venerdì 16 agosto 2019

La calda estate del 69

di FRANCESCO TRONCARELLI 



Faceva caldo in quell'estate del 69, l'ultima del Decennio, l'ultima dei favolosi Sessanta, gli anni del boom, degli elettrodomestici in ogni casa, delle automobili comprate a rate, dell'autostrada del Sole che univa il Bel paese mentre la televisione in bianco e nero faceva sognare a colori coi suoi protagonisti, Mina, Walter Chiari, Vianello, Johnny Dorelli, le gemelle Kessler, l'esordiente Villaggio, Raffaele Pisu con Provolino, Ric e Gian.

Era un Italia che sognava ad occhi aperti, sperando che quel momento magico in cui tutto girava al meglio durasse per sempre e l'estate, notoriamente stagione del divertimento tra rotonde sul mare, falò in spiaggia, grigliate in pineta e amori in libertà, faceva vivere quel fremito ardentemente a tutti, sulla scia di quel relax agognato e rincorso tutto l'anno.

Faceva caldo quell'estate di 50 anni fa, un po' come adesso, tra speranze di un mondo migliore come auspicavano i giovani capelloni e certezze di un futuro appassionante come assicuravano commentatori e giornalisti vari.
Massimo Ranieri trionfa al Cantagiro
Ed era così ovunque, in America infatti si celebrava la festa di Peace and Love con la musica di Woodstock mentre da noi, molto più modestamente ma con gli stessi numeri (500mila partecipanti nelle varie serate) si festeggiava con il Cantagiro del patron Ezio Radaelli: là Santana qui Massimo Ranieri, là Jimi Hendrix qua Celentano, là Joe Cocker qua i New Trolls. A ciascuno il suo, senza snobismi ma con tanto entusiasmo a prescindere.

Se si dà un'occhiata alla Hit parade del 16 agosto del 1969, quindi di 50 anni fa esatti, si possono ritrovare canzoni entrate nella storia del nostro pop alcune delle quali ancora coinvolgenti come al momento del primo ascolto. Tutti brani comunque vendutissimi e gettonati nei juke box che facevano ballare nei locali e nelle feste tra amici in casa come si usava una volta.


Rose Rosse
con cui Ranieri scugnizzo ormai in orbita nel mondo dello spettacolo stravinse al Cantagiro, Soli si muore di Patrick Samson e Pensiero d'amore di Mal, due lenti da paura per tentare l'aggancio con la fanciulla tampinata al mare, Ti voglio tanto bene del debuttante Rossano che ti entrava dentro per la sua melodia coinvolgente.

Ancora Mina che nella sua etichetta Pdu poteva scegliere quello che voleva, a cominciare da Non credere che Roberto Soffici e Mogol avevano scritto per lei portandola così in classifica.

E che dire della "canzone regina" come  precisava il grande Lelio Luttazzi, la numero uno in assoluto, non solo del 16 agosto di 50 anni fa ma dell'intero anno: 1969, Lisa dagli occhi blu.

Un boom, un successo enorme tanto da farne un musicarello col prode Mario e la bionda Silvia Dionisio. "Classe Seconda B il nostro amore è cominciato lì" cantava Tessuto e tutti con la memoria volavano alla loro Seconda B delle medie o del liceo, per rivivere momenti indimenticabili dei primi flirt con la propria "Lisa" (un nome simbolo) alla ricerca della giovinezza perduta appresso a due occhi blu e a delle lunghe trecce.


Pace, amore, rock e spinelli a Woodstock, gavettoni, cocomero, ferragostano pollo coi peperoni e nazionali senza filtro a Ostia, la magia di quella calda estate era nelle semplici cose, nei sogni che si rincorrevano tra un bacio e un tuffo dove l'acqua è più blu mentre il sole picchiava duro e lo sbarco sulla Luna leggitimava ogni speranza tanto da far sembrare la vita una festa continua.

Sembrare. Le cambiali che avevano lanciato l'Italia verso la felicità stavano arrivando all'incasso. L'autunno caldo era alle porte, implacabile, drammaticamente spietato nel riportare tutti coi piedi per terra.  Quella calda estate del 69  ballava Lisa dagli occhi blu come l'orchestra del Titanic, non sapendo infatti che dietro l'angolo c'erano gli anni di piombo con le stragi e il terrorismo.

Mario Tessuto dominava e incantava il pubblico ma non sapeva che avrebbe "ballato una sola estate" come la protagonista del celebre film di Arne Mattison.
L'estate del 69, caldissima, l'ultima del Decennio, l'ultima dei favolosi Sessanta. Poi di colpo ci si svegliò all'alba tutti sudati e il sogno di pace amore e musica finì come nelle favole.



Nessun commento:

Posta un commento

Alessandro Momo, 50 anni dopo

 di FRANCESCO TRONCARELLI Chissà cosa avrebbe detto della Lazio di Baroni Alessandro Momo. Sicuramente sarebbe stato contento di vederla gio...