martedì 25 agosto 2020

Sean Connery, 90 anni di un mito

di FRANCESCO TRONCARELLI
 

Da muratore all'Oscar, da bagnino ad attore, da mister Muscolo a uomo più sexy del mondo. Tutto e il contrario di tutto per Sean Connery, mito del Cinema ed artista acclamato in tutto il mondo che oggi compie 90 anni. Un vero e proprio pezzo da novanta della Settima arte amato da generazioni e apprezzato da sempre dalla critica più attenta. 

Nasce a Fountainbridge, un sobborgo di Edimburgo, il 25 agosto del 1930 da Joseph Connery, un camionista figlio di immigrati irlandesi e da Euphemia "Effie" McBain, una cameriera scozzese. Una famiglia proletaria che non gli fa mancare nulla, ma che il giovane Sean, un metro e 89 per un fisico atletico, sente da subito stretta per il suo futuro.

A 16 anni si arruola così in Marina e a questo periodo risalgono due particolari tatuaggi che si fa apporre sul braccio destro: "Scotland Forever" ("Scozia per sempre") e "Mom & Dad" ("Mamma & Papà"). La sua esperienza nella Royal Navy però si interrompe nel 1950, quando non supera le visite mediche per una grave ulcera gastrica ed è congedato.

Cominciano i mille mestieri per sbarcare il lunario e crearsi un avvenire. Tra i tanti, anche il verniciatore di bare e il cameriere, prima di affacciarsi timidamente nel teatro con piccole particine che gli aprono la porta delle produzioni televisive e delle presenze in qualche film grazie al suo sguardo ammaliatore e al fisico prestante.

La svolta nel 62, quando a sorpresa, vince il provino per interpretare James Bond nel primo film della saga prodotta da Albert Broccoli e Harry Salzman, battendo la concorenza di nomi del calibro di Cary Grant e Roger Moore che lo sostituirà dopo. 



Nell'autunno di quell'anno gli spettatori inglesi poterono vedere, a distanza di pochi giorni, due versioni molto differenti dello Sean Connery attore. Sugli schermi infatti, l'attore scozzese vestiva per la prima volta, in "Agente 007 licenza di uccidere" (Dr No), lo smoking del personaggio che lo avrebbe reso celebre.

Ma era anche Flanagan, soldato semplice della 3° Divisione di fanteria sbarcato sulle coste della Normandia assieme a Henry Fonda, John Wayne, Robert Mitchum, Richard Burton e mezzo Olimpo del cinema nel kolossal bellico" Il giorno più lungo".

Apparentemente i due personaggi avevano pochi punti in comune. Uno campione di raffinato aplomb l'agente segreto disegnato da Ian Fleming che presentandosi con la frase mitica "il mio nome è Bond, James Bond", conquistò subito tutti, l'altro il proletario e fanfarone Flanagan, è una specie di miles gloriosus che scende dal mezzo da sbarco minacciando i tedeschi ("Scappate, pezze da piedi. È tornato Flanagan"), ma poi finisce sott'acqua e teme di annegare.

Flanagan, insomma, è un personaggio comico rispetto  all'agente segreto, eppure, a guardar bene, i due Connery non sono così agli antipodi. Anzi. In tutta la serie dei film di 007 Sean, pur in modo più sottile e ammiccante, condisce le proprie interpretazioni di umorismo. Il suo volto sprizza ironia, anche in presenza delle donne più attraenti e dei nemici più pericolosi.


Ed è proprio questo atteggiamento, da superman che non si prende troppo sul serio, a insaporire avventure "a geometria variabile" che come aveva osservato a suo tempo Umberto Eco, in fondo non cambiano mai, cambiano solo l'antagonista, il villain, e l'ordine degli episodi. 

Agente 007, dalla Russia con amore (1963), Agente 007 - Missione Goldfinger (1964), Agente 007 - Thunderball (Operazione tuono) (1965) e Agente 007 - Si vive solo due volte (1967), gli altri film della serie con lui protagonista con il grande Pino Locchi a doppiarlo, e tutti ebbero straordinario successo sia di incassi che di critica.

