lunedì 6 marzo 2023

Capitano mio capitano...

 di FRANCESCO TRONCARELLI

C'era un ragazzo che come me amava Wilson e Long John, così intitolai una mia rubrica su Lazio.net, il sito biancoceleste più seguito nel web, quando Facebook non era stato inventato e la gente si riversava in massa su questi formidabili punti di aggregazione.

Quel racconto a puntate sulle gesta della Banda Maestrelli andò così bene che divenne un appuntamento settimanale a Radio Spazio Aperto, 98.100 in fm, ogni sabato mattina, con la partecipazione di calciatori, tifosi, personaggi.

Era un successo, e non poteva essere altrimenti perchè si parlava di quella squadra entrata nella leggenda per aver conquistato il primo scudetto nella storia della prima squadra della Capitale, perchè si parlava delle loro imprese, delle loro vittorie di come fossero i più forti di tutti.

E Pino Wilson di quegli Eroi era il Capitano, era la classe in persona, era il leader della Difesa, era la mente, era il più colto, era il Capitano che tutte le squadre avrebbero voluto. Capitano in campo e fuori.

Lo aveva pescato dall'Internapoli Carletto Galli, l'ex Testina d'oro del calcio romano, faceva l'osservatore per la Lazio, lo segnalò a Lorenzo e fu subito amore. Il Mago argentino che ipnotizzava le folle lo volle in prima squadra con Chinaglia che giocava con lui e da quel momento iniziò un'avventura bellissima.

Pino e Giorgio, Giorgio e Pino, amici del cuore, il simbolo di una Lazio che avrebbe abbandonato per sempre il ruolo di brutto anatroccolo per diventare un magnifico cigno.

Con Maestrelli poi la sublimazione di una vita in biancoceleste, l'esaltazione di un'amicizia che spronava il gruppo, la realtà di una forza della natura applicata al football per la gioia del popolo laziale.

Giorgio segnava e Pino spazzava via, Long John sfidava la Roma e Wilson gli copriva le spalle mentre Tommaso compiaciuto dei suoi gioielli annuiva soddisfatto.

Wilson-Chinaglia-Re Cecconi il coro dei tifosi che scuoteva la Curva e tutto l'Olimpico. Con loro il sogno divenne realtà e lo Scudetto arrivò tra lacrime di gioia ed entusiasmi incredibili.

Pino nato a Darlington era napoletano nel cuore ma romano nello spirito, un gentleman prestato al pallone, sempre presente e sempre disponibile.

Quando organizzai la festa per l'inaugurazione della sede del CML a via Orti Gianicolensi, si presentò in Jaguar e con il portabagli pieno di bandiere biancocelesti da regalare ai giovanissimi tifosi.

Appesi gli scarpini al chiodo ha continuato a vivere la nostra realtà perché la Lazio a cui aveva dato tanto era la sua famiglia e i tifosi la sua gente.

C'era un ragazzo che come me amava Wilson e Long John, quel ragazzo è cresciuto e ora applaude i suoi idoli che non ci sono più, con tanto affetto e nostalgia per le emozioni che ci hanno regalato.

Capitano mio capitano, te ne sei andato un anno fa privandoci del tuo attaccamento alla causa e sei volato nel Paradiso biancoceleste raggiungendo Giorgio e Tommaso e siete di nuovo insieme. Per sempre. E nel nostro cuore...



3 commenti:

  1. Stranamente,non trovo le parole solo tanta tristezza,di una cosa però sono certa,vivranno per sempre nel mio cuore!!

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  2. Ero piccolo ma mio padre mi portava allo stadio per vedere questi fenomeni, unici nel calcio, indissolubili nei nostri pensieri. Grazie per il racconto e ricordo.

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