martedì 18 giugno 2019

C'era una volta il Festivalbar

di FRANCESCO TRONCARELLI
  


Era un appuntamento fisso dell'estate. Un modo di sentirsi partecipi e protagonisti di un evento. Generazioni di adolescenti sono cresciute con lui. Finite le scuole, in vacanza o ancora in città, senza cellulari e quindi senza wathsapp, senza internet e quindi senza youtube e i social, ma con tanta fantasia e passione per la musica, i ragazzi lo seguivano sui settimanali specializzati e incollati davanti al televisore.

C'era una volta il Festivalbar, una manifestazione musicale fra le più amate in assoluto dal pubblico, che ha accompagnato una stagione irripetibile del nostro costume e della Tv, tutti i grandi artisti ci sono passati e tutti quanti lo hanno visto e applaudito tifando per chi si esibiva in una passerella senza soluzione di continuità e tanta buona musica.

A idearlo nel 1964 Vittorio Salvetti, ragioniere di Padova con passione per lo spettacolo e una grande carisma, come una gara fra le canzoni dell'estate che veniva misurata con le preferenze del pubblico  tramite gli ascolti rilevati dai jukebox disseminati nei bar di tutta Italia, da cui il nome della kermesse. Il meccanismo era semplice, ad ogni apparecchio era applicato un "contatore" che rilevava quante volte un brano veniva scelto e di conseguenza suonato.

Salvetti e "Casco d'oro" Caterina Caselli

Alla fine della stagione più calda dell'anno la somma di tutte le "gettonature" decretava il vincitore, in una vera e propria festa della musica, delle canzoni e degli artisti. A partire dal 1967 divenne una serata televisiva trasmessa sul quello che era il Secondo canale della Rai e così fino al 1982. Considerato il crescente riscontro, la "finale" già nel 1975 fu portata da Asiago - dove si era svolta sino allora, con le eccezioni delle edizioni 1965 (che ebbe luogo a Milano), 1966 e 1967 (che ebbero luogo a Salice Terme) a Verona, nell'Arena, che per la prima volta aprì i suoi battenti alla musica leggera proprio con questa manifestazione.

Con il passaggio alle reti Fininvest nell'83 dapprima su Canale 5 con alla conduzione una coppia lanciatissima e molto affiatata composta da Claudio Cecchetto e Marina Perzy, poi su Italia 1 a partire dal 1989, la kermesse cambia regolamento e format, adattandosi alle logiche degli ascolti televisivi e divenendo uno spettacolo itinerante, ripreso settimanalmente da una diversa piazza d'Italia.

Alcune location (come l'arena Alpe Adria di Lignano Sabbiadoro) diventeranno storiche, ospitando lo spettacolo per molti anni consecutivi, e nel 1997 una puntata è stata girata addirittura nell'Arena di Pola, in Croazia. Anche il meccanismo di voto cambia: le "gettonature" assumono un ruolo sempre meno rilevante, data anche la progressiva scomparsa dei juke-box dai bar delle località di villeggiatura italiani. Il vincitore sarà stabilito perciò in base al numero di passaggi radiofonici e televisivi ottenuti e dai risultati di vendita.


Salvetti e Alan Sorrenti

La popolarità di cui ha sempre goduto e lo spazio televisivo guadagnato (sempre maggiore) contribuì a rendere la creatura di Vittorio Salvetti un appuntamento imperdibile dell'estate. Non di rado, infatti, è proprio dal suo palco che furono lanciati la maggior parte dei cosiddetti tormentoni estivi, e molti artisti emergenti trovarono l'adeguato spazio grazie anche all'introduzione, di un premio speciale (detto premio Rivelazione) per i nuovi talenti.

Il Festivalbar ha portato fortuna anche a molti dei suoi presentatori. Proprio negli anni Ottanta, ad esempio, ha segnato il debutto in prima serata di un giovanissimo Gerry Scotti, ex speaker di Radio Deejay, mentre nel decennio successivo ha costituito un importante trampolino di lancio per Fiorello (che in questa occasione strinse un solido e proficuo sodalizio artistico con Alessia Marcuzzi) e Amadeus, entrambi inizialmente deejay e presentatori di programmi musicali ma consacrati in seguito come intrattenitori e showmen a tutto tondo.

Ed è appunto negli anni Novanta che il Festivalbar effettua alcuni aggiustamenti di rotta. Inizia infatti tradizionalmente a fine maggio con un gala di apertura registrato in un'unica serata ma trasmesso in due parti, per proseguire per tutto giugno e luglio con due-tre appuntamenti dalle varie piazze italiane che vengono poi trasmessi successivamente e suddivisi per distribuire in più puntate le esibizioni, rigorosamente in playback.

Festivalbar 93, Federica Panicucci, Amadeus, Fiorello, Jovanotti e Salvetti

Dopo una pausa ad agosto, a settembre andava in onda il gala finale, e in questo contesto assume importanza anche il programma satellite Anteprima Festivalbar, la cui produzione è stata avviata a partire dall'edizione del 1987: un montaggio (mandato in onda come striscia quotidiana in vari orari oppure con un unico appuntamento settimanale spesso in seconda serata o in tarda mattinata) di varie riprese nei backstage o durante le prove, interviste agli artisti e approfondimenti sulla località ospitante.

