domenica 10 novembre 2019

La Lazio cala il poker ai giallorossi. Le Pagelliadi

di FRANCESCO TRONCARELLI


8 e mezzo a Sylva Strakoshina - La Lazio ha calato il poker ai giallorossi del Lecce (e a quelli dell'altra sponda), vincendo con merito una partita che l'ha proiettata al terzo posto in classifica. Naturalmente ci sono state le solite amnesie difensive che tengono in allarme le coronarie della gente laziale. Ma tant'è, la volontà di portare a casa i tre punti c'era ed ha prevalso, lo si era capito nello spumeggiante assalto inizale ed ovviamente nel corso del match con belle triangolazioni e azioni manovrate. Copertina d'obbligo al numero uno biancosceleste, autore di un paio di interventi determinanti e soprattutto capace dire no con la sua prontezza di riflessi, a un rigore farlocco che avrebbe potuto cambiare le sorti della partita. Quarta vittoria consecutiva dunque ed ora più che mai avanti Lazio e, alla maniera di Peppino di Capri, possiamo dire "cameriere Champagne".

8+ a Correa l'anno 1900 - Il suo Tucu questa volta non è stato solo decisivo, ma de più. Due gol tutti insieme per uno come lui che spesso e volentiri se li magna è certamente un evento, tipo Fiorello che nel quarto d'ora a sua disposizione per pubblicizzare la sua nuova trasmissione su Raiplay, ha dato lezione a tutti i conduttori dello spettacolo. E così lui che è un fuoriclasse ha dato lezione a tutti quelli che amano il calcio e specialmente la prima squadra della Capitale. Bello de casa, ti vogliamo così.

8 al Ciro d'Italia - E segna sempre lui. Siamo a 102. E smista palle d'oro pure. Leggi l'assit per il gol del compagno di merende di sopra. Che volete di più?

7 e mezzo al Sergente - C'era una volta l'Esorciccio, un po' monsignor Milingo un po' sa-sa-sa prova microfono Savic (vedi collezione Pagelliadi), un giocatore che spesso e volentieri nonostante avesse tre nomi non ne azzaccava una. Adesso l'azzecca, anche più d'una. Magari dorme un po' come un telespettaore di Marzullo davanti al suo programma, poi però si sveglia e sale in cattedra. E so' dolori per gli avversari.

7+ a Lupo Alberto - Quando gira lui girano tutti. E se je girano poi, il risultato è assicurato. C'era una volta il Ciuffo biondo che fa(ceva) impazzire il mondo, da quando s'è convertito al nero pece alla Marco Giallini alias Ispettore Schiavone o se preferite alla sopracciglioni di Pavarotti o Al Bano, tinti veri dello spettacolo, è migliorato. Sarà l'effetto novità, come per la Carneade per il grande pubblico Lidia Schillaci, certo è che il suo è l'unico nero su cui sono tutti d'accordo.

7 a Massimo De Cataldi - Come il suo omologo di Tale e quale che con Johnny Dorelli ha dato spettacolo, così lui, è entrato in corsa e ha portato avanti il baricentro della squadra. E non è poco se considerate che i problemi ce li abbiamo dietro. Come Belen, ma lei però col lato B ha costruito una fortuna.

6 e mezzo ad Antonio Elia Acerbis - Un lancione sul piede del graduato che vale tutta la sua prestazione. Come l'acuto di Emma Marrone quando canta.

6+ a Lazzari alzati e cammina - E datte da fa de più. Non si sono visti infatti quei cross che ultimamente l'hanno reso celebre come Vincenzo Salemme beneficiato da Carlo Conti dopo una vita in seconda fila.

6+ a veni, vidi, Lulic al 71° - Tanto arrosto e poco fumo. Avete presente Panariello quando imita Renato Zero?

6 a Patric del Grande fratello - Tanto fumo e poco arrosto. Avete presente il mago Forrest?

6 a chiedimi se sono Felipe - Te lo vorremmo chiedere, ma è meglio evitare. Le sviste da centrale dominante pesano e l'esperimento si può dire non riuscito. Ma era scontato, perchè la difesa biancazzurra è come quel principio della matematica: cambiando l'ordine dei fattori il risultato non cambia. Appunto.

5 e mezzo a Lucas 2.0 (Biglia chi?) -  Una cosa impensabile, è stato sostiuito. Come Salvini da Conte. Lui che dava le carte. Impensabile appunto.

5 e mezzo a basta Bastos - In cinque minuti ha dato il meglio di sè. Quando ha dato il via all'azione del 4 a 1, quando quella del pussa via sul 4 a 2. Cinque minuti e poi, cantava Maurizio Arcieri negli anni 60 in tempi non sospetti. Aveva previsto tutto.

5 a striscia la Berisha - Un po' Oscar Lopez, un po' Luzardi con una spruzzatina di Vignaroli, è entrato nel finale combinando subito due cappellate, una dopo l'altra. La conferma che la sua storia nella Lazio è un film dell'orrore. Non a caso sembra che il mago del brivido Dario Argento lo voglia chiamare per il prossimo thriller che girerà dal titolo emblematico e che è tutto un programma, "La paura nei suoi piedi". Perchè come tocca palla so' dolori de panza e dintorni. Sipario.




