di FRANCESCO TRONCARELLI
Una nuvola di capelli rossi, le lentiggini sul volto, due occhioni da cerbiatto e tanta grinta da vendere, così Rita Pavone esplose nel mondo dello Spettacolo nei favolosi anni Sessanta diventando uno degli artisti più amati di sempre.
Oggi Pel di carota raggiunge un traguardo importante, compie 80 anni, 80 anni in musica e di musica, 80 anni cantando con quella voce potente da soprano e al tempo stesso melodiosa che l'ha resa celebre in tutto il mondo.
Una carriera incredibile la sua, iniziata dalla gavetta e che successo dopo successo l'ha portata ad esibirsi in tutti i palcoscenici più prestigiosi di ogni continente, l'unica italiana ad essere stata invitata per ben 5 volte al mitico Ed Sullivan Show che ad ogni trasmissione paralizzava l'America intera davanti il televisore.
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Rita con Ed Sullivan |
"Sono fiera di me stessa, sono arrivata sino a qui da autodidatta - ha raccontato Rita- dopo la quinta elementare sono andata a lavorare in una camiceria, ho studiato da sola, ho cercato di capire come andava la vita. E pensare che quando ero molto giovane, alle prime interviste facevo rispondere Teddy Reno perché avevo paura di dire castronerie...".
Aveva 17 anni appena compiuti quando vinse nel 1962, la prima edizione della Festa degli sconosciuti di Ariccia che le procurò subito il primo contratto discografico con la Rca. Di lì a poco il primo disco, La Partita di Pallone, non c'era neanche la foto sulla copertina ma fu ugualmente boom.
Fu chiamata così da debuttante ad Alta Pressione condotto da Walter Chiari e Renata Mauro sulla neonata Rai2 insieme a un altro ragazzino terribile, quel Gianni Morandi da Monghidoro che sarebbe diventato anche lui un numero uno per il pubblico giovanile.
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Rita e Gianni |
Già animale da palcoscenico nonostante la giovane età fu chiamata poi da Antonello Falqui a partecipare e condurre programmi entrati nella storia della tv che tutta l'Italia seguiva il sabato sera, show come Studio Uno di Mina e soprattutto Stasera Rita che la leggittimò come artista completa.
Simpatica, vulcanica, irresistibile la ragazzina di Torino che incantava tutti iniziò a inanellare una serie di brani strepitosi che scalavano subito le classiche, 45 giri come Alla mia età, Sul cucuzzolo, Come te non c'è nessuno, Il ballo del mattone, Datemi un martello, il Geghegè, Non è facile avere 18 anni e la meravigliosa Cuore, divenuta la sua signature song, il cavallo di battaglia, il marchio di fabbrica di una grande artista.
Nel 1964 ecco Il giornalino di Gian Burrasca tratto dal romanzo per ragazzi di Vamba e diretto da Lina Wertmüller, con musiche di Nino Rota orchestrate da Luis Bacalov e quella sigla, Viva la pappa col pomodoro, che divenne un hit internazionale.
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Il più grande successo |
E poi i musicarelli con Totò, Giancarlo Giannini. Giulietta Masina, la vittoria nel 1967 al Cantagiro con Questo nostro amore, i film Little Rita nel West con Lucio Dalla e la Feldmarescialla con Terence Hill.
Fondamentale il rapporto con Teddy Reno, patron della Festa degli sconosciuti, che divenne suo pigmalione che sposò nel 68 in Svizzera, tra le polemiche per la notevole differenza d'età (19 anni) e per il fatto che all'epoca Reno era già sposato civilmente con Vania Protti, dalla quale aveva avuto un figlio.
Con Teddy Rita ha avuto due figli, Alessandro (1969) e Giorgio (1974): "L'incontro con Teddy ha cambiato la mia vita ha dichiarato la cantante -, Siamo sposati da 57 anni viviamo per noi e per i nostri figli, non potevo aspettarmi niente di meglio".
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Teddy e Rita |
Rita ha sempre continuato la sua attività artistica anche dopo il lungo boom degli esordi e se pur lontana dai riflettori della tv che danno quella visibilità che sembra fondamentale ma in realtà non lo è.
Ha mantenuto la barra dritta dopo l'avvento dei Cantautori che avevano rivoluzionato i gusti del pubblico, incidendo dischi, avviando tournée e tenendo concerti, restando sempre se stessa.
Una donna di carattere che ha superato brillantemente l'operazione al cuore nel 2005 che l'aveva fermata, sembrava, per sempre. Del resto il suo motto è sempre lo stesso, alzare l'asticella e guardare avanti, senza autotune e intelligenza artificiale, ovviamente circondata dagli affetti più cari. Auguri Pel di carota!