Queste ultime informazioni vengono poi riprese nella tradizionale cartolina, ovvero una sorta di mini-spot con la voce di Vittorio Salvetti che introduce il luogo che ospita la tappa, in onda durante la puntata vera e propria. Con la scomparsa dle patron nel 98 la produzione della kermesse passa nelle mani del figlio Andrea già co-conduttore di alcune edizioni e il tutto va avanti sino al 2007 per l'ultima edizione. Poi "l'arma da guerra" per diffondere canzoni e regalare divertimento si ferma per mancanza di fondi per l'organizzazione, in effetti sempre più complessa, chiudendo così un'epoca che ha lasciato il segno nella storia della televisione e del nostro pop.

Una stagione irripetibile che ha lanciato nomi e brani che hanno attraversato decenni conquistandosi il loro posto al sole. Basta scorrere l’albo d’oro del Festivalbar, per rendersi conto del fiuto di Salvetti:  Bobby Solo ("Credi in me"), Petula Clark ("Ciao ciao"), "Caterina Caselli ("Perdono"), Rocky Roberts ("Stasera mi butto"), Lucio Battisti ("prigioniero del mondo", "Acqua azzurra acqua chiara", "Fiori rosa fiori di pesco"), Demis Roussos ("We shall dance"), Mia Martini ("Piccolo uomo", "Minuetto"), Claudio Baglioni ("E tu"), Gloria Gaynor ("Reach out i'll be there"), Gianni Bella ("Non si può morire dentro"), Umberto Tozzi ("Ti amo")



 Alunni del Sole ("Liù"), Alan Sorrenti ("Tu sei l'unica donna per me"), Miguel Bosè ("Olympic games"), Loredana Bertè ("Non sono una signora"), Giuni Russo ("Un'estate al mare"), Vasco Rossi ("Bollicine", "Io no", "Ti prendo e ti porto via"), Gianna Nannini ("Fotoromanza"), Righeira ("L'estate sta finendo"), Tracy Spencer ("Run to me"), Eros Ramazzotti ("Più bella cosa non c'è"), Pino Daniele ("Che male c'è"), Scialpi e  Scarlet ("Pregherei"), Zucchero ("Spirito divino"), Raf ("Ti pretendo"), Jovanotti ("Un raggio di sole"), Francesco Baccini e i Ladri di Biciclette ("Sotto questo sole"), Gino Paoli ("Quattro amici"). Luca Carboni ("Mare mare"), 883 ("Tieni il tempo"), Lunapop ("Qualcosa di grande"), Negramaro ("Parlami d'amore") .


Una lista interminabile di brani e artisti che tutti conoscono e che spesso e volentieri avevano ricevuto una spinta decisiva per affermarsi da parte del patron della gara canora. Salvetti infatti che aveva alle sue spalle una lunga gavetta da organizzatore di eventi inziata da giovanissimo nel mitico Bar Pedrocchi di Padova (gare per voci nuove, tra cui un certo Silvio Berlusconi alias Silvio Gori arrivato penultimo) ad inizio anni ’60 fa l’impresario ed è membro del Clan Celentano.

Sarà lui a lanciare Lucio Battisti venuto da Poggio Bustone a Milano per cercare fortuna, sarà lui a dargli i consigli giusti per cominciare a fare musica sul serio, diventandone così amico negli anni fino a portarlo ai trionfi proprio del Festivalbar con tre vittorie.

Vittorie limpide, ottenute attraverso le gettonature dei juke-box, che proprio in quel periodo vivevano un momento di boom. Con questo sistema il simpatico e solare Salvetti scavalcava il classico meccanismo delle giurie, realizzando la prima “giuria popolare” applicata alle competizioni canore.

Per Salvetti ascoltare canzoni e mettere insieme un cast per le sue manifestazioni, non era un mestiere, ma era soprattutto un divertimento perchè l'ambiente lo conosceva a menadito e tutti lo rispettavano per la sue capacità manageriali. Passava intere giornate a ricevere, ad ascoltare e soprattutto a parlare con i suoi interlucutori che proponevano pezzi e nuovi talenti. E a tutti trovava un posto e offriva un'opportunità.

Affabile, bonario, signore d’altri tempi, riusciva a coinvolgere anche i divi internazionali nel suo Festivalbar, ecco così Barry White, Julio Iglesias, Donna Summer, Suzy Quatro, Grace Jones, Sheyla, Gloria Gaynor per citarne alcuni che impreziosivano le sue serate.

Salvetti e Vasco

Nell’agosto 1998, in occasione della XXXV edizione, Vittorio Salvetti ormai già ammalato, consegnò i premi a Vasco Rossi, Nek, Pino Daniele e Renato Zero, intrattenne gli ospiti e fece gli onori di casa come solo lui era capace di fare, con tanta classe e qualche battuta di riempimento. Due mesi dopo, il 19 ottobre 1998 moriva nella sua Padova che l'aveva visto debuttare in quel mondo che tanto amava. Un mese prima se ne era andato anche Lucio Battisti, a chiusura di un ciclo umano e professsionale speciale che li aveva visti protagonisti insieme.


Ma anche un segno dei tempi che stavano cambiando, con l'arrivo dei rigidi dati di ascolto e dei dirigenti televisivi mossi solo dallo stipendio più che dall'amore per quel tipo di lavoro, un segnale della fine dei grandi personaggi carismatici e anche un po' romantici che partecipavano con passione e totale coinvolgimento alla propria attività. Artigiani come lui ed Ezio Radaelli per il Cantagiro. Ma questa è un'altra storia che merita di essere raccontata.

1 commento:

  1. Quando le sere d'estate aspettavamo di sentire le hit che ci avrebbero accompagnato per tutta la stagione, quando la musica era un pezzo di storia della nostra vita, ''quando la vita era più facile e si potevano mangiare anche le fragole...''

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