lunedì 1 ottobre 2018

Aznavour, la leggenda della musica

 di FRANCESCO TRONCARELLI 



Una voce unica, un carisma eccezionale, uno charme dal sapore antico, uno dei grandi personaggi del Novecento, l'ultimo gigante di un mondo dello Spettacolo composto da personaggi grandissimi che hanno segnato un'epoca.
Questo era Charles Azanvour, un artista immenso che ha incantato con i suoi brani generazioni su generazioni lo chansonnier che ha regalato al mondo emozioni a non finire.
La sua scomparsa ha colpito tutti, la notizia si è diffusa in un baleno lasciando costernati milioni di fan e tanti personaggi e colleghi che lo hanno conosciuto e lo hanno apprezzato da sempre considerandolo un maestro.

Profondamente commossa per esempio la cantante Mireille Mathieu che ha invocato "funerali di stato" per il "patriarca". Cordoglio misto a commozione per Brigitte Bardot che ha dato il suo addio all'amico Charles con parole sincere, definendolo “il nostro Asso degli ambasciatori del talento nel mondo. Era il nostro Asso immortale, Asso fra i poeti, della canzone francese, della popolarità. Rimarrà il nostro Aznavour per sempre”.
Laura Pausini invece ha scritto sui social di aver “avuto il grande onore di incontrarlo e di cantare con lui Parigi in agosto. Charles era anche l'idolo di mio padre Fabrizio e un giorno racconterò come si sono incontrati, è stato commovente. Il mio pensiero è per la sua bella e grande famiglia che durante questi 94 anni della sua vita lo ha accompagnato con la sua musica in tutto il mondo”.
 

Rita Pavone su Twitter: “Ebbi la gioia di conoscerlo e frequentarlo durante il mio bellissimo periodo francese negli anni Settanta. Che sia un viaggio sereno, grande Charles”.
Anche Andrea Bocelli ha voluto ricordate con un tweet l'artista: "Charles, hai stupito sempre con la tua arte e la tua brillante ironia. Qualche giorno fa, per il mio compleanno, mi avevi detto: '60 anni, sei giovane Andrea! Anche io ho avuto 60anni... ma circa 30, anzi 34 anni fa. Spero di vederti presto!'. In realtà eri il più giovane di tutti e, nonostante una carriera lunga quasi un secolo, eri pronto a partire in concerto ovunque e in qualunque momento. Il mio affetto e la mia stima nei tuoi confronti resteranno sempre intatti e la tua passione per questo lavoro saranno per me un esempio continuo. 'Se vuoi essere amato dal pubblico, devi amare il pubblico', questo dicevi, e infatti hai indubbiamente infuso in questa arte una quantità incredibile d'amore".
 

Commosso sino alle lacrime infine, Massimo Ranieri ritenuto il suo erede italiano, che ha detto: con Charles Aznavour se ne va l’ultimo grande vecchio, un papà, il più grande, non esiste un altro gigante così. La notizia della sua morte mi ha destabilizzato. Non c’è più nessuno che ci guidi. È sempre stato un faro per me. I giovani neanche conoscono la grandezza dell'arte di Aznavour, non hanno tempo, vivono attaccati ai cellulari. Io ho sempre guardato a lui come modello come chansonnier, mentre come cantante mi ispiravo a Sinatra e al grande nero, Ray Charles. Aznavour era un talento, oltre che nella musica, anche al cinema, a teatro, come ballerino e scrittore. Mi sono sempre ispirato a lui. Tutti vorremo essere così, lui lo era veramente. Il brano L’istrione fotografa in un attimo una straordinaria carriera”.



La sua famiglia scampata al genocidio perpetrato dai turchi così si rifugiò a Parigi, e Aznavour sin da giovanissimo trovò mille difficoltà e ostacoli non solo per la sue origini ma anche per la sua fisicità spesso umiliata e derisa: “dicevano che ero un nano e che gli infermi non dovevano salire sul palcoscenico”, ha raccontato con amarezza mista all’orgoglio di chi ce l’ha fatta, dei suoi inizi nel mondo dello spettacolo.


La sua fortuna fu di essere scoperto dalla grandissima Edith Piaf, “l’usignolo di Francia” vero e proprio talent scout di tanti artisti, che individuandone le capacità interpretative, lo portò con sé in tournèe in Francia e poi negli Stati Uniti, fornendogli così un passaporto importante verso la notorietà.
Fu così che iniziò a brillare la stella Aznavour, cantante, attore, artista poliedrico e partecipe dell’attività culturale parigina che oltre ai suoi maestri Charles Trenet (“Douce France, “Che rest-t-il de nous amour”) da cui ha appreso la scrittura e il re del varietà Maurice Chevalier da cui ha appreso la presenza scenica, vedeva in prima linea colleghi e amici come Ives Montand, Leo Ferrè, Gilbert Becaud e scrittori come Albert Camus e Jean Cocteau.

Quella di Aznavour quindi è una storia che viene da lontano e che sa di cultura ed arte, la storia di un cantante che ha venduto oltre 300milioni di dischi nel mondo raccontando con la sua voce particolare ed inconfondibile, vicende di coppie, amori complicati, seduzioni struggenti, vite vissute con rimpianti.
“She” (“Lei”), “Come è triste Venezia”, “Ti lasci andare”, “Ed io tra di voi”, “La Boheme”, “L’istrione”, “Ieri sì” “Quel che non si fa più”, brani popolarissimi entrati nella storia della musica leggera e al cui successo in Italia hanno contribuito anche i testi firmati da un poeta della canzone come Giorgio Calabrese.
Per le sue doti artistiche conosciute e apprezzate in tutti i teatri e palcoscenici del pianeta, potrebbe essere definito il grande vecchio della canzone mondiale, ma basta chiamarlo con il suo nome Charles Aznavour, per definirlo.



Ambasciatore della sua Armenia alle Nazioni Unite, grande di Francia insignito della Legione d’onore, autore di una biografia vendutissima e ricca di storie, aneddoti e personaggi incontrati in una vita nello spettacolo, “l’istrione” in 94 anni non ha mai voluto festeggiare i suoi compleanni con festa con tanto di candeline su un dolce, ma con la "torta" che gli è riuscita meglio da sempre, cantare.  Berlino, Londra, Barcellona, Osaka, New York, ovunque è andato ha fatto il pieno di spettatori ed applausi, come per i concerti all'Olympia di Parigi, dove è stato in cartellone per settimane intere.
Tra un’esibizione e l’altra si teneva in forma mangiando poco, fumando qualche sigaretta, pensando al domani e alle cose da fare e soprattutto facendo dieci vasche al giorno per conservare la schiena dritta e sentirsi in forma.

Non voleva invecchiate insomma Aznavour (“Perdonatemi se con nessuno di voi/ non ho niente in comune:/ io sono un istrione a cui la scena dà/ la giusta dimensione”), pieno come’è sempre stato di energia e con i tanti progetti che aveva nella mente per il futuro prossimo venturo. Voleva arrivare a cent'anni. Ma non ce l'ha fatta. Un malore che gli ha fatto interrompere la tournèe un mese fa, poi il lento ma inesorabile peggioramento del suo stato di salute. E' morto così nella sua casa di Alpilles, nel sud della Francia circondato dall'affetto dei suoi cari, la moglie e i figli.
Il mondo ora piange il grande artista che non c'è più, restano però le sue canzoni che lo rendono immortale e che per sempre continueranno a regalare emozioni a non finire. Grazie Maestro.


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