di FRANCESCO TRONCARELLI
Era l'Italia del boom economico, con le macchine che si vendevano a rate, le vacanze per tutti e la voglia di sognare un domani migliore. I juke box suonavano le canzoni che avrebbero accompagnato l'estate e la televisione lanciava nuovi divi con i suoi programmi.
E in quella estate di fuoco del 1965 con i Beatles appena sbarcati nel Bel paese per la loro tourneè italiana, una canzone accompagnava le gite al mare o fuori porta tenendo allegra la gente.
"Andiamo a mietere il grano, il grano, il grano, raccoglieremo l'amore, l'amore, l'amore..." cantavano tutti insieme col sorriso stampato sul volto e la spensieratezza dei giorni felici.
Un boom clamoroso che scosse gli amori garbati narrati da Orietta Berti con "Tu sei quello" e le note struggenti de "Il silenzio" di Nini Rosso, un vero tormentone che segnò una stagione dei cambiamenti in atto nel Costume.
A lanciare il brano arrangiato da Ennio Morricone al Disco dell'Estate l'esordiente Louiselle, artista dal fascino Mediterraneo e dagli occhi dolcissimi. registrata all'anagrafe di Vallelonga in provincia di Catanzaro nel 1946 come Maria Luisa Catricalà che ci ha lasciato ieri.
Aveva cominciato a esibirsi in vari locali col suo gruppo (I Gabbiani) finché nel 1963 approdata al Capriccio di Via Veneto, grazie ad Alberto Radius che suonava insieme a Bruno Martino e Fred Bongusto, iniziò a farsi notare.
Vestita di nero, capelli lunghi alla Francoise Hardy, cantava le canzoni francesi della Piaf e di Gilbert Becaud. Fu nel celebre night romano che, grazie a Roby Ferrante, che aveva scritto la canzone “Ogni volta” per Paul Anka e lavorava per la RCA, che fu scoperta da Carlo Rossi l'autore di tutti i successi di Edoardo Vianello e che poi divenne il marito.
Candidata in coppia con Dalida a Sanremo del 65 con "Ascoltami", mancò la partecipazione al festival per una polemica della RCA con l'organizzazione ma il brano presentato in TV andò ugualmente benissimo.
Il preludio di lì a poco del successo di "Andiamo a mietere il grano" e di una carriera sfolgorante che la vide fra i principali protagonisti della nuova musica leggera.
Seguirono infatti le partecipazioni al Cantagiro, ancora al Disco per
l'estate e alla Mostra internazionale di Venezia, con brani come "Il
pontile", "La scogliera", "Cammelli e scorpioni", "Il cacciatore", "La
recluta", "La vigna", tutti sul genere della ballata nazionalpopolare
che l'aveva fatta amare dal pubblico.
La stella di Louiselle ha continuato a brillare per tutti gli anni Settanta, ma col passare del tempo e l'avvento dei cantautori, quel genere naif e folk che era stato all'origine del suo successo, passò di moda e pur continuando a fare tournè in Sud America e Canada, la sua presenza è stata relegata a trasmissioni come i Migliori anni o ai momenti amarcord del Maurizio Costanzo Show.
Nel 2003 la Rca ha voluto omaggiare i suoi 40 anni di carriera producendo un cd, I grandi successi, al quale è seguito, nel 2004, una riedizione remixata di "Andiamo a mietere il grano". Era tornata d'attualità poi per essere fra gli autori del brano "Anvedi come balla Nando" interpretato da Teo Mamuccari.
Le ultime apparizioni nel salotto di Gianni Dei a Gold TV e in altri programmi come Millevoci e Ballare Viaggiando. Sempre gioviale ma completamente bionda aveva mantenuto quella voce calda e potente che l'aveva fatta conoscere al pubblico.
Il suo rammarico era quello di essere rimasta prigioniera del suo primo grande successo, circostanza sicuramente vera, ma quell' "Andiamo a mietere il grano" resterà per sempre come ricordo della sua vitalità e di una stagione felice della vita degli italiani, quando era tutto più semplice e bastava una canzone per sognare. Addio Louiselle.
Avevo 13 anni, e ascoltavo questa canzone alla radio, in cucina. Era estate, con la mia famiglia trascorrevamo l'agosto nella nostra casa di Velletri. Mi rivedo lì, con mamma che cucina, mio padre nel patio ad abbronzarsi, mia sorella accanto a me. E Louiselle che cantava. Ora, a parte me, unica superstite, se ne sono andati tutti. Ma come, era ieri....
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