domenica 18 ottobre 2020

Lazio colpita e affondata. Le Pagelladi

 di FRANCESCO TRONCARELLI

5+ a Sylva Strakoshina - Una Lazio brutta, sporca ma sicuramente non cattiva perchè altrimenti avrebbe fatto vedere una reazione e un po' di attributi, ha perso in malo modo con una squadra che punta alla salvezza. Scollata fra i reparti e senza un minimo di gioco degno di questo nome è affondata nel modo peggiore, senza una reazione tangibile e concreta. D'accordo gli infortuni (ma solo noi abbiamo tutti sti azzoppati?), va bene le squalifiche, non va bene il mercato inesistente, ma il disastro non era annunciato e la cronaca di quello che si è visto è impietosa. Non si salva nessuno, ma la copertina la diamo al portiere che sul finale con uno scatto di reni ha parato un uno-due di Keita e compagno di merende evitando così il disonorevole cappotto che avrebbe fatto ridere tutto il Bel paese pallonaro. Amen.

5 a c'è tanto da Fares - ma proprio tanto, povero Inzaghi, qui so' Augelli amari.

5 a chi lo Leiva più - Meglio rispetto al poco e niente delle partite precedenti quando ricordava il miglior Biglia per le cappellate che faceva, ma sempre poca roba. Tipo Paolantoni a "Tale e quale" che fa certe imitazioni da dimenticare.

5 ad Antonio Elia Acerbis - Nei gol dei blucerchiati c'è purtroppo il suo zampino. E se quello che era considerato il Ministro della difesa per antonomasia perde i colpi c'è da strigne il lato B. Come stanno facendo i proprietari della prima casa per la possibile tassa su cui lavora il governo.

5 a sono un pirata non sono un signore (cit. Julio Iglesias) - Se c'era chi credeva che Nina Murici fosse come Superman, ovvero della serie "mo' entra e je spacca er kulo", è andato deluso. Come quelli che guardano "Verissimo" condotto dalla nuora di Berlusconi credendo di vedere qualcosa di interessante e poi si ritrovano Gabriel Garko intervistato dalla Toffanin. 

5- al Panter One - Monolitico come un Moai dell'Isola di Pasqua, tutto d'un pezzo come un frigorifero dell'Ariston, immobile come una statua di cera di Madame Tussauds ha annaspato stile lumacone sul prato del Ferraris. Quando gli è capitata la palla buona, per girarsi c'ha messo un'ora e si è ritrovato  nel frattempo sostituito e sotto la doccia.

5- all'incredibile Hudt - Toh chi si rivede l'uomo che si è fatto dittongo. Richiesto dal mister secondo i giornalai che passano le veline della società. Non giocava nemmeno nel campionato belga dove era confinato. E ho detto tutto.

4 e mezzo a dillo a Parolo tuo - Ha fatto la fine di Bugo, sì quello che se n'era andato dal palco di Sanremo mentre Morgan cantava. E' sparito. E non je ne frega na mazza a nessuno.

4 e mezzo a Patric del Grande Fratello -  Tanto fumo e poco arrosto. Avete presente Teo Mammucari a "Tu si que vales"?

4 a Lupo Alberto -  Adesso basta, ha fatto il suo tempo. Grazie di tutto caro Alberto Lupo, ritorna nell'al di là e lascia il posto al tuo omonimo al contrario, l'ex Ciuffo biondo che faceva impazzire il mondo. Dall'oroscopo di Branko la Luna consiglia: tagliarsi la barba e tingersi i capelli, fingere di essere un altro speso e volentieri fa diventare un altro.

4 al Sergente - Dalle stelle alle stalle. Fenomeno in nazionale di casa sua, oggetto misterioso nella squadra biancoceleste. Da cento milioni che valeva coi due gol fatti a un cappuccino e una brioche per chi se lo accatta dopo lo scempio coi doriani. La verità sta nel mezzo come dice sempre Rocco Siffredi.

4 a Correa l'anno 1900 - Un altro che le gite all'estero je fanno male. Portiamolo ai Castelli e famolo accontentà. Mejo la porchetta che l'asado.

4 a Somarusic - Il sonnambulo dal volto umano ha colpito ancora. Ronf ronf e via.

3 a Vavro al minuto 114' del secondo tempo supplementare beffa la roma- Come la trasmissione di Gigi Marzullo. Inutile.

