui gruppi, commento le foto. Già, commentare le immagini su Facebook è lo sport più praticato dai boomer. Specialmente le foto vintage che evocano ricordi di un passato che si ritiene migliore dell'attuale.

L'ultima immagine che ha scatenato una marea di commenti è quella comparsa inizialmente nel gruppo "Le foto in soffitta" e poi subito ripresa da tanti altri siti e pagine del popolare social.

Ritrae Peppino di Capri al mare con altre persone. La cosa buffa è al tempo stesso incredibile che chi l'ha pubblicata ha scritto nel post "ho scattato questa foto a una foto che stava in un albergo, mi hanno detto che c'è un personaggio molto famoso? Qualcuno lo riconosce?". Non aveva individuato nel gruppo il cantante napoletano.

Ovviamente è stata sommersa dalle risposte di chi segue la pagina che ha subito riconosciuto l'interprete di "Champagne" seppur giovanissimo. Il bello però è quando qualcuno ha provato a dare un nome agli altri che erano con lui.

Paul Newman, Annie Girardot, Laura Antonelli, Renato Salvatori, Enzo Maiorca e così via in un tiro a casaccio "tanto per", a metà fra la battuta e la convinzione di ciò che si sosteneva. 

Gigi Figoli e Marina Doria

Allora facciamo chiarezza e diamo un nome ai volti di questa foto in bianco e nero che cattura l'attenzione a prescindere, perché è stata scattata in una stagione felice del nostro costume, quella dei favolosi anni Sessanta.

Il tizio con la maglietta La Coste è un grande sportivo, si chiama Gigi Figoli ex olimpionico di Bob, medaglia d'argento a Cortina e fra i benemerti del CONI. È stato colui che ha portato lo Sci nautico in Italia dppo esserne stato un campione, fondando la prima scuola nel golfo del Tigullio.

Napoletano di nascita era un fan di Peppino e perciò si era fatto fare la foto con lui. Le ragazze sono sue allieve, entrambe campionesse di sci nautico, la bionda è Cristina De Gresy la mora Paola Giordani. Il ragazzo dietro l'ombrellone è Paolo, il bagnino della spiaggia.

La foto è stata scattata al Bagno del Miramare, il grande albergo di Santa Margherita Ligure in stile liberty, incastonato sulla strada sospesa tra le rocce e il mare blu, l'ha fatta il proprietario dell'hotel. il commendatore Fustinoni. 

Peppino era ospite in quel buen retiro per Vip perché si esibiva coi suoi Rockers al Barracuda, il piano bar dell'albergo. locale frequentato da Marina Doria futura moglie del principe Vittorio Emanuele di Savoia, Franco Carraro futuro presidente del Coni e Sindaco di Roma, Ranieri di Monaco ancora senza Grace Kelly e una giovane Cristina Onassis.

Peppino di Capri e i suoi Rockers

Immaginate i belli del cinema Franco Interlenghi e Antonella Lualdi che ballano stretti stretti "Nessuno al mondo", Jacqueline Kennedy che sorseggia wisky sulle note di "Roberta", Ugo Tognazzi che balla "Saint Tropez Twist" sotto gli occhi stupiti del Negus d'Etiopia.

Magia di Peppino di Capri e del Barracuda di Santa Margherita Ligure. Questo è quello che rappresenta la foto che era in soffitta e che qualcuno ha riportato all'attenzione generale casualmente senza sapere chi ritraeva e le storie che c'erano dietro.

Un recupero fortuito che ha suscitato molto interesse e un dibattito amichevole su "quella biondina un po' imbronciata" e "I famosi occhiali con la montatura spessa di Peppino di Capri".

Perché il bello di queste foto che compaiono all'improvviso sul web è quello che dicono a chi le osserva ma è ancora più interessante sapere chi c'è dietro quei volti sorridenti insieme a un cantante di successo. Quello cioè che le foto raccontano.


mercoledì 5 marzo 2025

Addio Bruno Pizzul

 di FRANCESCO TRONCARELLI

È morto all'ospedale di Gorizia Bruno Pizzul voce storica del giornalismo sportivo italiano. Avrebbe compiuto 87 anni tra pochi giorni. 

Era nato a Udine l’8 marzo del 1938 ed  era stato assunto in Rai nel 1969 dopo essere stato un calciatore di livello. La prima partita "giocata" dall'altra parte del campo l'aveva commentata un anno dopo l'assunzione, era Juventus-Bologna, spareggio di Coppa Italia.

Voce calda e rassicurante, ottima dialettica, una simpatia innata che si sposava a modi signorili da allora Pizzul non si più fermato.

Non si contano le telecronache che ha dato vita con giudizi e commenti obiettivi da giornslista competente quale era. È stato la "prima voce" della Rai.

Dalla Coppa del Mondo del 1986 è diventato la voce delle partite della Nazionale ed è stato il telecronista delle gare degli Azzurri in occasione di cinque Campionati del Mondo e quattro Campionati Europei, congedandosi nell’agosto 2002 (Italia-Slovenia 0-1).

Pizzul calciatore

Alle telecronache ha affiancato anche la conduzione di Domenica Sprint e poi della Domenica Sportiva diventando un volto e una presenza cara a tutti gli italiani appassionati di sport.

Laureato in giurisprudenza. un master in giornalismo, aveva giocato a calcio in serie A dopo i primi calci nella squadra parrocchiale e fra i dilettanti del Pro Gorizia.

Divenuto calciatore professionista e buon centromediano, fu ingaggiato dal Catania nel 1958. Giocò anche nell'Ischia, Udinese e Sassari Torres ma la sua carriera sportiva finì presto a causa di un infortunio al ginocchio. 

Cordiale con tutti, gran signore e personaggio amato da tutti non aveva mai preso la patente e spesso si spostava in bicicletta. Per la sua popolarità era stato chiamato anche dal Cinema.

Aveva infatti interpretato se stesso nel film L'arbitro con Lando Buzzanca e Joan Collins e in Fantozzi il ritorno con Paolo Villaggio.

"I telecronisti di oggi sono bravi ma parlano troppo e mi fanno addormentare" il suo commento ironico alle telecronache attuali piene di parole e addirittuta urla.

Lui era tutta un'altra cosa, una dolce musica che accompagnava le Notti magiche del Belpaese alla ricerca di un sogno proibito, la vittoria. Addio caro "Bruno Pizzul da Udine"


Auguri Mina, sei grande grande grande

 di FRANCESCO TRONCARELLI Unica. Come si può definire la più grande cantante italiana di sempre se non unica? Mina è unica perché è Mina, l...