venerdì 15 novembre 2019

Lucio Battisti, numero uno anche su Spotify

di FRANCESCO TRONCARELLI


Forse la musica non è finita come presagiva Califano in quella canzone scritta per Bindi e la Vanoni in un Sanremo storico, forse quei testi grezzi e violenti di quelli della Trap per nostra fortuna non prevarranno nella colonna sonora delle nostre vite. Fra i millenials e i trentenni di oggi c'è ancora chi insegue la melodia e sogna con la poesia, facendoci sperare che il bello nelle sette note non debba finire miseramente ma continuare ad emozionare. I numeri ci dicono questo. 

Dai dati comunicati dallo staff di Spotify, sono oltre 20 milioni di ascolti streaming per un totale di 1.339.014 ore fruite, i numeri raggiunti fino ad oggi da Lucio Battisti su questa piattaforma dallo scorso 29 settembre, quando cioè le canzoni e gli album realizzati in coppia con Mogol sono approdati online. 

Già nelle prime 24 ore dal lancio, sedici brani erano arrivati nelle top 200 di Spotify scavalcando tutte le più importanti e note popstar del momento. Ora sappiamo che "Il mio canto libero" è la canzone che ha più appassionato gli utenti, superando 1 milione di ascolti da parte di fan in tutto il mondo e di tutte le generazioni.

Al secondo troviamo "Mi ritorni in mente" con oltre 900mila streaming al terzo "La canzone del sole" con oltre 800mila. La prima di queste canzoni più intensa e di grande atmsofera, la seconda più coinvolgente con il suo ritmo trascinante, la terza più mainstream per la semplicità degli accordi, è nota infatti per essere tra quelle canzoni che s'imparano per prime da chi inizia a suonare la chitarra

i dieci brani più cliccati su Spotify
I dati da analizzare però, non si fermano qui, è interessante valutare anche quale sia stato l’impatto dell'artista laziale su quelle generazioni che utilizzano Spotify per ascoltare tutt’altro genere di musica. E quello che si deduce è che l’esperimento è andato benissimo e che quello che Mogol si auspicava, da protagonista di questa battaglia per portare Battisti finalmente online, si sia avverato.

La fascia più interessata alla riscoperta della musica del duo Battisti Mogol è proprio quella che va dai 18 ai 24 (24,79%), viene poi quella dai 25 ai 29 (22,89%) e quella dai 30 ai 34 (15,19%), insomma oltre il 62% degli ascoltatori di Battisti sono under 35, il che se da un lato il dato esclude un sentimento prettamente nostalgico nei confronti della sua musica, dall’altro ne conferma, anche se non ce n’era ovvviamente bisogno, la sua intramontabilità. 

Nello specifico, ecco le fasce di età di ascolto in Italia: anni dai 18-24: 24.79%, dai 25-29: 22.82%, dai 30-34: 15.19%, oltre i 55 anni: 11.71%, dai 45-54: 9.15%, fino ai 17 anni: 1.18%. 

Lucio Battisti inoltre con lo streming è uscito dai confini italiani, raggiungendo Paesi vicini, come il Regno Unito, la Germania e la Svizzera e lontani come gli Stati Uniti e l’Australia. Per il Bel paese invece è Milano a quanto risulta la città italiana dove l’arrivo di Battisti su Spotify era più atteso. A seguire, lo troviamo nelle strade di Roma e nei vicoli di Napoli, ma non si è fermato lì, toccando l’Italia da nord a sud con, in ordine di preferenze via web, Torino, Bologna, Firenze, Genova, Brescia, Padova e Verona

I due lati del 33 giri
Ecco la top 10 dei brani di Battisti più ascoltati su Spotify nel mondo:
1.   "Il mio canto libero"
2.   "Mi ritorni in mente"
3.    "La canzone del sole"
4.    "Un'avventura"
5.    "I giardini di marzo"
6.    "29 settembre"
7.    "Acqua azzurra, acqua chiara"
8.    "Con il nastro rosa"
9.    "E penso a te"
10.  "La collina dei ciliegi"


"Il mio canto libero" è considerato un classico della musica leggera italiana ed è spesso trasmesso alla radio anche a distanza di decenni dalla sua prima pubblicazione avvenuta nel 1972. Il testo del brano ha spunti autobiografici, Mogol lo scrisse dopo la separazione dalla moglie e l'incontro con la nuova compagna, la pittrice e poetessa Gabriella Marazzi, insieme a cui acquistò un mulino (trasformato poi nello studio di registrazione Il mulino) e un vecchio cascinale («ricoperto dalle rose selvatiche») in cui andò ad abitare.

Settimo album della produzione del cantante, fu registrato negli studi di registrazione Fonorama di Milano, di proprietà di Carlo Alberto Rossi. Il 33 giriesce nel periodo di massimo successo del duo Battisti / Mogol e contiene 8 pezzi: "La luce dell'est", "Luci-ah", "L'aquila","Vento nel vento", "Confusione", "Io vorrei... non vorrei... ma se vuoi", "Gente per bene e gente per male", "Il mio canto libero".

Si tratta di un album a tratti musicalmente elaborato, i cui testi toccano vari argomenti, dall'amore alla morte ad una forma di protesta non sempre avvertibile. Nel brano "Gente per bene e gente per male" ricorre uno stilema molto utilizzato dalla coppia, cioè il dialogo. Ma mentre solitamente l'interlocutore è lo stesso Battisti, in questo caso la risposta è data da un coro femminile.
il 45 giri
L'immagine di copertina raffigura delle braccia alzate su sfondo bianco, mentre l'immagine interna gambe e piedi nudi. Le fotografie furono realizzate dal fotografo Cesare Montalbetti, il fratello di Pietruccio, il frontman dei Dik Dik sempre col cappello da cowboy, che ha ricordato:

«Radunai una cinquantina di amici. Feci sdraiare tutti a terra e chiesi loro di alzare le braccia. La cosa più divertente avvenne per lo scatto della parte interna della copertina. Faceva freddo, ma pregai tutti di rimanere scalzi; alcuni, i più bassi, si tolsero i pantaloni restando in mutande.  Peccato non aver fatto una foto a figura intera, sarebbe risultata esilarante. Il vero progetto non fu mai concretizzato perché l'idea si sarebbe dovuta completare stampando le due immagini su carta trasparente, così che, estraendo il disco, le mani avrebbero toccato i piedi».
 
Da esso verrà estratto apppunto il singolo "Il mio canto libero/Confusione" che rimase al primo posto della classifica italiana per undici settimane non consecutive fra il gennaio e l'aprile del 1973, risultando l'album più venduto in Italia del 1973. Solo nel giro iniziale di distribuzione vendette 450 000 copie. E' un brano ricco di riferimenti alla libertà della persona, all'amore e all'ipocrisia di una società moralista esaltato da una musica coinvolgente e di grande atmosfera.

Battisti e la Formula 3

A partecipare all'incisione del brano in cui Battisti suona chitarra e pianoforte, parteciparono gli ex Ribelli del Clan Celentano Gianni Dall'Aglio alla batteria e Angel Salvador al basso, Tony Cicco, Alberto Radius e Gabrile Lorenzi della Formula 3,  l'ex dei Camaleonti Mario Lavezzi alla chitarra e il maestro Gian Piero Reverberi che curò anche l'arrangiamento del pezzo.

Oltre la versione originale in lingua italiana, esistono versioni del brano cantate da Lucio Battisti in lingua spagnola (Mi libre canción), in lingua inglese (A song to feel alive) e in lingua tedesca (Unser Freies Lied). La versione in lingua inglese fu inserita nell'album Images, destinato al mercato statunitense.


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