domenica 24 novembre 2019

Lazio, il graffio del Pantera. Le Pagelliadi

di FRANCESCO TRONCARELLI



8 e mezzo al Pantera - La Lazio ha fatto strike ottenendo la quinta vittoria consecutiva sul campo del Sassuolo. Quando tutto sembrava inidirizzato verso uno squallido e bugiardo pareggio, è arrivata la zampata del bomber ecuadoriano che ha rimesso le cose nel verso giusto. Un graffio provvidenziale che ha fatto esplodere di gioia i duemila tifosi arrivati al Mapei Stadium per sostenere la squadra e quelli spaparanzati a casa davanti il televisore. Vittoria meritata soprattutto per il grande primo tempo di dominio assoluto e che permette di rimanere in corsa verso la Champions. E' stata una dimostrazione di continuità nei risultati e di orgoglio nel raggiungerli. L'Aquila è terza in classifica e vola sempre più in alto mentre, come diceva Trilussa, tutto il resto striscia.

8 al Ciro d'Italia - E segna sempre lui. Un altro sigillo. 20 gol in 19 presenza complessive (campionato, Coppa, Nazionale) e 103 da quando è con la maglia biancoceleste. Capocannoniere della serie A. Ne volemo parlà? Ciro, si nu babà.

7 e mezzo a Lupo Alberto - Incontenibile, mago vero con i suoi giochi di prestigio. Silvan je spiccia casa e Binarelli gli lucida il portone. E non solo per l'assist vincente nei minuti di recupero, ma per le geometrie del gioco che ha disegnato. L'abbiamo detto, da quando s'è fatto nero pece come i sopraciglioni di Pavarotti e la barba dell'ispettore Schiavone-Giallini viaggia alla grande. Il Ciuffo biondo insomma non se lo ricorda più nessuno, e lui è l'unico nero che mette d'accordo tutti.

7 a Lazzari alzati e cammina - e comincia a correre come Forrest Gump per scodellare cross senza soluzione di continuità. Ha preso in parola il nostro invito e si è superato. Come il sosia imitatore di Renato Zero a Tale e quale che sembrava Panariello che imita Renato Zero. Un trionfo.

6 e tre quarti a Patric del Grande fratello - Ha giocato. Incredibile ma vero. E dato il fritto. Come Fiorello a viva Raiplay. E scusate se è poco.

6 e mezzo a Correa l'anno 1900 - Un passo indietro rispetto all'exploit col Lecce. Ha fatto vedere come sempre cose belle, come Belen per intenderci, ma è mancato quel Tucu decisivo per fare centro. Provaci ancora gaucho.

6 e mezzo ad Antonio Elia Acerbis - Il minimo sindacale. Come Amadeus ai Soliti ignoti che ormai va col pilota automatico tanto è sicuro.

6+ a Lucas 2.0 (Biglia chi?) - Forse è vero quello che sostiene qualcuno, che è non è lo stesso guerriero che si ammirava la scorsa stagione. Ma anche se fosse così, chi lo Leiva da quel ruolo davanti la difesa e dietro le punte? Chi si prenderebbe questa responsabilità? Nessuno. Statece.

6+ a Sylva Strakoshina - Come dice spesso Inzaghino "non ho visto sue parate". Ed è vero anche sto giro, tolti quei due/tre interventi di routine, si è tuffato anima e corpo nel torneo di scopone coi fotografi assiepati dietro la sua porta. Quattro scope, primiera, carte e Settebello. E andiamo. 

6 a chiedimi se sono Felipe - Sicuramente lo è perchè de cognome fa Ramos e spesso e volentieri lo scambiano col campione e nun paga la cena, per il resto se fosse più continuo sarebbe meglio. Ma non sarebbe lui..

6 a Bastos e avanzo - Nè carne nè pesce. Semplicemente nè.

6-  a Lukakau Meravigliao - Tanto fumo e poco arrosto. Avete presente Enrico Ruggeri conduttore di Una Storia da cantare?

6- veni, vidi, Lulic al 71° - Che ti succede vecchio scarpone? Te sei arrugginito come Pippo Baudo? Daje su, siamo sempre con te ma datte na oliata agli ingranaggi.

5 al Sergente -  Un altro. Come Vincenzo Mollica che senza occhiali pare la sora Lella, così lui, non più Esorciccio capace di ribaltare le sorti di un match, non più monsignor Milingo coi suoi riti salvifici anti malocchio, non più sa-sa-savic de prosciutto sto microfono. Continunado così finirà per essere degradato a soldato semplice vedendo il suo cartellino diminuire di valore in maniera direttamente proporzionale al suo rendimento. Valeva 100 milioni de cocuzze, ora se je danno vitto e alloggio è grasso che cola. Co' tutto er cucuzzaro. Sipario.



