martedì 28 luglio 2020

Addio Gianrico Tedeschi

di FRANCESCO TRONCARELLI



Se n'è andato un gigante del nostro Novecento, Gianrico Tedeschi. Aveva compiuto 100 anni lo scorso aprile. Una ricorrenza che tutto il Bel paese aveva celebrato perchè festeggiando lui, si faceva festa al Teatro, alla Cultura allo Spettacolo taliano. L'artista milanese infatti non era "solo" il grande attore che è stato, ma tutto un mondo in cui questo personaggio ha vissuto da protagonista e di cui ha fatto parte con nomi entrati nella storia di un secolo come lui.

Studente alla facoltà di Magistero della Cattolica di Milano, città dove era nato, durante la Seconda guerra mondiale fu chiamato alle armi come ufficiale e partecipò alla campagna di Grecia. Fatto prigioniero dopo l'armistizio, venne internato tra gli IMI nei campi di Beniaminovo, Sandbostel e Wietzendorf per non aver aderito alla Rsi.

Nella prigionia conobbe un altro internato destinato a diventare celebre, Giovannino Guareschi, lo scrittore che dalla sua magica penna inventò Don Camillo e Peppone. A Sandbostel, in una compagnia di militari che s'improvvisavano attori, recitò per la prima volta nella parte di Enrico IV nell'omonima opera di Pirandello che poi lo accompagnerà per tutta la vita.

Finita la guerra infatti, si trasferì a  Roma per imparare il mestiere di attore e così frequentò l'Accademia nazionale d'arte drammatica. Si diploma e inzia subito dalla porta principale: il suo debutto teatrale infatti è sotto la guida di Giorgio Strehler.

Da quel momento inizia una carriera che lo vedrà protagonista sul palcoscenico con le migliori Compagnie teatrali e negli sceneggiati televisivi targati Rai che incollavano milioni di persone davanti il piccolo schermo. Ma anche in tanti film di cassetta a conferma della sua poliedricità e capacità interpretativa.

I capelli sempre scapigliati, lo sguardo sornione, una recitazione improntata all'umorismo, il sorriso come biglietto da visita di una signorilità interiore, Tedeschi ha fatto tutto e bene, basta scorrere una piccola parte del repertorio che ha affontato in tanti anni di palcoscenico e di set televisivi e cinematografici, per comprendere la grandezza del suo essere attore. E dei colleghi che lo accompagnavano nei lavori in cartellone.



                                       Tedeschi in My Fair Lady, con Mario Carotenuto e Delia Scala

Per esempio, "La dodicesima notte" di William Shakespeare per la regia di Orazio Costa con Giorgio De Lullo, Renzo Giovampietro, Mario Gallina, Camillo Pilotto, Paolo Panelli, Salvo Randone, Gualtiero Isnenghi, Francesco Mulè, Nino Manfredi, Rossella Falk, Anna Proclemer e Bice Valori al Castello di San Giusto per il Teatro Verdi  a Trieste.

Vogliamo dare un'occhiata a caso alla prosa televisiva? "I giocatori", "Tredici a tavola", "La padrona di raggio di luna", "La professione della signora Warren" per citare solo alcuni titoli, dove si è cimentato con successo, ma ha offerto prove brillanti anche nello spettacolo leggero.

Nella rivista e nella commedia musicale si è cimentato in Enrico '61 con Rascel e nel 1964 My Fair Lady con Delia Scala entrambe realizzate dall coppia Garinei e Giovannini, mentre per la Tv ha affiancato Bice Valori e Lina Volonghi nel varietà di Falqui "Eva ed io" e nel 1977 voluto fortemente sempre da Falqui partecipò a "Bambole, non c'è una lira" con i mitici Tino Scotti e Gianni Agus, la Biagini, Pippo Franco, Mastelloni, De Sica e la Bertè, varietà che ebbe un successo strepitoso.
                      



                                                   Bambole non c'è una lira, il cast

Ha preso parte anche ai grandi sceneggiati della Rai, interpretando, tra gli altri, personaggi come Marmeládov in "Delitto e castigo" (1963),  Paolino in "Demetrio Pianelli" (1963) e Sorin ne "Il gabbiano" (1969).

Tanti i film dal successo popolare come "Susanna tutta panna" di Steno, "Bravissimo" di Luigi Filippo D'amico, "Il federale" di Salce, "Ettore Lo Fusto" di astelari, "Il Mostro" di Zampa, "Mimì Bluette" di Carlo Di Palma e anche pellicole di culto come "Adua e le comagne di Antonio Pietrangeli e "Brancaleone alle crociate" di Monicelli.

Un volto riconoscibile e simpatco come il suo non poteva essere ignorato dalla pubblicità. Tedeschi è stato uno dei personaggi di Carosello più famosi, è ricordato infatti soprattutto come lo stralunato ed efficace testimonial delle caramelle Sperlari in scenette trasmesse dal 1974.


Ventidue anni dopo ancora pubblicità prestando il volto del nonno negli spot del formaggio Philadelphia, a cui nel giugno 1999 si affiancò Marina Massironi. E poteva mancare la Radio? No, certo, negli anni 70 infatti partecipò anche alla trasmissione Gran varietà condotta da Raffaella Carrà,

Una vita sulle scene sino a 91 anni con un testo di Branciaroli, poi il meritato riposo a Pettenasco, piccolo borgo sul lago d'Orta al confine tra Piemonte e Lombardia, con la moglie e partner Marianella Lazlo, e le visite delle figlie Sveva attrice anche lei ed Enrica docente di sociologia.

Irresitibile "Arlecchino servitore di due padroni" che è diventato attore nella prigionia di un campo di concentramento, Tedeschi in una vita spesa sul palcoscenico ha regalato emozioni a non finire al pubblico, con la sua prosa asciutta e venata di una sottile ironia surreale. È  stato un artista unico, semplice e al tempo stesso immenso. Un grande a cui va il grazie di una Nazione intera






2 commenti:

  1. Interessante il percorso artistico di un grande dello spettacolo italiano. Noi tutti gli dobbiamo molto...

    RispondiElimina

La Lazio è sempre Meravigliosa. Le Pagelliadi

  di FRANCESCO TRONCARELLI 110 e lode alla banda Maestrelli - Pulici, Petrelli, Martini, Wilson, Oddi, Nanni, Garlaschelli, Re Cecconi, Chin...