di FRANCESCO TRONCARELLI
Il mondo, Ciao ciao, La notte, Il silenzio: una hit parade piena di successi. Da Jimmy Fontana a Petula Clark, da Adamo a Nini Rosso, quando l'Italia andava a 45 giri
Musicalmente
parlando, quella del ’65 fu un’estate veramente calda. Un’estate di
fuoco. I dischi si vendevano a palate, la stampa specializzata (Sorrisi e Canzoni, Giovani) puntualmente dava notizie su
divi e aspiranti tali della canzone, manifestazioni come il Cantagiro
andavano a gonfie vele e radunavano decine di migliaia di persone ad
ogni tappa.
Non c’era internet, non c’erano i social, i cellulari
erano i blindati della Polizia che intervenivano per l’ordine pubblico e
non telefoni portatili, eppure la voglia di musica che oggi è
supportata e amplificata da queste realtà tecnologiche, era ugualmente
soddisfatta.
Bastava accendere la radio, mettere cento lire in un jukebox o andare in un negozio di dischi e comprare un 45 giri. E che dischi. Se si dà un’occhiata alla classifica dei brani più venduti di quell’anno, si può notare come la gran parte sia arrivata ai giorni nostri, sessanta anni dopo, praticamente una vita, con la stessa freschezza di allora o comunque senza portarsi appresso la polvere del tempo.
Perché sono pezzi scritti bene, musicati meglio e arrangiati come si deve. E non è solo questione del fascino del vintage alimentato da programmi televisivi ad hoc e dagli stessi interpreti ancora in attività, che ce li fa sembrare attuali.
E’ questione che una volta c’erano gli autori, c’era la sana e provvidenziale gavetta che selezionava i migliori e c’erano le case discografiche che “crescevano” i propri artisti. Il settore insomma era in mano a professionisti che a loro volta si avvalevano di altri professionisti: due nomi su tutti, Morricone e Bacalov, maestri arrangiatori della Rca.
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gira il mondo gira... |
Col passare del tempo invece, si è passati dai talenti ai talent, e non è la stessa cosa. E poi, come dicevamo, c’erano fior di autori. Mogol e Franco Migliacci per esempio, due poeti che raccontavano attraverso le oro esperienze anche la vita di tutti noi.
Allora vediamo. Quattro sono i 45 giri che superarono abbondantemente il milione di copie vendute dominando in assoluto le classifiche, "Il mondo" di Jimmy Fontana, "Ciao ciao" di Petula Clark "La notte" di Adamo e "Il silenzio" di Nini Rosso.
Sono pezzi straordinari, entrati di diritto nella storia del nostro pop, quattro canzoni che hanno illuminato le notti di quella estate del Boom economico in cui gli italiani scoprivano le vacanze "tutto compreso", compravano le lavatrici e le macchine a rate all'inseguimento della felicità fatta di poche ma fondamentali cose.
"Il mondo" nasce da un'intuizione di Gianni Boncompagni sulla scia di una filastracca svedese che parlava del mondo che girava, dal testo di Gianni Meccia quello del "Barattolo" che rotolava e dall'arrangiamento della musica di Fontana e Carlo Pes studiato da Ennio Morricone. Come dire, cronaca di un trionfo annunciato.
"Gira il mondo gira nello spazio senza fine con gli amori appena nati con gli amori già finiti, con la gioia e col dolore della gente come me, oh mondo soltanto adesso io ti guardo, nel tuo silenzio io mi perdo, e sono mniente accanto a te...".
"Ciao ciao" cover della hit "Downtown" è il brano che sbaraglia tutti al Festivalbar di Vittorio Salvetti vincendolo a mani basse grazie alla sua interprete, Petula Clark, "la Mina d'Oltremanica" che con i suoi acuti che esaltano le vacanze al mare con gli amici, scuote il pubblico del juke box. Tutta l'Italia canta con lei "Ciao ciao" il resto lo fa la musica avvolgente e travolgente.
Ma a fare centro nei cuori più o meno infranti degli innamorati del Bel paese è Adamo, il figlio del minatore siciliano emigrato in Belgio e diventato un big internazionale che con "La notte" raggiunge una vetta altissima, per intensità del testo (è Nisa, il sodale di Carosone ha curarare la versione italiana dall'originale francese), della musica (che spettacolo la fisarmonica...) e della interpretazione.
"Se il giorno posso non pensarti, la notte maledico te, e quando infine spunta l'alba, c'è solo vuoto intorno a me, la notte tu mi appari immensa, invano tento di afferarti, ma ti diverti a tromentarni, la notte tu mi fai impazzir...".
E poi c'è "Il silenzio", un brano dimenticato nonostante i 5 milioni (5 milioni!!!) di dischi venduti in Europa, lanciato dal mago della tromba Nini Rosso. Un pezzo che ha un sapore di cose perdute e di nostalgia canaglia ai massimi, perchè rimanda a una stagione della vita che non esiste più, quella del Servizio di leva obbligatorio.
Era la colonna sonora delle notti in caserma dei militari, il segnale della fine della giornata e dello spegnere le luci in camerata, quando i ragazzi con le stellette sprofondati sulle brande iniziavano a pensare a casa, alla fidanzata, agli amici e contavano i giorni che mancavano alla fine, "all'alba" come si diceva, scene che si possono rivivere nei musicarelli di Gianni Morandi con Laura Efrikian.
Musicarelli nati sulla scia di canzoni che il golden boy della musica leggera italiana sfornava a ripetizione, come "Non son degno di te", "Se non avessi più te" e "Si fa sera" che esattamente 60 anni fa, il 18 settembre 1965 era ai primi posti di Hit parade. E scusate se è poco.
Ma c'erano anche Rita Pavone con "Lui", Dalida con "La danza di Zorba" (che brano, lo ballavano tutti) e il grande Peppino di Capri con la struggente "Melancolie" che 50 anni dopo sarà ripresa dal premio Oscar Sorrentino nel suo film The young Pope.
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Rita e Gianni al Cantagiro |
E in quella estate che sembrava non finire mai, fra i gorgheggi di Mina per "Un anno d'amore", i lamenti di Celentano col suo "E voi ballate", l' "Uno dei Mods" di Ricky Shayne mentre Louiselle invitava tutti in campagna col suo trascinante "Andiamo a mietere il grano", Edoardo Vianello ci ricordava di non stare troppo sotto i raggi del sole per evitare di spellarsi e diventare rossi come "il Peperone".
E che dire di Michele, genovese, amico di Fabrizio De Andrè che per lui scrisse "Susan de marinai" e di Luigi Tenco che due anni dopo il boom di "Se mi vuoi lasciare" tornava in classifica con "Ti senti sola stasera".
Quel trionfo estivo lo inserì di diritto e prepotentemente fra Little Tony e Bobby Solo, come emulo, anche lui, di Elvis Presley perchè quel brano era la cover di "Are you lonesome tonight" del Re del rock mondiale.
Sì, fu un’estate veramente calda quella del ’65. Un’estate di fuoco.
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