Appunti di gioco
di Roberto Taglieri

Domenica, 24 novembre 2019
Biancazzurri corsari al “Mapei Stadium”. Alla rete di Immobile nel primo tempo risponde Caputo; nella ripresa a tempo scaduto la zampata vincente di Caicedo mette la firma sulla vittoria che consente alla Lazio di espugnare il campo del Sassuolo per l’1-2 finale. In occasione della tredicesima di Serie A il calendario propone un complicato Sassuolo- Lazio. Di solito dopo la sosta i biancazzurri stentano e bene ha fatto Simone Inzaghi a dare una sveglia ai suoi, che in settimana si sono mostrati un po’ indolenti. Vanno in campo dall’inizio Patric e Luis Felipe in difesa, per il resto c’è la formazione tipo, con Correa ed Immobile. Il mister laziale però si rallegra, perché il suo omologo neroverde non può disporre né di Berardi né di Defrel. De Zerbi oggi opta per Caputo e Boga, con Djuricic a sostegno; una maglia per due tra Ferrari e Peluso alla fine spetta a quest’ultimo. A Reggio Emilia dopo un minuto di silenzio per onorare la scomparsa della consorte di Giorgio Squinzi inizia la partita con i biancocelesti subito in avanti a ritmo elevatissimo. Il tiro di Immobile al 6’ è centrale e parato da Consigli, poi anche il pericoloso diagonale di Correa è neutralizzato dal portiere. Al 15’ il tiro a girare di Luis Alberto è deviato provvidenzialmente con un allungo di Consigli, poi anche la ribattuta di Milinkovic a porta sguarnita finisce contro Immobile e il Sassuolo si salva. Più o meno alla mezz’ora, quando comincia a piovere forte, ancora Luis Alberto dentro l’area cerca la precisione ma sbaglia tutto e spedisce sul fondo. Un’ottima Lazio costruisce bene, non concede che poco o nulla agli avversari ma non riesce a buttarla dentro. Ci vuole un errore di Consigli per sbloccare la gara: infatti al 34’ sul tiro centrale di Immobile l’estremo del Sassuolo si fa passare il pallone sotto al corpo ed i biancazzurri vanno con merito in vantaggio. Il primo tiro pericoloso dei padroni di casa è di Duncan, che al 36’ manda di poco oltre la traversa. Al 43’ una splendida mezza girata di Correa è respinta dal portiere ma proprio allo scadere del primo tempo su calcio d’angolo battuto da destra, il tap in di Caputo finisce alle spalle di Strakosha e fissa la prima frazione sull’ 1-1. Dopo il riposo il Sassuolo parte forte: Duncan spara alto al 48’ma intanto Inzaghi decide di tirare fuori gli ammoniti Lulic e Luis Felipe per Lukaku e Bastos. I biancazurri paiono un po’ frastornati e non riescono a far girare palla, gli emiliani guadagnano campo ma in ripartenza al 63’ Immobile è molto pericoloso. Un tiro sbilenco di Milinkovic al 67’ è l’unica opportunità che producono i biancocelesti, che nel finale provano a pressare gli avversari ma non riescono mai a concludere in porta. Quando la partita sembrava destinata al pareggio, subito dopo il 90’ arriva il graffio della pantera. Felipe Caicedo, entrato da poco al posto di Correa riceve da Luis Alberto, controlla col sinistro, si gira e col destro batte Consigli con un diagonale preciso. E’ praticamente l’ultimo atto della partita, che si conclude così sul punteggio di 1-2. Un primo tempo ottimo, la ripresa invece così così ma per la Lazio arrivano ugualmente tre punti. Era difficile sperare nella quinta vittoria di fila, ma grazie a Caicedo ed alla scelta azzeccata di Inzaghi i biancazzurri trionfano in trasferta. Era fondamentale oggi non perdere contatto con le prime posizioni e i biancazzurri ci sono riusciti non senza soffrire; la Lazio resta terza in classifica, per ora in solitario in attesa della gara di Lecce. Sono ben 27 punti per gli uomini di Inzaghi, che possono trascorrere serenamente la settimana in attesa di preparare la prossima gara domenica prossima contro l’Udinese.   
  


SASSUOLO   LAZIO  1–2   34’ Immobile  45’ Caputo  91’ Caicedo
SASSUOLO: Consigli, Toljan, Marlon, Romagna, Peluso, Locatelli (74’ Bourabia), Magnanelli, Duncan, Djuricic (69’ Kiriakopoulos), Caputo, Boga (87’ Raspadori). All. De Zerbi
LAZIO: Strakosha, Patric, Felipe (49’ Bastos), Acerbi, Lazzari, Leiva, Milinkovic, Luis Alberto, Lulic (49’ Lukaku), Correa (78’ Caicedo), Immobile. All: Inzaghi
Arbitro Chiffi

Nessun commento:

Posta un commento

Alessandro Momo, 50 anni dopo

 di FRANCESCO TRONCARELLI Chissà cosa avrebbe detto della Lazio di Baroni Alessandro Momo. Sicuramente sarebbe stato contento di vederla gio...