domenica 28 giugno 2020

La Lazio li ha fatti Viola. Le Pagelliadi

di FRANCESCO TRONCARELLI 




6 e mezzo al Panter One - La Lazio 2, quella post Coronavirus incerottata e piena di rincalzi, ha battuto in rimonta una Fiorentina disciplinata e arrembante scesa a Roma per il colpaccio. È stata una vittoria sofferta, dominata a lungo dal non gioco nostro ma comunque fondamentale perché fa morale e permette che il sogno continui. Quando sembrava tutto perso i biancocelesti hanno tirato fuori l'orgoglio e iniziato a scuotersi da quell'apatia che li aveva ingabbiati nell'Olimpico deserto e silenzioso e finalmente c'è stata la svolta. A propiziarla il Pupo biondo ecuadoriano che ha cercato, dopo la spintona del primo tempo subita e ignorata, il rigore. E da quel momento è tornata l'Aquila. Avanti Lazio avanti laziali. 

6 e mezzo al Ciro d'Italia - Quando ha messo la palla sul dischetto, aveva milioni d'occhi che lo puntavano. Provateci voi. E lui zacchete. E sono 28. E scusate se è poco e se qualcuno se lo magna.

6 e mezzo a Lupo Alberto - Il bamdolero stanco è tornato. Questa volta era lui no Alberto Lupo. S'è tagliato quei capelli lunghi e unti che lo facevano sembrare un povero Cristo e con la sfumatura alta fresca di barbiere ha compensato il culo basso che lo contraddistingue. Et voilà riecco il Mago con un coniglio tirato fuori dal cilindro messo proprio sul palo di quel bulletto del portiere hipster dei toscani. Oh, aveva la maglia rossa, dopo quella pezza millimetrica che l'ha bucato è diventata viola dalla vergogna. Tiè, pija incarta e porta a casa. Barbun!

6 + ad Antonio Elia Acerbis - Ma quanto je volemo bene a sto ragazzo. Bravo sul campo e fiero dell'Aquila sul petto. E andiamo.

6 a Innamoradu - Nei secoli fedele. Anche oltre.

6 a Lazzari alzati e cammina - Il solito motorino. Le corse a palla però alla lunga mandano in tilt. Guardate Giuseppì, promesse di soldi a raffica ma poi nun è arrivato niente a nessuno.

6 a Correa l'anno 1900 e Somarusic - Buttati nella mischia per fare ammuina e partecipare al trionfo. Della serie finché dura da verdura come disse Luca Sardella.

5 e mezzo a Patric del grande Fratello - Nella serata dei grandi ritorni, anche l'ex zazzera non poteva mancare. E così puntuale la cappellata in occasione del vantaggio avversario. Vabè, davanti aveva un mostro come Ribery, evidentemente sotto a botta è rimasto impressionato. Vedi Tammurriata nera, Nuova Compagnia di Canto popolare.

5 e mezzo al Sergente - Provaci ancora Ciccio e nun te incazza'.

5 e mezzo a Sylva Strakoshina - tre tiri: un gol, una parata e una botta de culo (traversa). In perfetta media.  

5+ a dillo a Parolo tuo - E glielo vorremmo dire, ma come si fa a dirgliene quattro a uno stacanovista come lui che ha combattuto mille battaglie e le ha vinte pure. In cabina di regia per assenza dei titolari delle riprese ha fatto la fine di Jerry Calà quando ha girato il suo primo film, un flop. A un certo punto sembrava una delle tristi sagome piazzate in Tevere, era fermo come loro. Speriamo che la vittoria lo ringalluzzisca. Come Amadeus ringiovanito di colpo con gli ascolti dei Soliti ignoti.

4 e mezzo a Meco Ioni - ma sto rubagalline ce serve o nun ce serve? Si accettano proposte e soluzioni alternative. 

4 a basta Bastos - Dice che era fuorigioco, certo, ma lui non lo sapeva e resta il dramma che a porta vota s'è magnato un gol che manco il Pannella dei digiuni storici. Dall'oroscopo di Branko la Luna consiglia: se avete i piedi fucilati, date retta, cambiate attività, il cameriere non fa per voi per quello bastano piatti. Sipario.



Appunti di gioco di Roberto Taglieri 

Sabato, 27 giugno 2020 La Lazio vince col fiatone. 