La sua misurata ironia e la indubbia classe, spiegano anche perchè Connery resti a tutt'oggi (vedi il recente sondaggio della rivista Radio Times) lo 007 preferito dal pubblico. Laddove, tra i suoi epigoni, un Roger Moore esagera in ammiccamenti mentre un Pierce Brosnan o un Daniel Craig sono troppo seri e asettici.

Dopo il definitivo divorzio da 007, la vena umoristica dell'attore riemergerà in film e personaggi tra i più disparati. Basti pensare a Zed, il "bruto" del distopico Zardoz che si fa beffe della sofisticata Consuela sogghignando sotto i grossi baffi. O al Robin Hood anziano e acciaccato del "Robin e Marian" a fianco di Audrey Hepburn di Richard Lester, il quale continua a vaneggiare di imprese gloriose e vittorie che ormai non può più permettersi.

un crepuscolare Robin Hood
O all'arguto e affascinante Juan Sanchez Villa-Lobos Ramirez, mèntore del protagonista della saga Highlander, un immortale che ne ha viste troppe per non sorridere di sé e degli altri. O, ancora e soprattutto, all'ineffabile professor Henry Jones sr., eccentrico e distratto papà dell'archeologo-avventuriero di Spielberg, che in Indiana Jones e l'ultima crociata si produce in autentici duetti da commedia con Harrison Ford/Indy.

Certo, si potrà obiettare che spesso l'attore interpreta personaggi eroici, impegnati in grandi avventure e via via più carismatici col procedere dell'età: pensiamo al "Raisuli", il condottiero berbero del Vento e il leone, al Guglielmo da Baskerville de In nome della Rosa,  ad esempio, o all'incorruttibile poliziotto irlandese Jimmy Malone (che gli valse l'Oscar come miglior attore non protagonista) di "The Untouchables - Gli intoccabili".  Ma molto della sua cifra artistica, inizia da lì.

L'autoironia non si limita al circuito dello schermo e lo certificano alcune delle sue più celebri battute. Come quando affermò: "Forse non sono un buon attore, ma qualsiasi cosa avessi fatto, sarei stato peggio". O quando (era il 1999), proclamato dalla rivista People "l'uomo più sexy del secolo", ai giornalisti che gli chiedevano un commento rispose con humor scozzese: "Non saprei. Non sono mai stato a letto con un uomo di sessant'anni, calvo".

gli Intoccabili
Se Connery predilige l'ironia, è altrettanto vero che non ha mai amato gli eufemismi o le mezze parole. Basti ricordare che, nel 2005, dichiarò a un giornale neozelandese di volersi ritirare dallo schermo perché "stufo degli idioti". Proposito rigorosamente mantenuto.

E' sempre stato molto geloso della propria privacy. Si è sposato due volte, nel 1962 con l'attrice australiana Diane Cilento, dalla quale ha avuto un figlio, Jason, anch'egli diventato attore, che gli ha dato un nipote, Dashiell (1997). Divorziato nel 1973, due anni dopo si è risposato con la pittrice Micheline Roquebrune.

Vegano e ambientalista, nominato Sir dalla Regina Elisabetta nel 2002, Sean vive da trent'anni alle Bahamas, in una villa che domina l'arcipelago corallino nell'Oceano Atlantico. Michael Caine, suo amico fraterno, tempo fa disse che l'icona del Cinema «non aveva più il controllo dei suoi sensi», facendo intendere che fosse malato di Alzheimer.

I familiari che non hanno mai confermato la malattia, hanno comunque steso un cordone sanitario intorno a lui nella impenterabile residenza. Gli auguri e l'affetto degli innumerevoli ammiratori supereranno comunque qualsiasi barriera e forse, gli faranno bene. E allora buon compleanno Connery, Sean Connery, tutto il mondo oggi sarà vicino a te.



1 commento:

  1. Grazie di essere la nostra mmemoria storica e sempre pronto a raccontare belle storie
    Troncanelli sei il più bravo....grazie

    RispondiElimina

La Lazio è sempre Meravigliosa. Le Pagelliadi

  di FRANCESCO TRONCARELLI 110 e lode alla banda Maestrelli - Pulici, Petrelli, Martini, Wilson, Oddi, Nanni, Garlaschelli, Re Cecconi, Chin...