Appunti di gioco
di Roberto Taglieri

Domenica, 10 novembre 2019
Vittoria rotonda quella della Lazio contro il Lecce. All’Olimpico nel primo tempo al gol di Correa risponde Lapadula per il momentaneo 1-1, nella ripresa Milinkovic, Immobile ed ancora Correa fanno poker, mentre Lamantia accorcia solo nel finale per il definitivo 4-2. Per la 12 sima di campionato, dopo il tonfo interno di Coppa, per i biancazzurri c’ è il Lecce dell’ex Fabio Liverani, che oggi non può disporre di Farias e Tabanelli infortunati. Il mister giallorosso però ritrova Tachtsidis a centrocampo; Falco è indisponibile, per cui Babacar e Lapadula giocano insieme. Inzaghi invece, poiché mancheranno sia Marusic che Radu, in difesa ripropone Patric e Luis Felipe con Acerbi a sinistra, mentre davanti ci sono Correa ed Immobile. Proprio Correa subito al 1’ fa scaldare Gabriel, poi fa altrettanto Luis Alberto e la Lazio con un grande pressing sembra voler far sua la partita già nei primi minuti. Invece il Lecce con Babacar al 5’ in ripartenza impegna Strakosha in una parata a terra. Sempre Babacar al 14’ ricerca una conclusione bloccata dal portiere laziale, poi Mancosu si ritrova davanti al portiere ma spara altissimo una facile opportunità. I ritmi molto elevati del prologo pian piano scemano, resta comunque alla Lazio il possesso del centrocampo. Alla mezz’ora i biancazzurri passano: il passaggio filtrante di Luis Alberto è perfetto per Correa, che davanti alla porta la butta dentro con freddezza per l’1-0 che sblocca il risultato. Immobile al 34’ sfiora il raddoppio, ma trova ancora Gabriel, poi anche Lazzari approfitta di un rimpallo ma non inquadra la porta. Al 40’ però, su angolo battuto dalla sinistra Lapadula riesce a trovare un varco enorme per l’assoluta mancanza di marcatura e sigla un facilissimo pareggio. Luis Alberto si divora il 2-1 sparando altissimo un calcio di rigore in movimento al 43’ e la Lazio chiude il primo tempo con una punizione sulla barriera di Milinkovic. Nella ripresa Luis Alberto prima di piede, poi di testa non vede lo specchio e mentre esce Leiva per Cataldi, Strakosha fa un miracolo sul colpo di testa improvviso di Babacar. Al 55’ l’incornata di Milinkovic è fuori, ma il serbo aggiusta la mira al 61’: il cross di Acerbi è misurato per la sua deviazione di destro, che fa fuori Gabriel e la Lazio si riporta in vantaggio.  Passano 3’ e Manganiello assegna un rigore per un fallo su Mancosu, che in realtà si butta in terra senza essere spinto. Batte Babacar di potenza ma si fa parare il tiro, sulla respinta riprende Lapadula ma il suo gol viene annullato e si rimane sul 2-1. Al 74’ Luis Alberto tira forte ma il pallone è sul fondo di pochissimo; arriva però un altro rigore, stavolta a pari invertite con Immobile che fa carambolare un tiro sulla mano di Calderoni. Va alla battuta sempre Ciro Immobile che spiazza Gabriel e sigla il tris, che diventa poker quando il bomber laziale serve Correa, che di sinistro dal basso in alto buca ancora la porta leccese all’80’ con un gran tiro. Il nuovo entrato La Mantia all’84’ accorcia le distanze deviando in rete un cross di Petriccione, poi Strakosha è di nuovo protagonista sul tiro a botta sicura di Tacthsidis. Con il Lecce in avanti e sulla parata strepitosa sulla linea di Strahosha su La Mantia finisce la partita, che vede sorridere i biancazzurri, meritatamente trionfatori. Era una gara da vincere a tutti i costi e la Lazio stavolta ce l’ha fatta alla grande. Quarta vittoria consecutiva e biancocelesti momentaneamente al terzo posto a pari merito con il Cagliari, che tiene il passo delle grandi con 24 punti all’attivo. Ad oggi, perse tutte le residue speranze di qualificazione in Europa League ed a parte la Coppa Italia di cui si riparlerà a gennaio, per la squadra biancazzurra resta da lottare per il Campionato. Gli uomini di Inzaghi accusano ancora gravi imprecisioni difensive, ma l’attacco così prolifico fa dimenticare ogni lacuna: provvidenziale sarà la sosta che consentirà soprattutto ai più anziani di recuperare energie ed essere pronti per la complicata trasferta del 24 novembre contro il Sassuolo.    

    
LAZIO  LECCE  4-2   30’ 80’ Correa  40’ Lapadula  61’ Milinkovic  78’ Immobile (rig.) 84’ la Mantia
LAZIO: Strakosha, Patric (71’ Bastos), Luis Felipe, Acerbi, Lazzari, Leiva (50’ Cataldi), Milinkovic, Luis Alberto, Lulic, Correa (85’ Berisha), Immobile. All Inzaghi
LECCE : Gabriel, Meccariello (85’ Rispoli), Rossettini, Lucioni, Calderoni, Majer (69’ Shakhov), Tachtsidis, Petriccione, Mancosu, Lapadula, Babacar (71’ LaMantia). All. Liverani
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