Nell’anticipo della 28 sima giornata all’Olimpico la Fiorentina va in vantaggio nel primo tempo con il gol di Ribery, ma viene raggiunta da un rigore trasformato da Immobile e superata grazie ad un gol siglato da Luis Alberto per il 2-1 finale dopo una partita soffertissima. Dopo la batosta di Bergamo, Inzaghi senza Leiva, Marusic e Luis Felipe perde anche Cataldi e non può fare affidamento su Radu affaticato. C’è Bastos dal primo minuto, a centrocampo gioca Parolo infine davanti c’è Caicedo. Anche Iachini ha problemi di formazione: a parte l’infortunato Kouamè, mancano per squalifica Caceres, Iachini e Chiesa. Squadra un po’ rabberciata quindi, con Dalbert dietro a Cutrone e Ribery. La Lazio inizia facendo girare bene il pallone soprattutto a destra, dove Lazzari sembra in ottima forma, ma il primo tiro in porta è di Ghezzal al 18’, col pallone deviato che termina fuori. I ritmi non sono alti, è una partita tattica ma l’equilibrio lo sblocca Ribery, che al 25’ dalla sinistra mette tutti a sedere, si accentra e sigla un bellissimo gol che porta la Fiorentina in vantaggio con la difesa laziale imbalsamata. Parolo sfiora il pareggio dopo un attimo, colpendo bene di testa su calcio d’angolo ma Dragowski si oppone, poi non ci sono altre opportunità fino alla fine del primo tempo. Prima dell’inizio della ripresa c’è un cambio per parte, con Radu che rileva Bastos e Igor al posto di Dalbert e subito la Viola potrebbe raddoppiare con Castrovilli, su cui è bravissimo Strakosha. La Lazio non sa gestire le ripartenze veloci degli avversari, che sono molto pericolosi se attaccano ed al 48’ colpiscono una traversa con Ghezzal, ancora in contropiede. Al 60’ un gran tiro di Milenkovic si perde sul fondo, mentre da parte laziale il primo tiro serio è di Jony al 64’, ma il pallone fortissimo va out. Al 67’ Dragowski atterra Caicedo, che in verità si lascia cadere un istante prima, ma Fabbri assegna ugualmente il rigore. Batte Immobile che trasforma, spiazzando il portiere e ristabilisce la parità. Poco dopo l’ingresso di Correa, Immobile potrebbe raddoppiare ma spedisce altissimo da ottima posizione e sul capovolgimento Ghezzal sfiora il palo destro di Strakosha. La Lazio nell’ultimo quarto prova a spingere, Inzaghi butta dentro Marusic e Lukaku, ma l’eroe del giorno è Luis Alberto. Lo spagnolo, che aveva dormicchiato per tutta la partita all’83’ ha spazio centralmente, si destreggia su Pezzella e con una rasoiata di destro a fil di palo batte Dragowski e porta i suoi in vantaggio. Nei minuti di recupero Fabbri espelle Vlahovic per una gomitata a Patric, poi viene espulso anche Inzaghi per proteste e questi sono gli ultimi sussulti di una partita difficilissima, che la Lazio riesce far sua con una gran fatica. I biancazzurri con i tre punti d’oro di stasera si attestano a quota 65 e mantengono la scia della Juve capolista. La Lazio dimostra ancora grandi limiti di tenuta fisica: anche oggi la squadra di Inzaghi ha sofferto atleticamente i suoi avversari, ma stavolta ai biancazzurri è andata di lusso. E tra soli 3 giorni si ricomincia con i capitolini in trasferta a Torino per un’altra gara difficilissima. Questo campionato senza respiro non si ferma mai, ma la Lazio c’è ancora.


LAZIO FIORENTINA 2–1 

25' Ribery 68’ Immobile (rig) 83’ Luis Alberto

LAZIO: Strakosha, Patric, Acerbi, Bastos (46’ Radu), Lazzari (81’ Marusic), Milinkovic, Parolo, Luis Alberto (90’ Anderson), Jony (81’ Lukaku), Caicedo (70’ Correa), Immobile. All Inzaghi

FIORENTINA: Dragowski, Milenkovic, Pezzella, Ceccherini (75’ Venuti), Lirola, Castrovilli, Badelj (84’ Sottil), Ghezzal, Dalbert (46’ Igor), Cutrone (63’ Vlahovic), Ribery (84’ Pulgar). All. Iachini

Arbitro Fabbri

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