3- - a le favole di Anderson - Dice che ha giocato la partita. Dicono. Sembra. Forse. Boh. Un ectoplasma. C'è ma non si vede, non si vede se c'è. Puntata speciale di "Chi l'ha visto?" mercoledì prossimo per ricostruire gli ultimi movimenti prima della sparizione. Nel frattempo Massimo Ranieri ha dichiarato che lo vorrà assolutamente per la riedizione della commedia di Eduardo De Filippo "Questi fantasmi": protagonista assoluto. Sipario. 


Appunti di gioco

di Roberto Taglieri

 

Sabato, 17 ottobre 2020

Figuraccia della Lazio al “Ferraris”. Nell’anticipo della quarta giornata di Campionato i biancocelesti, già sotto nel primo tempo grazie a Quagliarella ed Augello, subiscono nella ripresa la terza rete da parte di Damsgaard e così la Samp si aggiudica perentoriamente la gara con un 3-0 che non consente alcuna discussione. Dopo il riposo la Lazio si tuffa di nuovo nel campionato, ma l’emergenza infortunati è gravissima. Ancora senza Luis Felipe, Marusic e Radu, con Immobile squalificato, anche Lazzari si infortuna e Fares non è al meglio. Inzaghi quindi è costretto a schierare una difesa inedita, con Hoedt centrale, mentre a destra il prescelto è Parolo, con Anderson dall’altro lato. Ranieri, dopo i passi falsi contro Juve e Benevento, vuole dare continuità alla vittoria con la Fiorentina, ma non può disporre di Gabbiadini. Si affida così all’inossidabile Quagliarella in avanti, con l’ex Keita in panca, mentre a centrocampo le scelte ricadono su Ekdal e Jankto a sinistra, per un tradizionale 442. Ritmi elevati nella prima fase di gioco, con le due squadre attente su ogni pallone e la Samp che mostra più intraprendenza, mentre la Lazio pare troppo contratta. Nella prima mezz’ora di gioco però non succede niente, ma proprio al 30’ Caicedo si ritrova davanti ad Audero ma si fa anticipare dal portiere, sprecando una grande opportunità. Al 33’ dalla sinistra Augello va al cross, la palla filtrante finisce sulla testa di Quagliarella che di testa trova lo spazio per bucare Strakosha e portare i suoi in vantaggio; latitano i difensori laziali nell’occasione. Passano una manciata di minuti ed Augello impegna ancora Strakosha in angolo con un traversone insidioso. Sugli sviluppi del corner ancora Augello da fuori area spara un tiro al volo di sinistro che s’insacca in rete per la seconda volta e per la Lazio ora sono dolori. Caicedo sfiora il palo al 42’ e con questa occasione finisce il primo tempo. Nella ripresa Inzaghi manda in campo Marusic al posto di Parolo e Fares a sostituire Anderson. La Lazio prova a spingere con più vigore ma è troppo confusionaria ed imprecisa; la Samp invece erige una bella barriera davanti ad Audero e non concede spazi agli avversari. Nemmeno l’ingresso di Muriqi, che esordisce stasera in A, produce effetti positivi. Anche il centravanti si ritrova invischiato in una trama involuta, ma mostra qualità quando al 70’ porge benissimo a Correa, che angola troppo la palla sul palo lontano. Al 73’ Milinkovic manda a lato dai 18 metri e poco dopo al 74’ dopo tre 3 sbagli consecutivi di Strakosha, Patric e Marusic, arriva la rete di Damsgaard, che prima colpisce la traversa e poi mette in gol la terza rete che pone la pietra tombale sulla gara. Il nuovo entrato Keita all’82’ si mangia il poker e questa sarebbe stata l’ennesima vergogna di una partita giocata in modo a dir poco imbarazzante da una Lazio che sembra l’ombra di se stessa. I biancazzurri, pur rabberciati dagli infortuni, sembrano slegati, privi di forze e di gioco; insomma troppo brutti per essere veri I supporters laziali ora tremano: già martedi arriverà il Dortmund e l’esordio in Champions; chissà se tornerà la bella Lazio della stagione passata?      

 

    

SAMPDORIA  LAZIO  3–0    33’ Quagliarella 40’ Augello 75’ Damsgaard

SAMPDORIA: Audero, Bereszynski, Tonelli, Yoshida, Augello, Candreva (79’Leris), Thorsby,Ekdal (58’ Silva), Jankto (68’ Damsgaard), Ramirez (57’ Verre), Quagliarella (79’ Keita).All. Ranieri

LAZIO: Strakosha, Patric, Hoedt (59’ Vavro), Acerbi, Parolo (46’ Marusic), Leiva (76’ Cataldi), Milinkovic, Luis Alberto, Anderson (46’ Fares), Correa, Caicedo (59’ Muriqi). All Inzaghi

Arbitro Orsato

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